Recensione MacBook PRO

Il Nuovo Mac Book Pro si presenta con una velocità stratosferica e prestazioni fuori dal comune

Recensione MacBook PRO
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Apple ha recentemente dichiarato, per bocca dello stesso Steve Jobs, che stiamo vivendo in un’epoca che può essere definita “Post-PC”, per via della massiccia diffusione di smartphone e tablet, e di tutte quelle piccole e grandi applicazioni che ci semplificano (o che almeno dovrebbero) la vita. Eppure, in quel di Cupertino continuano a sfornare nuovi MacBook Pro come quello che stiamo per analizzare, protagonista di uno degli aggiornamenti più aggressivi della storia del portatile con la Mela. A meno di un anno dall’ultimo speed bump, MacBook Pro si presenta equipaggiato con una nuova CPU Intel Sandy Bridge e non solo. Apple ha infatti introdotto la connessione Thunderbolt ad alta velocità, una nuova scheda video AMD Radeon HD 6750M (nVidia è ormai storia) in coppia con una Intel HD Graphics 3000: un binomio che dovrebbe garantire solide prestazione grafiche ma anche ottima autonomia alla batteria. Si contano inoltre tanti altri piccoli miglioramenti che andremo a verificare. Ad una prima occhiata, dunque, questo nuovo aggiornamento della serie MacBook Pro non si limita ad essere un semplice speed bump come tanti sospettavano. Ma procediamo con ordine.

Il MacBook Pro della nostra prova è così configurato: CPU Intel Core i7 quad-core a 2.2GHz (6 MB di cache L3 condivisa); 4 GB di SDRAM DDR3 (1333MHz); HDD da 750 GB a 5400rpm; schermo retroilluminato LED panoramico lucido da 15,4” (1440x900); Intel HD Graphic 3000 + GPU AMD Radeon HD 6750M con 1 GB di memoria GDDR5; videocamera HD integrata; unita SuperDrive 8x; Wi-Fi 802.11n e Bluetooth 2.1.

Aspetto e Materiali

Esteticamente MacBook Pro si presenta esattamente come il suo predecessore: stesso design Unibody, stessa ottima tastiera retroilluminata e trackpad multitouch in vetro; display glossy, batteria sigillata e logo della mela luminoso sul retro. Anche le connessioni sono rimaste le stesse: Ethernet 10/100/1000, FireWire 800, USB 2.0, ingresso cuffie e microfono. La novità prende il nome di Thunderbolt: una connessione ad alta velocità, 12 volte più rapida della FireWire 800 e fino a 20 volte più rapida dell’USB 2.0, che consente collegamenti in cascata fino a 6 dispositivi, e che condivide lo stesso connettore Mini DisplayPort. Lo slot SD ora è SDXC. Ma perché Apple si ostina a mettere così vicine le due porte USB? Per questioni di design, immaginiamo. Eppure è davvero fastidioso non poter inserire due chiavette USB, una scheda Wi-Fi, oppure un qualsiasi altro dispositivo senza utilizzare una scomoda prolunga. E già che ci siamo, una mancanza della quale attualmente proprio non si capisce il motivo, è quella di un bel lettore Blu-Ray. Metterlo almeno come opzione CTO disponibile sul Mac Store avrebbe fatto la felicità di molti utenti. Per il prezzo al quale è proposto sono dettagli sui quali riflettere. Intendiamoci, MacBook Pro è ancora lo standard del settore in termini di design e qualità, ma dopo tre anni i concorrenti (vedi HP Envy) iniziano a bussare alla porta, e ci piacerebbe vedere questi miglioramenti già nel prossimo aggiornamento.

Tastiera, Touchpad, Schermo

Tastiera e touchpad mantengono le stesse ottime caratteristiche alle quali la serie Unibody ci ha abituato in questi anni. Configurazione dei tasti ad isola e retroilluminazione automatica si confermano ottime soluzioni, così come non si può non lodare la bontà del touchpad in vetro e delle comodissime multigesture supportate. Un discorso più articolato merita invece il display. Apple ha pensato di fornire, in fase di ordine dallo Store, un’opzione con cui personalizzare il nostro MacBook Pro con uno schermo HiRes a risoluzione 1680x1050. Le differenze rispetto al tradizionale schermo 1440x900 riguardano principalmente l’area di lavoro maggiorata e meglio definita. L’opzione costa 100 euro in più, che diventato 150 se decidiamo di montare uno schermo HiRes antiriflesso opaco. Rimane strano il pensiero di dover pagare per avere qualcosa in meno, soprattutto considerando che prima dell’Unibody tutti i MacBook Pro avevano lo schermo antiriflesso opaco. Entrambi i display, sia lucido che opaco, restituiscono una dominante gialla che obbliga l’utente che fa del proprio Mac il centro della sua produzione foto/video a fare una corretta calibrazione colorimetrica.

