Recensione MacBook PRO Retina

Il nuovo MacBook Pro Retina è un vero gioiello di design e progettazione, rappresentando al meglio il futuro di questa gamma di prodotti.

Recensione MacBook PRO Retina
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Schermi più definiti. Raddoppio della risoluzione. Retina Display. Sono questi i punti chiave dell'evoluzione tecnologica portata avanti con maggiore costanza attraverso tutta la line-up dei prodotti Apple negli ultimi anni. Prima l'iPhone, poi l'iPad ed infine il nuovo MacBook Pro.
Sfide tecnologiche che vanno ben oltre un semplice cambio del display: raddoppiare la risoluzione dello schermo è un processo che determina cambiamenti radicali in tutto l'hardware, i cui costi e benefici vanno analizzati con cura. Già al tempo della nostra recensione del nuovo iPad avevamo sottolineato come i compromessi a cui Apple è andata incontro per sostenere il raddoppio della risoluzione, in un pannello di 9,7", fossero da tenere bene in considerazione prima dell'acquisto, essendo il nuovo iPad più pesante, più spesso, più costoso e praticamente identico nelle prestazioni rispetto al modello precedente con lo schermo a 1024x768 pixel, nonostante il raddoppio della batteria, il raddoppio dei core del chip grafico e dei tempi di ricarica. I benefici? Uno schermo ultra definito, di indubbia bellezza, che mostra immagini e testo in modo incredibilmente pulito, ma il cui sfruttamento al lancio del device era limitato a pochissime applicazioni, e certamente non completamente adatto alla fruizione dei siti web, che ancora oggi, nei loro elementi grafici più comuni, risultano non ottimizzati per il retina display. Nel caso del MacBook Pro Retina oggetto della nostra recensione Apple è riuscita a fare qualcosa in più. Sempre partendo dal "raddoppio" della risoluzione classica dello schermo, portata sul 15" all'incredibile valore di 2880x1800 pixel, ha contestualmente ridotto peso e dimensioni del portatile, ispirandosi a quanto fatto con il MacBook Air. Ha migliorato le prestazioni del processore (parleremo dopo della GPU) che nel caso del modello da noi testato è un potente quad core Intel i7 da 2,3 Ghz, con scheda grafica integrata Intel HD4000. Ovviamente è possibile configurare il computer al momento dell'acquisto online, scegliendo ad esempio processori fino a 2,6 Ghz: con una maggiorazione di 130 euro, si tratta di un upgrade vivamente consigliato, vista la capacità del processore di spingere il singolo core a 3,6 Ghz, contro i 3.3 Ghz della versione 2.3 Ghz. C'è anche la possibilità di selezionare i processori a 2,7 Ghz, con un aggravio di costo di ben 400 euro (2700 euro il prezzo finale).Apple ha ovviamente optato per la tecnologia SSD per velocizzare gli hard disk, ridurre i consumi e lo spazio utilizzato, ha aggiornato la gamma di porte input/output, mantenendo altissima la durata della batteria. I contro? Ovviamente il prezzo.Ma non solo: il MacBook Retina Pro perde il "vetusto" (per alcuni) lettore dvd, la porta firewire ed ethernet, inoltre va incontro agli stessi problemi di mancanza di supporto software alla nuova risoluzione già affrontati al lancio del nuovo iPad. Sono presenti inoltre alcuni problemi di prestazione che analizzeremo nel dettaglio più avanti nella recensione.

Retina o Classico?

Di base ci sono circa 400 euro di differenza tra le due versioni di MacBook Pro, ma se considerate che la versione classica viene venduta con soli 4 Gigabyte di memoria contro gli 8 Gb del Retina, che la scheda video ha la metà della memoria (512Mbyte vs 1Gbyte), e aggiungete la riduzione del peso, l’hard disk con tecnologia SSD, ed ovviamente lo schermo Retina, la differenza in termini economici appare limitata. Certo il Pro classico monta anche un hard disk meccanico da 500Gb contro i soli 256Gb del Retina, ma fidatevi: non esiste paragone in termini di prestazioni reali in questo contesto. La differenza di costo in realtà è tutta a favore del modello Retina: basta portare ad 8 Gbyte la memoria, e cambiare l’hard disk con uno ssd da 256Gbyte, per ottenere un MacBook Pro (classico) dal modico prezzo di 2.499 euro!

