Da Apple Pippin a Microsoft Kin, i gadget tech più terrificanti della storia

Oggetti terrificanti e flop di mercato che ancora oggi spaventano il mondo. Ecco i più clamorosi fallimenti della storia della tecnologia.

Da Apple Pippin a Microsoft Kin, i gadget tech più terrificanti della storia
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Sentimento complesso la paura. Tanti i modi per innescarla, alcuni davvero assurdi. Il mondo tecnologico ha sempre vissuto un impeto di costante crescita e progresso, ma nel corso degli anni è stato tempestato da oggetti tanto assurdi e bizzarri da essere ancora oggi ricordati con un misto di nostalgia e inquietudine da numerosi utenti. Stiamo parlando di gadget e prodotti di medio o alto livello, partiti con altissime aspettative ma poi scontratisi con l'indifferenza del mercato e le critiche degli addetti ai lavori. Non solo oggetti esteticamente orribili ma anche prodotti arrivati troppo presto negli scaffali o con funzioni che mai avrebbero potuto far presa sul pubblico. Oggetti che ancora oggi fanno paura al mondo, capaci di far correre più di un brivido lungo la schiena del malcapitato che li ricorda.

Apple Pippin

Due anni di vita per una delle console meno ricordate della storia. 42 mila unità vendute, 22° posto nella classifica dei peggiori prodotti tecnologici di tutti i tempi per una coproduzione tra Apple e Bandai che non ha dato i risultati sperati. Lanciata con grandi aspettative nel 1996, con un lettore cd all'avanguardia e un servizio di gioco online che anticipava quelli futuri di Playstation e Microsoft, si trovò però inserita in un mercato già maturo e nel quale non poteva avere speranze di emergere. Troppo limitato il parco giochi, con Bandai unico vero produttore e le grandi case che snobbarono il prodotto; troppo limitate le caratteristiche, che lo rendevano inadatto a ospitare i sempre più comuni giochi con grafica tridimensionale; troppo alto il prezzo, ben superiore a quello delle grandi console dell'epoca come PlayStation, Nintendo 64 e Sega Saturn. La via di mezzo tra computer e console di Pippin si dimostrò inadatta alle esigenze e al pubblico dell'epoca: il 1998 decretò la fine del progetto; dei 100 mila esemplari prodotti, più della metà furono letteralmente buttati nel cestino.

Fire Phone Amazon

La storia di grandi successi di Jeff Bezos si è trasformata in un incubo con l'uscita del Fire Phone, smartphone derivato dalla linea Kindle, promettente sotto molti punti di vista ma deludente su quasi tutta la linea. Lanciato nel 2014 al prezzo non certo competitivo di 649 dollari, si trovò a concorrere in un mercato già ben avviato e senza alcuna possibilità di successo. L'indifferenza del mercato e le prestazioni non all'altezza lo hanno portato a sparire dai radar: gli ultimi esemplari furono venduti in offerta a 99 centesimi e tutti i modelli successivi che erano stati promessi non arrivarono mai. Le possibilità per un grande successo tecnologico c'erano tutte, ma non furono sfruttate a pieno. Il sistema operativo FireOS, basato su Android, si dimostrò limitato nelle funzioni e nelle app, incapace di competere con i diretti concorrenti. L'originale interfaccia 3D, che grazie a quattro camere frontali permetteva di osservare lo schermo da prospettive diverse in una sorta di realtà aumentata, non è bastata a salvare questo smartphone dall'oblio.

Nokia N Gage

Non sempre le idee vincenti riescono ad essere realizzate al meglio. E quella di Nokia era all'epoca una grande idea, trasformare i telefoni cellulari in delle performanti console portatili per videogiocare. Il progetto N-Gage venne lanciato nel 2003: si trattava di un telefono cellulare multimediale dal design e dallo schermo pensato proprio per poter giocare. L'idea fu però realizzata piuttosto male. L'hardware era troppo limitato per ospitare giochi di livello; il design e il prezzo fecero il resto. Il prodotto era troppo grande per essere un cellulare facile da usare e aveva dei tasti posizionati in modo troppo scomodo per poter permettere agli utenti di giocare con comodità. Il prezzo, che in Italia arrivò a 399 euro, fece il resto. La seconda versione, rinnovata nel design e dal prezzo più contenuto fu lanciata nel 2004. I successivi rinnovamenti non servirono a salvare la baracca e il cambio di rotta di Nokia, che abbandonò Symbian per dedicarsi a Windows, misero piano piano nel dimenticatoio questo prodotto: quasi nessuno lo rimpiangerà.