Performance, grafica, batteria

Inutile stordirvi di parole: arriviamo subito al punto. Il nuovo MacBook Pro è davvero veloce. Stando ai benchmarck pubblicati dai maggiori siti specializzati e alla nostra esperienza diretta, il nuovo nato di casa Apple si dimostra sempre velocissimo e reattivo. I tempi di esecuzione dei vari software, la navigazione Web, la produttività con iLife o la ben più complessa suite Adobe CS5, hanno restituito sempre risultati da lasciare a bocca aperta. La scheda AMD Radeon 6750M HD ha ottenuto brillanti risultati durante il nostro test, facendo registrare ottime performance anche nel corso di sessioni videoludiche particolarmente intense. Un appunto va fatto alle ventole del sistema di raffreddamento, che tendono a partire alla massima velocità non appena il sistema inizia ad elaborare dati di una certa entità. Purtroppo il rumore prodotto è abbastanza forte, così come il calore alla base della cerniera di collegamento con il display e sotto la tastiera (occhio quindi a non giocare con il MacBook Pro poggiato sulle gambe). La velocità rotazionale delle ventole viene comunque immediatamente diminuita non appena si ritorna in modalità di lavoro “standard”.


La AMD Radeon scelta da Apple è ovviamente una GPU performante e la combinazione con la Intel Graphic 3000 permette di risparmiare batteria e contenere la produzione di calore in tutti quei contesti che non necessitano elevate capacità grafiche. Lo switch tra AMD a Intel è gestito in maniera del tutto automatica, anche se abbiamo notato che MacOS tende a preferire la soluzione AMD nella maggior parte delle situazioni, anche quando non c’è un serio motivo per attivarla. Nel modello base troviamo la AMD Radeon HD 6490M, con solo 256MB di memoria GDDR5. Tutti i modelli superiori invece sono equipaggiati con la HD 6750M che ha ben 1GB di RAM. E i tanto vociferati problemi di rallentamento o, peggio ancora, completo freeze del sistema? Se ne è parlato molto nei giorni immediatamente successivi al rilascio del nuovo MacBook Pro. Ebbene, ci teniamo a rassicurarvi che sono stati solo casi isolati. Il nostro sistema, messo più volte sotto stress per lunghi periodi di tempo, è rimasto sempre vigile e perfettamente reattivo ai comandi impartiti. Niente rallentamenti e niente blocchi del sistema operativo. Il sistema non ha risentito neanche quando ad essere eseguiti simultaneamente c’erano CineBench, iBench, tutta la suite Abode CS5, iPhoto (che importava immagini da una fotocamera), iMovie, iTunes (in riproduzione video) e un paio di brower Web online. Inutile aggiungere che siamo riusciti a gestire in completa tranquillità un’intera giornata lavorativa con il MacBook Pro - navigazione in rete, controllo caselle di posta elettronica, qualche chat, attività di video e foto editing - registrando circa 7 ore di autonomia della batteria: un ottimo valore, considerate le caratteristiche hardware molto spinte del modello oggetto della prova. Certo, utilizzando prevalentemente il MacBook Pro per giocare o per sessioni editing foto/video molto lunghe, l'autonomia della batteria scende notevolmente, a causa dell’utilizzo della GPU AMD. Anche il disco fisso, benché da 5400rpm, non ha mai perso un colpo, garantendo davvero un sacco di spazio per l’archiviazione dei dati, con ben 750GB di memoria. Segnaliamo che in fase di ordine dal MacStore è possibile opzionare un più performante disco SSD con capacità di memorizzazione minori, ma con un notevole guadagno in termini di velocità in lettura/scrittura. Un HDD tradizionale raggiunge infatti una data velocità progressivamente, ma se deve saltare da un punto all’altro repentinamente ha bisogno di un tempo meccanico. Negli SSD tale problema è ridotto in misura drastica, e operazioni come l’avvio, il lancio di applicazioni e più in generale la gestione dei file di paging/swap subisce un incremento di velocità molto consistente. In parole povere si ottiene un tempo di reazione della macchina, in quasi tutte le operazioni, davvero inferiore rispetto ai classici dischi con testina mobile. Ad esempio, con un SSD Sata2 ci vogliono circa 50 secondi ad avviare MacOS e lanciare una decina di applicazioni. Un lampo se paragonati agli oltre 4 minuti e mezzo necessari a fare la stessa operazione con un HDD a 5400rpm. Un consiglio che possiamo darvi, se siete curiosi di provare la “magia” di un disco allo stato solido, è, in fase di configurazione e ordine, di far installare un secondo disco tradizionale al posto del SuperDrive per metterci i dati statici e prendere un piccolo SSD sulle 150€ per sistema operativo e applicazioni. Una soluzione ancora migliore potrebbe invece essere quella di spendere qualcosina di più per un SSD più capiente e poi sforzarsi di utilizzare per dati e documenti dei dischi esterni: magari dei veloci FireWire 800, in attesa di poter mettere le mani sui primi esemplari con tecnologia ThunderBolt.