Il Display “Retina” a 220 ppi?

I più attenti di voi si saranno accorti che questo schermo non è “Retina” nella definizione originale data da Steve Jobs quando presentò lo schermo di iPhone 4, ovvero uno schermo con una densità di pixel per pollice di 326 ppi, così alta da rendere i pixel indistinguibili all’occhio umano. Come già accaduto per il nuovo iPad (2048x1536 pixel) su uno schermo da 9,7”, la densità reale è inferiore: parliamo di 264 ppi. Ma visto che la distanza a cui di solito si usa un iPad è maggiore, il concetto alla base del Retina Display resta inalterato: l’impossibilità di distinguere ad occhio nudo i pixel.
Gli oltre 5 milioni di pixel che compongono lo schermo, comunque, non dicono tutto di questo incredibile display. Il nuovo sistema di produzione ha ridotto al minimo la necessità di layer di vetro protettivi, incassando il display IPS direttamente nella cornice: una tecnica di costruzione che ha migliorato non solo la riproduzione dei colori e la luminosità massima sviluppata, riducendo al contempo i riflessi, ma ha sopratutto permesso di ottenere angoli di visione che hanno del miracoloso, siano essi verticali o orizzontali, rendendo di fatto quello del nuovo MacBook il miglior display che ci sia capitato di utilizzare, perfetto per la visione di immagini ad altissima definizione (che mostrano davvero dettagli mai visti prima).
Anche la visione di video risulta migliore: lo schermo non teme alcun degrado di luminosità, contrasto e colore, anche se il vostro angolo di visione non è perfettamente centrato sia in verticale che orizzontale. Anche l’ottimo display del MacBook Air non regge il confrontro da questo punto di vista. In questo caso, Apple ha fatto davvero centro.

Design, Ergonomia e Peso

Il MacBook Pro Retina non si distingue molto dall’ormai classico design che John Ive ha creato per la linea dei MacBook Pro nel lontano 2008, e che li rende indubbiamente i portatili più belli ed eleganti del panorama Pc.
Salvo pochissime variazioni lo chassis ed il layout della tastiera sono rimasti immutati nel tempo: basti guardare il MacBook Pro classico da 15”, praticamente identico ai modelli degli anni precedenti. Il Retina dunque, pur mantenendo gli stilemi classici di questo design, riduce in modo evidente peso e dimensioni, assottigliandosi sia nella parte della scocca che contiene l’hardware, sia in quella che contiene il display. Per quanto il lavoro di ingegnerizzazione per un modello così dotato dal punto di vista hardware sia indubbiamente eccezionale, questo è pur sempre un portatile da 15 pollici che pesa circa 2 kg (contro i 2,56 Kg del modello classico) ed è alto 1,8 cm (2,41 cm per il modello classico, ma da 0,3 a 1,7cm per il MacBook Air).
Se siete abituati alla leggerezza di un MacBook Air 13, o di uno dei nuovi ultrabook di altre aziende, rimarrete delusi in questo senso: il MacBook Pro Retina non è altrettanto comodo da tenere sulle gambe quando siete a letto o seduti, ne così leggero da non farci caso quando lo portate in giro. Da questo punto di vista l’Air è su un altro livello.

