Apple TV Channels: La rivoluzione a metà dello streaming

Il nuovo hub per lo streaming di Apple promette tante cose ma rischia di essere niente di più che una buona idea.

Apple TV Channels: La rivoluzione a metà dello streaming
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Apple è entrata ufficialmente nel mondo dello streaming. Lo ha fatto con la sua solita verve e la sua presentazione ad alto livello, inserendosi in una contesa in cui era attesa da tempo. Lo ha fatto entrando a gamba più o meno tesa contro Netflix, alle prese con molti cambiamenti in questo 2019, e con tutti i rivali, pronti ad accendere una battaglia televisiva che si preannuncia quanto mai infuocata.
Oltre al suo atteso servizio streaming proprietario, ancora tutto da scoprire, la presentazione si è concentrata su un altro interessante servizio, un'evoluzione onnicomprensiva di Apple TV, pronta a diventare un grande contenitore di canali, serie e film, una raccolta che darà accesso a finestre e contenuti diversi, un servizio che vuole porre un freno alla frammentazione sempre più forte tra servizi diversi. Una rivoluzione quindi? Non proprio.

Tutto in uno

La nuova Apple TV, chiamata Channels, ha avuto un ruolo piuttosto importante all'interno dell'evento organizzato da Tim Cook il 25 marzo. Gli accordi stretti da Cupertino con vari broadcaster è di quelli importanti, capaci di regalare, tutti all'interno dello stesso portale, i contenuti di servizi tra i più vari e interessanti del panorama televisivo e streaming mondiale: Amazon Prime, Hulu, Starz, HBO, Showtime, CBS, BBC, Epix, tutti nomi di un certo peso nell'intrattenimento statunitense. Tutti questi prodotti saranno in qualche modo presenti nel nuovo hub sviluppato dalla società californiana. Tramite pochi semplici passi l'utente avrà accesso a un catalogo sterminato, accessibile solo tramite i vari abbonamenti ma comunque disponibile in più di una forma, con possibilità di vedere i contenuti on demand, in streaming o tramite download.
Tutti gli abbonamenti e i contenuti preferiti dell'utente saranno raccolti sotto un'unica interfaccia. Apple si occuperà di gestire le sottoscrizioni, gli acquisti e di organizzare i contenuti a seconda delle esigenze degli utenti, suggerendo quelli che più si avvicinano ai suoi gusti.

Ala protettrice

La piattaforma si preannuncia più che mai interessante, una sorta di unicum nel mondo della fruizione dei contenuti online. Avendo probabilmente tra le mani un servizio streaming proprietario ancora piuttosto limitato i cui contenuti originali sono interessanti ma ancora piuttosto esigui, a Cupertino hanno deciso di stringere accordi con i veri guru del settore, per fare in modo di offrire un servizio parallelo quanto più ricco e interessante possibile.
Un lido felice e pacifico in cui ospitare i maggiori provider internazionali, offrendo all'utente semplicità d'uso e un unico punto di accesso in cui avere tra le mani la maggior parte di servizi e contenuti possibili.

L'utente avrà accesso diretto e ampi margini di gestione dei suoi abbonamenti e potrà anche acquistare singoli contenuti da tutte le altre piattaforme con cui Apple ha stretto accordi. Oltre a programmi, serie tv e film, si parla della presenza di importanti eventi sportivi ma anche di veri e propri canali tradizionali, dando allo spettatore la possibilità di scegliere solo eventi singoli o di abbonarsi a intere piattaforme che poi saranno presenti all'interno della pagina principale di Apple TV Channels.

Porte aperte

Entrare in competizione con Netflix sul suo stesso terreno di caccia era impossibile, così si è deciso di creare un vero e proprio servizio parallelo, nelle idee di Apple capace di semplificare la vita dell'utente. Un servizio aperto a tutti, con ampie possibilità e numerosi contenuti e un'apertura all'esterno che mai si era vista nell'ecosistema della mela. Se le Apple TV tradizionali beneficeranno di un aggiornamento che le trasformerà, gli altri device avranno la possibilità di accedere al nuovo hub tramite un'applicazione che sarà disponibile già da maggio.

A beneficiare di questo nuovo portale saranno tanti, visto che l'app sarà disponibile già dalla primavera sui TV Samsung e successivamente anche sui nuovi modelli di Amazon Fire, LG, Roku, Sony e VIZIO, senza dimenticare che arriverà anche sui televisori compatibili con AirPlay 2. Massima accessibilità e possibilità di avere programmi, serie e film da oltre 150 app di streaming, almeno negli Stati Uniti. Negli altri Paesi molto dipenderà dagli accordi che l'azienda riuscirà a stringere e dalla situazione dei diritti di trasmissione. Interessante sarà capire in che modo il servizio verrà gestito in Italia, dove l'offerta iniziale sarà molto meno ricca rispetto a quella a stelle e strisce.

