Intel Core i9-12900K e Core i5-12600K Recensione: benvenuti nell'era ibrida

Il nostro viaggio nella nuova filosofia di Intel. Potenza estrema, overclock per tutti e tanto multitasking, in attesa dell'arrivo dell'IA.

Intel Core i9-12900K e Core i5-12600K Recensione: benvenuti nell'era ibrida
Articolo a cura di

Dopo un anno di rumor, voci di corridoio, smentite e conferme, entriamo finalmente nella dodicesima generazione di Intel. Un cambio di rotta sostanziale, un taglio netto col passato per rimarcare ancora una volta il primato nelle gerarchie a livello prestazionale e, questa volta, anche concettuale. Con Alder Lake, ora possiamo dirlo, nasce una nuova Intel. Sembra incredibile che la struttura multicore tradizionale, che ha caratterizzato il settore PC per ormai più di tre lustri, possa essere vicina al suo capolinea. Del resto, la spasmodica corsa alla forza bruta ha portato a un incremento dei consumi e delle temperature tale da lasciare forse per troppo tempo in secondo piano il bilanciamento energetico negli scenari meno impegnativi.

Anche, ma non soltanto, per questo Intel ha deciso di portare nel segmento desktop un concetto simile a quanto espresso sui dispositivi mobili con l'architettura ARM big.LITTLE. Una struttura ibrida in cui possiamo trovare più microarchitetture specializzate per task differenti. In questa prima generazione troviamo cluster a maggior bilanciamento energetico a supporto dei Core tradizionali, deputati a mettere sul banco, ancora una volta, le prestazioni migliori sulla piazza.

La nostra dotazione

Ad accompagnare Alder Lake troviamo un Press Kit celebrativo d'altri tempi. Un elegante cofanetto cela al suo interno una gigantografia del die dei processori di nuova generazione, un piedistallo lucido e, naturalmente, le CPU.

Nel kit troviamo Intel Core i9-12900K e Intel Core i5-12600K. Quanto alla piattaforma, invece, nei test verrà utilizzata la scheda madre Asus ROG Z690 Maximus HERO, la proposta migliore del produttore asiatico, affiancata da un kit 2x16GB di RAM DDR5 Kingston FURY Beast a 5200MHz.
Come parte della prova, il dissipatore scelto per i primi benchmark di Alder Lake è l'Asus Ryujin II 360, un AIO di nuova generazione dotato di schermo LCD e tre ventole Noctua NF-F12 in versione Cromax. Come riferimento per i test sul modello di punta della nuova gamma Intel useremo il processore AMD Ryzen 9 5950X. In entrambe le configurazioni benchmark verrà utilizzata come scheda video la NVIDIA GeForce RTX 3080 Ti Founders Edition.

Cosa cambia? Praticamente tutto

La struttura ibrida consente di cambiare per sempre l'approccio alla gestione dei processi. Per farlo, Intel ha sviluppato un sistema a feedback come supporto allo scheduler di Windows, per smistare ogni processo al Core ideale tra Performance-Core ed Efficient-Core, sia in ottica di bilanciamento energetico che per massimizzare le prestazioni in contesti multitasking.

Stiamo parlando di Intel Thread Director, un sistema sviluppato da Intel con Windows 11 in mente. Ulteriore segno del cambiamento, il processo produttivo a 10 nanometri Intel 7. Nome assolutamente non casuale, dato che mira a competere con l'apprezzato nodo a 7 nanometri di TSMC. Guardando alla scheda tecnica, il nuovo i9-12900K offre 8 P-Core con Hyperthreading e 8 E-Core per un totale di 24 Thread, 14MB di Cache L2 e 30MB sulla Intel Smart Cache, o L3. Il clock minimo sugli E-Core è di 2.4 GHz con turbo fino a 3.9 GHz, mentre su quelli tradizionali si parte da 3.2 GHz. Sempre sui P-Core, in modalità Turbo è possibile raggiungere i 5.1 GHz mentre con la tecnologia Intel Turbo Boost si può spingere fino ai 5.2 GHz con un Maximum Turbo Power (MTP) di 241 W.
Diversa la situazione sul piccolo i5-12600K, che ha dalla sua parte 6 Core P e 4 ad alta efficienza, per un totale di 16 Thread. Anche in questo caso, l'Hyperthreading è appannaggio solo dei P-Core. La frequenza minima sugli E-Core è di 2.8 GHz mentre, con un MTP di 150 W, si possono raggiungere anche i 4.9 GHz sui Core tradizionali.

