Black Friday 2022: un successo che preoccupa l'economia globale?
Concluso il Black Friday, è ora di tirare le somme: come sono andate le vendite del 2022? Quante persone hanno usufruito degli sconti dell'ultimo mese?
Il Black Friday 2022 si è ormai concluso, dopo quasi un mese di offerte ininterrotte su tutti i principali prodotti tecnologici e videoludici. Quest'anno, come d'altro canto succede ormai da un bel po', le offerte del "venerdì nero" non sono più state concentrate in una sola giornata (quella del 25 novembre), ma sono state prolungate fino al Cyber Monday di lunedì 28 novembre e anticipate persino di qualche settimana presso i principali rivenditori fisici e online, dando modo a quante più persone possibile di accedere agli sconti e, al contempo, di fare acquisti più ragionati senza subire la pressione delle offerte-lampo. Insomma, il 2022 ha consacrato la trasformazione del Black Friday nel Black November: ma come sono andate le offerte delle ultime settimane? Quante persone hanno acquistato su web grazie agli sconti? E soprattutto, cosa ci dicono i dati del Black Friday sul settore hi-tech e sull'economia in generale?
La mania del Black Friday si consolida anche in Italia
Facciamo una premessa: al momento, i dati del Black Friday 2022 in Italia non sono ancora stati pubblicati in maniera completa, perciò dobbiamo rifarci a quelli validi per i mercati europei e globali, ipotizzando che essi valgano anche per il nostro Paese.
In generale, d'altra parte, questa ipotesi non è così azzardata: come spiegava Il Sole 24 Ore a metà novembre, gli italiani sarebbero arrivati a portafoglio sgonfio alla fatidica data del 25 novembre, calcolando una spesa media di 222 Euro a persona contro i 235 dello scorso anno. A pesare sulla propensione all'acquisto sono state le criticità che ormai conosciamo da tempo, prima tra tutte la generalizzata paura nei confronti di un marcato aumento dei prezzi del gas e dell'elettricità soprattutto in vista dei mesi invernali: sotto questo punto di vista, il fatto che il Black Friday si tenga a fine novembre non ha di certo incentivato gli acquisti. In più persistono i timori per l'inflazione galoppante, anche se paradossalmente questi ultimi potrebbero anche aver spinto molti a comprare prima di subire gli aumenti dei prezzi già annunciati su smartphone, componenti per PC e persino sui videogiochi per Xbox Series, PlayStation 5 e Nintendo Switch.
Tutti i fattori che potrebbero far pensare ad un'annata più magra del solito sono macroeconomici e globali, perciò il caso italiano non dovrebbe essere troppo dissimile da quello tedesco, inglese, francese o persino americano.
Inaspettatamente, però, il Black Friday è andato molto meglio del previsto, specialmente nel Bel Paese. I dati di Klarna, riportati da Milano Finanza, parlano di un +130% di acquisti rispetto al 2021, nonché di un più prevedibile +879% degli acquisti rispetto alla media degli altri giorni dell'anno.
Ciò ci fornisce almeno due indicazioni di massima rispetto alle abitudini di consumo degli italiani: la prima è che la propensione agli acquisti durante il Black Friday è aumentata, il che implica che la fiducia degli italiani negli acquisti online è a sua volta cresciuta; la seconda è che per la maggior parte dei consumatori il Black Friday rimane una consuetudine legata più ad un solo giorno che ad un periodo prolungato, al contrario di quanto avviene in altri Paesi del mondo. A confermare la visione "ristretta" del Black Friday tipica del pubblico italiano sono sempre i dati Klarna, che parlano di un aumento degli acquisti nei giorni immediatamente precedenti al 25 novembre del 200% circa rispetto alla media del resto dell'anno. Insomma, nella settimana del Black Friday si compra di più del solito, ma il grosso degli acquisti si concentra in 24 ore.
Il dato più impressionante è quel +130% su base annua: benché sia pur vero che a novembre 2021 l'economia italiana si trovava comunque in una fase di incertezza per certi versi paragonabile a quella attuale, il dato nostrano è nettamente migliore rispetto a quello internazionale e, soprattutto, a quello americano. Forbes, infatti riporta che negli Stati Uniti le vendite del Black Friday sono aumentate appena del 2,3% rispetto al 2021. Una statistica decisamente in linea con le previsioni di una stagione invernale al risparmio in tutto il mondo.
