Nothing ear (1) Recensione: quando "niente" significa molto di più

Carl Pei e la sua nuova azienda approdano sul mercato con un prodotto che punta sin da subito in alto: ecco gli auricolari Nothing ear (1).

Nothing ear (1) Recensione: quando 'niente' significa molto di più
Articolo a cura di

La tecnologia è sempre al nostro fianco nel corso della giornata: ormai ognuno di noi ha uno smartphone in tasca. In questo contesto, i dispositivi possono diventare un peso: la costante reperibilità si è tramutata in stress per non poche persone. Carl Pei, ex figura di spicco di OnePlus, se n'è reso conto sulla sua pelle: quando ha lasciato l'azienda che gli ha dato la popolarità che merita, lo ha fatto per stare di più insieme a famiglia e amici e per focalizzarsi su ciò che è realmente importante.

Carl Pei oggi ha 31 anni. Ne aveva 24 quando è nata OnePlus e sa bene quanto il mondo tecnologico si muova a ritmi particolarmente elevati. Sia chiaro, lui stesso ammette di essere una di quelle persone che vogliono conoscere tutte le novità del mercato, ma superati i 30 anni ha sentito l'esigenza di puntare in un'altra direzione.

Cambiare rotta

Da questa premessa nasce la sua nuova avventura: Nothing, letteralmente "niente", proprio come nullo dovrebbe essere l'impatto negativo che la tecnologia ha sulle nostre vite. Pei afferma che a suo modo di vedere il mercato sta seguendo direzioni sbagliate e la tecnologia per certi versi sta entrando troppo nel quotidiano delle persone, diventando quasi stressante sotto alcuni punti di vista.

Inoltre, l'innovazione in alcuni campi sembra quasi essersi fermata, perlomeno nell'immaginario comune: guardando ad alcuni prodotti presenti sul mercato, a prima vista molti sembrano uguali tra loro. Certo, il mercato tech non ha smesso di essere interessante, ma forse sarebbe un bene iniziare a pensare a quale tipo di utilizzo vogliamo fare della tecnologia.

Nothing è un'azienda giovane in tutto e per tutto, non solamente per l'età del suo fondatore ma anche per la visione del mondo che vuole rappresentare. Tra gli investitori troviamo Casey Neistat, noto YouTuber americano, ma anche GV (ex Google Ventures). Novità unita a solidità finanziaria, questo è quanto rappresenta la società sulla carta.

Ma da quale mercato iniziare per puntare questo cambiamento? Il più "stantio" di tutti in questo momento, secondo molti, è proprio quello degli auricolari: inutile girarci troppo attorno, gli AirPods di Apple hanno fatto scuola e diversi produttori hanno cercato di seguire la scia. Là fuori, i prodotti liberamente ispirati alle soluzioni della società di Cupertino si sprecano.

Pensateci bene: ricordate qualche prodotto uscito negli ultimi anni che ha realmente rappresentato qualcosa di diverso, ottenendo al contempo una certa attenzione dal pubblico, rispetto agli AirPods di Apple? Probabilmente no e questo è proprio il motivo per cui Carl Pei e soci hanno voluto iniziare dagli auricolari, anche se l'obiettivo per il futuro è quello di portare questo approccio, che possiamo per certi versi definire giovane, anche in altre tipologie di prodotti.

Il primo passo: Nothing ear (1) e il design ragionato

Ci perdonerete per l'introduzione decisamente atipica, ma per la prima volta dopo tanto tempo la sensazione è quella di trovarsi dinanzi a qualcosa che può realmente fare la differenza, almeno a livello di concetto. Certo, siamo appena all'inizio e il successo sul lungo periodo di Nothing è tutt'altro che scontato, ma c'è un motivo se così tanti nomi importanti hanno scelto di puntare con decisione sulla nuova realtà di Carl Pei.

L'arrivo delle prime informazioni ci aveva lasciato un po' perplessi: come si può innovare il mondo degli auricolari, in cui sembra già essere stato inventato tutto? Perché stanno presentando questo tipo di prodotto come una novità assoluta? Lo abbiamo capito nel corso della nostra prova di Nothing ear (1), prodotto venduto a 99 euro sul portale ufficiale, che rappresenta solo il primo passo per l'azienda.

