Speciale Android Wear

Google ha solo dato un piccolo assaggio di Android Wear e in virtù di questa scarsa informazione le questioni lasciate in sospeso sono numerose, anche se il potenziale per rivoluzionare il settore c'è tutto.

Speciale Android Wear
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Parlando di dispositivi indossabili, e in particolare di smartwatch, il primo prodotto a stimolare la fantasia degli appassionati di tecnologia è iWatch, l’accessorio da polso che Apple dovrebbe svelare entro la fine dell'anno. Nelle prossime settimane però, l’uscita del nuovo orologio della mela sarà preceduta da una serie di orologi “smart” dotati di sistema operativo Android Wear, al cui sviluppo sta lavorando Google da diverso tempo. Come con Android, la storia sembra ripetersi: Google offre la piattaforma software, lasciando ai vari produttori di hardware il compito di realizzare dispositivi che sappiano sfruttarla a dovere. L’annuncio ufficiale e il rilascio dell'SDK dedicato agli sviluppatori è stato fatto dal capo del team Android, Sundar Pichai, nel mese di marzo. Da quel momento, non sono mancate immagini e video raffiguranti interfaccia grafica e funzionalità chiave, che potebbero sancire la definitiva consacrazione dei wearables nel mercato di massa. A prima vista sembra un software semplice ma funzionale, pronto ad adattarsi senza alcun problema a qualsiasi cosa rientri nella definizione di "tecnologia da indossare". L’interesse nei confronti di questi device è in forte crescita e il mercato si sta aprendo a tutta una serie di nuovi dispositivi hi-tech, ma riuscirà Android Wear a conquistare il pubblico?

Interfaccia e funzionalità integrate

“Information that moves with you”: è questo il claim utilizzato da Google per promuovere il suo nuovo software e da queste poche parole è già possibile capire le intenzioni della società di Mountain View. Android Wear è stato pensato per far “dimenticare” lo smartphone in tasca, rendendo lo smartwatch sempre più indipendente, fornendo però anche nuovi strumenti e possibilità di comunicazione tra i due dispositivi. Rispetto alla versione base del robottino verde, l’interfaccia utente appare molto più pulita e semplificata; anche l’app drawer, tanto caro ad Android, è stato sostituito con un menu basato sulle card, che consente una gestione più razionale del software su display di piccole dimensioni.
Dal punto di vista della metodologia di input, Android Wear sembra non amare i pulsanti fisici. I primi video diffusi da Google su questa piattaforma software sono espliciti: tutte le interazioni degli utenti avvengono tramite microfono o display touch. Per questo motivo, Google Now avrà un ruolo determinante nei wearable Android, grazie alla notifiche “al volo” e alla capacità di fornire dati in tempo reale. Con un semplice “Okay Google”, si potranno ottenere tutte le informazioni desiderate, senza prendere in mano il telefono e senza utilizzare i comandi touch dello smartwatch. Android Wear permetterà di sapere i risultati di un evento sportivo in tempo reale, di ottenere i dati nutrizionali di un determinato cibo o di sapere a che ora parte il proprio aereo, semplicemente parlando nella direzione dello smartwatch. “Okay Google” permetterà anche di inviare SMS, di fare e ricevere telefonate o di impostare una sveglia. Queste operazioni saranno possibili anche senza collegare l'orologio ad uno smartphone, visto che entro la fine dell’anno saranno lanciati sul mercato modelli dotati di scheda SIM. Naturalmente, il duo smartwatch-smartphone sarà essenziale per ricevere le notifiche in arrivo sul telefono, consentendo inoltre di non dover sottoscrivere due abbonamenti distinti per la connessione dati.

