Twitch ha tenuto di recente la sua annuale convention americana, riuscendo a riempire senza grosse difficoltà il Convention Centre di San Diego. È la stessa struttura che ospita ogni anno la più importante fiera della cultura pop al mondo. Non che ci fossero molti dubbi, le star dello streaming possono contare su stormi infiniti di fan e la loro popolarità è così solida da permettere loro di stringere contratti multimilionari con le aziende e con le stesse piattaforme che li ospitano. La TwitchCon appena conclusa è stato l'evento di celebrazione di un settore, quello delle live in streaming, che nel 2019 si stima arriverà a valere 3 miliardi di dollari (nel 2018 valeva 1.1 miliardi).
Chi sono gli sfidanti di Twitch?
Ci aveva proprio visto giusto Amazon quando nel 2014 decise di acquisire Twitch per poco meno di 1 miliardo di dollari. Oggi, però, quello delle live in streaming è un settore che fa gola a sempre più rivali, e se la torta diventa più grande, sono anche sempre di più le aziende che cercano di accaparrarsi più fette possibili. Il competitor naturale di Twitch è ovviamente YouTube, che con il mondo del gaming ci flirta da sempre. Google non è certo stata a guardare mentre alcuni dei suoi gamer più popolari iniziavano a streammare in diretta sulla piattaforma avversaria, e così negli ultimi anni ha plasmato gli strumenti per le dirette in modo da renderli simili a quelli di Twitch, ad esempio introducendo il concetto di abbonati ai canali, e offrendo la possibilità di fare donazioni in diretta. Oggi YouTube Live è il secondo player del settore, e per ogni 100 ore passate a guardare video in diretta nel 2018, poco meno di 20 (19,5) sono state spese sulla piattaforma di Mountain View. A differenza di altre piattaforme, YouTube parte avvantaggiata, perché può contare su un roster invidiabile di personalità e webstar già affermate.
735.540.000 di ore, ecco il tempo speso a guardare dirette nel secondo quadrimestre del 2018 dagli utenti di YouTube. Un numero impressionante, ma che diventa risibile se lo si confronta con il tempo speso dagli utenti di Twitch: 2.720.020.000 ore. Quasi tre miliardi. È questo il colosso da battere se si vuole mettere le mani sullo scettro di piattaforma N.1 del Live Streaming.
L'altro contendente è un outsider del mondo del gaming, ma è comunque una piattaforma che offriva da anni ai suoi utenti la possibilità di streammare eventi dal vivo. Parliamo di Facebook, che solamente sette mesi fa ha fatto debuttare il suo Facebook Gaming. L'azienda di Zuckerberg sta già spendendo il più possibile per portare streamer sul suo nuovo servizio, e sempre nel secondo quadrimestre del 2018 è riuscita a raggiungere il traguardo di 197.760.000 ore visualizzate - anche se sui dati di time watch del social network ha senso andarci un po' cauti.
Se non altro perché, proprio su questo, nel 2018 ci fu una accusa di frode. In coda alla classifica dei player più grossi troviamo invece Mixer, la creatura di Microsoft integrata direttamente all'interno dell'ecosistema Xbox. Durante il secondo quadrimestre dell'anno scorso gli utenti hanno guardato 112.000.000 ore di contenuti (il 3% sul totale di ore visualizzate).
C'è anche un quinto incomodo che si sta affacciando sul mercato, ottenendo l'interesse di investitori di primo piano. Si chiama Caffeine e può contare su un investimento da 100 milioni da parte di 21st Century Fox. Dietro a Caffeine ci sono Ben Keighran and Sam Roberts, entrambi designer del progetto Apple TV.
Se su Caffeine è possibile trasmettere dirette di qualsiasi tipo, dal gaming, all'intrattenimento, passando per le esibizioni musicali, quello che appare più interessante è che dalla partner con la Fox è nato Caffeine Studio, che si occuperà di contenuti originali, soprattutto sportivi, grazie alla collaborazione di Fox Sport. Accedendo al sito, ad esempio, abbiamo trovato alcune dirette in collaborazione con Red Bull, ma complessivamente Caffeine ci sembra ancora acerbo e poco popolato. Contando che è ancora in fase di "pre-release" (sebbene accessibile già a tutti) vale la pena dargli ancora un po' di tempo.
