NZXT H1 V2 Recensione: un case Mini ITX bello e finalmente completo

NZXT ha eliminato molte delle criticità del primo H1, grazie a un alimentatore più potente e a più spazio per le componenti interne.

NZXT H1 V2 Recensione: un case Mini ITX bello e finalmente completo
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NZXT H1 è un case Mini ITX che ci ha colpito fin dalla sua presentazione nel 2020. La soluzione pensata dalla casa americana è interessante, da un lato il design minimale è uno dei più belli che ci sia capitato di vedere, un mix di eleganza e razionalità che non ha eguali nel mondo PC, spendibile sia per un computer da gaming che per un utilizzo più professionale.
Dall'altro l'approccio "barebone" rende l'installazione semplice e risolve una delle problematiche che si incontra spesso con case di piccole dimensioni, ovvero la compatibilità delle componenti.
Sulla carta la prima versione dell'H1 sembrava perfetta, ma con due problemi principali. Il primo era la dissipazione della GPU, non ottimale a causa del form factor verticale e dello spazio risicato, cosa che non permetteva di installare schede video di fascia alta. Il secondo, più grave, era un bug nella progettazione che causava un corto circuito, con il rischio di incendio del case. Ora tutte queste problematiche non ci sono più con la nuova versione dell'H1, ma prima di parlarne cerchiamo di capire il concept di questo prodotto, spendendo qualche parola in più sul primo modello, indispensabile per capire bene i miglioramenti di questo H1 V2.

NZXT H1: un barebone elegante ma con qualche difetto

Conosciamo molto bene il case NZXT H1, chi scrive lo ha acquistato non appena arrivato sul mercato italiano nel 2020. L'idea di base è tanto semplice quanto efficace: offrire un case Mini ITX elegante e compatto, con all'interno preinstallati sia l'alimentatore che il sistema di dissipazione della CPU. Alla sua uscita il prezzo di 399€ poteva sembrare esagerato, ma considerati i costi dell'alimentatore modulare da 650W e del raffreddamento a liquido, compresi nel prezzo, la cifra non era poi così elevata.

Uno dei punti di forza di questo case era la facilità nell'installazione delle componenti, agevolata dall'attenzione rivolta alla progettazione dello chassis: i cavi dell'alimentatore erano pre-installati e già instradati verso le componenti che dovevano alimentare, stessa cosa vale l'AIO a liquido della CPU, che può contare su una ingegnosa gestione dei cavi, considerato anche lo spazio ridotto.
La cura riposta alla fase di installazione era incredibile, con tanto di consigli di assemblaggio indicati direttamente all'interno del case, con un uso intelligente di alcune etichette adesive.

A questo si aggiungeva una qualità costruttiva elevata, con ampio uso di metallo e vetro temprato oscurato, a celare parte della componentistica interna. NZXT H1 poteva essere usato come PC da gaming ma anche per il lavoro, noi ne abbiamo fatto la nostra console casalinga, piazzata in salotto di fianco al televisore.

Non abbiamo mai avuto problemi con questo case (e no, non ha mai preso fuoco n.d.r.), lo abbiamo usato per più di un anno e mezzo apprezzandone i tanti pregi, ma tenendo bene a mente i difetti.
Il primo riguardava la dissipazione della scheda video, non ottimale a causa dello spazio ristretto e del form factor verticale. Schede video come le RTX 3080 Founders Edition hanno un sistema di dissipazione pensato per i tower, con un flusso d'aria che dalla parte anteriore del case arriva a quella posteriore. L'installazione verticale dell'H1, unita allo spazio ridotto, non permetteva l'utilizzo di schede di questo tipo.
Noi abbiamo optato per una RTX 3070: pur non raggiungendo temperature limite il sistema di dissipazione della Founders faceva fatica a mantenere basse le temperature, aumentando così gli RPM delle ventole e di conseguenza il rumore generato.

Il secondo problema era il bug di progettazione che poteva causare un corto circuito, con conseguente fiammata. Su questo ambito si è detto davvero di tutto, tuttavia le unità difettose erano accomunate da un elemento: la rimozione del riser PCIe da parte dell'utente. La particolare conformazione del case ha richiesto l'utilizzo di un riser per montare la scheda video, che è non altro che un adattatore che serve a spostare la GPU in un posizione diversa da quella classica sulla scheda madre.

Chi ha installato semplicemente la scheda video nel riser non ha avuto problemi, ma l'utenza PC è curiosa e coloro che hanno smontato il riser per poi riavvitarlo non potevano sapere che stringendo le viti in metallo queste potevano entrare in contatto con la scocca del case (anche questa in metallo), causando un corto circuito. Un difetto di progettazione che è costato caro a NZXT, che ha prima inviato un kit con delle viti in plastica agli utenti, per poi sostituire direttamente tutto il riser. Ora però con la nuova versione tutti questi problemi sono stati risolti e oggi siamo di fronte a quello che, a nostro parere, è uno dei migliori case Mini ITX che si possano acquistare.

Tanti miglioramenti con la seconda versione

NZXT H1 V2 ha mantenuto inalterata la qualità costruttiva vista nel primo modello. Metallo, vetro e plastiche sono di ottima fattura e anche la semplicità nell'assemblaggio non è cambiata di una virgola. Quello che è cambiato sono le dimensioni, leggermente più grandi, ma si tratta di un piccolo sacrificio sull'altare delle temperature, che ora rimangono più basse.