Parco connessioni: pro e contro

La quantità di porte d'espansione presente nel MacBook Pro Retina è intrigante e deludente allo stesso tempo. Vi stupirà trovare due porte USB 3.0 (un formato alternativo e, se vogliamo, avverso al Thunderbolt), due porte Thunderbolt/Mini Display Port, un'uscita HDMI (!) un lettore di SD card, il jack per le cuffie ed il nuovo connettore per l'alimentazione, il Mag Safe 2.
Apple asserisce che questo nuovo connettore era necessario per andare incontro alle ridotte misure in altezza del portatile, in realtà a noi sembra l'ennesima scelta commerciale per vendere adattori e rendere obsoleti i vecchi alimentatori (che vi ricordiamo costano oltre 80 euro l'uno): il MacBook Air 2011, ben più sottile del Retina, funzionava benissimo anche con il vecchio Mag Safe.
Se ci si pensa il costo per l'utente potrebbe essere solo 10 euro per il Convertitore da MagSafe a MagSafe 2, ma a cui si aggiungono gli eventuali 30 euro per acquistare l'Adattatore Thunderbolt-Gigabit Ethernet, se avete questa necessità (ed in alcuni alberghi può capitare che la connessione arrivi solo via Ethernet!), perchè il Retina rinuncia anche a questa porta "vecchia".
Vi servirà anche un Adattatore Mini DisplayPort-VGA o Mini DisplayPort-DVI per collegare il vostro Retina ad un secondo schermo (VGA o più verosimilmente DVI), una situazione non inusuale: questo è un portatile dotato di un processore e scheda grafica molto potenti e, collegato ad un classico schermo 24 pollici a 1080p, è un perfetto sostituto del vostro desktop. Sono però altri 29 euro da spendere. In verità esiste un adattatore hdmi/dvi/vga che Apple vende (o vendeva) a 40 euro, ma è difficile da trovare e non siamo sicuri sia ancora in produzione. Nel caso lo trovaste, vi consigliamo di acquistarlo al volo.

Prestazioni e Batteria

Come già accennato, Apple ha scelto i nuovi processori Intel i7 quad core, e la potenza computazionale non è certo poca cosa: potrete fare davvero di tutto con questi portatili: dal montaggio video alla grafica 3D, dalla conversione di film in HD al gaming.
Il nuovo sistema di ventole e raffreddamento, decantato da Apple come incredibilmente silenzioso, entrerà rumorosamente in gioco non appena vi spingerete un po' oltre il classico word processing. Basta un sito in Flash per far accendere le ventole, e la differenza in termini di rumore rispetto ad un MacBook Air del 2011 è praticamente nulla: le ventole si sentono, ed il computer scalda. Non che fosse inaspettato: il calore va dissipato e le ventole fanno rumore, come su qualsiasi PC.
Tutta un'altra storia invece quando parliamo di hard disk: i nuovi modelli montati su questo laptop sono in grado di scrivere e leggere i dati a velocità folli: 390MB/s in scrittura e e 440MB/s in lettura. Al di là del mero dato tecnico, passare da un computer con hard disk meccanici ad uno con ssd è un esperienza mistica: l'avvio della macchina è quasi istantaneo, le applicazioni si aprono in pochi secondi, e la gestione dei file di grandi dimensioni non sarà mai più un problema.
Nonostante il nuovo schermo, i processori più potenti e la GPU più performante, Apple è riuscita a mantenere la durata della batteria su livelli stratosferici, toccando punte di oltre 9 ore in condizioni di utilizzo "normale" per il modello con processore da 2.3 Ghz, e poco meno di 8 ore per quello da 2.6 Ghz.

GeekBench

Questi i valori registrati da GeekBench in relazione alla potenza dei vari processori disponibili come opzioni di configurazione sul sito Apple. Il 2.3 Ghz è il modello base:

13.554: i7 - 2.7 Ghz (Mac Osx Lion 10.8.2 - 64 Bit)
12.591: i7 - 2.6 Ghz (Mac Osx Lion 10.8.2 - 64 Bit)
11.482: i7 - 2.3 Ghz (Mac Osx Lion 10.8.2 - 64 Bit)

Potete trovare altri dati per eseguire comparazioni qui.

