Caro bollette: l'Arera ferma tutto, ma quanto costano gli elettrodomestici?

Dalla lavatrice al frigorifero, quale sarà l'impatto del caro energia? L'Arera ci ha messo una pezza, ma basterà anche per il futuro?

Caro bollette: l'Arera ferma tutto, ma quanto costano gli elettrodomestici?
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Per una combinazione di fattori certamente non favorevoli, ci troviamo a fare i conti con un incremento esponenziale dei costi della materia energia. Da un lato le conseguenze di due anni di Pandemia, dall'altro i rubinetti del gas che vanno via via restringendosi a causa di una situazione geopolitica sul filo del rasoio.
Tutto ciò ci ha portato a fare considerazioni in merito al caro bollette in relazione a Xbox Series X e PlayStation 5, scoprendo i benefici delle modalità di risparmio energetico di queste brillanti console. Tuttavia, in casa siamo ormai pieni di apparecchiature che inevitabilmente andranno a incidere sul costo mensile da versare nelle casse del nostro fornitore di fiducia.
Quanto incidono, quindi, gli insospettabili? Tra lavatrici, forni e frigoriferi, cerchiamo di fare il punto della situazione nel Belpaese e scopriamo l'ultimo intervento dell'Arera sul prezzo dell'energia elettrica.

Frigorifero, quanto mi costi!

Già la Repubblica ha stilato un'interessante informativa sui costi "stanza per stanza" al 31 agosto 2022, utilizzando i dati Arera disponibili a quel periodo e le proiezioni sul possibile sviluppo dei costi nel resto dell'anno.

In linea di massima, il costo risultava quasi raddoppiato in un confronto anno per anno coi prezzi estivi, arrivando a superare il 300% con le ipotesi di prezzo di fine 2022.
I dati parlavano, per esempio, di un costo medio annuo per un frigorifero da 200 litri di Classe A nel 2021 di 23 euro, che diventavano 41 secondo i dati di agosto, per poi schizzare a 83 con quanto previsto per gli ultimi trimestri. Un forno, il cui utilizzo è intermittente e calcolato sui 100 cicli, sarebbe dovuto passare da 10 a 18 euro, prevedendo, poi, un aumento fino a 36, sempre in classe A. Ancora più importante il colpo che potrebbero accusare gli utenti dotati di dispositivi di classe inferiore, con costi previsti fino a 279 euro annui per una lavatrice di classe G e fino a 251 euro per un frigorifero da 200 litri della medesima categoria energetica.

Particolarmente impegnativo da mandare giù il boccone relativo all'illuminazione, ipotizzando un costo annuo fino a 240 euro di massima per un'abitazione di 81 mq illuminata al 40% a incandescenza. Insomma, costi assolutamente da non sottovalutare.

Questi dati, come già accennato, si basano sulle comunicazioni dell'Autorità sul terzo trimestre, pari a 0,4151 euro al kWh, in contrapposizione ai 0,231 del 2021. Un ulteriore incremento del 100% è quanto si ipotizzava per l'ultimo trimestre, in assenza di politiche mirate che mettessero un freno a questa scalata.
Nelle ultime settimane, ciò che è avvenuto all'interno e all'esterno dei confini italiani non ha sicuramente aiutato a sedare le ipotesi più pessimistiche, a partire dal presunto incidente al Nord Stream, che potrebbe comportare un'improvvisa impennata nei costi del gas di provenienza russa, a discapito soprattutto di Paesi come il nostro, dove si fa larghissimo uso di questo combustibile anche per la produzione di energia elettrica.

L'Arera blocca la luce a +59%

La nuova comunicazione dell'Arera era attesa per il 29 settembre 2022, anticipata dalle parole del presidente Besseghini, il quale aveva spiegato che "Andremo incontro a una variazione estremamente rilevante per i consumatori, che si inseriscono in un quadro rilevante di variazione di tutto il sistema". Insomma, uno scenario ancora da definire ma tutt'altro che favorevole per i consumatori, sebbene le stime dell'ultim'ora da parte di Nomisma parlassero di un incremento del 60%, con picchi per l'energia elettrica fino a 0,666 euro al kWh e quindi più clementi rispetto alle ipotesi paventate in precedenza.

