Ryzen 9 7950X e Ryzen 7 7700X Recensione: a un passo dal futuro

AMD ha sfornato un'architettura potente ed efficiente, ma reggerà la prova del tempo? Ecco le nostre impressioni.

Ryzen 9 7950X e Ryzen 7 7700X Recensione: a un passo dal futuro
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L'annuncio dei Ryzen 7000 verrà ricordato come un passo fondamentale nella storia dei processori AMD: oltre a un'architettura nuova di zecca, il produttore americano ha lavorato su una lunghissima serie di novità e ottimizzazioni. Tutto questo per ribadire con ferma convinzione come quella intrapresa da Intel non sia necessariamente la strada maestra da seguire a ogni costo ma che, in fondo, anche l'architettura monolitica ha ancora qualche freccia da scoccare.
Nella nostra recensione del Ryzen 9 5900X parlavamo della chiusura di un cerchio, per un processo iniziato nel 2017 e proseguito con cadenza regolare fino a Zen3. A quel punto, il team rosso si è reso conto che era giunto il momento di una lunga pausa: saltata volontariamente la serie 6000 su desktop, AMD ha lavorato duramente e in religioso silenzio su questa nuova generazione. Ecco, senza troppi indugi, cosa è emerso nel corso della nostra prova del Ryzen 9 7950X e del fratello minore Ryzen 7 7700X.

Zen4: una valanga di novità

Inutile girarci intorno. Se n'è parlato tanto, troppo e alla fine il momento è arrivato. Il 2022 sarà ricordato anche come l'anno in cui il socket AM4 ha imboccato il suo viale del tramonto dopo più di un lustro di onorato servizio.

L'impatto visivo è importante e a tratti straniante: i Ryzen 7000 inaugurano l'era AM5, con cui AMD passa ufficialmente all'interfaccia LGA e dice addio ai pin sul fondo del processore.
Sul versante della scheda madre troviamo un meccanismo di serraggio del tutto simile a quanto visto già con Intel nel corso degli anni. Il chip, invece, resta perfettamente quadrato (40 x 40 mm), ma ora è anche liscio alla base e presenta un heatspreader dalla forma a dir poco caratteristica, con due rientranze per lato per ospitare i condensatori - tradizionalmente posti al centro sul fondo nelle CPU Intel - e consentire di occupare l'intera superficie inferiore con le connessioni per i pin del socket, che passano da 1331 a 1718, con il doppio vantaggio di ridurre drasticamente il rischio di incidenti domestici.

Lasciando da parte gli aspetti macroscopici, i Ryzen 7000 sono caratterizzati da una nuova architettura costruita attorno a un nodo avanzato a 5 nanometri prodotto da TSMC. Al suo fianco, un die I/O da 6 nanometri che racchiude al suo interno una GPU integrata.

Si tratta di un unicum nella storia dei Ryzen, tradizionalmente esentati dal portare il fardello di un adattatore grafico "di servizio", oltretutto con supporto completo al decoding AV1, HEVC e H.264, oltre alla presenza di output fino a 4K/60 su HDMI, Display Port e USB-C con DP. Nel corso della presentazione, AMD non si è soffermata più di tanto su questo aspetto, che in molti troveranno importante in termini di versatilità ma che non concede troppo spazio per utilizzi superiori al semplice uso ufficio.
In generale, con frequenze superiori ai 5.0 GHz su tutta la gamma, AMD parla di un miglioramento gen-over-gen in termini di IPC del +13%, pur promettendo un'efficienza energetica impressionante grazie al processo produttivo utilizzato, e un miglioramento del 40% in termini di prestazioni per watt.
Sempre in quest'ottica, AMD ha deciso di puntare sulle istruzioni AVX-512 per accelerare gli applicativi in Deep Learning, nonostante dall'altra parte di Santa Clara siano state eliminate dall'equazione.
Gli scaglioni di TDP sono tre, ovvero 65W, 105W e 170W. È importante tenere in considerazione tutti e tre questi valori poiché, sebbene il 7950X sia l'unico a salire fino a 170W assieme al 7900X, la modalità EcoMode consente di spostare il TDP sugli altri scaglioni senza necessariamente rinunciare alle prestazioni.

