5G: Il punto sulla situazione delle reti di nuova generazione

Siamo alle porte del grande cambiamento delle nostre reti, con il 5G già in fase di sperimentazione e pronto a fare il suo esordio nei prossimi anni.

5G: Il punto sulla situazione delle reti di nuova generazione
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Il 5G, chimera per molti e leggenda per tanti, è più vicino di quanto si pensi. Già in fase di sperimentazione in alcune città campione, con un'alta competitività tra gli operatori, si prepara a sbarcare ufficialmente nel nostro Paese già nel 2019. Le aziende stanno già tastando il terreno e il Governo metterà molto presto all'asta la frequenze - liberate dalle televisioni - che ospiteranno tutti gli operatori, pronti a offrire una rete che cambierà totalmente il nostro rapporto con internet e aumenterà esponenzialmente le possibilità di connettività e gli applicativi, nonché la connessione ad alta velocità anche per i centri periferici più svantaggiati.

Liberate le frequenze!

Il primo passo per la nascita del 5G sarà la liberalizzazione delle frequenze a oggi occupate dalle televisioni. Il processo è già iniziato grazie alla prima, parziale, diffusione del nuovo standard del digitale terrestre che permetterà ai network televisivi di migrare su altre frequenze lasciando lo spettro più "nobile", quello dei 700 MHz, agli operatori telefonici per la predisposizione delle nuove reti. Come da tradizione italica il processo sarà piuttosto lungo, anche per la grande abbondanza delle reti televisive locali. Questo non dovrebbe comunque impedire al 5G di entrare nel nostro mercato tra il 2019 e il 2020. A essere liberati, in ogni caso, saranno anche altri spettri di frequenze, anch'essi utili per le reti mobili della prossima generazione: una liberalizzazione che coinvolgerà gli spettri tra i 3,4 e i 3,8 MHz e quelli tra i 26 e i 28. In ogni caso la tabella di marcia è già fissata per i prossimi mesi. Già in questi giorni, durante le Olimpiadi Invernali a Pyeongchang, stanno andando avanti le prime sperimentazioni sulle nuove reti. A livello mondiale, nel 2020, le nuove reti entreranno in commercio con una previsione del 20% della popolazione raggiunta già nel 2023.

Sperimentazione italiana

Già nel 2017 il Ministero dello Sviluppo Economico ha avviato una sperimentazione tutta italiana in alcune città campione, affidando le reti ad alcune importanti aziende del settore e innescando un primo afflato di concorrenza che preparerà il mercato per il futuro, quello in cui il 5G sarà disponibile sui dispositivi mobili e per tutto il pubblico. Torino, Milano, Prato, L'Aquila, Bari e Matera sono le città scelte dal ministero per testare i nuovi applicativi. Nel capoluogo piemontese è TIM che si sta occupando delle nuove reti, lavorando nel settore culturale tramite esperienze di realtà virtuale e progetti dedicati ai turisti. A Milano Vodafone si sta invece dirigendo sul settore della salute, collegando le ambulanze alla rete e rendendo più veloci le comunicazioni con gli ospedali; esistono poi applicativi particolari anche per il monitoraggio del traffico stradale e la sicurezza cittadina, nonché per la videosorveglianza tramite droni e per l'agricoltura tramite la robotica. A Bari e Matera sono Fastweb, TIM e Huawei che si stanno occupando della nuova rete: nel capoluogo pugliese il progetto coinvolgerà il porto, nella città dei sassi ci si occuperà soprattutto di servizi turistici. In Toscana e in Abruzzo sono invece Wind e Open Fiber ad avere tra le mani i progetti più importanti, occupandosi principalmente di gestione energetica, videosorveglianza, medicina e attività culturali.

Una tecnologia, mille applicazioni

Le sperimentazioni già in essere o in fase di predisposizione nel nostro Paese dimostrano quanto infinite siano le possibilità per queste nuove reti, pronte ad aprire le porte all'internet del futuro, quello dove le principali connessioni dovranno essere senza fili e veloci, in modo da garantire all'internet delle cose la possibilità di funzionare come mai è successo fino a ora e come mai potrà essere con la capacità e la velocità delle reti attuali, adatte a ospitare gli smartphone ma non tutti gli altri oggetti che necessitano di un collegamento veloce per poter funzionare. Maggiore velocità per servizi inediti e fino a ora impossibili ma anche possibilità di regalare connessioni veloci e performanti in zone dove un collegamento veloce tramite fibra ottica o ADSL non è possibile. Zone ad oggi svantaggiate potranno finalmente avere a disposizione un collegamento alla rete degno di questo nome, ma anche qui occorrerà oculatezza e velocità nel predisporre le infrastrutture necessarie per fare in modo che la nuova rete sia diffusa ovunque serva. Non sarà quindi solo il pubblico consumer a beneficiare del 5G ma anche, e soprattutto, aziende e istituzioni, che potranno dare il via a un nuovo processo di modernizzazione e a nuove infinite possibilità di servizi connessi alla rete e a oggi del tutto impensabili. Sarà il primo passo verso un mondo sempre e completamente connesso, verso le auto a guida autonoma, verso ambulanze e servizi di polizia in costante comunicazione con ospedali e stazioni. Una rete finalmente alla portata di tutti, un mondo finalmente diverso.

Operatori in prima linea

Fiutato l'affare gli operatori telefonici a oggi presenti sul mercato italiano si stanno già muovendo per farsi trovare pronti quando le nuove reti saranno commercializzate. TIM ha già da tempo predisposto in alcune zone la sua rete a 4.5 G, puntando dritta verso una commercializzazione che, secondo i piani, arriverà già nel 2020. San Marino sarà tra le zone pioniere del 5G, che dovrebbe arrivare già entro la fine del 2018. Da qui la possibilità che su larga scala il tutto sia già presente nel 2022. Il 4.5 è il passo intermedio che anche Vodafone ha compiuto a Firenze, Palermo e Milano. Certo è che molte cose cambieranno, soprattutto nella gestione dei contratti tra utenti e operatori. In un mondo idealmente tutto connesso è impensabile che si possa pensare a contratti con SIM singole che comprendano la connessione di un solo dispositivo. Qualcosa dovrà necessariamente cambiare, altrimenti tutte le possibilità della nuova tecnologia andrebbero a venir meno, limitate semplicemente a una maggiore velocità dei nostri dispositivi. Qui saranno proprio gli operatori a dover decidere cosa fare, ora che saranno loro i veri pionieri di una rivoluzione che promette tante cose ma che non dev'essere schiacciata da logiche di mercato e di guadagno. La rivoluzione è alle porte, l'importante è riuscire a sfruttarla nel migliore dei modi possibili.