Cos'è il Dolby Atmos, lo standard audio del presente e del futuro

Le evoluzioni in campo audio hanno portato alla realizzazione dello standard Dolby Atmos, il presente il futuro dell'audio multicanale.

Cos'è il Dolby Atmos, lo standard audio del presente e del futuro
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Paititi è in fiamme e la terra è scossa dal "quarto cataclisma", in lontananza il rumore della battaglia e i boati del vulcano. Non c'è tempo da perdere, dobbiamo raggiungere il tempio. Gli Yaaxil ci precedono guidati dalle urla del Fuoco Cremisi: distinguiamo chiaramente il fruscio delle frecce, il suono sordo dei fucili della Trinità, i proiettili che fischiano nell'aria.
Siamo fisicamente immersi nella battaglia. Questo è solo uno dei possibili esempi pratici ma in "Shadow of the Tomb Raider" tutto è reso vivo e reale dal suono dinamico di Dolby Atmos.

Dolby e la storia del cinema

Sin dal 1965, anno di fondazione dei Dolby Laboratories, la strada della celebre compagnia londinese è costellata da grandi successi che le hanno permesso di dominare il mercato e di dettare le regole dell'innovazione tecnologia audiovisiva. L'esordio commerciale avviene con il "Type A Dolby Noise Reduction" applicato per la prima volta per il mastering del celebre "A Clockwork Orange" di sua maestà Stanley Kubrick. Pochi anni dopo Dolby è protagonista della prima vera rivoluzione dell'audio cinematografico: con l'introduzione del "Dolby Surround" lo standard nelle sale passa dal singolo canale monofonico ai quattro canali che hanno reso celebre il marchio. Il film che traccia una linea con il passato e segna la nascita dell'audio multicanale è "Star Wars" di George Lucas, subito premio Oscar per il sonoro.

Alla fine degli anni ottanta dall'analogico si passa al digitale e i canali diventano sei. Gli ingegneri degli ormai celebri laboratori sviluppano il "Dolby Digital 5.1" che accompagna la produzione di un altro blockbuster: "Batman Returns" di Tim Burton segna il debutto di quello che ancora oggi è lo standard audio più diffuso al mondo.

La ricerca non si ferma ed è la volta del "Dolby Digital Plus" che aggiunge altri due canali e conferisce una nuova profondità: anche in questo caso tecnologia e cinema vanno a braccetto e il nuovo format viene utilizzato per la prima volta in "Toy Story 3" di Lee Unkrich. Siamo finalmente arrivati al presente o forse, è il caso di dire, al futuro prossimo.

Un nuovo standard: Dolby Atmos

L'obbiettivo di chi lavora nel settore dell'audio applicato al cinema, all'home cinema e al gaming è quello di conferire profondità ad un'immagine che, proiettata in una sala o comodamente trasmessa sulle smart TV dei nostri salotti, risulta bidimensionale. Il suono aggiunge la terza dimensione ed è proprio questo a colmare le lacune dell'immagine. Con l'introduzione del Dolby Digital 7.1 la localizzazione delle fonti sonore e la loro spazialità hanno subito un miglioramento notevole che diventa impressionante grazie all'ultimo prodotto di casa Dolby: stiamo parlando di Atmos.
Dolby Atmos infatti comprende una serie di tecnologie e di servizi che utilizzando flussi già esistenti conferiscono nuova vita ai media dell'intrattenimento siano essi film, telefilm o videogiochi. Il primo film ad utilizzare questa tecnologia è stato "Brave" della Pixar nel 2012 e da allora si sta imponendo come nuovo standard cinematografico e videoludico.

Questione di "Coerenza"

Per creare un'esperienza audiovisiva degna di questo nome e per far sì che i nostri eroi preferiti (siano questi protagonisti di film o videogiochi) prendano vita nel contesto animato dello schermo, un buon tecnico del suono deve assegnare ad ogni canale disponibile un flusso audio separato che permetta di localizzare nello spazio un determinato dialogo o avvenimento. Ovviamente più canali ci sono a disposizione e più l'immersione diventa realistica: così se con un sistema audio 2.1 è possibile conferire al suono una determinata spazialità, con un sistema 5.1 le possibilità aumentano e così via. In un sistema 7.1 per posizionare un suono fisso nello spazio, per esempio degli spari che provengono dal lato destro dello schermo, occorre che il relativo flusso audio venga assegnato al canale corrispondente ovvero allo speaker che idealmente, nei cinema, nei salotti e nei nostri studi è posizionato alla destra anteriore dello schermo. Questo concetto è valido per tutti i suoni e per i relativi speaker.

