Il prodotto di riferimento di, Redmond nella sua più recente iterazione, è stato al centro delle nostre prove nelle ultime settimane, consentendoci di apprezzarne le novità e valutarne i compromessi.
L'approccio di quest'anno con i Surface Laptop 5 di Microsoft è stato a dir poco conservativo, confermando il design minimale delle quarta generazione e la medesima dotazione di porte, mentre sotto la scocca si passa dai potenti Ryzen custom con grafica integrata ai processori Intel di dodicesima generazione che ne cambiano diametralmente il target, rivolgendosi a un pubblico che cerca prestazioni solide e un multitasking avanzato, pur senza strafare.
Stesso design, diversa sostanza
Partiamo proprio dall'estetica, con una Microsoft che nel corso degli anni ci ha abituati fin troppo bene grazie a poche linee, nette e taglienti, che ne dipingono il contorno, alternate da angoli arrotondati quel tanto che basta.
Il logo anche stavolta è frutto di una diversa lavorazione dell'alluminio del guscio, perfettamente piatto e che nella versione nera si è rivelato una discreta calamita per le impronte; molto meno nella variante Platino, che dalla sua può contare anche sul pregiato e appagante rivestimento Alcantara, soffice al tatto ed elegante alla vista, che anno dopo anno non smette di stupire.

Neanche a dirlo, la qualità costruttiva è eccellente in ogni sua parte e i materiali sempre premium. Nella versione da 13,5 pollici sfoggia un display touch Pixelsense da 2.2560 x 1504 pixel con una densità di ben 201 PPI, la cui risoluzione custom suggerisce anche il formato 3:2, fortemente votato alla produttività.
Forse proprio per questo motivo sarebbe stato più sensato evitare un approccio touchscreen con superficie lucida Gorilla Glass 3 in favore di un più versatile pannello tradizionale con rivestimento antiriflesso e "anti ditate", a maggior ragione se si pensa che l'apertura massima del pannello è di 135°, che rende molto poco impattante l'implementazione dell'input tattile nell'utilizzo di tutti i giorni.
La classica tastiera a isola retroilluminata nasconde un processore configurabile direttamente sul sito ufficiale su piattaforma Intel Evo. Nel nostro caso, ci siamo potuti avvalere delle prestazioni di un i5-1235U basato su nodo Intel 7 a 10 nanometri, unità dignitosa per portare a termine tutte le operazioni del quotidiano e anche qualcosa in più, grazie a 2 Core ad alte prestazioni e ben 8 a elevata efficienza.
Al suo fianco la solita grafica integrata Intel Iris Xe, per un totale di 15W di PBP che promettono un buon bilanciamento tra performance e autonomia. Completano il quadro 8 GB di RAM DDR5 a 5200 MHz e un'unità a stato solido NVMe da 500 GB.
Sulla carta si tratta di un prodotto pensato per un target professionale, con necessità di tenere al sicuro le proprie informazioni personali grazie a tutti i più recenti livelli di sicurezza messi in campo da Microsoft con Windows 11 e da Intel con la sua linea Evo. A questo proposito, Windows Hello è qui integrato solo tramite accesso con volto mediante la webcam con sensore IR, veloce e preciso. Dieci sblocchi su dieci anche in condizioni di scarsa illuminazione, ma a stupire è probabilmente molto più la rapidità di risveglio all'apertura dello schermo con contestuale sblocco tramite viso: un processo non istantaneo ma rapido al punto giusto da sorprendere per una macchina basata su Windows.