All'esterno si può notare una piccola accortezza che farà piacere ai giocatori: le connessioni frontali ora possono contare su due USB Type 3.2 Gen 1 Type A (di fianco a una USB Type 3.2 Gen 2 e al jack per le cuffie), nel precedente modello ne era presente solo una. In questo modo è possibile collegare due pad con il cavo in tutta semplicità, l'accesso alle USB e alle connessioni della scheda madre rimane invece difficoltoso a causa del form factor. Queste infatti sono piazzate sulla base inferiore, il montaggio verticale ha i suoi pregi ma anche i suoi difetti e questo è il principale.
Nonostante lo spazio risicato all'interno è possibile installare due SSD da 2.5 pollici, a cui si aggiungono quelli M.2 direttamente sulla scheda madre, mentre lo spazio per la GPU è aumentato e permette di utilizzare modelli lunghi fino a 324 mm, con uno spessore di 58 mm. Non abbastanza per le schede video custom più grandi, ma basta un pizzico di attenzione durante l'acquisto della GPU per evitare problemi.

Nel nostro caso abbiamo optato per una configurazione con una scheda madre Gigabyte Aorus Pro Wi-Fi con chipset X570, insieme a un processore AMD Ryzen 7 5800X, a 16 GB di RAM DDR4 a 3400 MHz e a una RTX 3080 Founders Edition. Grazie allo spazio interno abbiamo aggiunto, oltre a un SSD M.2 da 1 TB direttamente installato sulla scheda madre, anche due SSD SATA da 2.5 pollici.
Abbiamo utilizzato il case come console da gioco collegata al televisore e dobbiamo dire che i miglioramenti sono abbastanza netti, merito anche della ventola in estrazione aggiuntiva installata nella zona della scheda video, assente nel primo modello. Dopo uno stress test di 20 minuti su 3DMark la nostra RTX 3080 non ha mai superato i 77 gradi, un dato nettamente inferiore rispetto al passato, quando lo stesso modello superava anche gli 86 gradi ed era di fatto ingestibile.

La scheda video può poi contare su un'altra gradita novità, ovvero il passaggio dallo standard PCIe 3.0 al 4.0 (fino a 25 Gbps), grazie al nuovo raiser: in questo modo è possibile attivare il Resizable Bar e, in futuro, poter godere di tecnologie come DirectX Storage al suo meglio. Ricordiamo inoltre che, a differenza del primo modello, è stata anche aumentata la capacità dell'alimentatore, che passa da 650 a 750 W, molto utili se si vogliono installare schede video di fascia alta.
Sul fronte CPU non abbiamo invece miglioramenti tangibili, il sistema di dissipazione AIO da 140 mm è rimasto uguale e riesce bene a tenere a freno il Ryzen 5800X utilizzato nella prova.

La rumorosità non è proprio bassa, quando va sotto sforzo le dimensioni contenute dell'H1 si fanno sentire, ma il livello rimane inferiore rispetto al primo modello e giocando, sia con le casse e soprattutto con le cuffie, dopo un po' non ci si fa più caso.
Dobbiamo ammettere che, per il nostro utilizzo, un case come l'NZXT H1 V2 è un prodotto unico nel suo genere, sta bene su una scrivania, sta bene in salotto e sta bene anche in ambiti più professionali, NZXT ha fatto un lavoro incredibile sul design, lavoro che ovviamente va valutato soggettivamente e in base alle esigenze che si hanno. Se si cerca un case di piccole dimensioni che possa offrire il miglior airflow sul mercato non è certamente la soluzione migliore, ci sono case più performanti in questo ambito.

Stessa cosa se ci cerca un prodotto altamente personalizzabile: aggiungere anche dei semplici led non è semplice visto lo spazio, peggio ancora ventole ulteriori, che non trovano collocazione in alcun modo, se non con modding complessi da gestire per un utente comune. NZXT H1 è un case pensato per essere montato in modo semplice, a cui vanno aggiunti solo scheda madre, processore, memorie e GPU, senza ulteriori componenti.
Per quanto riguarda il software troviamo NZXT Cam, da installare obbligatoriamente per la gestione delle ventole. In realtà lo abbiamo usato solo per questo, non ci sono altri motivi per farlo, molte funzioni sono replicate nella suite di driver NVIDIA, come il controllo delle temperature durante il gioco, altre semplicemente non servono, come nel caso dell'illuminazione, completamente assente.

NZXT H1 V2 Abbiamo deciso un approccio meno tecnico e più esperienziale per questa recensione, semplicemente perché conosciamo molto bene il prodotto e la storia che lo contraddistingue. NZXT H1 V2 è quello che avrebbe dovuto essere il primo modello, un case che punta sull’estetica e sulla semplicità di installazione, poco personalizzabile ma adattabile a tanti contesti differenti. Le dimensioni leggermente più grandi, la ventola nella zona della scheda video, il supporto allo standard PCIe 4.0 per la GPU e l’aggiunta della USB frontale completano il cerchio, per un case che può togliere davvero molte soddisfazioni. Il prezzo di 399€ può sembrare alto ma in realtà è in linea con le componenti incluse e con la qualità costruttiva, davvero elevata. Non tutti lo apprezzeranno, in campo PC la personalizzazione è importante e qui è ridotta all’osso, e anche l’airflow non è da primato della categoria. Ma se l’obiettivo è creare un computer di dimensioni contenute, che possa contenere un hardware potente e con un’estetica unica nel suo genere, compratelo ad occhi chiusi.

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