Apple contro il sideloading: sicurezza o libero mercato, chi ha ragione?

Con un corposo report, Apple rincara la dose contro la possibile apertura di iOS a nuove forme di download delle app.

Apple contro il sideloading: sicurezza o libero mercato, chi ha ragione?
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Continua senza esclusione di colpi la battaglia infinita di Apple contro il sideloading. Data la possibilità che l'Unione Europea cambi in maniera radicale il modello distributivo delle app, aprendo di fatto a una liberalizzazione totale, l'azienda di Cupertino è corsa ai ripari, pubblicando un corposo report sulla sicurezza di iOS in cui vengono evidenziate le problematiche legate agli store alternativi e alla possibilità di scaricare app in massima libertà.
Per Tim Cook e soci questa possibilità porterebbe a numerosi rischi per la sicurezza degli utenti, esponendoli a minacce molto più pericolose e imponenti.

La situazione

Il pericolo per Apple è sempre più vicino: l'Unione Europea sta seriamente pensando a un'apertura totale verso store alternativi e download al di fuori dello store proprietario anche per Apple. Da tempo, infatti, si sta discutendo la nuova direttiva sui mercati digitali e a Bruxelles stanno seriamente valutando la possibilità di cambiare radicalmente il modello distributivo delle app su tutto il territorio europeo.
Con l'obiettivo di favorire la concorrenza si vuole di fatto obbligare Apple (dato che su Android questa possibilità è presente da tempo immemore) a permettere di scaricare app sui suoi dispositivi anche con metodi alternativi, che siano link trovati in rete o store proprietari di altre aziende.

Un'ipotesi, questa, radicalmente contraria a quella che da sempre è la filosofia di iOS, con Apple che tramite il suo Store controlla download, aggiornamenti, pagamenti e acquisti in app garantendo sicurezza e qualità del software. Un'idea, quella della totale liberalizzazione, che alla mela morsicata non è mai andata giù.

L'attacco di Apple

La Commissione Europea si è data due anni di tempo per redigere il tutto, 24 mesi in cui si dovranno imbastire trattative e tavoli di discussione. Le posizioni tra le parti sembrano per ora inconciliabili, con Apple che ha subito rincarato la dose pubblicando una corposa e attendibile ricerca per avvalorare la sua tesi di partenza: su iOS deve esistere solo l'Apple Store, l'unico sistema certificato, sicuro e attendibile per scaricare applicazioni e programmi, l'unico che può garantire il massimo livello di sicurezza agli utenti che scelgono uno smartphone Apple.

Per redigere il lungo documento Apple si è basata sulle ricerche di oltre 150 fonti che, in sostanza, hanno compiuto un approfondito lavoro comparativo tra iOS e Android, sistema che ad oggi permette di scaricare app in qualsiasi modo. La conclusione è quanto mai semplice e scontata e ribadisce la radicale differenza di sicurezza tra i due sistemi. Gli smartphone Android sono bersagliati da almeno 6 milioni di attacchi al giorno e sono soggetti a infezioni, virus e malware tra 15 e 47 volte in più rispetto ai sistemi iOS.

I numeri

Anche a livello generale i numeri presentati dal report sono impietosi: si parla di 230 mila nuove infezioni al giorno, capaci di colpire device di imprese o pubbliche amministrazioni. Per difendere i consumatori vengono spese cifre da capogiro, ogni anno sempre più alte e che hanno raggiunto i 3,4 miliardi di dollari all'anno.

La lista si malware e spyware che comunemente colpiscono gli utenti è lunghissima, quasi tutti su ambiente Android e quasi tutti dovuti alla pratica del sideload. Il 98% degli attacchi nel mondo mobile è infatti prerogativa dei dispositivi con il robottino verde e in quasi tutti i casi si sarebbe trattato di minacce provenienti da app scaricate con metodi non sicuri.
Il report sottolinea più volte quanto gli iPhone siano generalmente riconosciuti da tutti come più sicuri proprio perché non permettono in nessun caso all'utente di installare applicazioni in altri modi che non siano quelli dello Store proprietario.

La piaga perfetta

L'obiettivo di Apple è quello di scongiurare e limitare il più possibile la possibilità che l'esclusività del suo Store venga in qualche modo scardinata. Per questo si è detta certa che, con l'arrivo del sideloading sui suoi dispositivi, gli utenti sarebbero in balia di app dannose e potenzialmente pericolose per la privacy e la sicurezza dei dispositivi.
Verrebbero rimossi protezioni e barriere che Apple impone per l'accesso a dati sensibili o funzioni di sistema non accessibili con conseguenti rischi per sicurezza e privacy.

Si aprirebbe di fatto la porta a dati prima protetti, archiviati sui telefoni, a foto, informazioni sanitarie, nonché a vere e proprie funzionalità del telefono come il microfono o la fotocamera. Con il sideload verrebbe infine a mancare il controllo rigoroso che da sempre Cupertino applica alle app che finiscono sui suoi dispositivi. Per non parlare della preoccupazioni dell'azienda di dover fornire tecnologie proprietarie o aspetti di sistema che ha sempre tenuto per sé.

Sicurezza o denaro?

I ragionamenti di Apple sembrano non fare una grinza ma è chiaro che il report abbia tutte le intenzioni di portare quanta più acqua possibile ai mulini di Cupertino. L'azienda parte da una tesi iniziale e cerca di confermarla con quanta più forza possibile, omettendo però altri aspetti della faccenda che non possono essere tralasciati.
Ci si è concentrati solo sulla sicurezza degli utenti, ma è chiaro quanto Tim Cook e soci siano preoccupati soprattutto per il contraccolpo economico che un'apertura al sideload potrebbe provocare.