La difformità tra il dato italiano e quello statunitense, dunque, è più un indicatore culturale che economico: un aumento verticale degli acquisti non dipende dalla bontà delle offerte e degli sconti, né dalla nostra propensione a spendere o dalla nostra ricchezza, ma più che altro dal fatto che ultimamente sia caduto lo scetticismo nei confronti del Black Friday, con diversi anni di distanza rispetto al resto d'Europa e del mondo. Insomma, le persone si fidano di più degli acquisti online e delle loro offerte, e sempre più sono i consumatori che fissano il Black Friday nel loro calendario anche nel Bel Paese, dove esso non è mai stato una "ricorrenza" particolarmente sentita
Sconti più alti, ma non è un bene
Relativamente in linea con il panorama internazionale sono invece le categorie di beni più vendute il 25 novembre scorso e nei giorni immediatamente precedenti: in Italia, lo scettro spetta all'abbigliamento e alle calzature, all'elettronica e al settore dell'intrattenimento (CD, DVD, videogiochi).
Si tratta di settori che sono tradizionalmente al centro del Black Friday nostrano e che grossomodo rientrano anche nelle tipologie di prodotti più venduti all'estero, benché con una differenza di massima: in Paesi come gli Stati Uniti, all'abbigliamento si sostituiscono i giochi per bambini. In particolare, durante il Black Friday americano le vendite dei giocattoli sono aumentate del 285% rispetto alla media annuale, dando respiro alle multinazionali ludiche che hanno vissuto un 2022 segnato da un netto ribasso. Difficile dire perché in Italia l'abbigliamento sia in testa tra i settori più redditizi del Black Friday, soprattutto considerando che i saldi invernali avranno inizio il 5 gennaio 2023: in questo caso è probabile che le offerte dei grandi marchi siano state particolarmente interessanti, oppure che i vestiti si stiano gradualmente sostituendo ai giocattoli tra i regali natalizi, oppure ancora che chi compra giocattoli non elettronici in Italia preferisca farlo in un negozio fisico (magari percependo una maggiore sicurezza, specie considerato che si tratta di prodotti destinati ai bambini) o più a ridosso delle festività di Natale, sperando in sconti più elevati.
Ovviamente, comunque, a parte l'abbigliamento è stato il settore dell'elettronica a farla da padrone sia tra le offerte del Black Friday che tra quelle del Cyber Monday, sia in Italia che all'estero. Altro dato generale è l'aumento del numero di vendite pro-capite, che non sempre però è stato legato ad un aumento proporzionato della spesa pro-capite. Ciò, in linea di massima, indica che gli sconti del 2022 sono stati maggiori di quelli degli anni precedenti. I dati riportati da Adobe Analytics e Forbes, in effetti, puntano molto su un aumento delle percentuali degli sconti sui principali prodotti interessati dalle offerte: ciò sembra però contraddire quanto dicevamo qualche riga più sopra, parlando del generalizzato aumento dei prezzi dei beni di consumo degli ultimi mesi.
Ebbene, pare che l'incremento delle percentuali degli sconti sia legato a una diffusa necessità di svuotare i magazzini in vista di una stagione natalizia che non si prospetta tra le migliori. In altre parole, i negozi aumentano le percentuali di sconto nella speranza di piazzare quei prodotti che altrimenti rimarrebbero invenduti, accettando di ridurre in maniera consistente la propria percentuale di guadagno su ogni unità commerciata. Un trend per nulla positivo e indicativo della difficile situazione dell'economia internazionale.
Addirittura, sempre Forbes riporta che quest'anno si è verificato un deciso cambiamento nelle modalità di scelta delle offerte da parte dei rivenditori: in una situazione normale, durante il Black Friday un negozio potrebbe decidere di scontare fortemente un prodotto, riducendo i propri guadagni su quest'ultimo, per convincere gli utenti a comprarlo insieme a dei beni accessori che vengono invece venduti a prezzo pieno.
Per esempio, una catena di negozi di videogiochi potrebbe dimezzare il prezzo di una console sperando di rifarsi con le vendite dei software, oppure un negozio di componenti per PC potrebbe scontare le sue schede video per convincere chi le compra ad acquistare anche un nuovo processore, una nuova scheda madre e un nuovo alimentatore. Ora, invece, questo meccanismo sembra essersi inceppato: l'elevato volume di beni nei magazzini dei rivenditori ha imposto loro di scontare quanti più prodotti possibili, nella speranza di venderli e di "fare spazio" per nuovi oggetti da mettere in commercio in tempo per Natale. Non è, dunque, un caso che lo sconto medio per i prodotti elettronici sia stato del 25% circa, molto più alto della media degli scorsi anni. Resta da capire se le vendite siano state sufficienti a far tirare un sospiro di sollievo ai retailer.
Certo, il Black Friday non è andato male come gli analisti pensavano, ma si tratta di una vittoria di Pirro: le aspettative iniziali erano così basse che superarle è stato facile, ma ciò non significa affatto che l'economia globale sia in ripresa.
Black Friday 2022: un successo che preoccupa l'economia globale?