La vera battaglia? Quella per aggiudicarsi i talenti migliori
Ma non fatevi ingannare da queste informazioni, perché l'asset di maggiore valore di queste piattaforme non sono gli spettatori, ma i creator. Quando ad agosto la piattaforma di Microsoft, Mixer, ha strappato Ninja dalle mani di Twitch, riuscendo a fargli firmare un contratto di esclusiva, ha dimostrato che il vero terreno di gioco su cui si scontreranno i colossi dello streaming nei prossimi mesi sarà proprio quello della caccia ai talenti. Twitch, YouTube, Facebook Gaming e Mixer funzionano quando hanno contenuti di valore da offrire. Gli spettatori vanno e vengono di conseguenza. Mixer ha aggiunto una nuova regola del gioco: i creator, proprio come le case produttrici cinematografiche, i publisher dei videogiochi, e le star hollywoodiane, possono legarsi in modo indissolubile ad una piattaforma. La reazione spontanea di Twitch alla perdita del suo MVP è stata, non a caso, quella di cercare di strappare un altro player di valore alla concorrenza.
A neanche un mese dalla perdita di Richard Blevins, Twitch è stata costretta a stringere un accordo di esclusiva con un altro streamer di successo di Fortnite: Nicholas "Nick Eh 30" Amyoony, che fino a quel momento usava prevalentemente YouTube. Il contratto di esclusiva di Amyoony vale solo per i contenuti legati a Fortnite. Inoltre Twitch ha saggiamente cercato di accattivarsi il suo pubblico, offrendo i benefit da fan premium a tutti gli utenti che erano già abbonati al canale YouTube di Amyoony.
Del resto, che i content creator inizino ad avere un peso equiparabile, se non superiore, a quello dei videogiochi che vengono streammati, lo si intuisce dal fatto che tra il 2018 e il 2019 è emersa una nuova categoria di Live di successo: la Just Chatting. Non più partite condivise in live, ma semplicemente il creator davanti ad un microfono per parlare con i suoi fan. Sono iniziati a nascere anche canali che producono esclusivamente contenuti di questo tipo, per un'esperienza più vicina a quella radiofonica, che al mondo del gaming. In Italia, ad esempio, il Cerbero Podcast si è creato un seguito di tutto rispetto proponendo esclusivamente contenuti di infotainment su Twitch e YouTube.
Se l'intuizione di Microsoft si dimostrerà vincente, ovvero avrà ragione nel reputare che i creator brillano di luce propria anche quando si separano dalla piattaforma che li ha creati, significa che i giochi sono tutto fuorché fatti: Twitch non è immortale, e il suo impero non sarà certamente a rischio di crollare, ma può perdere quote importanti davanti alla concorrenza. Per il momento, i numeri sono difficilissimi da valutare. La prima live di Ninja su Mixer è stata un enorme successo, con 80.000 spettatori - un numero coerente con le precedenti performance del ragazzo, stando a Kotaku. Ninja è anche riuscito a portarsi dietro due milioni di fan, tutti diligentemente iscritti al suo canale su Mixer. Ma la domanda, ora, diventa se questi numeri siano destinati a rimanere.
Del resto, quando era emersa la notizia del suo cambio di piattaforma, c'era chi, come Thomas Bardwell della CCN, sosteneva che avesse firmato la sua condanna verso l'irrilevanza. Fino a quel momento analoghi tentativi di Facebook avevano tutti portato ad un buco nell'acqua.
Oggi, a distanza di un paio di mesi dal suo debutto trionfale, le live di Blevins raramente superano le 15.000 views. La nostra opinione? Non basta un MVP per fare breccia nelle difese dei competitor, se poi tanto attorno a lui c'è il nulla più totale. Mixer dovrà continuare nella sua campagna acquisti, ma poi ad un certo punto i creator di qualità e i nuovi utenti dovranno venire in modo organico e spontaneo. Se così non sarà, Twitch continuerà a stravincere indisturbato. Chiudiamo con il dato più importante di tutti: il 75% delle ore passate dagli utenti di Twitch a guardare le dirette è concentrato su solamente 5.000 canali. L'affetto degli utenti, in altre parole, non è spalmato in modo omogeneo su creatori grandi, medi e piccoli. Anche per questo, rubare i pezzi principali della scacchiera dell'avversario significa dargli una stoccata potenzialmente fatale.
Chi sta vincendo la guerra delle piattaforme live streaming?