Con queste specifiche, il nuovo Re del gaming punta a offrire un salto generazionale del 19% in termini di potenza bruta e picchi fino al 30% in più a seconda del titolo scelto. Sarà molto interessante, oltretutto, andare a verificare quanto questa nuova architettura andrà a incidere sui consumi, anche se non ci aspettiamo miracoli sul fronte delle alte prestazioni. Il vero cambiamento lo noteremo nelle operazioni in Single Thread, come suggerisce la stessa Intel, dove, con l'ausilio dei nuovi E-Core a 65 W, sarà possibile pareggiare le prestazioni di Rocket Lake-S a 250 W.

Intel Core i9-12900K: la prova su strada

Partiamo, dunque, con la nostra prova sul nuovo top di gamma, per la prima volta rettangolare. Il meccanismo di serraggio sul socket LGA 1700 è il medesimo delle altre generazioni e lo stesso dicasi per l'assemblaggio del dissipatore. Nella confezione dell'Asus Ryujin II 360 abbiamo trovato l'adattatore per il nuovo socket già in dotazione. Per i nostri test abbiamo voluto minimizzare il fattore umano sfruttando la pasta termica preapplicata. Nella nostra prova su strada, questo AIO Premium è riuscito a tenere confortevolmente a bada il 12900K senza particolari compromessi. Raramente abbiamo sperimentato picchi fino agli 81 °C ma non abbiamo praticamente mai superato questa soglia a frequenze stock.

Impostato il nuovo XMP, ora arricchito di nuove funzionalità e più preset, per le prestazioni sulle RAM DDR5 di Kingston Technology, la prova nei benchmark sintetici contro il Ryzen 9 5950X ha visto un solo vincitore.

Solo su CPU-Z in modalità Multi-Core è possibile evidenziare un maggiore spunto del team red, ma sia Cinebench R23 che 3DMark TimeSpy evidenziano la supremazia pressoché totale del nuovo top di gamma di Intel. Notevole, come sempre, il punteggio in Single Core sia su CPU-Z che su Cinebench, rispettivamente con 804 e 1977 punti, contro i 679 e 1619 del Ryzen 5950X.
Se i benchmark sintetici per qualcuno lasciano il tempo che trovano, anche i test svolti in scenari di gioco tipici rivelano un responso a senso unico, tenuto conto dell'impossibilità di poter standardizzare del tutto la prova su due piattaforme differenti, nonostante si utilizzi su entrambe la stessa GPU.

Per farsi un'idea di massima delle prestazioni della scheda video scelta, suggeriamo di dare un'occhiata alla nostra recensione della NVIDIA GeForce RTX 3080 Ti, così da avere anche un parametro di base per l'interpretazione.

Questo concetto è di fondamentale importanza per comprendere soprattutto alcuni dei risultati ottenuti. All'aumentare della risoluzione, infatti, si potrà notare un'inversione di tendenza rispetto al gradiente classico che, ricordiamo, prevede una supremazia quasi totale. In alcuni casi, soprattutto a 2160p o 4K, è il Ryzen 9 5950X a spuntarla, seppure con scarti minimi. Secondo la nostra chiave di lettura, al diminuire delle variabili CPU-binded diventano più evidenti quelle legate ad altri fattori, quindi anche alla scheda video stessa. Prendiamo come esempio FarCry 6, dove lo scarto va dal 12 al 16% in FullHD e 1440p. In 4K, invece, questa differenza viene a mancare del tutto.