Nel caso di un oggetto in movimento e quindi di un suono dinamico, per esempio un'astronave che sfreccia nello spazio da sinistra a destra, si utilizza la tecnica del "panning": inizialmente il rumore del motore sarà localizzato nell'altoparlante anteriore sinistro per poi abbassarsi e alzarsi man mano che l'astronave passa nell'altoparlante anteriore destro. Con Dolby Atmos invece lo spazio sonoro viene rivoluzionato: il missaggio non è limitato a 7 canali più i bassi ma può potenzialmente arrivare ad un numero infinito di colonne.
Se consideriamo che in un cinema se ne possono installare fino ad un massimo di 64 si capisce bene come sia possibile creare attorno allo spettatore una vera e propria "cupola" sonora.

In aggiunta e per la prima volta Atmos porta nei cinema e nelle case un concetto del tutto nuovo: il suono dall'alto. Nel mondo reale i suoni provengono contemporaneamente da tutte le direzioni mentre al cinema o di fronte alla nostra console il suono si diffonde solo orizzontalmente. Con questo sistema cambia tutto: immaginate, pad alla mano, di entrare in un tempio con Lara Croft e di sentire una forte esplosione, all'improvviso il tetto crolla: potete percepire fisicamente le pietre che si scagliano sulle vostre teste, tanto che alzare lo sguardo è praticamente automatico. Un'esperienza da brividi: la coerenza tra le immagini visualizzate e i suoni percepiti aumenta drasticamente.

Un algoritmo nel cuore

Il bello però deve ancora venire: con Atmos non tutti i suoni vengono assegnati direttamente ad un canale. Gli elementi in movimento infatti sono suddivisi in gruppi di oggetti con una collocazione dinamica nello spazio sonoro. Gli "Audio Objects" si muovono nella "cupola" grazie a dei metadati che li collocano in una matrice cartesiana XYZ. Il tutto poi viene processato in tempo reale e suddiviso in base al numero di diffusori disponibili. In poche parole, il missaggio con Dolby Atmos avviene su due livelli: un livello di fondo assegnato ad ogni singolo canale e un livello dinamico suddiviso in oggetti. Poi l'algoritmo, che è il vero cuore pulsante di questa tecnologia, li renderizza in tempo reale e compie il "miracolo".

Atmos nella "So"stanza

Quanto dobbiamo spendere per godere delle features di Dolby Atmos nelle nostre stanze? La risposta è: da non molto a tantissimo, dipende dalla qualità dell'esperienza che vogliamo provare. L'aspetto più rivoluzionario di Atmos sta infatti nella capacità del suo algoritmo di adattarsi ad ogni genere di configurazione. Sia che si tratti di un economico sistema 5.1, sia che si opti per un costoso setup 7.1, il "cervello" di Dolby può elaborare in tempo reale e in maniera del tutto automatica il flusso audio da assegnare ad ogni canale per restituire uno spazio sonoro realistico. Ovviamente più il sistema è complesso e ricco di speakers, più la resa sarà eccezionale. La configurazione standard prevede un sistema di diffusori 9.1 con due altoparlanti posizionati sul soffitto. Molti grandi marchi hanno sviluppato casse certificate con doppio woofer capaci di far rimbalzare il suono sulle pareti e garantire la stessa resa.

Esistono poi soluzioni da audiofili che prevedono l'acquisto di processori dedicati. Le sorprese però non finiscono: infatti con un paio di cuffie 7.1 e l'acquisto del pacchetto software Dolby Access (disponibile su XBOX, Windows 10 e sulle smart TV di ultima generazione) sarà possibile godere delle sopracitate doti semplicemente configurando il pannello audio, con una qualità che lascia a bocca aperta. I contenuti in Dolby Atmos sono in costante aumento e non riguardano solo il cinema.

Oltre alle grandi produzioni cinematografiche, anche l'industria videoludica è sulla via della standardizzazione: Overwatch, Rise e Shadow of the Tomb Raider, Resident Evil 2 sono solo alcuni esempi del sempre più ricco catalogo con supporto Atmos. Persino le migliori produzioni di Netflix usufruiscono del nuovo formato ed è di pochi giorni fa la notizia di un incremento della banda dinamica (la stessa utilizzata dai flussi video) anche per i contenuti sonori che permetterà un migliore ascolto delle tracce Dolby Digital e Atmos.

Dolby Atmos rappresenta l'ennesima evoluzione dei formati audio per l'industria cinematografica e videoludica. Ancora una volta i "Laboratories" tracciano un solco e indicano la strada da seguire tanto che DTS, loro principale competitor, ha sviluppato un sistema analogo, il DTS Sound Unbound, e persino Microsoft offre una sua versione software, il Windows Sonic, gratuita e disponibile per tutti gli utenti della casa di Redmond.
La qualità e la duttilità di Atmos rendono il prodotto appetibile a tutti i tipi di utenza e applicabile a tutte le configurazioni presenti sul mercato. Potete trovare una versione free trial direttamente sul Windows Store a questo indirizzo. Non resta che augurarvi un buon ascolto e una buona "immersione".