Aumenta anche la cache, che nel 7950X arriva a 80 MB, ripartita tra 16 MB L2 e 64 L3. Riguardo agli standard che orbiteranno attorno alla piattaforma, si passa dalle linee PCIe Gen5 al supporto alle RAM DDR5, nativo fino a 5200 MHz e in overclock fino a 6400 MHz tramite tecnologia EXPO, la cui certificazione completamente gratuita garantisce l'aderenza a rigide linee guida in termini di trasparenza sui test interni e sui timing promessi.

Ryzen 9 7950X, un mostro "gentile"

La piattaforma di test fornita da AMD prevedeva una scheda madre con chipset X670E. Nel nostro caso, abbiamo condotto le nostre prove su una X670E Taichi, modello Enthusiast della gamma ASRock che riprende le classiche linee della serie pur sposando soluzioni estetiche leggermente diverse per il chipset e la copertura della zona I/O.

Al suo fianco, un kit da 32 GB (2x16 GB) di RAM DDR5-6000 G.Skill Trident Z5 Neo perfettamente compatibile con EXPO.
Il top di gamma della nuova generazione offre 16 Core e 32 Thread con frequenze operative da 4.5 GHz (Base) a 5.7 GHz (Boost). Il TDP di questo processore è di 170W con un PPT di 230W. L'unico prodotto che rispecchia lo stesso protocollo energetico è il 7900X.
L'abbiamo messo alla prova con una AMD Radeon RX 6900XT e utilizzeremo come principale riferimento il suo diretto predecessore, vale a dire il Ryzen 9 5950X.
L'operatività è garantita entro i 95 °C e AMD suggerisce l'utilizzo di AIO con radiatori da almeno 240 mm. Purtroppo, con questo taglio abbiamo registrato un sensibile thermal trotthling, poi scongiurato del tutto salendo di dimensione.
Come già accennato in precedenza, è importante tenere a mente i vari TDP poiché è possibile puntare a schemi più conservativi in termini di consumi, spostando anche questo Ryzen 9 verso i 105W (142W PPT) e i 65W (88W PPT).

Abbiamo scaldato il motore con un test Cinebench R23 che ha mostrato l'assurdità di questa CPU, in grado di sfiorare i 40,000 punti in Multi Core senza overclock di sorta e 2,000 in Single Core.
Questi risultati si possono ottenere agevolmente con una buona dissipazione, con valori operativi che rispecchiano alla perfezione i parametri forniti da AMD, pertanto perfettamente intorno ai 95 °C e con una richiesta di energia di poco al di sotto dei 230W.

Se questi numeri possono sembrare assurdi, aspettate di vedere cosa succede in EcoMode: a 105W, il 7950X è in grado di sfondare i 35,000 punti e a 65W si parla comunque di 30,000, con consumi perfettamente inchiodati entro le specifiche appena menzionate, quindi a circa 240W e 90W, e temperature di molto inferiori, quindi pari a 75 °C e 65 °C.

In poche parole, se da una parte si punta ai vertici in termini di prestazioni, è altrettanto vero che si è lavorato molto sul fronte dell'efficienza.
Fa riflettere, invece, il fatto che i consumi sulla parte bassa siano identici in tutti gli scenari; pertanto, non esiste un reale guadagno in idle (25W) oppure in streaming e web browsing (dove i 50W sono abbastanza costanti) con la EcoMode attiva. Sono tanti gli scenari in cui questa funzionalità incredibile potrà tornare utile, ma certamente non è pensata per ridurre i consumi basali.
Il distacco rispetto alla concorrenza domestica ed esterna è tutt'altro che marginale e gli altri test sintetici non fanno che rimarcarlo.
Il cambio di passo rispetto al passato è importante, ma questi numeri hanno un prezzo, solo in parte giustificabile con l'aggiunta della modalità più conservativa.
Passando al gaming, come di consueto è il FullHD che mostra il grosso delle differenze, con un miglioramento evidente fino al 17% rispetto a Zen3. Un salto notevole, foriero di grandi novità su tutta la linea. La potenza bruta è ancora il main focus di AMD e in questo il 7950X ne esce assolutamente vincitore, ma forse gli manca qualcosa per imporsi del tutto, nonostante la supremazia pressoché totale nel mercato di riferimento.

