Con la Super Lega il calcio punta su TV e streaming

La nuova competizione calcistica separatista mira a ripercorrere le orme dell'NBA. Ma la realizzazione è quanto mai difficile nonostante i proclami.

Con la Super Lega il calcio punta su TV e streaming
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L'argomento della settimana è senza dubbio la costituzione della Super League europea, a cui hanno aderito 12 dei più importanti club al mondo e d'Europa. La notizia è stata accolta letteralmente come un fulmine a ciel sereno da UEFA, Fifa e dalle leghe nazionali (tra cui la nostra Lega Serie A), che hanno addirittura minacciato l'esclusione delle squadre dalle prossime competizioni nazionali ed internazionali (con possibile divieto anche per i calciatori).
E' indubbio che si tratta di un format che strizza l'occhio alle televisioni, in maniera ancora maggiore rispetto a quanto avviene con competizioni come Champions League ed Europa League, ma almeno ad oggi i dubbi sono tanti e la realizzazione è tutt'altro che semplice.

Format e club fondatori: il calcio europeo come l'NBA?

I club fondatori della nuova lega sono Liverpool, Manchester City, Chelsea, Arsenal, Tottenham, Manchester United (della Premier League), Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid (della Liga), Juventus, Inter e Milan (della Serie A). E' prevista anche l'aggiunta di altre tre squadre (si parla della Roma e del Napoli, mentre dalla Francia a Germania è arrivato un secco no).
Complessivamente, i team partecipanti a questa nuova competizione saranno 20: 15 fissi (in quanto fondatori) e 5 che varieranno ogni anno e saranno scelti tramite qualificazioni. Nella prima parte è prevista la composizione di due gironi, in cui le squadre sorteggiate si sfideranno in casa e trasferta.
Dopo i gironi, è prevista una fase ad eliminazione diretta a cui si qualificheranno le prime tre di ciascun gruppo ed altre due squadre che saranno decretate attraverso dei playoff tra le quarte e quinte.
Le partite si giocheranno a metà settimana: la Super Lega, di fatto, si andrà ad affiancare ai campionati nazionali ma prenderà il posto della Champions League ed Europa League.

La presenza di club prestigiosi come il Real Madrid, Manchester United e Milan, che si sfideranno più volte in un anno, mira a rendere questo torneo molto accattivante per il pubblico da casa (si parla di una platea potenziale di 5 miliardi di persone a livello mondiale) e i broadcaster: nelle intenzioni dei presidenti la presenza di big match dell'alto star power a cadenza settimanale potrebbe attirare platee più ampie rispetto a quanto avviene con le attuali competizioni UEFA (che indubbiamente sono invecchiate male e si sono evolute poco nell'ultimo ventennio), con maggiori introiti sia a livello televisivo che di sponsorizzazioni, grazie ad un'esposizione mediatica molto più elevata.

Tuttavia, come notato da molti, un sistema di questo tipo impedirebbe fiabe sportive come quelli del Leicester in Premier League o del Porto di Mourinho in Champions League, che hanno appassionato molti tifosi in quanto basate su grandi imprese sportive che ciclicamente si verificano. Da qui nasce proprio l'aspra protesta delle federazioni, che hanno promesso battaglia in tutte le sedi.

Il progetto finale è proporre una Super Lega in stile NBA, a cui più volte negli ultimi anni si sono ispirati vari campionati europei senza però grossi risultati. La Lega di Basket americano rappresenta per molti un benchmark di spettacolarità e un prodotto televisivo da esportare a livello globale, ma il format attualmente proposto per la Super Lega non è destinato in alcun modo a ripercorrere le orme dell'NBA, sebbene l'idea alla base sia simile a quella percorsa da svariati sport americani dove annualmente le stesse squadre competono per lo stesso trofeo, a fronte di un gettito di reddito (principalmente caratterizzato dalle entrate televisive) costante.
Il successo della lega di pallacanestro di USA e Canada, però, esula dalla spettacolarità delle partite e dei palazzetti, ma si basa anche su una regolamentazione molto rigida per la scelta dei giocatori, il mercato e gli stipendi. La Super Lega, al contrario, potrebbe aumentare il gap tra i club ricchi e quelli poveri, con i primi che forti degli introiti molto elevati potrebbero letteralmente ammazzare i campionati nazionali, permettendosi giocatori più forti e pagando loro stipendi più elevati.