Concluso il Black Friday, è ora di tirare le somme: come sono andate le vendite del 2022? Quante persone hanno usufruito degli sconti dell'ultimo mese?
Il Black Friday 2022 si è ormai concluso, dopo quasi un mese di offerte ininterrotte su tutti i principali prodotti tecnologici e videoludici. Quest'anno, come d'altro canto succede ormai da un bel po', le offerte del "venerdì nero" non sono più state concentrate in una sola giornata (quella del 25 novembre), ma sono state prolungate fino al Cyber Monday di lunedì 28 novembre e anticipate persino di qualche settimana presso i principali rivenditori fisici e online, dando modo a quante più persone possibile di accedere agli sconti e, al contempo, di fare acquisti più ragionati senza subire la pressione delle offerte-lampo.
Insomma, il 2022 ha consacrato la trasformazione del Black Friday nel Black November: ma come sono andate le offerte delle ultime settimane? Quante persone hanno acquistato su web grazie agli sconti? E soprattutto, cosa ci dicono i dati del Black Friday sul settore hi-tech e sull'economia in generale?
La mania del Black Friday si consolida anche in Italia
Facciamo una premessa: al momento, i dati del Black Friday 2022 in Italia non sono ancora stati pubblicati in maniera completa, perciò dobbiamo rifarci a quelli validi per i mercati europei e globali, ipotizzando che essi valgano anche per il nostro Paese.
In generale, d'altra parte, questa ipotesi non è così azzardata: come spiegava Il Sole 24 Ore a metà novembre, gli italiani sarebbero arrivati a portafoglio sgonfio alla fatidica data del 25 novembre, calcolando una spesa media di 222 Euro a persona contro i 235 dello scorso anno.
A pesare sulla propensione all'acquisto sono state le criticità che ormai conosciamo da tempo, prima tra tutte la generalizzata paura nei confronti di un marcato aumento dei prezzi del gas e dell'elettricità soprattutto in vista dei mesi invernali: sotto questo punto di vista, il fatto che il Black Friday si tenga a fine novembre non ha di certo incentivato gli acquisti. In più persistono i timori per l'inflazione galoppante, anche se paradossalmente questi ultimi potrebbero anche aver spinto molti a comprare prima di subire gli aumenti dei prezzi già annunciati su smartphone, componenti per PC e persino sui videogiochi per Xbox Series, PlayStation 5 e Nintendo Switch.
Tutti i fattori che potrebbero far pensare ad un'annata più magra del solito sono macroeconomici e globali, perciò il caso italiano non dovrebbe essere troppo dissimile da quello tedesco, inglese, francese o persino americano.
Inaspettatamente, però, il Black Friday è andato molto meglio del previsto, specialmente nel Bel Paese. I dati di Klarna, riportati da Milano Finanza, parlano di un +130% di acquisti rispetto al 2021, nonché di un più prevedibile +879% degli acquisti rispetto alla media degli altri giorni dell'anno.
Ciò ci fornisce almeno due indicazioni di massima rispetto alle abitudini di consumo degli italiani: la prima è che la propensione agli acquisti durante il Black Friday è aumentata, il che implica che la fiducia degli italiani negli acquisti online è a sua volta cresciuta; la seconda è che per la maggior parte dei consumatori il Black Friday rimane una consuetudine legata più ad un solo giorno che ad un periodo prolungato, al contrario di quanto avviene in altri Paesi del mondo. A confermare la visione "ristretta" del Black Friday tipica del pubblico italiano sono sempre i dati Klarna, che parlano di un aumento degli acquisti nei giorni immediatamente precedenti al 25 novembre del 200% circa rispetto alla media del resto dell'anno. Insomma, nella settimana del Black Friday si compra di più del solito, ma il grosso degli acquisti si concentra in 24 ore.
Il dato più impressionante è quel +130% su base annua: benché sia pur vero che a novembre 2021 l'economia italiana si trovava comunque in una fase di incertezza per certi versi paragonabile a quella attuale, il dato nostrano è nettamente migliore rispetto a quello internazionale e, soprattutto, a quello americano.
Forbes, infatti riporta che negli Stati Uniti le vendite del Black Friday sono aumentate appena del 2,3% rispetto al 2021. Una statistica decisamente in linea con le previsioni di una stagione invernale al risparmio in tutto il mondo.
La difformità tra il dato italiano e quello statunitense, dunque, è più un indicatore culturale che economico: un aumento verticale degli acquisti non dipende dalla bontà delle offerte e degli sconti, né dalla nostra propensione a spendere o dalla nostra ricchezza, ma più che altro dal fatto che ultimamente sia caduto lo scetticismo nei confronti del Black Friday, con diversi anni di distanza rispetto al resto d'Europa e del mondo.