Passando ad un altro aspetto, non possiamo che essere felici per la scelta di Apple di inserire, finalmente, una webcam degna di stare al mondo nel 2011. Dopo tante critiche alle fotocamere integrate delle precedenti serie Pro, ecco arrivare un bel sensore capace di registrare video a 720p. La qualità delle immagini è ovviamente migliorata, così come la resa dei dettagli in situazioni d’illuminazione ambientale non ottimale. Ci piacerebbe comunque che fossero disponibili alcuni controlli ai parametri delle immagini, come il bilanciamento del bianco o il controllo sull’esposizione. Questo renderebbe l’utilizzo della webcam più interessante. Da notare che solo FaceTime HD supporta le meraviglie dell’alta definizione, mente il buon vecchio Photo Booth, inspiegabilmente, viaggia ancora su qualità VGA. Analogo discorso con Skype, che allo stato attuale supporta esclusivamente videoconferenza in qualità VGA. Probabilmente un aggiornamento renderà disponibile il video HD, ma per il momento non ci sono certezze.

Thunderbolt

Non c’è molto da dire, ora come ora, sul nuovo protocollo di scambio dati presentato da Apple e Intel. Certo, la porta è lì che fa la sua bella figura, ma mancano ancora le periferiche in grado di sfruttare il nuovo doppio canale di interconnessione a 10 Gbps. LaCie ha recentemente annunciato un dual-SSD Little Big Disk e Promise il RAID Pegasus, ma nessuno di questi prodotti ha ancora visto la luce. Da ricordare che Thunderbolt condivide la medesima porta di Mini DisplayPort: e dunque è possibile interfacciarsi senza fatica alcuna a display esterni utilizzando, nel caso, gli adattatori necessari. Allo stadio attuale delle cose il nuovo protocollo introdotto da Apple sui propri MacBook promette scintille, perlomeno sulla carta. Non resta che attendere hardware compatibile per testarlo a fondo e capire se, realmente, Thunderbolt sarà un punto di svolta nel settore delle periferiche esterne.

Sofware pre-installato

Apple ha fondato parte del suo successo anche sulla perfetta integrazione tra macchina e applicativi. Figli della stessa Mela, hardware e software hanno sempre dialogato in perfetta armonia, garantendo stabilità e performance a volte irraggiungibili. I computer di Cupertino arrivano sempre corredati da ottimi programmi che permettono alla maggior parte degli utenti di essere immediatamente operativi pochi secondi dopo la configurazione iniziare del terminale. Anche il nuovo MacBook Pro rende omaggio a tale filosofia aziendale, e si propone ai potenziali acquirenti completo di iPhoto, iMovie, GarageBand nonché di Mail, iCal e Rubrica Indirizzi integrati in MacOS X. Su questi software si è scritto in abbondanza e tutto quello che possiamo in questa sede aggiungere è che si comportano egregiamente perché mossi dalla potenza delle nuove CPU SandyBridge di Intel.

MacBook Pro Apple, nell’ultimo periodo, sembrava così concentrata su iPad e iPhone da dimenticarsi quasi completamente dei suoi prodotti Pro. È arrivata dunque in maniera piuttosto inaspettata - appena pochi giorni prima dell’annuncio di iPad 2 - la notizia che una nuova serie di MacBook Pro avrebbe visto la luce da lì a poco. Il nuovo Pro è come un lupo travestito da agnello. Anche se perfettamente identico nell’aspetto alle precedenti serie, sotto il cofano batte un cuore completamente nuovo, che fa volare le prestazioni del computer, raggiungendo risultati mai ottenuti prima da un MacBook di pari livello. Per accorgersene bastano solo pochi minuti dopo l’accensione: il nuovo modello è due volte più veloce rispetto al precedente e 2,5 volte più veloce rispetto al MacBook Air da 11.6”. Tutto questo con una batteria che ci permette quasi 7 ore di lavoro ininterrotto. È davvero difficile, quindi, lamentarsi di questo prodotto. Eppure, qualcosa da sottolineare c’è: MacBook Pro rimane incredibilmente costoso: com'è possibile che per 1149 € (versione 13” base) ci siano solo due porte USB e nessun lettore Blu-ray? Certo, si potrebbe ribattere che questi sono i compromessi ai quali gli utenti Mac sono da tempo abituati, ma nel 2011 si fa davvero fatica ad accettarli. Possiamo solo sperare che nella prossima release del prodotto Apple ci stupisca con una riprogettazione esterna radicale, in vista dell’arrivo di MacOS Lion. Fino ad allora questo MacBook Pro rappresenta la miglior combinazione possibile di potenza, portabilità, affidabilità e durata della batteria incontrata finora. Resta solo da vedere come il mondo PC risponderà ai nuovi sistemi SandyBridge che MacBook Pro integra già al suo interno.

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