Quale impatto sui diritti tv? E che abbonamento per i tifosi?

Tralasciando l'impatto economico puro che dovrebbe avere questo torneo sui bilanci dei club, è da tenere in considerazione anche l'aspetto relativo ai diritti televisivi.
Il Wall Street Journal stima un valore di 2,75 miliardi di Euro all'anno per i diritti tv calcistici, una cifra esigua se si tiene conto che l'NBA punta ad incassare 65 miliardi di Euro nel triennio 2024/25, quasi il triplo rispetto ai 20 miliardi di euro attuali.
Per fare un confronto con i principali campionati calcistici europei, la Premier League per il triennio 2019/22 ha incassato 5 miliardi di Euro, la Bundesliga tedesca per il 2021/25 si è fermata a 1,1 miliardi di Euro a stagione e la Francia invece a 683 milioni di Euro. La Liga Spagnola invece ha guadagnato da Mediapro 1,14 miliardi di Euro a stagione per il triennio 2019/23, mentre la Serie A di recente li ha venduti a DAZN per 973 milioni di Euro all'anno.

Numeri al ribasso (tranne nel caso della Serie A) rispetto a tre anni fa, che tengono conto però dell'attuale situazione e che dovrebbero essere ricalcolati in caso di esclusione dei 20 partecipanti alla Super Lega. La Premier League partirebbe senza i sei club più importanti, la Liga Spagnola senza i colossi Real Madrid e Barcellona, mentre la Serie A senza Inter, Milan e Juventus che rappresentano il 75% dei tifosi italici. La svalutazione sarebbe enorme e gli utenti si troverebbero tra le mani abbonamenti che garantirebbero la visione di campionati con meno appeal.

Discorso analogo anche a livello europeo. Di recente sono stati assegnati anche i diritti televisivi per Champions League ed Europa League, che potrebbero trovarsi orfane di 15 dei club più importanti, oltre che senza calciatori come Cristiano Ronaldo, Lionel Messi, Romelu Lukaku, Paul Pogba, Kevin De Bruyne, Mohamed Salah e Zlatan Ibrahimovic.
Come la prenderebbero colossi come Sky, Mediaset ed Amazon, visto che le condizioni sarebbero diverse rispetto a quelle firmate al momento della stipula dei contratti? L'unico orizzonte che riusciamo ad intravedere è torbido e costellato da battaglie legali epocali in cui a perderci, manco a dirlo, sarebbero i tifosi. Facendo qualche ipotesi sulle emittenti interessate alla trasmissione della Super Lega, in Italia la competizione potrebbe fare gola a Sky, che di recente si è trovata orfana della Serie A dopo quasi un ventennio in cui è stata tra i principali investitori e partner.

La presenza di calciatori che sono star internazionali e la volontà di distribuire il prodotto a livello globale (come appunto l'NBA), potrebbe rendere l'asta interessante per molti, sebbene al momento non siano emersi possibili prezzi. Inizialmente si era parlato di un coinvolgimento diretto di DAZN nella costituzione della Super Lega, ma l'azienda ha categoricamente allontanato le indiscrezioni. Non è nemmeno da escludere la creazione di una piattaforma di streaming ad-hoc, sulla scia dell'NBA League Club, che però ha prezzi più alti rispetto agli abbonamenti classici, sebbene proponga un listino più versatile.
La volontà dei presidenti di modernizzare il calcio, e completare un processo iniziato ben prima della pandemia, però, strizza l'occhio ai nuovi servizi d'intrattenimento come Twitch, dove i super match della nuova Lega andrebbero a mettersi in concorrenza con quelli giocati e "streammati" da Fifa e Pes, i quali nella maggior parte dei casi vedono protagoniste proprio le squadre che hanno aderito al progetto.

Discorso diverso per il mercato esterno a quello europeo, dove la Super Lega mira ad attingere maggiormente: Cina, Stati Uniti ed Emirati Arabi sono i nuovi mercati da colonizzare e con i più ampi margini di crescita, anche a costo di perdere consensi tra le mura domestiche. Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: il gioco vale la candela?