Mac Cube

Design compatto e per l'epoca di grande impatto, con la mela in bella mostra a sormontare un cubetto 20x20 con hardware di buon livello e lettore dvd a entrata verticale. Bastava collegarlo a un monitor per utilizzarlo. La curiosità iniziale fu tanta ma il prezzo alto e la sua limitata disponibilità hardware lo misero sin da subito in netta difficoltà. L'utenza si ritrovò tra le mani un prodotto che non era né carne né pesce: costava quanto un PowerMac di fascia bassa ma senza offrire la stessa espandibilità hardware. La tanto paventata silenziosità della ventola si andò invece a scontrare con dei materiali di costruzione scadenti e un surriscaldamento che diventava eccessivo quando il prodotto si trovava a girare ad alti regimi. I successivi aggiornamenti con l'aggiunta di una scheda grafica potenziata, di un masterizzatore e il taglio sensibile del prezzo non servirono praticamente a nulla, la sua reputazione era praticamente compromessa. Lanciato nel 2000, fu ritirato circa un anno dopo con un lascito di soli 148 mila esemplari venduti e un peso sulle entrate dell'azienda limitato al 5%. La filosofia del Cube fu però ripresa qualche anno dopo per produrre il ben più riuscito Mac Mini.

Zune

Tutti lo conoscono ma nessuno ne ha mai avuto uno. Questa la dura legge di Zune, il lettore mp3 che Microsoft lanciò nel 2006 con la speranza di contrastare il dominio assoluto di Apple e del suo iPod. Le aspettative, altissime, si scontrarono con un mercato quasi del tutto occupato dai concorrenti: nel 2007 riuscì a raggiungere circa l'11% del mercato, scendendo poi al 4% nel 2008. A livello tecnologico il prodotto si dimostrò comunque buono e, per l'epoca, anche innovativo. La sua interfaccia fu migliorata nei modelli successivi e utilizzata come base per lanciare i futuri sistemi operativi di Redmond; la sua innovativa tecnologia di scambio dati, l'unica all'epoca a permettere di scambiare file grazie alla connessione Wi-Fi, fu però presto dimenticata. A nulla servirono gli accordi in esclusiva con quattro delle maggiori etichette musicali mondiali: la lotta era talmente impari che Microsoft fu costretta ad abbandonare il progetto nel 2011. Il lancio in Europa, a lungo promesso, non avvenne praticamente mai.

Microsoft Kin

Flop lampo in casa Microsoft, ancora più fulmineo rispetto a quello a più lento rilascio di Zune. A Redmond non sono mai stati del tutto fortunati con i dispositivi portatili, da sempre tallone d'Achille di una casa che ha costruito tutto il suo successo su ben altri lidi. Kin si distingueva per il suo look a conchiglia, per una tastiera fisica slide in stile BlackBerry e caratteristiche pensate proprio per il pubblico più giovane. Le idee erano buone e anche l'aspetto estetico non era poi così male, eppure il pubblico di giovani non si accorse nemmeno dell'uscita di questo prodotto. Fu lanciato negli Stati Uniti con un fin troppo costoso piano dati e con un sistema operativo, Windows CE, molto più farraginoso e arretrato rispetto a quello inizialmente pensato per il prodotto, SideKick, ideato dal creatore di Android Andy Rubin. Nel 2010 l'offerta di iPhone era ben più avanzata per essere scalfita e Kin sparì dopo soli 72 giorni così come era stato lanciato, nel più assoluto silenzio.

Apple Lisa

Alla base della grande storia di Apple c'è un grandissimo insuccesso, senza il quale non sarebbe mai stata lanciata la rivoluzionaria linea di computer Macintosh. Stiamo parlando di Lisa, un aggeggio dalle dimensioni spropositate e dal costo inaccessibile, fortemente voluto da Steve Jobs ma presto finito nel dimenticatoio. Troppo pesante per essere installato nelle case degli utenti, troppo lento per essere apprezzato dagli appassionati di informatica, troppo costoso per essere comprato, con un prezzo di 10 mila dollari, un'enormità per il 1983, l'anno in cui fu lanciato ufficialmente. Il computer si rivelò esteticamente pessimo, con linee squadrate inguardabili, ma propose per la prima volta un'interfaccia grafica con tanto di icone e puntatore elettronico con mouse, una novità assoluta che avrebbe fatto scuola nei successivi decenni. Fu il più grande insuccesso commerciale dell'epoca per Apple, ma anche il prodotto che diede, seppur inconsapevolmente, il via a una grande rivoluzione.

Sony Betamax

Non solo un primo sistema di videoregistrazione accessibile a tutti ma anche uno standard capace di migliorare sensibilmente la qualità del formato VHS. Alla fine degli anni 70' la promessa del Betamax era quella di portare il cinema in tutte le case e le grandi qualità c'erano davvero tutte quante. La sfida con JVC, che lanciò il formato e il lettore VHS, fu totale e in un mondo ideale, basato solo sulla qualità del prodotto, Sony avrebbe vinto a mani basse. Invece non fu così, visti gli alti costi di produzione e le scelte non proprio felici prese da Sony per il mercato dell'epoca. Mentre JVC decise di condividere la sua tecnologia anche con altre aziende, Sony si tenne ben stretto il suo gioiello tecnologico, lasciando che fosse l'altro standard a diffondersi con maggiore velocità. Tutto questo, unito ai ben più bassi costi del rivale e alla possibilità di avere filmati più lunghi, decretarono la prematura scomparsa dal mercato consumer di questo particolare sistema. La più alta qualità del Betamax ha comunque permesso al formato di sopravvivere sino al 2016 grazie ad una buona diffusione tra i professionisti del settore prima dell'avvento definitivo delle tecnologie video digitali.

