Death Stranding e DLSS 2.0: le GPU di fascia alta non servono più?

Abbiamo provato Death Stranding con DLSS 2.0 attivo, una tecnologia che da un boost importante alle prestazioni senza penalizzare la qualità grafica.

Death Stranding e DLSS 2.0: le GPU di fascia alta non servono più?
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  • Il DLSS è una tecnologia arrivata un po' in sordina rispetto al Ray Tracing. Dalle promesse iniziali si è passati alla realtà dei fatti con Metro Exodus, primo titolo di grosso calibro a sfruttarlo, che aveva mostrato limiti importanti nella qualità dell'immagine. NVIDIA è riuscita però a migliorare, o meglio dire allenare, la sua IA nel corso del tempo e il risultato lo possiamo vedere oggi in Death Stranding, appena sbarcato su PC.
    Questa volta non è il Ray Tracing a prendersi le luci della ribalta, purtroppo assente, è il DLSS 2.0 a imporre la sua legge e a convincere appieno, a più di due anni dalla sua presentazione. Se con Control aveva già toccato vette qualitative altissime, ma non prive di artefatti, oggi con il titolo di Hideo Kojima assistiamo alla consacrazione di questa tecnologia, grazie a un'implementazioni praticamente perfetta.

    Cos'è il DLSS 2.0

    Abbiamo parlato più volte del DLSS e del suo funzionamento, soprattutto in occasione della prova del benchmark Port Royale di 3DMark. Riassumendo, la sigla è l'acronimo di Deep Learning Super Sampling ed è una tecnologia che applica l'anti-aliasing per ridurre le scalettature alle immagini, allo stesso tempo sfrutta l'upscaling per portare la risoluzione a quella richiesta dal PC, partendo da una più bassa. Per farlo NVIDIA utilizza una rete neurale chiamata NGX, costantemente allenata a migliorare la qualità di immagine sfruttando l'enorme potenza di un supercomputer. Questo processo di affinamento continuo avviene offline, anche la GPU più potente oggi disponibile impiegherebbe troppo tempo per raggiungere un livello di allenamento adeguato.
    La gestione del DLSS in locale avviene invece attraverso i Tensor Core delle GPU RTX, che sfruttano i risultati ottenuti dalla IA offline per apportare un upscaling senza perdita di qualità e riducendo allo stesso tempo l'aliasing nei giochi. L'IA creata da NVIDIA è in costante allenamento e il risultato di questo training continuo arriva poi alle GPU RTX tramite i comuni aggiornamenti dei driver.
    Il miglioramento delle prestazioni apportato dal DLSS è possibile perché da un lato la GPU renderizza la scena a una risoluzione più bassa rispetto a quella selezionata (ad esempio, in 4K con DLSS attivo la risoluzione di rendering è solitamente di 1440p), dall'altro perchè i CUDA Core vengono sgravati dalla gestione dell'anti-aliasing, affidata all'IA e ai Tensor Core. In questo modo il frame rate può aumentare molto anche su GPU non di prima fascia e mantenendo le impostazioni e la risoluzione al massimo.

    La prima versione del DLSS era già ottima sulla carta ma aveva un problema: necessitava di un allenamento specifico per ogni singolo gioco troppo lungo. Nonostante l'utilizzo di un supercomputer i tempi di allenamento di una IA sono elevati, visto anche il difficile compito richiesto. Metro Exodus è l'esempio ideale per capire quali problemi può generare il training di una IA in questo ambito, che potete osservare negli screenshot che abbiamo scattato durante la nostra prima prova.