Gli auricolari si presentano in modo diverso sin dal primo contatto: per aprire la confezione di vendita, bisogna di fatto romperla tramite un'apposita striscia. Un segnale chiaro e forte: rottura col passato. Si punta su una tecnologia che non infastidisce durante il quotidiano.

Una volta estratti il cavo USB Type-C/USB Type-A per la ricarica, rigorosamente trasparente, i gommini di ricambio in taglia Small e Large, coi Medium già montati, e la manualistica, è giunta l'ora degli auricolari. Il design è trasparente: si vedono i componenti interni e questo garantisce una sensazione di purezza, in linea con la filosofia della società. Non è facile realizzare un prodotto di questo tipo: bisogna lavorare con i giusti materiali, unendoli a una progettazione non di poco conto.

Dietro al look del prodotto c'è teenage engineering, società svedese specializzata in campo hardware. Insomma, Carl Pei e soci sono andati a pescare dei professionisti e questo si fa notare in positivo.

L'attenzione ai dettagli riposta nel look degli auricolari è maniacale: c'è il colore rosso che, nella codifica dei colori dei connettori RCA, significa destra (e indovinate un po' su quale auricolare è posto?). La ciliegina sulla torta sono le scritte futuristiche presenti un po' ovunque, dagli auricolari al case, che sembrano quasi posizionate su uno schermo. Anche se, ovviamente, non c'è alcun display.

Il sapiente posizionamento dei componenti e la possibilità di vederli completano il cerchio. Pensate inoltre che il case, che punta anch'esso sulla trasparenza, dispone di una rientranza nel mezzo tra i due auricolari, che migliora l'impugnatura e consente potenzialmente di utilizzare questa piccola scatola come una sorta di fidget spinner. A proposito del case, apertura e chiusura sono comode e un LED segnala l'operazione. Sul lato destro ci sono il pulsante per l'abbinamento e la porta USB Type-C per la ricarica: tutto è pulito e ordinato. In parole povere, si può dire tutto a Nothing fuorché che il design non sia ragionato o non rappresenti qualcosa di nuovo per il mercato. Per il resto, non manca la certificazione IPX4 per spruzzi d'acqua e sudore.

Esperienza d'uso e scheda tecnica

Dopo una rapida configurazione tramite il pulsante laterale del case e attraverso la versione preliminare dell'app ufficiale, su Android basta semplicemente aprire il case per far connettere gli auricolari al dispositivo mobile. Abbiamo effettuato la nostra prova principalmente mediante il sistema operativo del robottino verde, supportato dalla versione 5.1 in poi, ma gli auricolari si possono utilizzare anche su iOS 11 o superiore.

Si passa per il Bluetooth 5.2, lo standard più recente, che permette di allontanarsi considerevolmente dallo smartphone o dal tablet. In questo caso serve a poco fornire parametri precisi, in quanto ogni contesto fa storia a sé e potrebbero esserci parecchi ostacoli. Per farvi comprendere la bontà di questa soluzione, abbiamo messo a confronto Nothing ear (1) e il Bluetooth 5.2 con un modello che dispone invece del supporto allo standard Bluetooth 4.1. Recandoci in uno scantinato e lasciando al secondo piano lo smartphone, le vecchie cuffie hanno iniziato a perdere il segnale, mentre gli ear (1) sono riusciti a mantenere sempre pressoché stabile la riproduzione.
I profili supportati sono A2DP, AVRCP e HFP, mentre i codec disponibili sono AAC e SBC.

In ogni caso, proprio durante la succitata tipologia di spostamenti, ma anche all'aperto, ci siamo resi conto di quanto questi auricolari siano leggeri: appena 4,7 grammi per singolo auricolare, con dimensioni di 28,9 x 21,5 x 23,5 mm. Anche l'ergonomia è ottima. Avete presente le classiche cuffie che si perdono spesso una volta indossate? Dimenticatele. Qui gli auricolari si inseriscono come si deve all'interno dell'orecchio e la presenza in confezione dei gommini di ricambio di varie taglie può aiutare ulteriormente.