In definitiva, un'operazione straordinaria dell'Arera ha scongiurato il peggio fissando l'aumento sul +59% per "l'energia elettrica per le famiglie ancora in tutela", una decisione fondamentale per le tasche dei consumatori, che altrimenti avrebbero dovuto fare i conti con prezzi al raddoppio nonostante il decreto Aiuti bis.

L'aggravio per le famiglie italiane sarà comunque importantissimo, senza necessariamente andare a scomodare i consumi unitari del gas, per i quali è previsto un aumento del 70% passando da una media ormai pluriennale di circa 75 centesimi agli oltre due euro stimati per il mercato tutelato, in ribasso rispetto alle prime previsioni estive ma che non mancherà di avere risvolti ancora più drammatici per le nostre tasche.

Confermato, inoltre, il bonus sociale per luce e gas per gli utenti che ne hanno diritto.
Per far fronte a questo enorme problema, la stessa Arera ha proposto un nuovo metodo di calcolo per la materia prima gas, che verrà applicato già a partire da ottobre. Il nuovo meccanismo prevede di lasciare da parte le quotazioni del mercato internazionale TTF (basato sui prezzi all'ingrosso in Olanda) in favore di una stima basata sulla media mensile dei prezzi sul mercato, vale a dire l'indicatore PSV (Punto di Scambio Virtuale). Questo valore, in poche parole, è basato su un meccanismo semplice di domanda e offerta nel mercato italiano, con una definizione a valle del prezzo all'ingrosso sulla base del quale verrà poi calcolato anche il costo unitario per l'utente finale su base mensile.

Il valore di questi due indici negli ultimi due anni ha visto numerosi cambiamenti di fronte, rendendo difficile stabilire con precisione quale dei due possa essere il più conveniente per il nostro mercato, ma arriviamo alle note positive: nelle ultime ore, come riportato da Sky TG25, il PSV è sceso a un minimo di 80 euro al MWh, rispetto agli oltre 200 dell'indice di Amsterdam.

Questo ha portato l'Italia a trovarsi in una posizione tanto favorevole da esportare addirittura all'estero, nonostante o forse anche in virtù dell'incidente avvenuto nel Mar Baltico. Una cosa è certa: gli stoccaggi nazionali sono quasi a saturazione e gran parte di quanto arriva da Gazprom viene immediatamente rivenduto, complice anche il progressivo aumento della portata del gasdotto TAP e dell'import di gas algerino.
Le politiche estere di questi mesi sembrano aver pagato e, al contempo, una delle infrastrutture strategiche più controverse degli ultimi anni, messa in piedi in territorio salentino non senza polemiche da parte sia della popolazione locale che di importanti forze politiche nazionali, potrebbe rivelarsi cruciale per i nostri prossimi inverni.

Come spiega il portale news di Sky, questo fenomeno assolutamente temporaneo è frutto anche di una perfetta congiuntura con il clima favorevole di queste settimane, mite e con temperature bilanciate e ben lontane da estremi che richiedano l'utilizzo di dispositivi di riscaldamento o raffrescamento.
Tutto questo, unito al fatto che l'Arera d'ora in avanti utilizzerà un valore di mercato locale e non più internazionale, giocherà un ruolo chiave in ottica costi nel breve periodo per poi dissiparsi con l'arrivo dell'inverno e dei consumi.

Un altro fattore positivo di questa scelta è da ricercarsi nel fatto che eventuali politiche favorevoli dell'Unione saranno più semplici da applicare utilizzando un indice nazionale e non internazionale.

Insomma, attenzione a lasciarsi andare a slanci incauti di ottimismo: occorre tenere a mente che difficilmente vedremo flessioni tali da rinormalizzare il prezzo ai periodi pre-crisi, ma c'è una buona probabilità che i rincari previsti per i prossimi mesi si dimostrino inferiori rispetto ai presagi peggiori, seppur comunque i peggiori mai visti in bolletta.