Bard, il chatbot di Google: la guerra della IA è appena iniziata

Google Bard è finalmente disponibile in 180 paesi del mondo. Come funziona ma, soprattutto, qual è la storia del chatbot targato Google?

Bard, il chatbot di Google: la guerra della IA è appena iniziata
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Nel corso degli ultimi mesi ci siamo avvicinati per la prima volta al mondo delle IA a livello di massa e su scala globale: i modelli predittivi basati su intelligenza artificiale vengono usati da anni dai colossi del commercio online e della tecnologia in generale per scoprire bisogni e tendenze dei propri clienti ma è a partire dal 2021 che abbiamo iniziato ad avere a che fare con IA "text to image" come DALL-E e Midjourney, fino ad arrivare ai sempre più dibattuti chatbot di ChatGPT e Google Bard.

Bard, in particolare, è un chatbot basato su intelligenza artificiale generativa sviluppato da Google, che arriva sul mercato come risposta diretta a ChatGPT di OpenAI. Basato sulla più vasta famiglia di linguaggi LaMDA, Google Bard ha esordito lo scorso 21 marzo 2023 per un pubblico ristretto e solo ora, nel mese di maggio, il chatbot è stato reso disponibile per il grande pubblico.
Ma come funziona e quali sono le prospettive di questa IA sviluppata da Google?

Cos'è Google Bard?

In seguito al lancio di ChatGPT nel novembre del 2022, Google Search ha deciso di stringere i tempi per il lancio della proprio chatbot basato su intelligenza artificiale.

Dopo aver annunciato nel corso del Google I/O del 2021 il modello LaMDA (Language Model for Dialogue Applications), originariamente sviluppato e introdotto col nome di Meena, e dopo aver presentato la seconda generazione nel 2022, il 6 febbraio 2023 Google ha finalmente presentato Bard: sviluppato con il nome in codice di "Atlas", il chatbot della società di Mountain View rende omaggio alla tradizione celtica dei bardi, nome che dovrebbe anche "riflettere la natura creativa dell'algoritmo di base".
Inizialmente pubblicato per un numero ristretto di tester, Google Bard non è partito esattamente col piede giusto: durante lo showcase di presentazione, un errore del chatbot relativamente ad una richiesta specifica sul James Webb Space Telescope, è costato a Google un crollo in borsa dell'8%, per un totale di 100 milioni di dollari persi sul mercato azionario.

Nelle settimane successive sembra che Sundar Pichai e Prabhakar Raghavan abbiano chiesto agli sviluppatori dell'azienda di dedicare maggiori sforzi al perfezionamento di Google Bard, per correggerne le incertezze.
Seppur con capacità limitate e in versione standalone, Il 21 marzo 2023 Bard ha aperto le porte a un numero ristretto di utenti negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e subito dopo il team di Google Assistant è stato messo al lavoro sull'integrazione del chatbot nel famoso servizio, per poi passare direttamente a ChromeOS e ai dispositivi Pixel.

Nello stesso periodo, Pichai ha annunciato il passaggio di Bard al linguaggio PaLM, molto più performante di LaMDA, che nel momento in cui scriviamo è arrivato alla sua seconda versione.
Durante l'ultimo Google I/O, oltre alle novità relative a PaLM 2, modello addestrato anche su venti linguaggi di programmazione, il CEO di Google ha annunciato l'arrivo di oltre 40 nuove lingue, nonché estensioni di Bard per famose applicazioni come Maps, Gmail, Docs e Sheets e una collaborazione con Firefly di Adobe.

Tra le novità più interessanti poi, Bard è ora in grado di aggiungere immagini alle risposte date, espandendo la capacità di codifica anche a Google Lens.
A oggi, il servizio è disponibile in ben 180 paesi del mondo ma al momento, purtroppo, Google Bard non è ancora disponibile in Italia.
Va specificato, poi, che i progetti di Google basati su IA vanno ben oltre Bard.

Nei prossimi mesi arriveranno tante novità anche per Google Foto e il suo Magic Editor, Google Workspace e Duet AI, nonchè Project Tailwind, una sorta di taccuino basato su intelligenza artificiale che può estrarre informazioni da documenti caricati o già presenti su Google Drive. Insomma sembra che anche a Mountain View il futuro sia nel segno delle IA.

La storia dell'IA senziente

Tra le vicende più interessanti relative alle IA targate Google c'è sicuramente quella dell'ingegnere Blake Lemoine: come riportato dal The Washington Post l'11 giugno del 2022, Lemoine sarebbe stato messo in aspettativa dall'azienda dopo aver affermato che LaMDA aveva assunto caratteri senzienti. Per arrivare a tale conclusione, il ricercatore avrebbe interrogato il modello su questioni riguardanti l'identità personale, i valori morali, la religione e persino sulle Tre Leggi della Robotica di Isaac Asimov.

Successivamente, Lemoine si è spinto anche oltre e, in una intervista con Wired, ha confermato e ribadito le proprie dichiarazioni, arrivando a dire che l'intelligenza artificiale sviluppata da Google è a tutti gli effetti "una persona", facendo riferimento al Tredicesimo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti e comparandola a "una intelligenza aliena di origine terrestre". Stando a Lemoine, Google lo avrebbe addirittura licenziato dopo aver ingaggiato un avvocato su espressa richiesta di LaMDA.

Ovviamente, la società di Mountain View ha negato qualsiasi possibilità che la propria IA potesse aver raggiunto lo stato di essere senziente e molti ricercatori del campo hanno persino ridicolizzato questa idea, definendo Lemoine come una vittima dell'hype generato dal rapido sviluppo della ricerca.

Vera o no, la storia di Blake Lemoine apre le porte a una serie di discussioni che nel prossimo futuro il genere umano sarà costretto ad affrontare: al di là delle questioni più "terrene" come quelle legate ai diritti d'autore relativamente all'utilizzo delle IA, i problemi etici legati allo sviluppo delle intelligenze artificiali si faranno sempre più presenti, come espressamente dichiarato dalla recente lettera firmata da Elon Musk e da tanti altri illustri protagonisti del mondo tech.

Sebbene l'umanità sia lontana dalla creazione di una IA senziente nel senso stretto del termine, l'utilizzo di queste tecnologie solleverà (ma in realtà ha già iniziato a farlo) inevitabilmente discussioni in merito al lavoro e all'occupazione e si spera che le istituzioni riescano a stare al passo con il cambiamento: oltre a trarre vantaggio dalle intelligenze artificiali, infatti, presto saremo chiamati a delineare il perimetro entro il quale utilizzarle.