Nothing è dunque riuscita a rispecchiare la sua filosofia anche in questo contesto. Gli auricolari secondo la società di Carl Pei devono essere qualcosa che quasi ci si dimentica di aver indossato. La comodità è di casa per Nothing ear (1), quindi possiamo assegnare un altro segno di spunta. Tra l'altro, nel caso ve lo stiate chiedendo, anche il case è facile da trasportare: le dimensioni sono di 58,6 x 58,6 x 23,7 mm, per un peso di 57,4 grammi.

Arrivati a questo punto, molti di voi si staranno chiedendo come si comportano gli auricolari in termini di qualità sonora. I medi risultano avvolgenti e corposi, così come gli alti sono più squillanti rispetto a molti altri auricolari che abbiamo avuto modo di provare. Se vogliamo trovare una pecca, i bassi sono meno roboanti di quanto ci si aspetta da un prodotto come questo. Stiamo però cercando l'ago nel pagliaio, in quanto si tratta di auricolari che si collocano nella fascia di prezzo inferiore ai 100 euro.

Per quanto a livello di filosofia si cerchi di rappresentare qualcosa di diverso rispetto agli AirPods di Apple, probabilmente il vero concorrente di Nothing ear (1), bisogna anche tenere in considerazione che il prezzo di lancio è inferiore e non di poco alla soluzione della società di Cupertino. Certo, online le offerte non mancano e il divario in termini di prezzo si fa più ristretto, ma capite bene che bisogna analizzare l'insieme e che gli AirPods sono in circolazione ormai da un po' di tempo. Tirando le somme, Nothing ha fatto un ottimo lavoro: arrivare a questi livelli con il primo prodotto non è per nulla facile.

Tramite l'applicazione ufficiale è possibile impostare varie funzionalità. La sezione Hear consente di selezionare la modalità relativa all'ANC (Active Noise Cancellation, -40dB). Potremo scegliere tra l'opzione Light, più moderata, e Maximum, per ambienti molto rumorosi, ad esempio in aereo. Entrambe non deludono le aspettative, raggiungendo buoni livelli per degli auricolari. Non manca poi una modalità Transparency, che consente di amplificare i suoni esterni, nonché la possibilità di disattivare semplicemente l'ANC.

Per quel che riguarda l'equalizzazione, possiamo scegliere tra quattro preset: Balanced, More Treble, More Bass e Voice. I nomi sono autoesplicativi e funzionano tutti a dovere.

Per quel che riguarda l'autonomia possiamo confermare i dati forniti da Nothing: durante la nostra prova abbiamo raggiunto risultati molto simili. Fino a 4 ore di utilizzo con ANC attivo mentre disattivandolo si arriva quasi a 6 ore, complice la batteria degli auricolari da 34 mAh. Ovviamente molto dipende dal tipo di utilizzo ma le informazioni messe in evidenza dall'azienda non sono campate in aria. Tramite il case, che ha una batteria da 570 mAh, si può arrivare fino a un totale di 24 ore con ANC o fino a 34 ore senza cancellazione del rumore attiva.

C'è una chicca anche per quel che riguarda la ricarica: è presente il supporto allo standard wireless Qi, quindi è possibile utilizzare un apposito caricatore. In ogni caso, 10 minuti di ricarica con il cavo USB Type-C/USB Type-A, che però risulta un po' troppo corto per i nostri gusti, garantiscono circa 50 minuti di utilizzo con gli auricolari con ANC attiva e circa 1,2 ore senza cancellazione del rumore. Insomma, difficilmente vi troverete senza carica residua.

Arrivati a questo punto, qualcuno tra di voi si starà chiedendo se è tutto pressoché perfetto. Ci sono alcune pecche che fanno un po' storcere il naso. L'applicazione, ad esempio, è ancora in fase preliminare e a poche ore dall'uscita della recensione abbiamo addirittura ricevuto un aggiornamento. L'arrivo del prodotto è vicino, dato che si partirà con quantità limitate il 31 luglio 2021, con un lancio di massa che in Italia partirà dal 17 agosto 2021.

