Asus ROG Phone 3 Recensione: è sempre lui il miglior smartphone da gaming

ROG ha rinnovato il suo smartphone da gaming puntando ancora una volta su potenza e autonomia, oltre che su un sistema di controllo ancora più versatile.

Asus ROG Phone 3 Recensione: è sempre lui il miglior smartphone da gaming
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Il nuovo ROG Phone 3 di Asus è, senza mezzi termini, lo smartphone Android più potente che possiate acquistare oggi. Non c'è neppure bisogno di andare a spulciare i benchmark per rendersi conto del divario prestazionale che lo separa non solo dal suo predecessore, ma anche da qualsiasi altro terminale di fascia alta, che sia espressamente dedicato al Gaming oppure no.
Del resto sotto la scocca scalpita l'ultimo nato in casa Qualcomm, lo Snapdragon 865 Plus: un processore letteralmente inarrestabile, il cui "ardore" viene magistralmente tenuto a bada dal nuovo sistema di raffreddamento a camera di vapore, che garantisce prestazioni assolute senza cali né interruzioni.
Resta vero, in linea con le doti del vecchio modello, che pure il ROG Phone 3 ha dimensioni generose e un peso avvertibile (la contropartita è una batteria inesauribile), ma non c'è da stupirsi: esattamente come l'anno scorso, il terminale è esplicitamente dedicato a chi non vuole compromessi nelle prestazioni. Se è vero che la fotocamera non è una priorità del terminale, del resto, schermo, comparto audio, responsività, esperienza utente e sistemi di controllo distinguono il ROG Phone 3 come uno smartphone semplicemente unico. Andiamo con ordine e vediamo cos'ha da offrire questo brillante gaming phone.

Potenza da vendere

ROG Phone 3 si presenta in un packaging appariscente, un prisma nero sui cui campeggia il logo ormai familiare a tutti i giocatori: Republic of Gamers. Dalla scatola esce il telefono, imponente, assieme ad una custodia protettiva, al caricabatterie e alla ventola di raffreddamento AeroCool.
La terza iterazione del ROG Phone ha linee non troppo aggressive, e seppure sia difficile sostenere che si tratti di un design "neutro" (per via del logo al centro della scocca e della fascetta metallica che fa parte del sistema di raffreddamento), notiamo con estremo piacere che ROG ha scelto di puntare su un form factor digeribile anche per chi non vuole mettersi troppo in mostra.
Lo schermo da 6,59'' sta al centro di un robusto blocco di 171x78x9.8 millimetri, del peso di 240 grammi. Che sia il telefono hi-end più pesante in circolazione si nota subito, e si tratta di un dettaglio non secondario per molti acquirenti. D'altro canto la prova con il vecchio dispositivo aveva già dimostrato che peso e dimensioni (sostanzialmente identiche in questa terza iterazione del ROG Phone) non rendono spiacevole l'esperienza utente.

La prima accensione mette in risalto quello che è senza mezzi termini uno degli elementi più preziosi del terminale: lo schermo. Si tratta di un AMOLED impressionante, non solo per nitidezza e risoluzione, ma anche per il supporto all'HDR e al refresh rate di 144Hz.
Trovarsi di fronte a questa meraviglia è sempre e comunque un piacere, anche quando non si gioca: anzi, proprio grazie all'HDR e all'assenza di notch, non esitiamo a dire che il ROG Phone 3 sia uno dei migliori smartphone per la fruizione di contenuti multimediali.
Il supporto per i 144Hz (che ha un peso concreto sulla durata della batteria, ma può essere disattivato con estrema facilità quando non se ne sente il bisogno) agisce in sinergia con la tecnologia a bassa latenza per garantire, ancora una volta, un'esperienza utente davvero unica nel panorama Android. Basta scorrere tra le schermate per percepire una fluidità incredibile, e una responsività che non è affatto comune nell'ecosistema di Google.

Viene da chiedersi se le caratteristiche dello schermo possano essere messe alla frusta anche in ambito gaming, e la risposta, al momento, è positiva solo parzialmente.