Queste perplessità sono dovute in parte alle aspettative derivanti dall'aver saltato i Ryzen 6000 su desktop, ma anche al prezzo a cui questo processore verrà proposto (699 dollari) senza offrire una reale alternativa alle funzionalità avanzate dell'architettura ibrida di Intel.

Ryzen 7 7700X

Appena al di sopra della fascia media giace il 7700X, proposto a poco meno di 400 dollari (probabilmente 500 euro) con 8 Core, 16 Thread e 40 MB di Cache L2 + L3. Anche qui si parte da 4.5 GHz, mentre in modalità boost si punta a 5.4 GHz.
Sin dai primi test, questo processore mostra quel mordente che probabilmente mancava al fratello maggiore, dimostrandosi una CPU di assoluto valore e in linea con il prezzo a cui è proposto.
Nativamente offre una maggiore propensione verso l'efficienza senza necessità di dover attivare modalità alternative di utilizzo. Inoltre, mostra una media consumi generalmente più bassa a livello di utilizzo quotidiano, con una media di circa 60W.

Ryzen 9 7950X

Ryzen 7 7700X

Il guadagno rispetto al 5950X è presente, ma a margini decisamente più soffusi, e in generale si passa dallo 0 al 10% nel gaming. Meno indicata per chi punta davvero al massimo disponibile sulla piazza - attualmente rappresentato dal top di gamma della serie - ma si tratta della soluzione più bilanciata del lotto per chi cerca prestazioni elevate senza superare la soglia psicologica dei 500 euro.

AMD Ryzen Serie 7000 AMD è riuscita nel difficile compito di sfornare una nuova famiglia di CPU con un salto nell’IPC a doppia cifra per la terza generazione di fila. Sebbene meno marcato rispetto al passaggio da Zen2 a Zen3, anche con i Ryzen 7000 c’è stato un cambio di passo importante. Questa volta le differenze, però, sono anche cosmetiche e funzionali, con cambio di socket e interfaccia, l’adozione di un nuovo design per l’heatspreader che è già divenuto simbolo del nuovo corso di AMD. Il passaggio al socket AM5 avrà un costo non indifferente per gli affezionati al brand, in quanto preclude la possibilità di utilizzare schede madri e memorie già acquistate in precedenza. Ai nuovi chipset Serie 600 si affianca la necessità di acquistare RAM DDR5: una scelta non condivisa da Intel che per la sua prima generazione ibrida ha optato per una vera e propria fase di transizione, offrendo una parziale retrocompatibilità perlomeno in fatto di memorie. Quanto alle prestazioni, il Ryzen 9 7950X è un fuoriclasse assoluto: le prestazioni nel gaming e nei workflow più impegnativi sono da primato e pronte per la prova del tempo. Tuttavia, se è vero che lui vince sui competitor per distacco, c’è ancora qualcosa che non convince del tutto. Il prezzo punta con convinzione a un pubblico esigente, più basso in dollari rispetto al vecchio top di gamma, ma al contempo permane il gap creato artificialmente da Intel lo scorso anno in termini di multitasking avanzato. Il Ryzen 7 7700X è forse il prodotto più a fuoco dei due, con un prezzo in dollari inferiore rispetto al pari fascia di scorsa generazione (aspettando un eventuale 7800X), ma con prestazioni che riescono a spuntarla sul Ryzen 9 5950X. In entrambi i casi, la grande novità è rappresentata dalla funzione EcoMode per cambiare TDP e power limit del processore, bloccando, per esempio, il 7950X ad appena 88W di consumi (65W TDP) pur mantenendo prestazioni eccezionali. È forse questa la migliore chiave di lettura per questi nuovi processori che, oltre ad alzare a dismisura l’asticella delle prestazioni, non perdono d’occhio uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi tempi: l’efficienza energetica. Vale la pena passare alla nuova piattaforma? Se siete affezionati al brand, la risposta è assolutamente sì. Entrambi sono pensati per essere compatibili con gli standard più recenti e resteranno sicuramente attuali per diverse generazioni. Tuttavia, vale la pena ricordare che in questo periodo pregno di appuntamenti non è ancora arrivato il turno di Intel, che a breve dovrebbe presentare la sua seconda generazione ibrida. Una cosa è certa: sarà un testa a testa davvero interessante!