Al diminuire del framerate, le variabili istantanee che possono dipendere dal software ma anche dalle condizioni ambientali prendono il sopravvento, minimizzando l'influenza della CPU e restituendoci una media di 66 FPS sull'i9 e 67 sul 5950X. Una differenza minima, che poteva non esistere affatto, dettata appunto dal totale annullamento dei fattori che dipendono strettamente da una CPU migliore.

I risultati spaziano dal formale pareggio su Metro Exodus Enhanced Edition, dove è sempre l'i9 a spuntarla per il rotto della cuffia, con un miglioramento di appena il 5% a 1080p, sino alle vette del 16% su FarCry 6, passando per una superiorità media del 10-12% in FullHD e una parità generalizzata in 4K.
In aggiunta agli scenari tipici, nella nostra prova abbiamo cercato di comprendere come potessero influire eventuali attività in background sulle prestazioni complessive. Ci siamo serviti di Marvel's Guardians of the Galaxy, il nuovo titolo pubblicato da Eidos Montréal, di Adobe Photoshop, OBS Studio e WinRAR. Avviando al contempo un'esportazione immagine su Photoshop e una decodifica con streaming su OBS, i benchmark a 1440p con Ray Tracing attivo e senza l'ausilio del DLSS lasciano a bocca aperta, pareggiando il punteggio ottenuto con la singola istanza del gioco a 94 FPS di media. Questi risultati calano poi drasticamente avviando in background un processo di compressione su WinRAR, sfoderando però una media di 74 FPS, un risultato a ogni modo stupefacente.

OBS Studio + Adobe Photoshop

OBS Studio + Adobe Photoshop + WinRAR

Quanto ai consumi, non siamo certamente di fronte a un'isola ecologica. Quando si tratta di sfoderare prestazioni da primo della classe, l'i9-12900K è in grado di superare anche il muro dei 200 W seppure per pochi istanti. Si tratta, è bene chiarirlo, di occasioni uniche più che rare e ulteriormente limitate dal tempo Tau, come gli stress test disponibili sul nuovo Intel XTU. Nei benchmark sintetici e nel gaming, invece, la media dei consumi difficilmente sfonda la soglia dei 90 W. In nessun contesto, più o meno forzato, siamo riusciti a raggiungere in maniera sistematica il MTP e la modalità boost ci è venuta incontro solo sporadicamente, toccando i 5.1 GHZ solo su XTU.
Avvalendoci dello Speed Optimizer di XTU, alla nuova frequenza di 5.0 GHz su tutti i Core, sul Benchmark XTU2 integrato il flagship Intel raggiunge i 9377 Mark e solo in questo contesto siamo riusciti a raggiungere il consumo di picco suggerito da Intel, con spike di temperatura fino ai 99 °C. Nessun throttling su questo fronte, poiché tali variazioni sono avvenute nell'arco di frazioni minime di secondo.

Se glielo permettiamo, il 12900K è in grado di raggiungere picchi estremamente elevati, superiori anche alle precedenti generazioni, ma non possiamo non tenere in considerazione i contesti in cui si raggiungono tali valori e l'arco temporale in cui si sviluppano e sfumano. Negli scenari più comuni, ivi compreso il gaming, non possiamo certamente parlare di un processore troppo energivoro o particolarmente esoso in termini di temperature, visto il salto gen-over-gen compiuto.

A un costo che non dovrebbe superare i 650 euro, più il prezzo del biglietto rappresentato dal cambio di piattaforma, ci troviamo sul gradino più elevato del mercato. Chiaramente non è una soluzione pensata per tutte le tasche ma ha dei target ben specifici che non si soffermano troppo su questo fattore. Vale la pena l'upgrade da Rocket Lake-S? Probabilmente no, ma come ogni volta starà al singolo valutare le proprie esigenze. Se parliamo di nuove configurazioni oppure di upgrade da generazioni precedenti, allora non ci potrebbe essere scelta migliore. Come abbiamo potuto vedere, in termini di performance il primato sui competitor è confermato e ribadito con forza, il salto intergenerazionale c'è stato e il cambio di architettura anche, ma probabilmente la maturità di questa nuova idea di CPU arriverà soltanto nelle prossime generazioni.