La risposta al touch e la bassa latenza veicolano una sensazione di controllo totale anche quando si gioca utilizzando i controlli sullo schermo, tanto che in qualche caso abbiamo preferito i comandi touch all'utilizzo di un pad connesso con Bluetooth (evenienza più unica che rara). La luminosità di 650 nit è estremamente utile per permette di giocare in qualsiasi contesto, anche all'aperto e in condizioni di forte illuminazione, dove questo valore raggiunge tranquillamente i 1000 nit.

I giochi che supportano i 144hz, invece, si contano sulle dita di una mano. Possiamo citare Trials Frontier e Dead Trigger 2, che al di là dei loro meriti ludici sono un vero spettacolo per gli occhi, letteralmente magnetici quando si giocano su ROG Phone 3. Molto più lunga è la lista dei prodotti che invece supportano i 120Hz, ma questo valore è ormai diventato lo standard per i telefoni da gaming e in generale per i top di gamma di quest'anno. Per quanto riguarda il refresh rate, insomma, lo scarto qualitativo del device di ROG è ancora difficile da sfruttare appieno; e lo stesso si potrebbe dire del guizzo ulteriore di potenza garantito proprio dallo Snapdragon 865 Plus: si fatica a trovare giochi mobile che mettano in crisi hardware con processori meno performanti, tanto che non biasimiamo i giocatori che vogliono interessarsi alla Strix Edition del ROG Phone 3, che "strappa" il plus dalla sua CPU (monta uno Snapdragon 865 a 2.4 GHz, il nuovo modello arriva a 3.1 GHz) ma rivede il prezzo al ribasso di ben 200€.
C'è da dire che la combinazione fra processore e sistema di raffreddamento a camera di vapore garantisce un apporto di potenza ininterrotto per finestre di tempo molto estese.

Anche senza dover necessariamente ricorrere ad AeroCool, la piccola ventola esterna disponibile comunque in dotazione, ci siamo adoperati in sessioni di gioco lunghe diverse ore senza notare mai un tentennamento, un calo prestazionale, un'incertezza nel framerate.

Fotocamera da medio gammaROG Phone 2 integrava un sensore fotografico in linea con quelli presenti in altri device della sua fascia di prezzo, con il ROG Phone 3 è stato invece scelto l'IMX686. Si tratta di un'opzione diffusa in molti smartphone di fascia media usciti quest'anno, dal costo decisamente inferiore rispetto al telefono di Asus. Gli scatti restano di buona qualità, anche per merito del discreto software proprietario, ma in alcune condizioni di luce la fotocamera del ROG Phone 3 resta evidentemente sotto stress e la pulizia delle immagini non è eccellente. Chiaramente non è questo il selling point su cui Asus ha deciso di puntare. Nelle prossime settimane torneremo a parlare del comparto fotografico del ROG Phone 3, che potrebbe migliorare con i nuovi aggiornamenti software.

Restando sempre in ambito gaming, ci sono altre due considerazioni da fare. La prima riguarda il sistema di controllo: abbiamo già speso diverse lodi per gli Air Trigger, i due pulsati virtuali collocati su uno dei lati del telefono, che possono essere programmati per svolgere il ruolo dei classici tasti dorsali del pad o spaziare tra una più cospicua serie di funzionalità. In certi contesti la loro presenza risulta estremamente utile, e in questa terza versione del ROG Phone si ha accesso ad una serie più ampia di gesture che vengono riconosciute dal device. Questo permette di giocare a videogiochi con un sistema di controllo particolarmente complesso anche senza avere a disposizione un pad, a tutto vantaggio della portabilità che gli smartphone dovrebbero sempre e comunque garantire.

In secondo luogo, confermiamo che il ROG Phone 3 è uno dei migliori dispositivi per l'utilizzo di Stadia; non a caso acquistando il telefono si avrà accesso a tre mesi gratuiti di Stadia Pro. Se è vero che la libreria della piattaforma cloud gaming di Google è tutt'altro che virtuosa, giocare a Destiny 2 o Metro Exodus sull'AMOLED di Asus è un'esperienza che supera per qualità e impatto visivo quella che si può ottenere su qualsiasi altro telefono.
Per altro l'esperienza di gioco (sia su Stadia che con i titoli del Play Store) viene resa estremamente più coinvolgente grazie alla gestione dell'audio, impressionante come per il predecessore. Il suono riprodotto dagli speaker frontali è limpido, pulito, ha un'ottima tridimensionalità e una chiarezza cristallina. Il sistema fatica un po' con i bassi (che restano un po' sporchi) e per questo non rappresenta forse la soluzione migliore per l'ascolto musicale, ma quando si tratta di gaming e video-on demand il ROG Phone ha pochi rivali.

