MacBook Pro 14 Recensione: una workstation portatile grazie a M2 Pro

Abbiamo provato l'ultimo MacBook Pro da 14 pollici, un portatile pensato per i professionisti che cercano potenza e longevità.

MacBook Pro 14 Recensione: una workstation portatile grazie a M2 Pro
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I chip M1 sono stati la più grande rivoluzione nel campo dei processori degli ultimi anni. Tralasciando gli aspetti prestazionali e tecnologici, la vera rivoluzione va ricercata nella rottura del duopolio Intel-AMD, che ha caratterizzato il mercato negli scorsi decenni. Apple non solo ha creato una propria linea di CPU, ma è anche riuscita a realizzare al primo colpo degli ottimi prodotti, con prestazioni elevate e bassi consumi.
Come abbiamo visto nella recensione del MacBook Air con M1, fin dalla loro prima incarnazione i processori "M" hanno stupito, ora Apple alza ancora di più l'asticella con i MacBook Pro 2023, dei portatili pensati per i professionisti in cerca delle massime prestazioni. Noi abbiamo provato la versione con CPU a 12 Core e GPU a 19 Core, oltre a 32 GB di RAM (molto importanti visto l'utilizzo della memoria unificata) e 2 TB di SSD, proposta al prezzo di 4019 euro.

Il design cambia ed è un bene

Apple ha deciso di non fare rivoluzioni nel design dei nuovi MacBook, una scelta che condividiamo appieno perché le linee iconiche rendono subito riconoscibile il prodotto. Troviamo quindi la classica scocca in alluminio e il classico logo della mela al centro del coperchio, come anche i caratteristici piedini che mantengono sollevato il portatile dal piano d'appoggio, il tutto con delle linee minimaliste che hanno fatto la fortuna di questi dispositivi.

Non cambia quindi nulla rispetto al recente passato, almeno a livello estetico e di costruzione, tuttavia qualche cambiamento nelle porte disponibili c'è. Troviamo il connettore MagSafe 3, che serve per ricaricare il portatile e permette di mantenere libere le altre connessioni durante questo processo. Altro pregio di questa porta è il suo sistema di sgancio d'emergenza, in grado di scollegare il cavo se sottoposto a uno scossone, molto utile per evitare di far cadere il notebook inciampando nel filo ad esempio.
Abbiamo poi tre porte Thunderbolt 4 da 40 Gbps, utili per lo scambio di dati ma anche per utilizzare fino a due schermi 6K da 60Hz esterni, uno slot per schede di memoria SDXC, jack per cuffie e microfono e infine un'uscita HDMI. Apple ha aggiornato quest'ultimo elemento: prima l'HDMI gestiva al massimo il 4K a 60 Hz, ora invece può arrivare al 4K a 240 Hz o all'8K a 60 Hz, un'opzione utile per i professionisti che devono utilizzare questo tipo di contenuti.

Sul fronte ergonomia, con i suoi 1.60 Kg e con lo spessore di 1.55 cm è chiaro che non siamo davanti al più leggero e sottile portatile al mondo, ma è anche vero che la potenza racchiusa al suo interno rende difficile scendere con le dimensioni. MacBook Pro 14 rimane comunque un compagno perfetto per il lavoro in mobilità, con vantaggi importanti rispetto alle controparti Windows, ovvero una potenza elevata anche staccato dalla corrente e un'autonomia semplicemente incredibile.
Una volta aperto il coperchio spiccano le cornici sottili del display, che danno un colpo d'occhio moderno ed elegante, e ovviamente il Notch, ereditato dalle precedenti versioni e simbolo distintivo, insieme al Touch ID, della gamma MacBook Pro.

Prestazioni e autonomia fuori parametro, novità nella connettività

Apple è riuscita a creare qualcosa di veramente innovativo con i chip della serie M, il merito va sicuramente all'architettura di nuova concezione rispetto alle tradizionali CPU x86 e x64, ma altrettanto importanti sono l'integrazione tra hardware e software, pressoché totale visto che è Apple a sviluppare tutto in casa, un mix che genera quanto abbiamo visto in queste settimane con questo MacBook Pro 14.

La variante da noi provata utilizza un M2 Pro con 12 Core a disposizione per la CPU e 19 per la GPU, un processore realizzato a 5 nm e che promette, secondo Apple, un aumento prestazionale del 20% rispetto a M1 Pro. Il processore di Apple integra al suo interno un Neural Engine da 16 Core e offre l'accelerazione ProRes per la gestione simultanea di più flussi video che sfruttano questo codec, sia in 4K che in 8K, oltre al pieno supporto ai codec H.264 e HEVC. Già dalle specifiche si può capire quale sia il target di questo notebook, e in generale della gamma Pro, vista la spiccata predilezione per il rendering video, per la grafica e per tutti quei compiti che richiedono molta potenza, sia in mobilità che in una postazione fissa. Un MacBook Pro non va comprato per moda o per capriccio, va tarato sulla base delle proprie esigenze, il rischio è quello di acquistare un prodotto sovradimensionato per le reali necessità che si hanno. Siamo di fronte a una vera e propria workstation portatile, che non ha avuto problemi nei nostri test a gestire flussi video in 4K HEVC multipli con DaVinci Resolve, di fatto non siamo riusciti nemmeno ad avvicinarci al limite di questo processore, che può gestire tranquillamente anche flussi video in 8K ad elevato bitrate.
Meglio ancora va con il formato ProRes, in questo caso l'accelerazione hardware ha permesso di esportare gli stessi video in 4K ad elevato bitrate in tempi ancora più ridotti. Ma il particolare più impressionante è che queste prestazioni sono disponibili anche staccando il Mac dalla corrente, un altro mondo rispetto ai portatili Windows più potenti, che soffrono parecchio l'assenza di alimentazione.

