Il cavolo che fa decollare gli aeroplani: i carburanti SAF

Un grosso aiuto per la svolta green per quanto riguarda i carburanti per trasporti aerei può arrivare da una pianta, il cavolo d'Abissinia.

Il cavolo che fa decollare gli aeroplani: i carburanti SAF
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Una delle maggiori cause di inquinamento atmosferico tramite produzione di anidride carbonica è il settore dei trasporti, con quello aereo a farla da padrone, con una quantità di anidride che contribuisce per circa il 3,5% al fenomeno di riscaldamento globale.
A tal proposito si discute molto su questo mezzo di trasporto e su possibili mezzi che ne riducano l'impatto. Uno tra questi riguarda sicuramente l'eventualità di ridurre i viaggi su jet privati dei superricchi, mentre una delle strategie già messe in atto da chi si occupa della questione è la produzione di carburanti prodotti da biomasse e quindi maggiormente sostenibili: le SAF (Sustainable Aviation Fuel, in italiano, Carburanti sostenibili per l'aviazione). Numerosi materiali possono essere utilizzati per la creazione di questo biocarburante, potenzialmente anche prodotti di scarto, rendendo il tutto ancora più interessante.

Lo studio con una pianta di cavolo

In questo speciale ci occuperemo di una ricerca piuttosto particolare, il lavoro di alcuni studiosi dell'università della Georgia, i quali hanno utilizzato un SAF derivato dalla Brassica carinata, una pianta della famiglia delle crocifere, chiamata nel linguaggio comune cavolo d'Abissinia.

Il Dr. Puneet Dwivedi, che si occupa di ricerche sulla carinata già da tempo, pensa sia di enorme impatto al cambiamento climatico: egli stima che con l'utilizzo di tale carburante sia possibile ridurre le emissioni di ben oltre il 20%, pari alla soglia che gli Stati Uniti d'America si sono imposti per il 2030 sotto l'amministrazione Biden.

Tramite il SAF prodotto con il cavolo d'Abissinia, si è osservata una drastica riduzione della carbon footprint di circa il 65%, con un consumo di 919 grammi di anidride carbonica al litro contro i 2618 grammi di anidride al litro dei carburanti tradizionali.
Ciò che rende la carinata una materia prima ideale è l'alto contenuto d'olio (40% in volume) che garantisce delle ottime rese; la pianta ha, inoltre, buona stabilità alle condizioni terriere e tolleranza a climi rigidi, ha bisogno di un basso utilizzo di fertilizzante ed è compatibile con le moderne pratiche agricole.
Gli stati del sud degli U.S.A. come la Georgia sono particolarmente favorevoli alla raccolta di questa pianta, poiché può essere effettuata anche durante i mesi invernali sfruttando terreni che rimarrebbero inutilizzati, facendo economia e non intaccando il raccolto usuale.

L'analisi economica sul SAF a base di brassica carinata

Lo studio statunitense si focalizza molto sull'aspetto economico di questo SAF, in modo da mostrare la possibilità di utilizzo fuori dall'ambito della ricerca; per analizzare il ciclo di produzione si è considerato un sistema costituito dai maggiori stage: la coltivazione, l'estrazione dell'olio e il raffinamento.

È stato preso in considerazione un lasso di tempo di 20 anni, effettuando un'analisi di sensitività al prezzo di pareggio, e sempre in questi step di produzione si sono osservati i valori con carburanti adesso in utilizzo e la differenza con quelli sostenibili.

Dal punto di vista economico le prospettive sono discrete: se per un litro di carburante a base di petrolio il prezzo è di 0,50$, un litro di SAF di cavolo d'Abissinia si attesterebbe tra i 1,28$ fino a un prezzo base di 0,85$.
I prezzi risultano essere poco competitivi, se non considerassimo un'ulteriore proprietà del SAF carinata: l'alta generazione di co-prodotti.
Farine animali ad alto contenuto proteico, propano e nafta sono dei prodotti secondari sfruttati per ottenere ricavo e abbassare il costo della catena di approvvigionamento. Aggiungendo, poi, anche dei crediti per abbassarne il prezzo, si arriverebbe a una forbice di prezzo tra gli -0,12$ ai -0,66$ al litro, ottenendo quindi un guadagno netto.

Sustainable Aviation Fuel dagli Stati Uniti d'America all'Italia

Nel 2019 i soli Stati Uniti hanno consumato 101 miliardi di litri di carburante convenzionale, cioè il 18% dei consumi globali.
Dwivedi si augura dei sussidi in tale ambito, soprattutto concentrati in adeguati impianti industriali ed economici. Questa fiducia è avvalorata anche da stime per altri tipi di SAF prodotti da piante quali camelina, canola e soia che si attestano a impatti tra il 50% e il 78% di riduzione dell'impronta di carbonio. Chissà se non vedremo in futuro grandi compagnie quali ITA Airways, Ryanair o Air France far decollare gli aerei con l'olio da cucina, cavolo o soia!

Anche la nostra nazione sta guardando al futuro del carburante e dell'aviazione. Dall'agosto del 2022 c'è un accordo tra il politecnico di Torino e il MIMS (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili) della durata di tre anni, che ha sia l'interesse di effettuare ricerche sui biocarburanti simili a quelli citati, sia per sottoscrivere strategie di immissione dei SAF sul mercato, andando incontro a una progressiva decarbonizzazione del settore come la politica e soprattutto l'ambiente richiedono.
A questo punto la domanda sorge spontanea: come cambieranno i viaggi in aereo a causa del cambiamento climatico?

Fonti:
ScienceDaily - Wiley - Ministero delle infrastrutture e dei trasporti