Twitch continua ad essere il re del live streaming, ma nel frattempo i suoi competitor hanno capito come rubargli terreno.
Twitch ha tenuto di recente la sua annuale convention americana, riuscendo a riempire senza grosse difficoltà il Convention Centre di San Diego. È la stessa struttura che ospita ogni anno la più importante fiera della cultura pop al mondo. Non che ci fossero molti dubbi, le star dello streaming possono contare su stormi infiniti di fan e la loro popolarità è così solida da permettere loro di stringere contratti multimilionari con le aziende e con le stesse piattaforme che li ospitano.
La TwitchCon appena conclusa è stato l'evento di celebrazione di un settore, quello delle live in streaming, che nel 2019 si stima arriverà a valere 3 miliardi di dollari (nel 2018 valeva 1.1 miliardi).
Chi sono gli sfidanti di Twitch?
Ci aveva proprio visto giusto Amazon quando nel 2014 decise di acquisire Twitch per poco meno di 1 miliardo di dollari. Oggi, però, quello delle live in streaming è un settore che fa gola a sempre più rivali, e se la torta diventa più grande, sono anche sempre di più le aziende che cercano di accaparrarsi più fette possibili. Il competitor naturale di Twitch è ovviamente YouTube, che con il mondo del gaming ci flirta da sempre. Google non è certo stata a guardare mentre alcuni dei suoi gamer più popolari iniziavano a streammare in diretta sulla piattaforma avversaria, e così negli ultimi anni ha plasmato gli strumenti per le dirette in modo da renderli simili a quelli di Twitch, ad esempio introducendo il concetto di abbonati ai canali, e offrendo la possibilità di fare donazioni in diretta.
Oggi YouTube Live è il secondo player del settore, e per ogni 100 ore passate a guardare video in diretta nel 2018, poco meno di 20 (19,5) sono state spese sulla piattaforma di Mountain View. A differenza di altre piattaforme, YouTube parte avvantaggiata, perché può contare su un roster invidiabile di personalità e webstar già affermate.
735.540.000 di ore, ecco il tempo speso a guardare dirette nel secondo quadrimestre del 2018 dagli utenti di YouTube. Un numero impressionante, ma che diventa risibile se lo si confronta con il tempo speso dagli utenti di Twitch: 2.720.020.000 ore. Quasi tre miliardi. È questo il colosso da battere se si vuole mettere le mani sullo scettro di piattaforma N.1 del Live Streaming.
L'altro contendente è un outsider del mondo del gaming, ma è comunque una piattaforma che offriva da anni ai suoi utenti la possibilità di streammare eventi dal vivo. Parliamo di Facebook, che solamente sette mesi fa ha fatto debuttare il suo Facebook Gaming. L'azienda di Zuckerberg sta già spendendo il più possibile per portare streamer sul suo nuovo servizio, e sempre nel secondo quadrimestre del 2018 è riuscita a raggiungere il traguardo di 197.760.000 ore visualizzate - anche se sui dati di time watch del social network ha senso andarci un po' cauti.
Se non altro perché, proprio su questo, nel 2018 ci fu una accusa di frode. In coda alla classifica dei player più grossi troviamo invece Mixer, la creatura di Microsoft integrata direttamente all'interno dell'ecosistema Xbox. Durante il secondo quadrimestre dell'anno scorso gli utenti hanno guardato 112.000.000 ore di contenuti (il 3% sul totale di ore visualizzate).
C'è anche un quinto incomodo che si sta affacciando sul mercato, ottenendo l'interesse di investitori di primo piano. Si chiama Caffeine e può contare su un investimento da 100 milioni da parte di 21st Century Fox. Dietro a Caffeine ci sono Ben Keighran and Sam Roberts, entrambi designer del progetto Apple TV.
Se su Caffeine è possibile trasmettere dirette di qualsiasi tipo, dal gaming, all'intrattenimento, passando per le esibizioni musicali, quello che appare più interessante è che dalla partner con la Fox è nato Caffeine Studio, che si occuperà di contenuti originali, soprattutto sportivi, grazie alla collaborazione di Fox Sport.
Accedendo al sito, ad esempio, abbiamo trovato alcune dirette in collaborazione con Red Bull, ma complessivamente Caffeine ci sembra ancora acerbo e poco popolato. Contando che è ancora in fase di "pre-release" (sebbene accessibile già a tutti) vale la pena dargli ancora un po' di tempo.
