Nelle scorse settimane le due più importanti agenzie spaziali al mondo si sono lanciate verso un nuovo capitolo dell'esplorazione spaziale: la NASA ha annunciato di voler ritornare sulla Luna, di risposta l'Agenzia spaziale Russa ha rivelato di voler creare una colonia lunare entro il 2040. Questo ha generato un'ondata di stupore, di ricordi, ma anche di domande su quella che si prospetta essere la "Seconda corsa allo Spazio" della storia dell'Uomo. E' davvero necessario ritornare sulla Luna? Perché si è deciso di aspettare tanto? Perché la Russia ha annunciato a sorpresa di voler anch'essa intraprendere questo tipo di missione?
La Terra è abbastanza grande
Dai progetti presentati in passato fino al recente annuncio delle scorse settimane, è chiaro che la NASA intende espandere le frontiere dell'esperienza umana e migliorare la conoscenza scientifica dei fenomeni naturali esterni alla Terra. E per quel che concerne la Luna, gli obiettivi della NASA sono chiari e lasciano poco margine di interpretazione: la sfida sarà permettere all'uomo di stabilirsi nel lungo periodo attorno al satellite e sulla sua superficie. Ad esempio, il famoso "portale" che orbiterà attorno alla Luna, il Lunar Orbital Platform-Gateway, verrà utilizzato come porto spaziale, uno snodo per lo scambio di materiale scientifico da e verso la Terra, oltre che un punto di attracco per velivoli di tipo commerciale e cargo. La NASA ha già annunciato che il primo componente di questa enorme struttura verrà lanciato da Cape Canaveral, in Florida, nel 2022. E questo è solo il primo passo verso la "multiplanetarietà" che Elonk Musk, il grande assente di questi primi accordi commerciali, ha tante volte cercato di introdurre nella nostra percezione di esseri umani.
Abissi d'acciaio
La NASA vuole utilizzare l'ambiente lunare come un grande simulatore in cui condurre una moltitudine di test: oltre alle analisi chimiche del suolo, della composizione rocciosa e del sottosuolo, si potrà valutare ad esempio l'efficacia di nuovi tipi di cingolati per lo spostamento dei Rover, ma anche analizzare nuove procedure per il lancio di razzi in condizioni di gravità ridotta e con atmosfera più rarefatta. Ovviamente questi test serviranno per prepararsi ad eventuali lanci di capsule o navicelle con le quali inviare astronauti verso l'ormai sempre più discusso Marte, il pianeta rosso che potrebbe rappresentare la seconda casa del genere umano. E se nel prossimo futuro sarà necessario trasportare materiali o elementi strutturali in prossimità della Luna, si paleserà la necessità di trovare dei posti adatti per l'organizzazione dei macchinari e di qualsiasi tipo di strumentazione. Quindi l'ipotesi di laboratori, hangar o semplicemente magazzini costruiti sulla superficie lunare, che possano assicurare una maggiore vicinanza delle risorse utili alla costruzione di questi "spazioporti orbitali" diventa non un semplice capriccio fantascientifico, ma una reale necessità. La costruzione di qualsiasi edificio richiederà la mano dell'uomo in ogni caso, al netto di eventuali assistenti robotici pronti ad eseguire operazioni proibitive per un essere umano. Come si può ben vedere, basta una parziale e sicuramente non esaustiva analisi come questa per rendersi conto che la presenza di personale umano sul satellite naturale deve essere assicurata con una certa continuità. Non sarà un lavoro "da pendolare", ed per questo tipo di operazioni che andranno predisposti degli alloggi situati o sulla superficie lunare, o nella bassa orbita.
... E nel frattempo, la Russia?