L’altro lato della medaglia

Così come per il nuovo iPad, il passaggio ad una risoluzione fuori dal comune ha anche i suoi lati negativi. Nonostante l'adozione di una scheda video come la NVIDIA GeForce GT 650M con 1GB di memoria GDDR5, i 2880x1800pixel dello schermo sono davvero duri da digerire; il che significa avere prestazioni non sempre al top, a volte anche durante la normale navigazione su internet quando aprirete molte pagine, o visitando siti particolarmente complessi. Anche il semplice trascinare una finestra di un programma sul desktop può apparire a volte un'operazione un po' scattosa, e certi limiti del sistema si notano sopratutto quando si utilizzano applicazioni pesanti come quelle per fare grafica (pensiamo ad un Adobe Photoshop, After Effect o un programma 3D come Maya); anche una semplice presentazione di iPhoto, applicando effetti complessi, tende a scattare, a dimostrazione che l'ottimizzazione del software, quando si viaggia a risoluzioni simili, è davvero complessa.

World Wide 72ppi Web.
In tema di navigazione internet il discorso è simile a quanto detto per il nuovo iPad: il testo, essendo un elemento vettoriale della paginam viene mostrato con una definizione strabiliante: una volta fatta l'abitudine è difficile tornare indietro (sebbene lo schermo del MacBook Air 13 non sia poi così lontano in termini qualità), ma tutti gli altri elementi grafici dei siti odierni sono pensati per schermi con definizione a 72 ppi, il che significa avere nella migliore delle ipotesi avrete immagini sfocate, icone sgranate, bordi con scalette. Paradossalmente (testo a parte) i siti internet si vedono meglio su uno schermo con risoluzione inferiore.
In futuro, man mano che prenderanno piede le tecniche più avanzate di html e css in grado di creare ombre, bordi stondati, gradienti di colore tutti in formato vettoriale (e quindi scalabile a qualsiasi risoluzione senza perdita di dettaglio) la situazione migliorerà decisamente.

Applicazioni "Retina" Ready?
Oggi però il problema non è solo dei siti, ma anche della applicazioni. Se Apple con il rilascio di Mountain Lion ha aggiornato tutta la suite dei propri programmi, rilasciandoli con il pieno supporto al retina display, ci sono centinaia di migliaia di applicazioni che vanno aggiornate, molte delle quali non lo saranno mai. Questo si traduce in interfacce utente sfocate e sgranate e testi poco leggibili. Paradossale no?
Ad esempio, manca ancora il supporto a Retina display da parte della suite di grafica per eccellenza, quella Adobe, così Photoshop o After Effect hanno interfacce impastate, testi sfuocati e e renderizzano a schermo immagini poco pulite. Adobe ha annunciato che i primi aggiornamenti stanno per arrivare, e questa è una buona notizia, ma tutti gli altri programmi? Vedremo cosa succederà in questo primo anno di vita.

Cambiare la risoluzione dello schermo
Apple ha rimosso la possibilità di scegliere una risoluzione specifica per lo schermo, come accade ad esempio in Windows o come accadeva fino all’ OSX Lion, inserendo piuttosto dei parametri di leggibilità del testo. Uno dei parametri disponibile scala tutto lo schermo in modo tale da visualizzare un’area assimilabile per spazio a quella di uno schermo a 1920x1080. Rispetto alla risoluzione Retina, che di fatto scala 2x tutti gli elementi grafici, questa impostazione aumenta l’area di lavoro effettivamente disponibile, rimpicciolendo tutti gli elementi delle interfacce grafiche. Se avete una buona vista potrebbe essere una buona soluzione, ma i testi e le icone diventano davvero piccole. Stesso discorso per la dimensione delle pagine renderizzate nei browser.
Esiste un buon compromesso, la risoluzione intermedia, che simula un area di lavoro per uno schermo a 1600x1280.

