Android e il Notch della discordia: se non serve, perché utilizzarlo?

Il Mobile World Congress ha mostrato tanti nuovi smartphone Android in arrivo dotati di Notch nella parte alta del display. Ne abbiamo davvero bisogno?

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Prendere spunto dalle aziende di successo è un comportamento logico e pienamente condivisibile. Mettendo da parte facili fanboismi, si tratta di un comportamento del tutto naturale e presente in ogni realtà tech, da Apple a Samsung, da AMD a NVIDIA. Del resto, se una tecnologia funziona e viene apprezzata, perché non farla entrare a far parte del proprio DNA, anche se in origine è stata creata da altri? Questa volta però, ci troviamo al cospetto di una "ispirazione" di natura diversa, che ha poco a che vedere con il miglioramento dell'usabilità di un dispositivo o delle sue funzioni, almeno da quanto visto al Mobile World Congress 2018.
I produttori di smartphone infatti hanno mostrato i loro nuovi top di gamma, molti dei quali dotati di Notch nella parte alta dello schermo. Una chiara ispirazione presa direttamente da iPhone X, di cui avremmo però fatto volentieri a meno.

Questione di necessità

Quando Apple ha mostrato al mondo iPhone X, le reazioni alla piccola barra posta in alto sullo schermo sono state diverse. C'è chi la ama e chi invece la detesta, visti i limiti in termini di usabilità che causa. Niente di grave sia chiaro, ma ci sono occasioni, come la visualizzazione di filmati, in cui la sua presenza non è certo un plus. Apple ha fatto questa scelta per ragioni pratiche più che estetiche. Il Face ID infatti è una tecnologia complessa, che richiede molti sensori per funzionare, sensori che dovevano trovare il loro spazio all'interno della scocca. Ecco perché la casa della mela ha sacrificato parte del display, trovando però una soluzione ingegnosa ed esteticamente accattivante.
Ora però, sul mercato stanno per arrivare molti smartphone Android dotati della stessa caratteristica, il problema è che molti di questi non necessitano in realtà di un Notch per funzionare. Si parte dai brand cinese emergenti, come Ulefone con il suo T2 Pro e il suo Ulefone X, passando per Asus e il suo Zenfone 5. Durante l'evento, qualche fortunato giornalista ha anche potuto osservare il nuovo LG G7, la cui foto leak è stata anche postata online, mentre il nuovo Huawei P20, che sarà presentato il 27 marzo, includerà anche questo un piccolo notch sullo schermo. Di LG G7 e di Huawei P20 non si sa ancora nulla di certo, per cui rimandiamo le considerazioni su questi device alla loro presentazione ufficiale. Per ora, una cosa accomuna tutti i dispositivi con Notch presentati finora: nessuno utilizza tecnologie di rilevamento facciale tali da giustificare l'inserimento della barretta della discordia. I sensori di questi dispositivi sono gli stessi che ritroviamo anche in tanti altri smartphone, privi del Notch e delle conseguenze che esso porta, soprattutto a livello di compatibilità con le app.
Apple ha un controllo marcato sull'hardware e sul software del proprio ecosistema, tale da consentire un aggiornamento delle app alle nuove caratteristiche decisamente più rapido rispetto ad Android, un sistema frammentato per natura. Viene da chiedersi, a questo punto, se gli sviluppatori daranno supporto a questa caratteristica, adattando la visualizzazione delle proprie app al notch, o se semplicemente verrà ignorata.

L'unica a rimanere fuori dal coro è Samsung, che con il suo S9 ha scelto un design borderless tradizionale, nonostante sia forse l'unico smartphone tra quelli citati finora ad integrare un parco sensori decisamente superiore alla media sul frontale. Purtroppo, è impossibile capire ora quale supporto sarà dato al Notch su Android, ma resta il fatto che, in fase d'acquisto, bisognerà fare attenzione a questa caratteristica, perché potrebbe rivelarsi più un problema che un miglioramento per l'esperienza d'uso.