RTX 4060 Ti Recensione: la rivincita della fascia media?

NVIDIA mette sul piatto il DLSS3 al di sotto dei 500 euro ma il prezzo da pagare si chiama memoria: basterà la tecnologia per tenere il passo?

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Quando NVIDIA ha presentato al mondo la RTX 4060 Ti e tutto il resto della famiglia RTX 4060, ormai il quadro era praticamente già stato delineato dalla lunga serie di indiscrezioni che si sono rincorse da inizio primavera in poi.
Era già chiaro, quindi, che ci sarebbero state alcune riserve da sciogliere sulla questione memoria, sia sulle performance che sulla quantità della stessa, mentre il pricing scelto dall'azienda, per certi versi davvero sorprendente, si è rivelato in linea con la generazione precedente.
Il team verde ha promesso un balzo di circa il 15% gen over gen, ma il discorso di lancio pone le cose molto più in prospettiva.
Ci abbiamo riflettuto a lungo prima di dare un'opinione e riteniamo che la verità stia nel mezzo: ecco la nostra recensione completa della RTX 4060 Ti.

Ada Lovelace, ma sotto i 500 euro

A seconda di come la si guardi, già l'unboxing potrebbe riservare qualche sorpresa. Tanto per cominciare, il trattamento riservato a questa Founders Edition è in tutto e per tutto di tipo premium, con un'esperienza di spacchettamento pari a quella delle sorelle maggiori.

La scocca è pressoché identica a quella della RTX 4070 (per riferimento, potete consultare la nostra recensione della RTX 4070 FE) per linee e dimensioni, ma non nei colori, con la RTX 4060 Ti che si discosta per via di un metallo chiaro e non più a canna di fucile, opaco sui bordi e lucidato a specchio nelle sue intersezioni sul fronte e sul retro.
Anche qui abbiamo due ventole ribaltate con tecnologia flow-through, di pari diametro rispetto a quelle utilizzate per la scheda video presentata ad aprile 2023.
Passando a ciò che si nasconde sotto le linee di questa Founders Edition, si è già detto tutto e il contrario di tutto, ma c'è ancora molto da scoprire e di cui parlare.
Il chip scelto da NVIDIA per questa titanium è l'AD106, costruito con architettura Ada Lovelace su nodo TSMC 4N a 5 nanometri.
Le specifiche parlano di 4.352 Core CUDA con frequenze fino a 2.54 GHz, mentre le note dolenti - o che perlomeno fanno un po' storcere il naso - sono proprio gli 8GB di memoria video di tipo GDDR6 su bus a 128-bit e le 8 linee PCIe Gen4 a disposizione, l'equivalente di 16 su Gen3.

Quest'ultimo aspetto non dovrebbe avere particolare peso nel gioco e si è già visto in più di un'occasione come la differenza tra 8 e 16 linee PCIe Gen4 sia più marginale del previsto.
Nel corso della presentazione della scheda, NVIDIA ha preferito rimarcare (più che soffermarsi su questo aspetto) un concetto passato in secondo piano per le schede che l'hanno preceduta: una delle più marcate novità di Ada Lovelace sulla scheda tecnica, infatti, riguarda l'aumento esponenziale del quantitativo di memoria cache L2 che, per la RTX 4060 Ti in particolare, passa a ben 32 MB contro gli appena 4 della RTX 3060 Ti.
Siamo di fronte a un incremento importante, al pari se non superiore rispetto alla Infinity Cache di AMD, che invece ha caratteristiche più vicine a una cache di tipo L3.

Aumentare la memoria più vicina di queste dimensioni dovrebbe portare il chip ad accedere molto più spesso a questa che non alla memoria video, per definizione molto più lenta, aumentando di gran lunga la velocità generale del memory subsystem che, infatti, NVIDIA quantifica in 554 GB/s "effettivi" invece dei 288 GB/s della sola VRAM.

Escludendo i dati teorici e guardando solo a quest'ultima, però, il downgrade rispetto alla RTX 3060 Ti è tangibile, poiché nella scorsa generazione avevamo a disposizione una banda di 448 GB/s senza chiamare in causa la Cache (che può essere più o meno efficace a seconda del titolo e della sua struttura, ma sarà la prova sul campo a decidere se una memoria video in grado di viaggiare al doppio può fare la differenza più o meno spesso).

È chiaro che la strategia di NVIDIA sia quella di legare a doppio filo le sue schede alle potenti tecnologie proprietarie, ma il problema si pone nel momento in cui viene a mancare il supporto: l'approccio del team verde è sicuramente efficace e l'apprezzamento del pubblico evidente, dal momento che ormai è la stessa community a "sporcarsi le mani" anche per i titoli più recenti e non supportati, e sì, ci riferiamo alla mod DLSS3 su Star Wars Jedi: Survivors.