In idle le ventole rimangono spente e si arriva intorno ai 30 gradi, per spingere al massimo il processore abbiamo dovuto "barare" e avviare più applicazioni con carico intensivo insieme, solo così abbiamo visto la temperatura arrivare vicino ai 100 gradi. La verità è che un processore M2 Pro va ben oltre le esigenze di un comune content creator, e questo fa capire quanto sia importante conoscere bene le proprie necessità prima di puntare a un livello prestazione così elevato.

Sul fronte autonomia Apple ha poi alzato ulteriormente l'asticella rispetto al passato, con una batteria da 69.6 Wh, ricaricabile tramite un alimentatore da 96 W (nel modello con CPU a 10 Core scende a 67 W). Inutile girarci intorno, con un utilizzo tradizionale, quindi per la semplice navigazione web, la gestione documenti e file e la visione di video, la batteria riesce a superare tranquillamente le 19 ore di utilizzo. Con dei compiti intensivi invece tutto dipende da quello che si sta facendo e dal software utilizzato, la cosa certa è che attualmente non esistono portatili al di fuori dei MacBook che possano gestire compiti pesanti anche per diverse ore lontano dalla corrente elettrica.

Se l'aumento prestazionale e nell'autonomia non bastasse Apple ha aggiornato in parte anche il comparto connettività con l'arrivo del Wi-Fi 6E, molto utile per lo scambio di file tra dispositivi compatibili tramite AirDrop, aumentando la velocità di trasferimento, mentre il Bluetooth è disponibile nella versione 5.3, l'ultima rilasciata.

Uno schermo semplicemente eccezionale, come l'audio

Lo schermo installato su questo MacBook Pro 14 è la conferma definitiva del target di questo prodotto, ovvero i professionisti che hanno bisogno della massima potenza, ma anche lavoratori del mondo della grafica e del video. Ecco perché Apple ha utilizzato uno schermo speciale, usiamo questo termine perché di pannelli Mini Led non se ne vedono molti nei notebook, ormai se si vuole dare qualità mantenendo un prezzo aggressivo basta utilizzarne uno OLED.

Perché allora non puntare su questa tecnologia? Semplicemente perché in termini di luminosità gli OLED di piccole dimensioni non possono competere con i MiniLED, e in certi ambiti questo fa la differenza. Lo schermo da 14.2 pollici IPS installato sul MacBook Pro ha una risoluzione di 3024x1964 pixel, contrasto di 1.000.000:1 ed è capace di mostrare 1000 nit a pieno schermo, che possono salire a un picco di 1600 nit con contenuti HDR. Le caratteristiche non rimangono solo sulla carta ma le ritroviamo poi nell'utilizzo reale, con colori che rientrano perfettamente nei parametri di riferimento (dE inferiore a tre) e picchi luminosi semplicemente pazzeschi. Questo hardware è sprecato per la semplice visione di contenuti, ma diventa fondamentale in ambiti come la color correction. Ovviamente ci sono sistemi ancora più precisi per eseguire compiti come questo, ma qui c'è il vantaggio di poter fare tutto in mobilità e con un semplice portatile.

Non bastasse questo Apple si distingue anche sul versante audio, con un sistema a sei altoparlanti a cui si aggiunge un woofer "Force-Cancelling", pensato per enfatizzare le frequenze basse senza però accentuare le vibrazioni. La casa americana è maestra nel tirare fuori grandi performance sonore da sistemi di dimensioni ridotte, basta sentire un iPhone per capirlo, e ci è riuscita anche qui, offrendo un sound pulito e corposo, con cui godersi un film in tutta tranquillità, per di più con la possibilità di attivare l'audio spaziale.
Non solo divertimento però, Apple ha pensato ai professionisti anche in questo ambito, installando un sistema a tre microfoni che permette conversazioni pulite e con soppressione del rumore, grazie alla tecnologia beamforming, che cattura la voce cercando di tagliare fuori i suoni ambientali.

MacBook Pro 2023 I MacBook Pro non vanno giudicati come comuni portatili, perché rientrano nella categoria dei dispositivi dedicati a professionisti con esigenze molto specifiche in termini di hardware e software. Anche un confronto con l’ambiente Windows ha poco senso, chi sceglie un MacBook Pro è già all’interno dell’ecosistema Apple, se così non fosse perderebbe parte dei benefici derivanti dall’integrazione software tra i prodotti della mela. Visti sotto questa ottica i 4019 euro richiesti per il nostro modello di prova rimangono tanti ma non devono stupire, considerate le prestazioni fuori categoria, anche senza alimentazione a corrente, lo schermo eccezionale, l’autonomia granitica e le possibilità offerte dall’ecosistema Apple. Un MacBook Pro come questo non è una scelta ma un obbligo per determinate categorie di utenti, per coloro che vogliono sperimentare il mondo Mac basta molto meno. In definitiva non riusciamo a trovare particolari difetti in questo MacBook Pro 14, per una workstation che si distingue da tutte le altre soluzioni sul mercato.

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