Apple perderebbe buona parte dei suoi introiti, con aziende che lascerebbero lo Store per non pagare più le commissioni e per evitarne i limiti, soprattutto per quanto riguarda gli acquisti in app. Servizi Premium potrebbero perdere buona parte della loro ragion d'essere e store di altre aziende potrebbero presto fare capolino e soppiantare quello proprietario nelle preferenze degli utenti. Scenari che per un'azienda così grande potrebbero fare molta più paura delle questioni riguardanti la sicurezza.

Addio esclusività

Chiaro che Apple non voglia perdere il controllo del suo ecosistema e abbia tutto l'interesse in termini di sicurezza, immagine ed economia di conservare il pieno potere su quello che produce e su quello che fa. Trasformare iOS in Android farebbe venir meno tutte le differenze tra i due sistemi, farebbe perdere a Cupertino la sua aura di sistema più esclusivo e sicuro e renderebbe inutili tutti i proclami su privacy, sicurezza e protezione che sono stati uno dei principali veicoli del successo duraturo degli smartphone della mela.

Perdere questo controllo e questa chiusura farebbe venir meno buona parte di quello che ha reso gli iPhone quello che sono. Apple, nella peggiore delle ipotesi, sarebbe costretta a reinventarsi, a portare in campo nuove strategie per trasformarsi di nuovo, rischiando di perdere definitivamente una battaglia che la vede comunque partire sempre da numeri molto inferiori rispetto a quelli di Android.

Il sideload è davvero un male?

Allo stesso tempo sarebbe piuttosto sciocco non riconoscere i benefici che potrebbe portare l'apertura al sideload, soprattutto al mercato, per via della totale libertà che regalerebbe agli utenti. Basta avere un minimo di conoscenza del mezzo e tante buone intenzioni per poter costruire con poche mosse il dispositivo che si vuole e in massima libertà, superando i paletti imposti da costruttori e sviluppatori. Da anni i computer (Mac inclusi) consentono di scaricare e installare programmi da qualsiasi parte: occorre solo fare attenzione a cosa si installa e a quali sono le fonti di provenienza.

Aprire anche su iOS questa possibilità porterebbe tanti benefici, ma solo a quegli utenti altamente consapevoli di quello che installano e scaricano. Innegabile che l'utente medio, spesso e volentieri, non abbia alcuna idea di cosa stia installando e di ciò che comporta far girare sul telefono programmi poco sicuri. Una piaga che ha portato al moltiplicarsi degli attacchi e dei virus su Android e che Apple vuole a tutti i costi evitare.

Libertà tecnologica

Dove sta quindi la verità? Ha ragione Apple nel farne una questione di sicurezza e di tutela degli utenti o ha ragione l'Unione Europea nel voler dare a tutti massima libertà di fare ciò che vogliono dei propri dispositivi? Quando si parla di libertà è sempre difficile trovare la perfetta quadratura del cerchio. Spesso e da più parti si è affermato che il potere di Apple e le sue pratiche industriali potrebbero essere considerati discutibili e ai limiti del monopolio.

Al contempo, è anche vero che l'azienda ha sempre creato da se tutte le sue tecnologie e che, in quanto azienda privata, ha tutti i diritti di decidere vita, morte e miracoli dei prodotti che crea, a maggior ragione se oltre a costruirli li fa pure funzionare senza aiuti esterni.

L'Unione Europea vuole evitare che lo strapotere dell'azienda finisca per fagocitare tutto il resto, ma non siamo sicuri che trasformare iOS in un nuovo Android sia la soluzione migliore. Abbiamo la fortuna di vivere in un mercato in cui l'utente ha ancora la possibilità di scegliere tra due sistemi antitetici e dalle filosofie opposte: uno offre sicurezza e un ambiente controllato in cui è difficile sbagliare; l'altro offre meno certezze, aumenta le criticità e i problemi, ma offre una libertà d'uso, di gestione e di personalizzazione praticamente infinita.
Avere un'alternativa del genere non è già sinonimo di libertà? Non si finirebbe per limitare ad un altro livello la libertà di scelta degli utenti se si trasformassero due sistemi diversi nella stessa cosa?

Il compromesso necessario

La speranza è che questi due anni di discussioni e trattative servano a entrambe le parti in causa per ammorbidire le loro posizioni di partenza e cercare un compromesso. L'Unione Europea, da un lato, non può pretendere di fare di tutta l'erba un fascio e trasformare Apple in ciò che non è; dall'altro lato Cupertino non può pensare di avere potere infinito nell'imporre limiti e nell'esercitare a tutti i livelli la sua forza e la sua ingerenza, benché sulla sua stessa piattaforma.
Trovare un punto d'incontro sarà impresa ardua e difficile. Se il sideload totale sarebbe un danno irreparabile per Apple e i suoi utenti, si potrebbe raggiungere un'intesa verso store affidabili di terze parti.

Pensate a quanto sarebbe bello avere anche su iPhone il Game Pass di Xbox, lo Store di Playstation o, magari, delle piccole vetrine di Microsoft o Google con applicazioni da scaricare pensate proprio per iPhone. Avremmo tra le mani sviluppatori affidabili, app nuove e sicure e utenti tranquilli di non incorrere in minacce. Un sogno che renderebbe iOS più ricco e l'utente più felice e che scongiurerebbe allo stesso tempo qualsiasi tipo di minaccia. Un sogno che, al momento, ha tutto il sapore dell'utopia.