Insomma, le persone si fidano di più degli acquisti online e delle loro offerte, e sempre più sono i consumatori che fissano il Black Friday nel loro calendario anche nel Bel Paese, dove esso non è mai stato una "ricorrenza" particolarmente sentita
Sconti più alti, ma non è un bene
Relativamente in linea con il panorama internazionale sono invece le categorie di beni più vendute il 25 novembre scorso e nei giorni immediatamente precedenti: in Italia, lo scettro spetta all'abbigliamento e alle calzature, all'elettronica e al settore dell'intrattenimento (CD, DVD, videogiochi).
Si tratta di settori che sono tradizionalmente al centro del Black Friday nostrano e che grossomodo rientrano anche nelle tipologie di prodotti più venduti all'estero, benché con una differenza di massima: in Paesi come gli Stati Uniti, all'abbigliamento si sostituiscono i giochi per bambini.
In particolare, durante il Black Friday americano le vendite dei giocattoli sono aumentate del 285% rispetto alla media annuale, dando respiro alle multinazionali ludiche che hanno vissuto un 2022 segnato da un netto ribasso.
Difficile dire perché in Italia l'abbigliamento sia in testa tra i settori più redditizi del Black Friday, soprattutto considerando che i saldi invernali avranno inizio il 5 gennaio 2023: in questo caso è probabile che le offerte dei grandi marchi siano state particolarmente interessanti, oppure che i vestiti si stiano gradualmente sostituendo ai giocattoli tra i regali natalizi, oppure ancora che chi compra giocattoli non elettronici in Italia preferisca farlo in un negozio fisico (magari percependo una maggiore sicurezza, specie considerato che si tratta di prodotti destinati ai bambini) o più a ridosso delle festività di Natale, sperando in sconti più elevati.
Ovviamente, comunque, a parte l'abbigliamento è stato il settore dell'elettronica a farla da padrone sia tra le offerte del Black Friday che tra quelle del Cyber Monday, sia in Italia che all'estero.
Altro dato generale è l'aumento del numero di vendite pro-capite, che non sempre però è stato legato ad un aumento proporzionato della spesa pro-capite. Ciò, in linea di massima, indica che gli sconti del 2022 sono stati maggiori di quelli degli anni precedenti.
I dati riportati da Adobe Analytics e Forbes, in effetti, puntano molto su un aumento delle percentuali degli sconti sui principali prodotti interessati dalle offerte: ciò sembra però contraddire quanto dicevamo qualche riga più sopra, parlando del generalizzato aumento dei prezzi dei beni di consumo degli ultimi mesi.
Ebbene, pare che l'incremento delle percentuali degli sconti sia legato a una diffusa necessità di svuotare i magazzini in vista di una stagione natalizia che non si prospetta tra le migliori.
In altre parole, i negozi aumentano le percentuali di sconto nella speranza di piazzare quei prodotti che altrimenti rimarrebbero invenduti, accettando di ridurre in maniera consistente la propria percentuale di guadagno su ogni unità commerciata. Un trend per nulla positivo e indicativo della difficile situazione dell'economia internazionale.
Addirittura, sempre Forbes riporta che quest'anno si è verificato un deciso cambiamento nelle modalità di scelta delle offerte da parte dei rivenditori: in una situazione normale, durante il Black Friday un negozio potrebbe decidere di scontare fortemente un prodotto, riducendo i propri guadagni su quest'ultimo, per convincere gli utenti a comprarlo insieme a dei beni accessori che vengono invece venduti a prezzo pieno.
Per esempio, una catena di negozi di videogiochi potrebbe dimezzare il prezzo di una console sperando di rifarsi con le vendite dei software, oppure un negozio di componenti per PC potrebbe scontare le sue schede video per convincere chi le compra ad acquistare anche un nuovo processore, una nuova scheda madre e un nuovo alimentatore. Ora, invece, questo meccanismo sembra essersi inceppato: l'elevato volume di beni nei magazzini dei rivenditori ha imposto loro di scontare quanti più prodotti possibili, nella speranza di venderli e di "fare spazio" per nuovi oggetti da mettere in commercio in tempo per Natale.
Non è, dunque, un caso che lo sconto medio per i prodotti elettronici sia stato del 25% circa, molto più alto della media degli scorsi anni. Resta da capire se le vendite siano state sufficienti a far tirare un sospiro di sollievo ai retailer.
Certo, il Black Friday non è andato male come gli analisti pensavano, ma si tratta di una vittoria di Pirro: le aspettative iniziali erano così basse che superarle è stato facile, ma ciò non significa affatto che l'economia globale sia in ripresa.
Immagini e infografiche via:
GFK, Namogoo, Statista, Infodata - Il Sole 24 Ore, ECWID.
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