La vera battaglia? Quella per aggiudicarsi i talenti migliori
Ma non fatevi ingannare da queste informazioni, perché l'asset di maggiore valore di queste piattaforme non sono gli spettatori, ma i creator. Quando ad agosto la piattaforma di Microsoft, Mixer, ha strappato Ninja dalle mani di Twitch, riuscendo a fargli firmare un contratto di esclusiva, ha dimostrato che il vero terreno di gioco su cui si scontreranno i colossi dello streaming nei prossimi mesi sarà proprio quello della caccia ai talenti.
Twitch, YouTube, Facebook Gaming e Mixer funzionano quando hanno contenuti di valore da offrire. Gli spettatori vanno e vengono di conseguenza. Mixer ha aggiunto una nuova regola del gioco: i creator, proprio come le case produttrici cinematografiche, i publisher dei videogiochi, e le star hollywoodiane, possono legarsi in modo indissolubile ad una piattaforma. La reazione spontanea di Twitch alla perdita del suo MVP è stata, non a caso, quella di cercare di strappare un altro player di valore alla concorrenza.
A neanche un mese dalla perdita di Richard Blevins, Twitch è stata costretta a stringere un accordo di esclusiva con un altro streamer di successo di Fortnite: Nicholas "Nick Eh 30" Amyoony, che fino a quel momento usava prevalentemente YouTube. Il contratto di esclusiva di Amyoony vale solo per i contenuti legati a Fortnite. Inoltre Twitch ha saggiamente cercato di accattivarsi il suo pubblico, offrendo i benefit da fan premium a tutti gli utenti che erano già abbonati al canale YouTube di Amyoony.
Del resto, che i content creator inizino ad avere un peso equiparabile, se non superiore, a quello dei videogiochi che vengono streammati, lo si intuisce dal fatto che tra il 2018 e il 2019 è emersa una nuova categoria di Live di successo: la Just Chatting. Non più partite condivise in live, ma semplicemente il creator davanti ad un microfono per parlare con i suoi fan.
Sono iniziati a nascere anche canali che producono esclusivamente contenuti di questo tipo, per un'esperienza più vicina a quella radiofonica, che al mondo del gaming. In Italia, ad esempio, il Cerbero Podcast si è creato un seguito di tutto rispetto proponendo esclusivamente contenuti di infotainment su Twitch e YouTube.
Se l'intuizione di Microsoft si dimostrerà vincente, ovvero avrà ragione nel reputare che i creator brillano di luce propria anche quando si separano dalla piattaforma che li ha creati, significa che i giochi sono tutto fuorché fatti: Twitch non è immortale, e il suo impero non sarà certamente a rischio di crollare, ma può perdere quote importanti davanti alla concorrenza. Per il momento, i numeri sono difficilissimi da valutare.
La prima live di Ninja su Mixer è stata un enorme successo, con 80.000 spettatori - un numero coerente con le precedenti performance del ragazzo, stando a Kotaku. Ninja è anche riuscito a portarsi dietro due milioni di fan, tutti diligentemente iscritti al suo canale su Mixer. Ma la domanda, ora, diventa se questi numeri siano destinati a rimanere.
Del resto, quando era emersa la notizia del suo cambio di piattaforma, c'era chi, come Thomas Bardwell della CCN, sosteneva che avesse firmato la sua condanna verso l'irrilevanza. Fino a quel momento analoghi tentativi di Facebook avevano tutti portato ad un buco nell'acqua.
Oggi, a distanza di un paio di mesi dal suo debutto trionfale, le live di Blevins raramente superano le 15.000 views. La nostra opinione? Non basta un MVP per fare breccia nelle difese dei competitor, se poi tanto attorno a lui c'è il nulla più totale.
Mixer dovrà continuare nella sua campagna acquisti, ma poi ad un certo punto i creator di qualità e i nuovi utenti dovranno venire in modo organico e spontaneo. Se così non sarà, Twitch continuerà a stravincere indisturbato. Chiudiamo con il dato più importante di tutti: il 75% delle ore passate dagli utenti di Twitch a guardare le dirette è concentrato su solamente 5.000 canali. L'affetto degli utenti, in altre parole, non è spalmato in modo omogeneo su creatori grandi, medi e piccoli. Anche per questo, rubare i pezzi principali della scacchiera dell'avversario significa dargli una stoccata potenzialmente fatale.
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