La Russia si è subito accodata a questa ventata generata dall'Agenzia Statunitense, anche se con una sorta di "tempismo sospetto". La Roscosmos durante una conferenza stampa ha dichiarato che una base lunare è tra le priorità dell'agenzia: da un estratto della conferenza si legge che "L'interesse dell'umanità sulla luna è associato principalmente al fatto che sul satellite sono state scoperte regioni uniche con condizioni favorevoli per la costruzione di basi lunari. L'attuazione del programma lunare si svolgerà in più fasi fino al 2040". In una conversazione tenuta con il Presidente della Moldavia è possibile ascoltare Dmitry Rogozin, direttore della Roscosmos, rispondere ad una domanda sul programma Apollo e sul fatto che abbia effettivamente fatto sbarcare uomini sul suolo lunare. La sua risposta è tutto un programma: "Abbiamo fissato l'obiettivo di verificare se ci siano stati o meno". È pur vero che dal suo atteggiamento la risposta sembra essere scherzosa, ma in Russia e nei paesi limitrofi la teoria complottista è ancora decisamente diffusa (e a dirla tutta, anche nella stessa America). Non è da escludere che forse la Russia teme di essere nuovamente oscurata e lasciata in secondo piano, proprio come accadde durante il periodo delle missioni Apollo della NASA: non tutti sanno che nello stesso periodo, la Russia stava conducendo il proprio programma lunare, chiamato "Programma Luna".
Il "Programma Luna" partì nel 1959, dunque anche con 3 anni di anticipo rispetto al programma Apollo (1961), e l'impiego di sonde controllate a distanza per la raccolta di dati e campioni di roccia lunare fecero del programma spaziale Russo il precursore dell'esplorazione spaziale come è classicamente intesa. I russi riuscirono a portare sulla Terra 0,326 Kg di roccia lunare raccolti tramite sonde automatiche ed in tre diverse missioni, ma alla fine gli americani riuscirono a "chiudere la partita" con un bottino di 380kg di campioni lunari riportati a Terra, e per giunta selezionati direttamente dagli astronauti. Il resto, è storia, compresa la bandiera americana piantata sulla superficie.
"Abbiamo più di un problema"
L'uomo sta attraversando un particolare periodo storico. Da un lato, alle sue spalle trova un passato in cui la corsa alla Luna ha avuto un ruolo fondamentale nell'accrescere il suo bagaglio culturale, anche indirettamente, attraverso avanzamenti tecnologici e scientifici che hanno permesso, alle fine, di raggiungere l'obbiettivo. Dall'altro, nel futuro, l'uomo vedrà molti cambiamenti e potrà viaggiare con più semplicità verso la Luna, anche per fini turistici, ma questo è un altro discorso che merita un approfondimento a parte.
Questo scenario è però spesso percepito come qualcosa di molto lontano, un futuro che si manifesterà talmente più avanti nel tempo da non essere motivo di interesse per chiunque stia vivendo questi tempi. Sicuramente in parte è vero e la NASA potrebbe aver contribuito ad alimentare questo scetticismo, ma tutto ciò non deve confondere la capacità di osservare i fatti per quelli che sono, ovvero che l'intera industria aerospaziale sta focalizzando tutte le sue risorse finanziarie e umane verso il prossimo capitolo della storia umana.
Per rispondere alla domanda che fa da titolo a questo articolo: è necessario ritornare sulla Luna? Vista l'attuale situazione e le prospettive future, la risposta è un secco "Si, e sarà necessario per favorire la ricerca spaziale ed il progresso scientifico e umano". Questa organizzazione così dettagliata, questa visione futurista che per molto tempo ha trovato consenso esclusivamente come opera di finzione nella letteratura fantascientifica attraverso l'immaginazione di autori come Clarke ed Asimov, non va assolutamente presa sottogamba: evidenzia come in tutti questi anni la NASA abbia sempre incluso prepotentemente il satellite naturale nei suoi progetti. E che, probabilmente, il prossimo "grande balzo per l'umanità" partirà proprio da lì.
È necessario ritornare sulla Luna?
Dopo le recenti dichiarazioni delle agenzie americana e russa, facciamo il punto della questione e qualche ipotesi su cosa ci aspetta.
Nelle scorse settimane le due più importanti agenzie spaziali al mondo si sono lanciate verso un nuovo capitolo dell'esplorazione spaziale: la NASA ha annunciato di voler ritornare sulla Luna, di risposta l'Agenzia spaziale Russa ha rivelato di voler creare una colonia lunare entro il 2040. Questo ha generato un'ondata di stupore, di ricordi, ma anche di domande su quella che si prospetta essere la "Seconda corsa allo Spazio" della storia dell'Uomo.
