Dune e la Scienza: vediamo cosa c'è di realmente scientifico nel film

Cosa ci sarà di vero in quanto visto su Dune? Il suo mondo è fatto di pura fantascienza, ma non tutto è stato inventato.

Dune e la Scienza: vediamo cosa c'è di realmente scientifico nel film
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Da qualche giorno nelle sale è approdato Dune, nuovo riadattamento e opera molto attesa dai fan del romanzo di Frank Herbert e dal pubblico cinematografico. Nella nostra recensione di Dune abbiamo provato a sottolineare i suoi innumerevoli spunti di riflessione perciò il piacere per gli occhi non mancherà sicuramente. Se vi è rimasta ancora in mente la spettacolarità dell'ultima fatica di Villeneuve, in queste due ore e trentacinque minuti di lungometraggio alcuni di voi si saranno chiesti se quanto visto nel film possa esistere davvero da qualche parte dell'Universo.

In realtà non è necessario allontanarsi troppo poiché alcuni dei ritrovati fantascientifici osservati su Dune esistono, o perlomeno ci si avvicinano, anche sulla Terra. Certo, è decisamente presto per poter parlare di viaggi spaziali e men che meno per andare a raccogliere qualcosa come la "Spezia" menzionata nel film in qualche esotico pianeta, ma è possibile identificare numerosi elementi dell'opera di Herbert anche nella realtà. Per questo motivo abbiamo deciso di parlarvi delle influenze scientifiche di Dune.

L'Ornitottero, un velivolo ideato da Leonardo da Vinci

Gli ornitotteri osservati nel film Dune sono veicoli che volano sbattendo delle ali. Sono tanti i velivoli presenti all'interno dell'universo creato da Herbert, ma quest'ultimo ricorda molto da vicino un progetto di diversi secoli fa. Il primo modello di ornitottero risale infatti a Leonardo da Vinci, che disegnò nel suo taccuino i progetti di una macchina che riproduceva le ali di un uccello per volare.

Soltanto 400 anni dopo la morte del genio fiorentino, e più precisamente nel 1870, però, venne creato il primo modello realmente funzionante di questo rudimentale velivolo, a opera di Gustave Trouvé. I modelli ideati negli anni successivi hanno persino aggiunto nuove tecnologie. In particolare, sono state create anche versioni a vapore o ad aria compressa.

Tute distillanti: qualcuno c'ha provato davvero

Le tute distillanti sono dei dispositivi indossabili utilizzati dai Fremen per sopravvivere al clima estremamente arido di Arrakis. Sono capaci di estrarre acqua dal sudore corporeo e dalle urine, perfette per il deserto. Ebbene, in effetti alcuni scienziati hanno provato a creare una macchina con lo stesso principio, naturalmente non indossabile perché allo stato attuale sarebbe pressoché impossibile, ma capace di estrarre l'acqua dai vestiti intrisi di sudore utilizzando una tecnica nota come distillazione a membrana.

La macchina fa girare i vestiti zeppi di sudore in una centrifuga per estrarre i liquidi dagli indumenti. Il sudore viene poi riscaldato e distillato attraverso una membrana di distillazione. Il risultato? Acqua più pulita di quella del rubinetto. Sicuramente sarebbe difficilissimo creare qualcosa del genere in maniera indossabile, ma un dispositivo simile sarebbe sicuramente tornato utile ai Fremen. Intanto si spera che questa macchina potrà servire un giorno a tutti coloro che non hanno facilmente accesso all'acqua potabile.

Il topo del deserto che si vede nel film esiste davvero

Durante il film è possibile fare la conoscenza di un simpatico animaletto che si trova perfettamente a suo agio all'interno dell'ambiente arido e caldo del deserto, il topo del deserto, noto agli appassionati di Dune con il nome di kangaroo mouse. Nella realtà, gli animali che più si avvicinano alla creatura vista nel film fanno parte della famiglia dei Dipodidi, i cui membri sono comunemente noti come topi saltatori o gerboa.

In particolare è il topo delle piramidi Jaculus jaculus, conosciuto anche come gerboa del deserto, la creatura più simile a quella vista nel film. Così come la sua controparte fantascientifica, il gerboa si è adattato per vivere nel deserto. Tra le sue caratteristiche più peculiari, il roditore riesce a saltare a grande velocità nel suolo sabbioso per muoversi, ha un grande udito e per tenere pulito il proprio corpo usa i bagni di sabbia.

Esistono delle tempeste di sabbia come quelle viste nel film

Verso la fine del lungometraggio possiamo osservare una tempesta gigantesca attraversata dai nostri protagonisti. E se vi dicessimo che tempeste di sabbia simili, se non addirittura più grandi, esistono davvero?

Non si trovano, stavolta fortunatamente, sul nostro pianeta, ma su un Pianeta che stiamo studiando con estrema attenzione: Marte. Una volta ogni circa 5 anni, sul Pianeta Rosso le normali tempeste si trasformano in tempeste di polvere che circondano il pianeta; eventi che vengono chiamati tempeste di polvere globali, dove i venti raggiungono velocità di 100 chilometri all'ora.

Queste gigantesche tempeste emettono talmente tanta sabbia e polvere nell'aria da bloccare perfino i raggi del Sole e, una volta iniziati, gli eventi più grandi possono durare settimane o mesi, raggiungendo altezze davvero incredibili. Condizioni meteorologiche simili potrebbero mettere a dura prova le future colonie umane su Marte, ma sicuramente, così come hanno fatto i Fremen nel film, qualora riuscissimo a colonizzare il pianeta rosso, si troverà il modo di sopravvivere anche a queste condizioni.

Lo ammettiamo, a noi piace analizzare in questo modo un po' tutte le opere fantascientifiche e per questo motivo abbiamo dedicato numerosi speciali a questo argomento. Tra i più interessanti, suggeriamo di dare un'occhiata al nostro approfondimento sulla scienza dietro Death Stranding, sui concetti reali nella fantascienza in Tenet e sui principi scientifici alla base di Mass Effect.