Così come gli ultimi smartphone top di gamma, anche i dispositivi indossabili focalizzeranno la propria attenzione e le proprie funzioni sulla salute degli utenti e sulle prestazioni sportive. In base ai sensori installati sui vari modelli di smartwatch ad esempio, potremo avere a disposizione un vero e proprio libretto sanitario a portata di polso, senza neanche rendersene conto: frequenza cardiaca, consumo di calorie e livello di glucosio nel sangue saranno solo alcuni degli aspetti tenuti sotto controllo da Android Wear. Il vantaggio offerto rispetto ai sensori posizionati sullo smartphone è evidente: i dati vengono registrati 24 ore su 24 e possono essere consultati in tempo reale, mettendo la piattaforma Android Wear in diretta concorrenza con i braccialetti dedicati al fitness, come il FitBit Force, il Nike FuelBand SE o il Samsung Gear Fit. A differenza di alcuni modelli attualmente in commercio però, uno smartwatch Android Wear offre una compatibilità molto più elevata rispetto a soluzioni con sistema operativo proprietario, come il Samsung Gear Fit, che viene riconosciuto solo da dispositivi Samsung.
Android Wear è dunque destinato a far scomparire quei prodotti ibridi o concepiti in maniera limitata, nati senza la possibilità di scegliere un sistema operativo comune dedicato. I video introduttivi sulla piattaforma Wear che Google ha pubblicato nelle scorse settimane forniscono ulteriori dettagli sulle funzionalità, come Multi-screen, che consente di trasmettere flussi video a una TV. Presente anche Smart-home, che introduce in modo nativo Android nella domotica, e il Multi-tasking, che permette di effettuare più operazioni contemporaneamente sul display del dispositivo. Le possibilità offerte sono molte, senza dimenticare che lo sviluppo di applicazioni per Android Wear sarà estremamente semplice: Google sa bene che il successo della sua piattaforma e dei dispositivi indossabili in generale, su cui sta investendo ingenti risorse economiche, passa per il lavoro degli sviluppatori e proprio per questo motivo il "passaggio” da un’app classica Android ad una in formato “wearable” potrà essere fatto senza alcuna difficoltà, vista l’alta compatibilità tra le due piattaforme.

I primi prodotti

I prodotti Android Wear fin’ora noti al pubblico sono due, il Motorola Moto 360 e LG G Watch. Samsung, HTC, Asus e Fossil hanno confermato di essere al lavoro sulla piattaforma, ma non hanno ancora specificato cosa bolle in pentola. Il Moto 360 riprende il design degli orologi classici a schermo tondo e appare in tutto e per tutto un oggetto ambizioso. Il display, ricoperto da vetro zaffiro, come iWatch, è di tipo OLED, tecnologia scelta tra le varie alternative per aumentare la durata della batteria. La casa alata, recentemente passata nelle mani di Lenovo, ha confermato che il metodo di ricarica non prevede cavi e porte USB, bensì una tecnologia segreta di cui, ancora oggi, non si hanno informazioni. Assente la fotocamera, dimostratasi non essenziale su altri tipi di smartwatch, come il Galaxy Gear e il Gear 2 di Samsung. Il Moto 360 sarà naturalmente compatibile con tutti i dispositivi Android 4.3 dotati di connessione Bluetooth 4.0 e sarà disponibile a partire dalla fine dell'estate negli Stati Uniti d'America.
A differenza di Motorola, LG si rivolge ad un pubblico diverso. Il suo G Watch, disponibile nel mese di luglio ad un prezzo altamente concorrenziale, sarà il dispositivo che, per primo, dimostrerà l'alto potenziale di Android Wear. Seppur dotato di un design non proprio ricercato, realizzato in plastica e di forma quadrata, l'orologio del colosso coreano è dotato di un hardware di tutto rispetto: display da 1.65 pollici IPS LCD, processore Qualcomm Snapdragon 400 (lo stesso del Moto G), 512MB di RAM e 4GB di memoria interna. La batteria scelta per alimentare il tutto sarà da 400 mAh e saranno presenti anche accelerometro, giroscopio e magnetometro, oltre che un microfono e la funzione vibrazione. Con un peso di 61 g, LG G Watch si candida ad essere il miglior prodotto per iniziare a familiarizzare con il nuovo sistema operativo Android Wear, destinato ad entrare sempre di più nella vita di tutti i giorni con l’arrivo dei prodotti sul mercato.

Android Wear Un dispositivo indossabile con Android Wear consente di accedere più rapidamente alle informazioni utili e di sfruttare i comandi vocali, permettendo inoltre di tenere sotto controllo la salute grazie ai sensori integrati. Fino ad oggi, Google ha solo dato un piccolo assaggio di Android Wear e in virtù di questa scarsa informazione le questioni lasciate in sospeso sono numerose. Ad esempio, ci sono specifiche tecniche da rispettare per i produttori? Android Wear sarà compatibile anche con iPhone e iPad, vista la propensione di Google a sviluppare app e servizi compatibili con iOS? I comandi vocali relativi alla funzione "Okay Google" saranno basati sul linguaggio naturale o saranno semplici istruzioni pre-impostate? Le risposte a questi e ad altri interrogativi le avremo dopo l'evento dedicato agli sviluppatori Android, organizzato da Mountain View a fine giugno. In quell'occasione saranno sicuramente diffuse maggiori informazioni e verranno mostrati ulteriori sviluppi e feature della nuova piattaforma. In definitiva, come per ogni nuovo sistema operativo, servirà del tempo prima che venga sfruttato al meglio, anche se ormai appare chiaro che l'industria è pronta a puntare forte in questo settore.