Google Glass

I primi vagiti di realtà aumentata incarnati in occhiali dal potere smisurato, che promettevano grandi cose ma che alla fine non riuscirono a mantenerne quasi nessuna. Prezzo troppo alto, batteria dalla durata ridicola e seri problemi di violazione della privacy sono stati i motivi che hanno portato al fallimento dei Glass prodotti da Mountain View. Provati da alcuni come prototipi, dovevano essere lanciati ufficialmente nel 2014, ma sono stati davvero in pochi ad utilizzare ed apprezzare questa "rivoluzione". Le informazioni aggiuntive offerte dagli occhiali, la possibilità di registrare dei video in diretta e tutte le altre funzioni furono inevitabilmente affossate dall'impossibilità di utilizzare altri comandi oltre a quelli vocali. Google non ha mai ammesso il suo fallimento ma ha deciso di accantonare il progetto in attesa di momenti migliori. Gli studi sul futuro dei Glass sono ancora in corso e una loro seconda versione riveduta e corretta potrebbe essere prima o poi lanciata: si parla di modelli studiati per aiutare i lavoratori nella gestione dei loro progetti grafici e di disegno. Il pubblico generalista non sembra ancora pronto a immergersi in una realtà a portata di iride. Google ha provato ad anticipare i tempi, ma la sua scommessa potrebbe prima o poi rivelarsi azzeccata. Diamo tempo al tempo.

Apple Newton

Prima di iPhone e iPad e ancora prima che i palmari entrassero nell'uso comune di molti manager e uomini d'affari, Apple cercò di anticipare i tempi lanciando un dispositivo touch portatile con pennino dalle caratteristiche per l'epoca incredibili. Era il 1993 e il Newton anticipò davvero di tanto i tempi, forse troppo: il sistema, definito facile da usare e all'avanguardia, si dimostrò fallace sotto più di un punto di vista. La tecnologia che lo muoveva era troppo avanzata anche per la stessa Apple. Il dispositivo si dimostrò difficilissimo da usare, incapace di riconoscere la scrittura tramite il pennino in maniera fluida e non fu mai apprezzato dagli utenti. Il suo costo eccessivo, che partiva con le versioni base da 700 dollari, affossò piano piano il progetto. Nel corso degli anni vennero prodotti altri modelli, più avanzati e precisi nelle funzioni ma mai del tutto perfetti come il pubblico avrebbe sperato. Da strumento all'avanguardia il Newton fu retrocesso al rango di agenda elettronica troppo grande e farraginosa: dopo cinque anni Apple si ritrovò con poche unità vendute e una spesa nello sviluppo di oltre 500 milioni di dollari, un'enormità difficile da proseguire. Il progetto e la divisione che ne occupava furono chiuse, relegando il Newton al rango di oggetto di culto per sparuti e pazienti gruppi di appassionati che ancora oggi cercano di portarne avanti lo sviluppo.

Twitter Peek

Un piccolo dispositivo con tastiera fisica e uno schermo tutto dedicato a Twitter e al suo incessante flusso di cinguettii. Questa l'idea alla base del Peek studiato appositamente per il social dei 140 caratteri. Un'idea discutibile, lanciata nel 2009 e fallita ancora prima di iniziare. L'interfaccia permetteva di seguire in tempo reale il flusso dei tweet dei propri contatti, ma le dimensioni limitate dello schermo non permettevano di visualizzare i messaggi nella loro interezza ma solo per i primi 20 caratteri. La sola forza di Twitter non bastò a trainare questo prodotto, finito ben presto nel dimenticatoio: qualsiasi altro smartphone low cost permetteva di scaricare l'app ufficiale di Twitter, molto meglio realizzata, bella e facilmente utilizzabile dell'interfaccia di uno degli oggetti più limitati nel mondo dei dispositivi portatili.

CueCat

Un gatto con una coda da collegare al computer e un lettore di QR Code e codici a barre per permettere un'accesso facilitato ai siti internet senza l'utilizzo di link. Questo doveva essere CueCat, un oggetto dal design discutibile e a forma di gatto che prometteva di cambiare per sempre il mondo della navigazione online. Alla fine degli anni 90' ne furono prodotti numerosi, con tanto di massiccia campagna marketing e di invio gratis di alcuni modelli per lanciarne la diffusione. Il discutibile gatto bianco è stato presto ribattezzato come una delle peggiori invenzioni degli anni 2000. L'utilizzo dei codici a barre per la navigazione in rete si dimostrò del tutto fallimentare e non si sviluppò mai del tutto, destino analogo ai QR code, ancora oggi presenti ma mai del tutto diffusi nell'uso comune, soppiantati dallo strapotere e dalla forza dei link. Il CueCat, mai arrivato da noi, rimarrà per sempre nascosto come cimelio polveroso nelle case di qualche americano "fortunato" ad averlo ricevuto gratis direttamente a casa.