Speciale Apple SIM

Negli Stati Uniti parte, a rilento, il nuovo servizio per i possessori di iPad Air 2 e iPad Mini 3.

Speciale Apple SIM
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L’ultimo keynote Apple del 2014 è stato dedicato da Tim Cook e soci ai nuovi iPad, l’Air 2 e il Mini 3. Con l’iPad Air 2 Apple ha cercato di rivitalizzare una categoria di prodotto che, negli ultimi mesi, non ha fatto registrare dati positivi di vendita, o almeno non come in passato. Gli ingegneri statunitensi hanno ridotto ancora di più spessore e peso generali, pur potenziando enormemente l’hardware interno, con il chip A8X e la memoria RAM da 2 GB in primis.
Discorso Mini 3. Dopo aver presentato a settembre l’iPhone 6 Plus ed essersi prenotata un posto tra i “grandi” del settore phablet, con il nuovo mini tablet Apple ha chiaramente lasciato intendere che punterà maggiormente sul melafonino “gigante”, lasciando al Mini 3 il compito di arrotondare le vendite. Per questo motivo l’unica novità rispetto al modello dello scorso anno, tra l’altro frettolosamente descritta da Phil Schiller, è stato il Touch ID, il lettore di impronte digitali già presente su iPhone 5s e 6. Durante l’evento di presentazione però, i dirigenti Apple hanno omesso un piccolo, grande dettaglio, che riguarda, almeno al momento, esclusivamente i nuovi iPad in modalità WiFi+4G: l’Apple SIM. Di cosa si tratta? Parliamo di una vera e propria SIM virtuale, di cui tante volte si è parlato e che molti utenti in tutto il mondo hanno sperato divenisse realtà, per cercare di limitare il potere dei carrier sui dispositivi mobili. Per adesso le uniche compagnie telefoniche che supportano la Apple SIM sono AT&T, Sprint e T-Mobile negli USA e la EE in Inghilterra. Nulla si sa sulle intenzioni degli operatori italiani.

Apple SIM, necessità estetica e funzionale

Cerchiamo di essere chiari. L’Apple SIM è ancora una tecnologia acerba, una sorta di funzionalità beta che sarà perfezionata nel corso degli anni grazie anche alle future partnership che Cupertino cercherà di aggiudicarsi con i carrier di tutto il mondo. Tuttavia, ancora una volta, Apple ha posto le basi per un cambiamento epocale, come spesso nella sua storia è avvenuto. Questa volta, le mire di Apple sono rivolte alle SIM, oggetti che nel corso del tempo sono diventati sempre più piccoli, fino all'attuale Nano SIM. Il passo susseguente non può che essere la virtualizzazione della scheda, di modo che, tra qualche anno, l’unico slot estraibile presente sui dispositivi con la mela morsicata potrà essere eliminato. I carrier hanno sempre appoggiato le scelte di Apple riguardo la forma delle SIM, producendo immediatamente i modelli necessari ogni volta che un nuovo iPhone utilizzava standard più piccoli. Il cambiamento, alla fin fine, era solo a livello pratico e accontentare la compagnia di Cupertino significava continuare a generare “facili” introiti senza dover rinunciare a nulla. Con Apple SIM invece, è l’utente ad essere stato messo al centro di tutto e il vincolo della scheda “materiale” esistente tra operatore e possessore del dispositivo mobile viene finalmente allentato. Con questa “mossa” Apple permette ai propri clienti di cambiare operatore o piano, servizio o promozione, senza dover sostituire la SIM. Tutto avviene tramite una riprogrammazione software, senza inutili spese o perdite di tempo. Ecco come viene descritta, in maniera breve e concisa, l’Apple SIM sul sito ufficiale americano della società californiana: “La Apple SIM, preinstallata su iPad Air 2 con i modelli Wi-Fi + Cellular, dà la possibilità di scegliere tra una varietà di piani a breve termine degli operatori negli Stati Uniti e nel Regno Unito direttamente sul tuo iPad. Così ogni volta che ne avrai bisogno, potrai scegliere il piano che funziona meglio per te, senza impegni a lungo termine. E quando viaggerai, potrai anche scegliere un piano dati da un carrier locale per tutta la durata del viaggio".
Il fatto che Apple non abbia annunciato a gran voce la novità introdotta dimostra che i carrier non hanno accolto la cosa con grande gioia. Se è vero, infatti, che un sistema come Apple SIM può innescare maggiore competizione sulle offerte dei vari operatori, mettendo il consumatore nelle condizioni di cambiare tariffa più facilmente, è innegabile che gli attuali piani in abbonamento costituiscono per i carrier una fonte di guadagno sicura a cui è difficile rinunciare. Tuttavia il cambiamento è necessario e se Apple vuole continuare a realizzare prodotti di ottima fattura (e quindi a vendere) deve curare ogni minimo particolare ed eliminare gli “ostacoli” non necessari.

iPhone e Apple SIM: è ancora presto

A questo punto viene da chiedersi: perché l’Apple SIM è stata introdotta solo su iPad Air 2 e iPad Mini 3 e non sugli iPhone, dove la SIM assume un ruolo centrale? A svelare il mistero è stato, poche settimane fa, Greg Joswiak, dirigente responsabile del marketing di iPhone: “Apple SIM è interessante su iPad perché migliora l’esperienza del cliente che ha così la possibilità di cambiare facilmente gestore quando vuole, aumentando parallelamente le vendite del tablet direttamente nei negozi Apple piuttosto che presso gli operatori telefonici”. Il discorso, fino a questo punto, fila. Apple punta a guadagnare il più possibile dalla vendita degli iPad senza dover avere a che fare con l’intermediazione degli operatori. Per l’iPhone invece, la situazione è nettamente diversa. Negli Stati Uniti i piani proposti dagli operatori sono molto allettanti e le vendite maggiori si ottengono proprio presso i vari AT&T, Sprint e Verizon. Dunque una Apple SIM su un iPhone avrebbe meno senso, a livello economico. In Europa e, in particolare in Italia, la situazione si complica ulteriormente. I piani in abbonamento di Tim, Vodafone, 3 Italia e Wind sono meno attraenti di quelli americani. Ecco allora che Apple SIM rappresenterebbe un ottimo metodo per facilitare le cose agli utenti disposti ad acquistare un tablet o uno smartphone senza passare per gli abbonamenti delle compagnie telefoniche nostrane. Decidere di volta in volta quale piano tariffario attivare senza dover sottostare ad un abbonamento in particolare o senza dover cambiare scheda materialmente eviterebbe numerose scocciature e consentirebbe a tutti di fare piani a più breve termine e di modificarli rapidamente, garantendo un grosso vantaggio al cliente finale.