Ancora più interessante, se possibile, è il discorso legato al nuovo algoritmo di compressione delle texture basato sull'IA, che promette di migliorare esponenzialmente la qualità dell'output a parità di peso in megabyte: una tecnologia di questo tipo renderebbe inutile praticamente qualunque discorso sulle prestazioni della memoria video, dal momento che si avrebbe la possibilità di produrre a schermo risultati migliori con un dispendio di risorse inalterato.
Ciò detto, è il momento dei "ma".
Questo nuovo algoritmo è affascinante, ma non è ancora chiaro come, su quali schede e soprattutto quando tutto ciò verrà reso disponibile. Quand'anche divenisse disponibile già domani, bisognerà valutare la sua ricezione da parte dell'industria e la velocità di adozione: il DLSS è arrivato a quota 300 giochi, cifre enormi e soprattutto preziose se si considera la quantità di titoli moderni presenti, ma la sola libreria di Steam coi dati del 2021 contava 44.000 titoli, due zeri in più che rendono il senso della misura e ci riportano coi piedi per terra.

Sempre parlando di numeri, il DLSS3 viene visto come la chiave per il futuro, ma gli oltre 30 giochi attualmente compatibili sono ancora dannatamente pochi, per quanto veloce sia stata la sua adozione.
Nel valutare una scheda che guarda al budget con un cartellino inferiore ai 500 euro, non possiamo non tenere conto del portafoglio dell'utente "tipo" interessato a questo genere di soluzioni.

A noi interessa certamente il presente, così come non possiamo non tenere conto del punto di partenza, quindi il passato di questi giocatori, ma anche del futuro, perché un utente attento al budget non avrà intenzione di effettuare ulteriori upgrade fra due anni.

La nuova fascia media... è differente

La RTX 4060 Ti Founders Edition da 8GB a nostra disposizione è stata messa alla prova nella solita configurazione su piattaforma X670E con Ryzen 7 7700X e 32 GB di memoria DDR5-5200. Tutti i titoli sono stati eseguiti a partire da unità NVMe PCIe Gen4.
Nei benchmark sintetici viene sostanzialmente confermato il suo potenziale "dichiarato" e anche qualcosa in più, poiché il vantaggio in Ray Tracing rispetto alla RTX 3060 Ti è sostanziale.

PORT ROYAL

TIME SPY EXTREME

Diverso il discorso in raster, dove Time Spy Extreme parla di appena un 5% di differenza.
Per ovvie ragioni, il discorso sul campo sarà diverso e saranno i punteggi nei titoli di prova a darci una reale risposta in tal senso, ma diciamo che questo distacco era quasi preventivato già dai grafici di NVIDIA, che mostravano le differenze tra le due con tecnologie attive e il 15% medio veniva ottenuto nelle situazioni in cui entrambe le schede usavano il DLSS 2.

Non sono mancate le sorprese, perciò è bene analizzare la situazione titolo per titolo, partendo proprio dal gioco che più di tutti, ormai, rappresenta un vero e proprio benchmark sull'attuale generazione videoludica.
Su Cyberpunk 2077, con preset Ultra e Ray Tracing al massimo, la RTX 4060 Ti riesce a piazzarsi tra la RTX 3070 e la RTX 3070 Ti, sia a risoluzione nativa che con DLSS 2 attivo. Questo discorso si applica al gioco anche in 4K, che era semplicemente proibitivo già per Ampere.

Tuttavia, la produzione di CD Projekt Red integra il DLSS3 con Frame Generation, cambiando radicalmente le carte in tavola e raddoppiandone le performance sulla RTX 3060 Ti; se vogliamo, raggiungendo le performance native della RTX 4090 e il ché non è affatto male.
Ricordiamo, però, che il 4K è presente solo per riferimento e non è assolutamente una risoluzione target di questa scheda (banalmente, non compriamo uno smartphone da 500 euro aspettandoci le stesse fotografie di uno da 1000).

Molto interessante il comportamento di RT Core e Tensor Core, che riescono a produrre prestazioni marcatamente superiori rispetto ad Ampere a parità di fascia, nei titoli che consentono di utilizzarli a dovere.

Questo è particolarmente vero su giochi come Horizon Zero Dawn e Marvel's Guardians of the Galaxy, in cui a risoluzione nativa si pareggiano le performance della RTX 3070 mentre con l'IA di mezzo si riesce a passare in vantaggio e guardando alla RTX 3070 Ti.
La scheda non digerisce benissimo il binomio 4K - Ray Tracing ma è un prodotto pensato per eccellere a 1080p e lo fa molto bene togliendosi parecchi sfizi anche in QuadHD, quindi è giusto valutarla per quello che offre nel segmento di competenza.
Su Far Cry 6, che a onor del vero è un gioco ottimizzato per AMD, emergono diverse criticità legate alla memoria a disposizione e alla sua velocità. Usando le texture ad alta risoluzione e il Ray Tracing, infatti, pur non saturando gli 8GB vengono prodotte performance sottotono (ma non insufficienti!) anche in FullHD, con numeri più vicini alla RTX 3060 che alla RTX 3060 Ti (che invece può contare su una maggiore larghezza di banda): un'eccezione più che una regola, ma segno che forse già solo un bus più largo l'avrebbe resa inattaccabile.