Giocare in ambiente Windows e Bootcamp

Se giocherete installando Windows, potrete tranquillamente abbassare la risoluzione nativa ed ottenere discrete prestazioni (sempre lasciando l'antialiasing disattivo) anche con i giochi 3D di ultima generazione. Scendendo ad una più canonica 1920x1080 pixel, un gioco come The Elder Scrolls V: Skyrim , gira ad una media di 37 fps settato su "ultra quality" e 53 fps su "high". Batman: Arkham City ottiene risultati similari, settato su" high detail" girerà a circa 50 fps. Grand Theft Auto IV sembra essere un po' più duro da digerire per il sistema e si ferma a circa 30 fps settato su "high".
Se però decidete di spingere il Mac alla sua risoluzione nativa, le cose si faranno complicate, com'è ovvio che sia: Skyrim, crollerà intorno ai 21 fps disabilitando l'anti-aliasing, GTA IV scenderà a 18 FPS e Arkham City reggerà con un buon 29 fps. Titoli più vecchi e meno onerosi sono in grado di girare anche ad oltre 60 fps a risoluzione Retina, come ad esempio Team Fortress 2. L'attivazione dell' Anti-aliasing è praticamente vietata, pena il crollo del framerate anche sotto i 20 fps per la maggior parte dei giochi citati a parità di setting.

BootCamp
Se volete davvero vedere quanto sia inutilizzabile un computer con una risoluzione simile su uno schermo da 15" vi basta installare Windows 7 tramite Bootcamp. Al momento Apple non ha ancora aggiornato il software di supporto ne i driver della scheda video, per cui Windows girerà alla massima risoluzione nativa: le icone sono microscopiche, le interfacce dei programmi sono talmente piccole da risultare quasi inutilizzabili, e la navigazione internet è possibile solo utilizzando la funzione Zoom impostata su valori quali 200%. Si può raddoppiare la dimensione base dei font in Windows del 200%, ma alcuni (molti) programmi non supportano tale funzione, per cui l'interfaccia ed i menù restano piccolissimi. Delle due, l'una: o abbassate la risoluzione, con conseguente degrado dell'immagine, o utilizzate un secondo schermo esterno, come abbiamo fatto noi. C'è da dire che la durata della batteria in condizioni di utilizzo "classico" (navigazione, email, word processing, un po' di Photoshop) in ambiente Windows è decisamente inferiore (meno di 4 ore) alle quasi 9 ore ottenibili sotto Mac Os, mentre giocando difficilmente supererete le 2 ore, ma questa non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno.

MacBook Pro Retina Il nuovo MacBook Pro Retina è un vero gioiello di design e progettazione che però soffre parzialmente degli stessi compromessi che si sono palesati con la nascita del nuovo iPad. Per fortuna le differenze con i modelli precedenti non sono concentrate solo nell’adozione di uno schermo con maggiore risoluzione: anche peso e dimensioni sono cambiati in meglio, riducendosi. E’ stato introdotto il supporto alla tecnologia SSD per gli hard disk, migliorando consumi e prestazioni; sono state aggiunte le porte usb 3.0 e l’uscita HDMI, oltre che due velocissime porte thunderbolt e una webcam frontale per FaceTime in hd. Tutto questo ha un costo, sia in termini economici che in termini di prestazioni assolute. La pur buona GPU a volte arranca, e questo potrebbe indurre alcuni a pensare al “Retina” come un modello apripista per una rivoluzione, quella degli schermi ultra definiti, pienamente sopportabile tecnologicamente solo tra un anno o due. Una rivoluzione che sarà pienamente compiuta con i prossimi modelli di MacBook Pro Retina, quando verranno introdotte verosimilmente nuove GPU più performanti e meno onerose in termini di consumi, e quando -sopratutto- molti più programmi supporteranno il Retina Display. La differenza di costo, rispetto al modello classico, è invero molto limitata, ed a parità di prestazioni della CPU, il Retina ha più valore. E’ anche vero che il MacBook Pro classico è generalmente più veloce nelle operazioni di disegno a schermo, dovendo sopportare una risoluzione decisamente più abbordabile. Se non avete problemi economici, se il lettore DVD non vi serve più, se la definizione dell’immagine è tutto, anche più importante della fluidità assoluta del sistema quando è sotto un carico grafico deciso, non ci sono dubbi su quale sia il miglior acquisto che potete fare. Se avete paura però di questi compromessi e non avete fretta, il consiglio è di aspettare la prossima generazione di MacBook Retina, o magari il “rumoreggiato” modello da 13 pollici, che potrebbe rivaleggiare con l’Air in quanto a peso e dimensioni, portando anche prestazioni ben più sostanziose dal punto di vista della gpu, vero limite dell’Air.