    DLSS Spento

    DLSS Attivo

    Alla sua uscita la qualità video con DLSS attivo era scadente, le immagini erano poco nitide e gli artefatti sullo schermo erano spesso visibili. Col passare dei mesi l'IA di NVIDIA è stata allenata a rendere al meglio ma c'è voluto molto tempo, una situazione incompatibile con un contesto reale. Chi aspetterebbe mesi per giocare a un nuovo titolo al massimo del suo potenziale?
    Qui entra in gioco il DLSS 2.0, che cambia radicalmente le carte in tavola. L'allenamento dell'IA infatti è stato modificato per favorire la gestione di immagini più generiche ma comuni tra i diversi giochi. In parole povere NVIDIA ha insegnato alla sua IA a migliorare la qualità di immagine sulla base di migliaia di immagini di videogiochi, senza un training specifico per un titolo.

    Quando uno sviluppatore vuole integrare il DLSS in un gioco quindi il processo di apprendimento parte da un livello più alto rispetto al passato, l'IA è già allenata per gestire l'anti-aliasing e per l'upscaling senza perdita di qualità, basta quindi dare in pasto al supercomputer delle immagini di uno specifico titolo per ottenere in tempi più brevi risultati migliori rispetto al passato.

    Il DLSS in Death Stranding

    Abbiamo scelto un titolo volutamente provocatorio per questo articolo, un'iperbole che descrive però bene quanto il DLSS potrebbe diventare importante se ben supportato. Le GPU di fascia alta servono e serviranno ancora, semplicemente perché non tutti i giochi lo sfrutteranno.

    DLSS On

    DLSS OFF

    Ma se immaginiamo per un secondo uno scenario in cui tutti i titoli supportano questa tecnologia, applicata con la qualità che abbiamo visto in Death Stranding, allora il discorso cambia. Basta osservare cosa accade provando il gioco con una RTX 2060 in 4K, scheda nata per gestire bene il Full HD al massimo del dettaglio, non certo questa risoluzione.
    Senza DLSS il frame rate medio si assesta al di sotto dei 45, attivandolo con il preset più qualitativo riesce a superare i 60 fps, un risultato davvero ottimo, soprattutto se si pensa che la qualità grafica, al contrario di quanto avvenuto in passato, non degrada rispetto al rendering tradizionale.

    DLSS On

    DLSS OFF

    Risultati ancora migliori si ottengono con una RTX 2080 Ti, che riesce a sfondare la barriera dei 100 fps in 4K. Bisogna dire che il Decima Engine da una mano, questo motore grafico, all'esordio su PC, si è dimostrato leggero da gestire, la sua derivazione del mondo console permette di sfruttarlo anche su hardware non certo di primo piano.
    Quello che però ci ha davvero stupito è la qualità raggiunta dal DLSS, perché la tecnologia di NVIDIA questa volta non si limita a incrementare le prestazioni mantenendo la stessa resa grafica, ma la migliora grazie a un anti-aliasing nettamente più efficace, come dimostrano gli screenshot comparativi qui sotto.

    DLSS On

    DLSS OFF

    Senza DLSS le scalettature sono molto più evidenti, complice anche i filtri anti-alising utilizzati dal gioco, molto basilari. Tutto perfetto quindi? Quasi, ci sono alcune occasioni in cui l'IA mostra qualche limite, soprattutto quando vengono visualizzati oggetti molto sottili, come cavi o capelli: in questo caso, intorno ad essi, può comparire un leggero effetto ghosting.
    Questo non è sempre presente, dipende tutto dalla situazione e dal livello di allenamento della IA nel gestirla, ma si tratta davvero di piccolezze in confronto ai benefici apportati dal DLSS alle prestazioni.
    In definitiva il DLSS applicato a Death Stranding permette di ottenere un frame rate più alto e una pulizia generale della grafica migliore rispetto a quella ottenibile con il rendering tradizionale. Le GPU di fascia alta serviranno ancora, su questo ci sono pochi dubbi, ma NVIDIA ha dimostrato definitivamente di avere per le mani una tecnologia che se ben applicata apporta benefici notevoli alle prestazioni e alla qualità grafica. Speriamo quindi di vederla sempre più spesso, perché quello che è riuscita a fare con il gioco di Hideo Kojima è semplicemente incredibile.