Insomma, siamo di fronte a una scheda dal futuro di difficile lettura. Le promesse di NVIDIA sono esaltanti e le tecnologie proprietarie apprezzate dal pubblico e dagli addetti ai lavori, ma l'industria continuerà a tenere il passo garantendone il supporto con continuità nei prossimi anni?

Questo, purtroppo, non è un fattore controllabile al 100% dall'azienda.
Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, c'è anche da dire che a oggi al day one sono davvero pochissimi i titoli di spessore senza il DLSS in qualche sua forma e, dei restanti, alcuni lo aggiungono in corso d'opera mentre altri lo ricevono per altre vie.
Proprio il DLSS, poi, sarà in grado di traghettarci anche verso risoluzioni più elevate o allungandone la prova del tempo, considerato che ormai solo in pochi irriducibili preferirebbero giocare senza utilizzarlo, laddove disponibile.
Per accettare il compromesso sulle memorie di buon grado, forse si sarebbe potuto fare un ulteriore sforzo sul naming togliendo la particella Ti, anche se la scelta di mantenere invariato il prezzo nonostante l'inflazione rappresenti già un segno di enorme apertura: a dirla tutta, mettendo da parte il nome, questo prezzo non è per niente male per una scheda che si colloca tra la RTX 3070 e la RTX 3070 Ti con DLSS3 e consumi letteralmente risibili.

Proprio l'efficienza rappresenta un'altra enorme arma a disposizione della RTX 4060 Ti, ormai vero e proprio baluardo di Ada Lovelace. Nonostante si punti su un formato piuttosto compatto, non siamo mai riusciti a leggere "60" sul monitor, fermandoci al massimo a 59,2 °C. Lato consumi, ci siamo bloccati addirittura al di sotto delle cifre dichiarate: NVIDIA scrive nero su bianco 140W, ma ci siamo fermati a 137, per una scheda in grado di produrre fino a 120 FPS su Cyberpunk con Ray Tracing e DLSS3.

A chi è rivolta questa scheda?

Chi dovrebbe acquistare la RTX 4060 Ti? Senza giri di parole, non riteniamo di poterla consigliare per un cambio dalla scorsa generazione. Nonostante si tratti di un chip assolutamente valido, con un'efficienza termica ed energetica semplicemente mostruose, qualcosa è cambiato rispetto al resto delle Serie 40: la RTX 4070 assumeva ben altro sapore, consentendo di acciuffare la RTX 3080 in prestazioni pure, con più memoria e con la possibilità di accendere il DLSS3.
Qui invece non c'è stato un salto concreto verso l'alto, ma più uno "shift", un passo laterale con lati buoni e altri meno buoni.

Apprezziamo che la stessa NVIDIA ci abbia dato la giusta risposta a questa domanda: non è un caso che nelle chart ufficiali si parlasse genericamente della "classe 60", poiché la RTX 4060 Ti è una scheda che vuole provare a convincere non tanto chi è già relativamente aggiornato, bensì il "podio di Steam", guardando quindi alle varie GTX 1660 Ti, 1660 Super, RTX 2060 e 2060 Super. E andrà ancora meglio per chi deciderà di attendere che lo street price scenda intorno ai 400 euro o meno, ma, per questa tipologia di utenti, già al prezzo di listino potrebbe trattarsi di un upgrade adeguato.

NVIDIA GeForce RTX 4060 Ti La RTX 4060 Ti è la prima scheda video con architettura "Ada Lovelace" a scendere al di sotto della soglia psicologica dei 500 euro, lasciando oltretutto invariato il MSRP rispetto alla pari fascia della scorsa generazione (niente male in periodo di crisi). Come per il resto delle RTX Serie 40, anche qui c'è pieno supporto al DLSS3 e ai codec AV1, oltre a un'efficienza termica ed energetica che continuano a stupire scheda dopo scheda. NVIDIA ha scelto di equipaggiarla con 8GB di memoria video GDDR6 su bus a 128-bit: nella stragrande maggioranza dei casi non percepirete grosse limitazioni, ma potrebbe (sporadicamente) cedere il fianco nei titoli più esigenti in termini di texture, possibilmente con Ray Tracing attivo. La sua longevità in FullHD verrà difficilmente messa in discussione, complice anche la sempre maggiore diffusione del DLSS, con cui si potrà guardare anche a risoluzioni più elevate.