Intel Core i5-12600K: prestazioni in-game

La porta d'ingresso al nuovo corso di Intel si chiama i5-12600K, ma è possibile scegliere anche la variante -F, priva di comparto grafico integrato, ideale per configurazioni budget oriented.

Il piccolo della famiglia Alder Lake riesce probabilmente ancora meglio nel dimostrare le potenzialità della nuova idea di processori del produttore americano. In questa soluzione prendono posto 6 Core ad alte prestazioni con architettura Performance-Core o, per gli amici di vecchia data, Golden Cove, e 4 E-Core, con architettura un tempo chiamata Gracemont. Questa combinazione permette di percepire ancora meglio il salto intergenerazionale sulle prestazioni pure. I benchmark sintetici ci parlano di un degno successore della precedente generazione Rocket Lake-S, con punteggi ottimi in Multi Core ed esaltanti in Single Core, sia su Cinebench R23 che su CPU-Z. Nel gaming, invece, ci troviamo di fronte a un prodotto spaventosamente vicino al fratello maggiore i9-12900K. I risultati più convincenti, se possibile, sono quelli ottenuti su A Total War Saga: TROY e The Riftbreaker, ma in tutti gli scenari in cui la CPU viene chiamata in causa non si fa mai trovare colpevole di limitazioni di sorta.

Il pacchetto CPU non supera mai i 70 °C negli scenari tipici e la temperatura media oscilla fra i 30 e i 40 °C mentre i consumi, in contesti di uso professionale o gaming, non superano i 50 W di media. Di picco, invece, si riescono a raggiungere anche i 120 W. Nell'ordinaria amministrazione, senza oveclock, questi valori sono molto convincenti ma probabilmente saranno proprio le prestazioni offerte a fare la differenza. Siamo di fronte a un vero e proprio gioiellino per la fascia media, probabilmente la migliore opzione attualmente sul mercato per chi sta valutando un cambio di piattaforma e viene da generazioni più datate, grazie anche alla possibilità di portarsi avanti con tecnologie come DDR5 e PCIe Gen5.

Bilanciato in ogni scenario, non disdegna le prestazioni ma risponde presente anche in attività differenti. In generale, nella fascia dei 300 euro il paragone con il Ryzen 7 5800X sorge spontaneo e da questo punto di vista l'i5-12600K rappresenta finalmente un'alternativa valida e addirittura migliore, lasciando ancora in sospeso la sfida con il best-buy di AMD, il 5600X.

Intel Alder Lake Con Alder Lake si apre una nuova era per i processori desktop di Intel, non solo per via del processo produttivo Intel 7 a 10 nanometri, ma soprattutto a livello concettuale. Il vecchio paradigma delle CPU multicore va ufficialmente in pensione, con l'arrivo sulla piazza delle prime soluzioni con microarchitetture eterogenee e Core ad alta efficienza ad affiancare le unità tradizionali ad alte prestazioni. Ne beneficiano enormemente le attività Single Core, dove gli E-Core riescono a pareggiare le prestazioni di Rocket Lake-S consumando un quarto dell'energia, ma è notevole il beneficio nello svolgimento di attività particolarmente impegnative con altri processi in background. Con il nuovo i9-12900K lo scettro di miglior processore da gaming rimane saldamente nel Team Blu. Per chi è alla ricerca di una soluzione di fascia medio-alta, il nuovo i5-12600K rappresenta la ciliegina sulla torta, con i suoi 10 Core ibridi e 16 Thread. Consumi contenuti e temperature perfettamente nella norma, gli consentono di surclassare le soluzioni della medesima fascia di prezzo e, nel gaming, anche quelle di fascia di gran lunga superiore. Siamo nel futuro? Troppo presto per stabilirlo, ma Alder Lake è sicuramente la cosa che ci si avvicina di più.