Come fu per il ROG Phone 2, questa terza versione del device monta una batteria a litio da 6000 mAh, per garantire un'autonomia senza pari. Se la vostra necessità è quella di massimizzare la durata di un ciclo di carica, il consiglio è quello di agire sulle impostazioni per ridurre il refresh rate dello schermo, ma anche lasciando il valore di riferimento al massimo lo smartphone resisterà molto più a lungo di molti concorrenti.
Se non pianificate sessioni di gioco prolungate, potete tranquillamente uscire di casa dimenticando cavi, caricabatterie e powerbank, perché è praticamente impossibile consumare la batteria anche navigando intensamente sul web o facendo molte videochiamate.
La durata estesa ha anche un effetto non immediatamente percepibile: riducendo il numero di cicli di carica a cui il telefono viene sottoposto si allunga la vita della batteria, e la prova sul ROG Phone 2 conferma che il terminale teme di meno il decadimento delle prestazioni di questo importante elemento.
Il consumo di batteria con luminosità al massimo, un gioco con un motore 3D di discreta complessità (che sia il soulslike Pascal's Wager all'intramontabile Asphalt 9), refresh a 144Hz e audio al massimo, d'altro canto, è molto più avvertibile, tanto che dopo 5 ore di gioco c'è bisogno di connettersi alla rete elettrica. Lo slot USB-C aggiuntivo proprio al lato del telefono permette di continuare a giocare serenamente tenendolo in posizione orizzontale.

ASUS ROG Phone 3 La filosofia con cui ROG Phone 3 è stato pensato e costruito è lampante: Asus ha deciso di immettere sul mercato un terminale senza compromessi tecnici, dedicato a chi cerca l'eccellenza. Ci troviamo di fronte ad uno dei pochissimi device con schermo AMOLED a 144Hz, ad uno smartphone con una batteria inesauribile, al terminale con la miglior dotazione tecnica in fatto di processore e velocità delle memorie. Tutto questo ha, ovviamente, conseguenze percepibili in termini di peso, ma anche di costi. Del resto Qualcomm si fa pagare cara i suoi processori, e il prezzo di mercato sale fino a lambire la soglia psicologica dei 1000€ (per il modello con 12GB di Ram). Un prezzo sicuramente appropriato alla componentistica, alle prestazioni, all'intelligenza ingegneristica con cui ROG Phone 3 è assemblato, ma non proprio alla portata di tutti. Consigliamo quindi di prendere in considerazione anche la versione Strix, che accetta qualche compromesso sul fronte del processore, ma per fortuna non scalfisce l'esperienza utente, legata soprattutto alla vita della batteria, alla responsività dello schermo, alla qualità degli speaker e ai sistemi di controllo aggiuntivi. È anche vero che il guizzo prestazionale rispetto al secondo ROG Phone è più moderato rispetto a quello che ci fu tra il primo, storico modello e il suo successore. Il ROG Phone 3 è insomma una versione potenziata e perfezionata del suo diretto precursore, l'approdo di un percorso produttivo e creativo che punta a dar valore al gioco su dispositivi mobile. Anche in questo caso, forse, Asus rischia di precorrere i tempi: pochi sono i titoli che sfruttano tutte le meraviglie visive del display, pochi quelli che hanno engine tridimensionali capaci di spremere il processore. Eppure c'è bisogno di prodotti così, se vogliamo credere nel gaming su smartphone: ora che pure Google ha il suo sistema in abbonamento, ora che i servizi di cloud gaming come Stadia e xCloud cominciano a colonizzare i piccoli schermi, un'azienda che osi sul fronte tecnico è quantomai importante per creare, se non altro, un ecosistema accogliente e all'avanguardia.

8.8