Caos italiano

Un'offerta interessante ma ancora tutta da scoprire, che solo all'atto pratico riuscirà a dimostrare tutte le sue carte. All'appello mancano dei fattori fondamentali per capire la bontà del servizio. Se non abbiamo alcun dubbio sull'interfaccia e l'usabilità di questo hub, che si farà forte della grande solidità di Apple nella creazione di app e prodotti di primo livello, molti dubbi permangono sull'ampiezza dei contenuti che, soprattutto in Italia, potrebbe rivelarsi quanto mai limitata. Se già a livello mondiale i grandi assenti Netflix e Disney, che forti dei loro servizi - presenti e futuri - non hanno voluto rendere disponibili i loro contenuti nel grande aggregatore della mela, resta tutta da scoprire la situazione italiana.

I servizi in grado di "dare" contenuti a Channels non sono così numerosi e tutti soggetti a trattative che potrebbero rivelarsi difficili e complesse. A parte Amazon Prime, per ora restano da vedere le risposte di piattaforme come Infinity, NowTV, Tim Vision, unici attori di una galassia ancora piuttosto limitata cui magari potrebbero aggiungersi anche gli streaming e i contenuti on demand di canali tradizionali o quelli sportivi di Dazn.
Valutazioni che dovranno essere rimandate al lancio del nuovo servizio, che svelerà accordi che per ora non ci è dato conoscere nel dettaglio. Piuttosto improbabile che la corposa offerta statunitense sia replicata anche in Italia: basti pensare, ad esempio, ai diritti di serie tv e film HBO, da anni in mano a Sky.

Idea buona, ma...

Al netto della semplice offerta contenutistica, quella che ci troveremo davanti rischia di essere una rivoluzione a metà. Chiaro che Apple non potesse fare meglio, dovendo in qualche modo accompagnare la sua piattaforma proprietaria con qualcosa in più. L'idea di base è quanto mai buona, con grandi possibilità di porre un freno alla frammentazione di abbonamenti e contenuti e di regalare all'utente un grande snodo per accedere a tutta la propria offerta di intrattenimento. Una sorta di servizio streaming onnicomprensivo, un'evoluzione di quello che poteva essere e in parte non è stata la classica Apple TV, declinata cui in un'evoluzione 2.0 molto più ampia, non più limitata all'utilizzo di un hardware esterno, ma al semplice scaricamento di un'app.
Un'idea lodevole, che apre l'azienda al mondo esterno come mai era accaduto ma che, all'atto pratico, rischia di non cambiare più di tanto le carte in tavola. L'utente avrà solo un modo in più per accedere ai contenuti di cui dispone, esclusi quelli provenienti dal servizio più appetibile del presente - Netflix - e da quello più appetibile del futuro - Disney. Basterà semplificare la vita agli utenti per decretare il successo di questo servizio?

E il prezzo?

All'equazione manca poi un aspetto quanto mai fondamentale per decretarne il successo. Per ora non si minimamente parlato di prezzo. Ammesso che l'applicazione nella sua forma base sia gratuita e che gli abbonamenti classici sottoscritti all'interno dell'app avranno lo stesso costo di quelli sottoscritti in modo tradizionale, sarà interessante capire a quanto saranno offerti i contenuti on demand, in che modo verranno gestiti e se si darà possibilità all'utente di acquistare ogni singolo contenuto anche se non compreso nel proprio abbonamento. Interessante capire anche se saranno previsti degli sconti o se il servizio streaming proprietario Apple TV+ sarà compreso o disponibile a parte.

Tutte variabili di non poco conto che potranno essere svelate solo al lancio ufficiale della piattaforma. Quella che doveva essere una rivoluzione, sul modello del nuovo Apple News, un abbonamento onnicomprensivo a soli 9,99 dollari al mese, rischia di rivelarsi niente più che un raccoglitore di contenuti bello da vedere ma utile solo fino a un certo punto, che farà ben poco per risolvere il problema della frammentazione degli abbonamenti e ancora meno per permettere all'utente di risparmiare qualche soldo. Troppo ottimistico pensare che Apple avrebbe regalato qualcosa di clamoroso ed estremo, qualcosa capace davvero di cambiare il nostro modo di intendere l'intrattenimento. Ci eravamo illusi, ma in cuor nostro speriamo ancora di poter essere in qualche modo smentiti quando il tutto sarà pienamente tra le nostre mani.