Speciale Apple CarPlay e Android Auto

I primi passi nella lotta per il dominio dell'infotainment automobilistico.

Speciale Apple CarPlay e Android Auto
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In quella che viene definita come l’epoca dell’informazione, non è un mistero come gran parte della ricerca tecnologica sia orientata verso lo sviluppo di dispositivi in grado di garantire l’accesso alla rete in qualsiasi situazione. Risultato di questa ricerca sono le periferiche di cui sentiamo tanto parlare: Smartphone, Smartwatch, Smart TV e compagnia non sono altro che invisibili fili di collegamento al cyberspazio; un elemento che, al giorno d’oggi, più dell’aria o dell’acqua, sta diventando quello in cui l’uomo si trova di più a suo agio. In questo moderno ecosistema, costituito da periferiche continuamente connesse tra loro e con il mondo, un piccolo cono d’ombra residuale è rappresentato dalle care e vecchie automobili. Sebbene le case automobilistiche abbiano cercato di integrare il più possibile i moderni devices con le autovetture, il salto in avanti fatto in altri settori non si è ancora visto. L’utilizzo di uno smartphone in combinazione con i sistemi di infotainment ad oggi sul mercato, salvo rare eccezioni, rappresenta un’esperienza poco gratificante, soltanto una lontana ombra se paragonata a quanto un qualsiasi telefonino/tablet moderno ha da offrire.
I due grandi contender del mercato, dati gli scarsi livelli qualitativi attuali e consapevoli dell’opportunità commerciale rappresentata da un settore vasto e remunerativo come quello dell’automotive, hanno presentato nel corso del 2014 le loro piattaforme software destinate alle auto. Google e Apple quindi scaldano i motori, in vista di un 2015 che, a detta di tutti gli analisti, sarà l’anno in cui l’informatica entrerà pesantemente ed in maniera definitiva nel settore automobilistico.

Apple CarPlay

Apple è stata la prima a presentare la sua “visione” di sistema multimediale automobilistico moderno. I primi modelli di autovetture con a bordo CarPlay (inizialmente denominato iOS Car) hanno fatto la loro apparizione lo scorso Marzo, durante l’annuale salone dell’auto di Ginevra, uno dei più importanti al mondo. Il sistema Apple, compatibile con iOS 7 o versioni superiori, presenta un’interfaccia grafica molto simile a quella che possiamo trovare su iPhone, strutturata come una naturale estensione dell’esperienza utente sperimentata con altri device della mela. Una volta collegato il dispositivo alla vettura tramite cavo lighting, verranno sincronizzati automaticamente contatti, punti d'interesse, preferiti di mappe e brani di iTunes. Fatto ciò, tutte le attività principali si sposteranno dallo schermo dello smartphone a quello dell’auto.
Sarà possibile ricevere ed effettuare chiamate (tramite vivavoce), leggere ed inviare messaggi, sfruttare la navigazione Apple e ascoltare la musica, tutto con l’estrema sicurezza garantita dai comandi vocali. Il software infatti consente, tramite l’utilizzo di Siri, il controllo completo di qualsiasi operazione tramite la propria voce: utilizzando la giusta parola d’ordine potremo iniziare una chiamata, riprodurre un brano della raccolta o selezionare una destinazione per il navigatore. I messaggi in entrata verranno letti tramite il motore di sintesi vocale, permettendo così al conducente di mantenere la massima attenzione sulla strada.

Per i più tradizionalisti, oltre a Siri, l’interfaccia permetterà comunque l’interazione anche tramite touchscreen e comandi fisici (la posizione ed il tipo dei quali sarà determinata direttamente dal costruttore della vettura). Molti importanti brand, tra cui Ferrari, Volvo e Mercedes, hanno già annunciato di aver stipulato accordi commerciali con la società californiana per inserire CarPlay a bordo dei loro nuovi modelli a partire dal 2015. CarPlay potrà inoltre essere installato su vetture già esistenti, tramite sistemi multimediali aftermarket.

Android Auto

Google si è affacciata nel mercato auto in ritardo rispetto al suo storico avversario, ma sta bruciando le tappe, nel tentativo di recuperare il vantaggio, se non altro temporale, maturato da Apple. Android Auto, questo il nome della piattaforma, è stato presentato durante lo scorso Google I/0, conferenza annuale di Mountain View dedicata agli sviluppatori, nella quale vengono mostrate tutte le novità che Big G ha in serbo per il futuro. É il frutto della collaborazione di un consorzio composto di oltre 40 membri, ed è stato pensato per sincronizzare lo smartphone Android con il sistema multimediale a bordo della propria autovettura. Una volta collegato il telefono, anche qui via cavo, avremo di fronte un’interfaccia basata su schede contestuali che si avvicendano sul display in base ad orario e posizione.

Un design che dal punto di vista grafico presenta numerose similitudini con Google Now, piuttosto che col sistema Android originale. Tutto ruota intorno al sistema di navigazione Google Maps: durante la navigazione il software ci informerà sul traffico locale, su eventuali deviazioni consigliate durante il percorso e risponderà alle nostre richieste riguardo ad orari di apertura dei negozi e altri tipi di informazioni relative P.O.I. che incroceremo. Oltre a questo, saremo in grado di leggere ed inviare messaggi, rispondere alle chiamate in arrivo e ascoltare musica tramite Google Play Music in maniera molto simile a quanto illustrato in precedenza per CarPlay. Anche Google è forte di numerose partnership con aziende del settore, pronte a lanciare sul mercato nel corso del 2015 automobili dotate del nuovo sistema operativo.

