Dopo averli letti, penserete a questi paradossi assurdi per sempre

Anche oggi vogliamo "spaccarvi" il cervello con una serie di paradossi che non vi faranno dormire la notte e a cui penserete praticamente sempre.

Dopo averli letti, penserete a questi paradossi assurdi per sempre
Articolo a cura di

Oggi preparatevi ai mal di testa, ma anche a esclamare "assurdo". Facile quando si parla di paradossi da togliervi il sonno, lo sappiamo, ma capire - o quanto meno avvicinarsi alla comprensione di - questi enigmi, oltre a essere molto gratificante, potrebbe essere utile per capire che la risoluzione di certi problemi, apparentemente impossibile, esiste... più o meno!
Altre volte, invece, la logica viene meno ed è impossibile trovare una quadra tra i ragionamenti più contorti: siete pronti per un viaggio nel mondo dell'illusione? Siamo sicuri che alla fine sarete molto confusi!

Il paradosso del mentitore

Se affermo che "tutto ciò che dico è falso", sto dicendo la verità o sto mentendo? Se scegliamo la prima opzione, allora la mia affermazione sarà veritiera ma significherebbe che quanto detto prima è una menzogna. Se quello che ho detto è invece una bugia, allora la mia affermazione originale è falsa, il ché implica che io stia dicendo la verità. Tutto questo crea una contraddizione.
Allo stesso tempo, però, se stessi dicendo una fandonia, la mia affermazione dovrebbe essere vera, quindi tutto ciò che dico è effettivamente una balla... ma allora quello che ho appena detto è falso e quindi la frase detta prima è vera: il ché implica che io sia sincero. Si è creata nuovamente una contraddizione - aiuto.

Il paradosso del mentitore non fa altro che mettere in evidenza la difficoltà nell'assegnazione di un valore di verità a un'affermazione che si riferisce a sé stessa in un modo auto-referenziale, perché qualsiasi soluzione porterà a una contraddizione.
C'è una risposta definitiva? Molti filosofi nel corso degli anni hanno cercato di trovarla e alcuni esperti hanno cercato di risolverla attraverso l'auto-riferimento incoerente, affermando semplicemente che l'affermazione del mentitore sia incoerente e quindi non può essere assegnato un valore di verità definito: in questo caso la sua frase non ha senso - facile così, eh?

Altre soluzioni implicano l'introduzione di "criteri sfumati", ovvero che invece di considerare solo verità o falsità assolute, si potrebbe adottare un approccio in cui l'affermazione del mentitore viene considerata parzialmente vera e parzialmente falsa, evitando quindi la creazione di un paradosso.
Allo stesso tempo, alcuni pensatori hanno cercato di risolverlo attraverso approcci formali come la "teoria dei tipi" o la "teoria della verità", cercando di affrontare le complicazioni logiche e semantiche che sorgono quando un'affermazione fa riferimento a sé stessa.

C'è chi afferma, infine, che la soluzione del paradosso stesso non è necessaria per il funzionamento pratico del linguaggio e della comunicazione umana.
Ancora oggi, nel momento in cui stiamo scrivendo, questo enigma continua a essere oggetto di dibattito tra i pensatori moderni - ma forse lo sarà per sempre - e non esiste ancora un consenso definitivo sulla sua soluzione; tutto cambia in base alle prospettive e alle scuole di pensiero dei filosofi.

Il paradosso del corvo

Supponiamo che io affermi: "Ogni corvo che abbia mai visto è nero". La domanda è: come possiamo essere sicuri che questa affermazione sia vera sempre? Inizialmente, sembrerebbe che le mie osservazioni tendano a confermare l'affermazione, poiché ogni corvo che ho visto finora dovrebbe effettivamente essere nero.
Tuttavia, il paradosso del corvo ci sfida a considerare le implicazioni di questa affermazione e mette in luce la sfida dell'induzione e della generalizzazione. Anche se le nostre osservazioni possono sembrare solide e confermare un certo modello, la conclusione definitiva richiede di tener conto di tutte le possibili osservazioni che potremmo fare.

Il paradosso del corvo ci invita a riflettere sulla natura della conoscenza e sulla validità delle generalizzazioni che facciamo basandoci sulle nostre esperienze limitate. Quindi, qual è la risposta? Il paradosso del corvo può essere risolto riformulando correttamente l'affermazione iniziale e applicando una corretta logica induttiva.

L'affermazione iniziale "Ogni corvo che abbia mai visto è nero", sembra suggerire una forte evidenza per sostenere che tutti i corvi siano neri.
Tuttavia, la formulazione corretta dovrebbe essere "Tutti i corvi osservati da me finora sono neri", poiché le mie osservazioni sono limitate e non possiamo escludere l'esistenza di corvi non neri che non ho ancora osservato.

Quindi, per risolvere il paradosso del corvo dobbiamo riconoscere che le generalizzazioni basate su un numero limitato di osservazioni non possono essere considerate come una prova definitiva. Invece, dovremmo utilizzare la logica induttiva correttamente, suggerendo una serie di osservazioni coerenti che possono sì aumentare la nostra confidenza in una determinata conclusione, ma non possono garantirne la veridicità assoluta.
Pertanto, per risolvere il paradosso, è necessario accettare che le generalizzazioni basate su un insieme limitato di osservazioni sono solo ipotesi, che possono essere confermate o smentite da ulteriori evidenze empiriche.

Il paradosso dell'Hotel di Hilbert

Il paradosso dell'Hotel di Hilbert racconta di un hotel con un numero infinito di camere, occupate da un numero infinito di ospiti. Nonostante le camere occupate, questo paradosso dimostra come sia possibile accogliere nuovi ospiti senza che nessuno dei presenti venga spostato o rifiutato.
In che modo? Prima di tutto si deve immaginare un hotel con un numero di camere numerate 1, 2, 3, e così via all'infinito. Tutte le camere sono occupate da ospiti. Se arriva un nuovo ospite e vuole una camera, potreste pensare che, poiché le camere occupate sono infinite, non ci sia posto... ma non è così.

Il paradosso di Hilbert dimostra il contrario. Per liberare una camera per il nuovo ospite, basta spostare il primo nella camera numero 2, il secondo nella camera numero 3, il terzo nella camera numero 4, e così via. In questo modo, ogni presente in hotel viene spostato in una camera con un numero più grande, liberando la camera numero 1 per il nuovo ospite. Non solo è possibile accogliere un nuovo ospite, ma possiamo farlo anche per un numero infinito di volte.

Possiamo spostare tutti gli ospiti da una camera alla successiva, liberando così tutte le stanze per accogliere i nuovi ospiti. Il paradosso dimostra la sorprendente natura dell'infinito e sfida le nostre intuizioni. La chiave per capirlo è comprendere che l'infinito può comportarsi in modo diverso rispetto ai numeri finiti.

Poiché non c'è un limite superiore, anche se spostiamo ogni ospite in una camera con un numero più grande, ci saranno ancora camere libere in cui possiamo sistemare nuovi ospiti. Quindi, nonostante l'apparenza iniziale che l'hotel sia pieno, è sempre possibile accogliere nuovi clienti.

Vi sentite confusi? Non dite che non vi avevamo avvertito!