Non ci siamo posti dunque troppi problemi nel prendere questo software come base per i test. Di default è attiva la funzionalità In-Ear Detection, che permette di rilevare quando un utente toglie l'auricolare, mettendo in pausa i contenuti in riproduzione. Abbiamo dovuto disattivare quest'opzione praticamente subito, essendo un po' troppo sensibile. In alcuni casi, anche un minimo movimento della testa può far abilitare l'opzione. Seppur comoda sulla carta, capite bene che in questo modo la sua utilità viene un po' vanificata.

Non male invece la Clear Voice Technology, che sfrutta i tre microfoni a disposizione, nonché appositi algoritmi, per far arrivare all'interlocutore la voce in modo "cristallino". Pensate che sono state date "in pasto" all'IA oltre un milione di combinazioni tra voci e suoni. Questa soluzione funziona bene e non abbiamo riscontrato particolari problemi durante le chiamate.

Funzionano bene anche le gesture, applicate a entrambi gli auricolari. Di default, un triplo tap fa partire la canzone successiva, mentre mantenere premuto cambia la modalità della cancellazione del rumore. Degli appositi segnali acustici fanno comprendere all'utente quando l'operazione è stata svolta. Qui la personalizzazione è molto limitata: si può semplicemente cambiare il triplo tap, associando a quest'ultimo la possibilità di tornare al brano precedente, oppure disattivare completamente le gesture.
Ci saremmo aspettati più possibilità di personalizzazione da questo punto di vista. Per intenderci, il doppio tap è associato a riproduzione o pausa: non si può cambiare la sua azione. Lo stesso vale per lo scorrimento del dito dal basso verso l'alto e viceversa, che sono associati all'alzare o abbassare il volume. Questo è comprensibile, ma perché non è possibile disattivare queste gesture come le altre? Perché non si possono riprogrammare? Insomma, speriamo che in futuro qualche aggiornamento software porti novità da questo punto di vista.

Considerate inoltre che eseguire una gesture come quella che consente di abbassare e alzare il volume non è propriamente comodo: bisogna abituarsi, vista anche la conformazione e il modo in cui gli auricolari si inseriscono all'interno dell'orecchio. Al netto di tutto questo, l'applicazione ufficiale consente anche di accedere a ulteriori opzioni, permettendo ad esempio l'aggiornamento del firmware e soprattutto l'utilizzo della funzionalità Find My Earbud. Se perdete, ad esempio, Nothing ear (1) nei meandri del divano, vi basterà aprire l'applicazione e attivare quest'opzione: gli auricolari inizieranno a squillare e li troverete rapidamente.

Nothing ear (1) Nothing è entrata a gamba tesa sul mercato. Realizzare un prodotto come gli auricolari Nothing ear (1) sin da subito è una prova di forza non di poco conto. La qualità sonora è buona per degli auricolari da 99 euro, così come il design rappresenta finalmente qualcosa di diverso e curato nei minimi dettagli anche nel case. L'autonomia è discreta e non mancano funzionalità come gesture rapide, Find My Earbud e Clear Voice Technology. Il supporto allo standard Qi per la ricarica wireless, la presenza del Bluetooth 5.2, i preset in termini di equalizzazione e le varie modalità ANC sono inoltre una gradita aggiunta al pacchetto. La filosofia di trasparenza dell'azienda viene rispettata anche in termini di comodità: dopo un po', ci si scorda quasi di indossare gli auricolari. Al netto di qualche indecisione nel preset di default in termini di bassi, l'unica reale pecca è costituita da alcune limitazioni dell'applicazione ufficiale. Infatti, la funzionalità In-Ear Detection non sempre funziona come dovrebbe e l'impossibilità di personalizzare alcune gesture fa un po' storcere il naso. C'è poi la questione della concorrenza: inutile girarci attorno, gli AirPods sono probabilmente il principale rivale di Nothing ear (1), anche se il prezzo di lancio di questi ultimi è inferiore. La scelta spetta dunque all'utente, ma la nuova realtà di Carl Pei ha iniziato alla grande, puntando già a sfidare un colosso. Se Nothing continuerà così, non vediamo l'ora di scoprire cosa riserverà il futuro.

8.5