Approcci differenti

Seguendo le considerazioni fatte finora, avrete capito come le due proposte siano in generale molto simili per quello che hanno da offrire: chiamate, messaggi, navigazione e musica nella sostanza. La differenza più marcata tra i due software è strutturale e se vogliamo anche concettuale. CarPlay va inteso come una riproposizione pedissequa, fatti i dovuti accorgimenti, del sistema iOS sulla plancia delle autovetture. Android Auto invece va visto più come una subroutine della piattaforma originale, che rimane comunque il cuore dell’ecosistema. Quale approccio possa essere più adeguato alle necessità degli utenti, lo potranno decretare soltanto prove su strada effettive. Allo stato attuale, appare evidente come l’idea Apple di ripresentare qualcosa di simile a quanto i consumatori sono già abituati a conoscere sia indirizzata a evitare disorientamento e difficoltà iniziali nell’utilizzo.

Le schede di Google d’altro canto, si basano su un iter procedurale largamente automatizzato che potrebbe inizialmente spiazzare il cliente, incapace di risalire facilmente alle informazioni di cui ha bisogno. Un sistema automatico tuttavia garantisce meno distrazioni per il pilota, che ha a disposizione un flusso di informazioni adatte alla situazione, generato meccanicamente senza la necessità di continui input.
Tutte features che andranno pesate alla prova dei fatti, e che comunque dipendono molto da quale sarà l’effettivo livello d‘implementazione che le case produttrici riusciranno a raggiungere.
I due colossi adotteranno approcci diversi anche per le future applicazioni di terze parti; Google ha inserito gli strumenti di sviluppo necessari per Android Auto nell’ultima versione dell’SDK Android, accompagnati da un nuovo set di API pensate espressamente per lo sviluppo di app per la nuova piattaforma. Apple invece ha comunicato che terrà uno stretto controllo sul software utilizzabile in CarPlay, con l’intento di monitorare in maniera certosina la bontà delle applicazioni. In sostanza quindi a Mountain View hanno intenzione di lasciare ampia libertà anche sulle app dedicate alle auto, mentre a Cupertino preferiscono mantenere il maggior controllo possibile sulle applicazione che potranno essere eseguite all’interno di CarPlay.

Difetti comuni

Nonostante la diversa architettura di partenza, le due proposte software condividono comunque diversi difetti che non è ancora dato sapere siano legati a vizi di gioventù o siano piuttosto falle costitutive. Il primo problema, forse il più evidente, è la necessita in entrambi i casi di collegare il nostro smartphone alla vettura via cavo, almeno per il momento. Una scelta quantomeno conservativa, per non dire obsoleta, nell’era delle connessioni wireless, del bluetooth 4.0 e dell’NFC. Questo tipo di collegamento, oltre ad essere esteticamente discutibile e logisticamente scomodo, ci obbliga ad effettuare una serie di operazioni ogni volta che saliamo/scendiamo dalla nostra vettura (telefono fuori dalla tasca, collegamento e avvio del sistema e viceversa). Un link senza fili ci concederebbe una libertà totale di spostamento non solo all’interno dell’abitacolo, ma anche in ingresso/uscita dallo stesso. Soprattutto ci permetterebbe di mantenere il flusso delle nostre operazioni continuo, da un dispositivo ad un altro, un concetto importante nei moderni sistemi informatici.
Secondo, ma non meno grave, difetto comune delle due proposte di Google e Apple, è la necessità della presenza di un dispositivo genitore per funzionare. Entrambe le piattaforme infatti non funzionano in assenza di accoppiamento con un device con a bordo la rispettiva piattaforma mobile, che sia questa Android o iOS. Nella sostanza quindi questi due nuovi sistemi operativi non rappresentano un sistema d’infotainment stand alone, ma piuttosto un’espansione dei sistemi proprietari delle case produttrici, che verrà lanciato ogni qual volta effettueremo il link con la plancia dell’autovettura.

Prospettive future

Questi nuovi prodotti, forti del potere di marketing delle case madri e degli accordi commerciali già stipulati con case automobilistiche, sono destinati a riempire gli schermi dei nostri cruscotti negli anni a venire. Determinare in questa fase, del tutto preliminare, quale possa essere il migliore dei due sarebbe un’operazione più attinente alla disciplina divinatoria piuttosto che all’analisi oggettiva della proposta tecnologica. Fatto salvo il diverso approccio proposto dalle due piattaforme, molta della fortuna commerciale dipenderà dal successo dei software da cui queste derivano: è lapalissiano infatti sottolineare come un utente iOS tenderà a privilegiare CarPlay, mentre uno Android orienterà maggiormente la sua scelta verso Android Auto.
Il robottino verde punta su quanto ha già fatto la fortuna del suo habitat: grande apertura verso gli sviluppatori, possibilità di funzionare su diverse configurazioni hardware e prezzi accessibili. CarPlay propone una UI in linea con quanto Apple ha già fatto vedere al di fuori delle auto, su un forte focus sulla sicurezza e sull’apertura ai sistemi multimediali aftermarket, come quelli di Pioneer.
L’ennesimo capitolo della sfida ha inizio e avrà luogo nelle concessionarie e sulle nostre strade a breve. I due contendenti esclusivi, a meno di terzi incomodi ancora al di là da venire, sono già pronti.