Recensione Razer Diamondback Plasma Limited Edition

Provato l'ultimo prodotto di punta Razer, un mouse per veri pro-gamers!

Recensione Razer Diamondback Plasma Limited Edition
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Un nuovo modo di giocare

Quando si parla di periferiche estreme per gaming non può che venirci in mente Razer, che con i suoi prodotti ha ormai raggiunto uno standard qualitativo più che eccellente.
Da poco più di un mese è stato immesso sul mercato il suo nuovo Mouse Copperhead, ma in questa recensione ci occuperemo del Diamondback Plasma Limited Edition, che grazie all’arrivo del fratello maggiore, si può ormai reperire nei negozi ad un prezzo a dir poco appetibile.
Per questa prova lo abbineremo al Mouse Pad ExactMat ed all’Exact-Rest (sempre prodotti da Razer).
Le caratteristiche tecniche del Diamondback sono di tutto rispetto: innanzitutto è doveroso dire che è il primo mouse al mondo con tecnologia ad infrarossi, il che garantisce una precisione estrema abbinata al vantaggio di non emettere nessuna luce.
Il sensore è, come per gli altri mouse della famiglia Diamondback, a 1600 DPI, con un frame rate di 5.8 megapixels al secondo ed una capacità di rilevazione degli spostamenti che può arrivare fino a 15g.
Questi dati, abbinati al fatto che, grazie al software fornito di serie, è possibile cambiare la sensibilità on-the-fly (più avanti ne spiegheremo il significato) e che il sensore non si spegne mai (il che permette al mouse di essere sempre pronto ad ogni vostro spostamento fulmineo), fanno del Diamondback Plasma Limited Edition uno dei mouse più performanti sul mercato.
L’ExactMat è un mouse pad completamente in alluminio anodizzato dalle dimensioni generose (265 x 330 mm x 2.5 mm), a doppia faccia (una che favorisce il controllo, l’altra la velocità negli spostamenti), e può essere abbinato all ExactRest, un supporto per il polso fatto di uno speciale gel che aiuta il braccio a non stancarsi nelle sessioni di gaming più dure.

Come si presenta?

Il package di questi prodotti è ottimo, ben studiato, con il mouse che fa bella mostra di se al centro della scatola dentro un involucro di plastica e cartone dove sono stampati tutti i premi che il Diamondback ha ricevuto. Il pad è ben protetto da due fogli di materiale anti-urto, il tutto avvolto da una scatola con il logo Razer che troneggia sul suo esterno.
La sorpresa più piacevole arriva una volta aperta la scatola del Mouse: oltre al CD con il software proprietario Razer, vi è infatti in regalo una borsetta in neoprene, piacevole “plus” per i gamers che frequentano le LAN, i quali potranno così portare con loro il Diamondback senza il rischio di rovinarlo; soluzione che purtroppo la Razer non ha scelto per il lancio del Copperhead, dove la borsa non è presente.

Installazione...

Ma veniamo ora al mouse: una volta estratto dalla confezione salta subito all’occhio per la sua forma piatta ed affusolata, con i suo tasti lunghi e molto lisci. I tasti in totale sono 7, e tutti programmabili. Razer in questo caso segue una linea stilistica che va nella direzione opposta dei concorrenti, Logitech in testa, che prediligono forme più corte e bombate.
L’installazione è semplice e veloce: una volta inserito il CD ci verrà chiesto di inserire il mouse in una porta USB, e con pochi click ed un veloce reboot il gioco sarà fatto.
Una volta riavviato il sistema, cliccando sull’icona razer ci troviamo di fronte al programma di controllo, molto ad effetto ma comunque semplicissimo da usare.
Il software ci permette di cambiare la sensibilità da un valore che va da 1 a 10, aumentare o diminuire la velocità del doppio click, quella dello scroll, impostare se il mouse sarà usato da un destro o da un mancino ed infine programmare i sette tasti, abilitando anche la funzione on-the-fly di cui si parlava sopra.
Questa utilissima funzione permette, in tempo reale ed in-game, di cambiare la sensibilità del Diamondback senza dover tornare in Windows ed aprire il programma di controllo, il che costringerebbe il gamer a chiudere la sessione di gioco. Questa novità permette quindi di poter sistemare una delle caratteristiche più importanti delle periferiche da gaming (la sensibilità, appunto) a proprio piacimento e di partita in partita, in base al gioco che si sta usando, all’arma che si sta impugnando o alle esigenze più disparate.

Il cambio di sensibilità verrà visualizzato tramite una barra che si posizionerà al lato destro dello schermo, e muovendo la rotella del mouse sarà possibile alzarla o diminuirla, il tutto senza intralciare la sessione di gioco.
Il mouse possiede una filo abbastanza lungo, e può essere connesso anche alle porte USB posteriori, si consiglia però di distendere il cavo per bene, perché il suo strusciare davanti al mouse (soprattutto a sensibilità elevate) ne potrebbe influenzare i movimenti.

I Nostri test...

Passando alla pratica, il Diamondback non è sicuramente un mouse da usare durante normali sessioni si lavoro su Office e Windows: anche a sensibilità bassa la sua elevata risposta ai comandi lo rende a volte piuttosto difficile da controllare, e può accadere che anche un doppio click richieda qualche tentativo.
Discorso ben diverso nei giochi, soprattutto negli FPS ed in accoppiata con il suo ExactMat.
I primi minuti di gioco con Call Of Duty 2 e Quake 4 risultano un poco spiazzanti, date le caratteristiche uniche del prodotto, ma dopo una ventina di minuti si prende sicurezza, e viene subito da chiedersi come sia stato possibile fino ad ora giocare con un normale mouse.
Il Razer risponde fulmineo a tutti i comandi che gli sono impartiti, ed anche gli spostamenti o le giravolte più veloci sono eseguite in maniera perfetta e pronta.
La precisione nella mira è sorprendente, il mirino si posiziona con un controllo eccellente e con un tempo di risposta infinitesimale.
Il mouse scivola con i sui piedi in teflon sopra il suo fido compagno ExactMat quasi come se fluttuasse, e la forza necessaria per spostarlo sulla superficie in alluminio è davvero minima, e questo già nel lato “Control” del tappeto. Il lato “Speed” richiede un po’ più di pratica, in quanto le caratteristiche di velocità e scivolamento sono qui ancor più amplificate.
Caricando invece World of Warcraft o Age Of Empire 3 ci accorgiamo come la situazione sia qui leggermente diversa: in applicazioni ludiche dove la velocità e la sensibilità del mouse non sono fondamentali, il Diamondback ha ben poche ragioni di essere utilizzato. Sebbene sia comunque più leggero e confortevole di un mouse standard, in questo tipo di giochi una periferica normale è comunque più che sufficiente.

Razer Diamondback Plasma Limited Edition In definitiva il Diamondback è un acquisto decisamente consigliato ai fan degli FPS, ma può essere un ghiotto acquisto o anche un regalo di Natale per tutti gli amanti del gaming in generale, anche grazie all’ottimo prezzo a cui è proposto. Pollice su per Razer, che anche in questo caso si conferma tra le aziende leader delle periferiche da gaming, e che grazie alla sua esperienza si può fregiare del titolo di fornitore ufficiale per i World Cyber Games. A buon intenditor...