A far storcere il naso ci pensa ancora una volta la dotazione di porte, con una scelta che definire esigua sarebbe riduttivo, soprattutto se si pensa al target di riferimento. Una USB-A 3.1, una USB-C e un ingresso per jack da 3,5 mm sulla sinistra e aggancio magnetico per la ricarica sulla destra sono tutto ciò che troverete a vostra disposizione in termini di espansione e collegamento cablato.
Performance ok, ma l'autonomia?
Passando alle prestazioni, il Surface Laptop 5 si è dimostrato un piacevole alleato in tutti gli scenari d'uso più comuni, dalla digitazione al web browsing, passando per la fruizione multimediale.
A questo proposito lo schermo con Dolby Vision IQ si è dimostrato molto ben tarato, con colori brillanti e una luminosità piuttosto elevata che ne garantisce una perfetta visione anche sotto luce diretta del Sole.
Anche l'audio è a dir poco sorprendente, con un suono caldo, ricco e sufficientemente spaziale, con supporto a Dolby Atmos. Discreto anche il microfono, mentre la webcam è appena sufficiente per esami in remoto e videocall di lavoro.
La scelta di puntare sull'architettura ibrida di Intel segna il gradevole ritorno ritorno del supporto allo standard Thunderbolt 4 con possibilità di collegare anche monitor 4K, ma perdiamo le potenzialità avanzate dell'iGPU AMD che non faceva urlare al miracolo neanche lo scorso anno ma che consentiva di osare qualcosa in più.

È tutta una questione di preferenze, alla fine, e non ci sentiamo di criticare questa scelta proprio in virtù della necessità di Microsoft di garantire uno standard richiesto a gran voce sulle le sue macchine, anche se sarebbe stato forse meglio continuare a proporre entrambe le piattaforme in fase di configurazione.
Le prestazioni gli consentono di portare a termine anche task impegnativi e soprattutto più processi in parallelo, rendendo il nuovo Surface non tanto una powerhouse ma un dispositivo straordinariamente trasversale, in grado di portare a termine anche lavori molto impegnativi in background senza intaccarne le prestazioni su ciò che è in primo piano. Ne consegue un utilizzo ancora più appagante proprio per chi è alla ricerca di questo tipo di soluzione, senza una particolare propensione verso un determinato tipo di attività ma ottimo per tutto, anche contemporaneamente.

Come c'era da aspettarsi, questo determina un netto passo indietro rispetto alle performance offerte dai Ryzen sviluppati appositamente per la gamma Surface.
Il prezzo da pagare per il ritorno sotto l'ombrello del team blu è anche in termini di efficienza: per quanto gli E-Core possano risultare ottimizzati in tandem con Windows 11 e il suo Thread Director, purtroppo non si arriva ai livelli di ottimizzazione e scalabilità dell'architettura di AMD, che già nella scorsa generazione aveva raggiunto i 7 nanometri con risultati piuttosto incoraggianti. Diretta conseguenza di ciò è una riduzione sensibile ma non drammatica della durata della batteria, che consente comunque di portare a termine un'intera giornata di lavoro senza colpo ferire, anche a luminosità media.
Per riferimento, in utilizzo pieno tra digitazione, navigazione e streaming con luminosità al 50% si raggiungono tra le 7 e le 9 ore di autonomia, che sono comunque più che sufficienti per portare a termine una giornata tipo ma una manciata di ore in meno rispetto a quanto ottenuto, per esempio, nel corso della recensione del Microsoft Surface Laptop 4.
Bene anche il sistema di dissipazione, ampiamente coadiuvato dalla scocca metallica che svolge un compito eccellente nel distribuire il calore prodotto dalle componenti senza mai diventare troppo calda al tatto. Allo stesso modo, questo concorre a ridurre il carico di lavoro delle ventole, anche se nelle situazioni più estreme (per intenderci, dopo una decina di cicli di benchmark sintetici) il regime delle ventole diventa importante e potrebbe entrare in gioco un leggero throttling.
Quanto all'archiviazione, ancora una volta è un'occasione mancata, soprattutto per il prezzo, per un'unità migliorata rispetto al passato ma che poteva puntare ancora più in alto in virtù del prezzo del prodotto.
Bene ma non al top la connettività, con la scelta di virare sul WiFi 6 e non sullo standard a 6 GHz, che comunque consente di giostrarsi abbastanza bene tra i servizi di streaming e anche addentrarsi in sessioni intensive di Cloud Gaming sia tramite app Xbox preinstallata con piattaforma proprietaria legata alla sottoscrizione del Game Pass (trial in omaggio con il laptop) che mediante applicazioni terze come GeForce Now, che abbiamo avuto modo di provare anche nella sua ultima iterazione con RTX 4080 senza alcun tipo di ritardo e privo di limitazioni sul fronte della compressione video.