E' davvero necessario ritornare sulla Luna? Perché si è deciso di aspettare tanto? Perché la Russia ha annunciato a sorpresa di voler anch'essa intraprendere questo tipo di missione?
La Terra è abbastanza grande
Dai progetti presentati in passato fino al recente annuncio delle scorse settimane, è chiaro che la NASA intende espandere le frontiere dell'esperienza umana e migliorare la conoscenza scientifica dei fenomeni naturali esterni alla Terra. E per quel che concerne la Luna, gli obiettivi della NASA sono chiari e lasciano poco margine di interpretazione: la sfida sarà permettere all'uomo di stabilirsi nel lungo periodo attorno al satellite e sulla sua superficie. Ad esempio, il famoso "portale" che orbiterà attorno alla Luna, il Lunar Orbital Platform-Gateway, verrà utilizzato come porto spaziale, uno snodo per lo scambio di materiale scientifico da e verso la Terra, oltre che un punto di attracco per velivoli di tipo commerciale e cargo.
La NASA ha già annunciato che il primo componente di questa enorme struttura verrà lanciato da Cape Canaveral, in Florida, nel 2022. E questo è solo il primo passo verso la "multiplanetarietà" che Elonk Musk, il grande assente di questi primi accordi commerciali, ha tante volte cercato di introdurre nella nostra percezione di esseri umani.
Abissi d'acciaio
La NASA vuole utilizzare l'ambiente lunare come un grande simulatore in cui condurre una moltitudine di test: oltre alle analisi chimiche del suolo, della composizione rocciosa e del sottosuolo, si potrà valutare ad esempio l'efficacia di nuovi tipi di cingolati per lo spostamento dei Rover, ma anche analizzare nuove procedure per il lancio di razzi in condizioni di gravità ridotta e con atmosfera più rarefatta. Ovviamente questi test serviranno per prepararsi ad eventuali lanci di capsule o navicelle con le quali inviare astronauti verso l'ormai sempre più discusso Marte, il pianeta rosso che potrebbe rappresentare la seconda casa del genere umano. E se nel prossimo futuro sarà necessario trasportare materiali o elementi strutturali in prossimità della Luna, si paleserà la necessità di trovare dei posti adatti per l'organizzazione dei macchinari e di qualsiasi tipo di strumentazione.
Quindi l'ipotesi di laboratori, hangar o semplicemente magazzini costruiti sulla superficie lunare, che possano assicurare una maggiore vicinanza delle risorse utili alla costruzione di questi "spazioporti orbitali" diventa non un semplice capriccio fantascientifico, ma una reale necessità. La costruzione di qualsiasi edificio richiederà la mano dell'uomo in ogni caso, al netto di eventuali assistenti robotici pronti ad eseguire operazioni proibitive per un essere umano.
Come si può ben vedere, basta una parziale e sicuramente non esaustiva analisi come questa per rendersi conto che la presenza di personale umano sul satellite naturale deve essere assicurata con una certa continuità. Non sarà un lavoro "da pendolare", ed per questo tipo di operazioni che andranno predisposti degli alloggi situati o sulla superficie lunare, o nella bassa orbita.
... E nel frattempo, la Russia?
La Russia si è subito accodata a questa ventata generata dall'Agenzia Statunitense, anche se con una sorta di "tempismo sospetto". La Roscosmos durante una conferenza stampa ha dichiarato che una base lunare è tra le priorità dell'agenzia: da un estratto della conferenza si legge che "L'interesse dell'umanità sulla luna è associato principalmente al fatto che sul satellite sono state scoperte regioni uniche con condizioni favorevoli per la costruzione di basi lunari. L'attuazione del programma lunare si svolgerà in più fasi fino al 2040". In una conversazione tenuta con il Presidente della Moldavia è possibile ascoltare Dmitry Rogozin, direttore della Roscosmos, rispondere ad una domanda sul programma Apollo e sul fatto che abbia effettivamente fatto sbarcare uomini sul suolo lunare. La sua risposta è tutto un programma: "Abbiamo fissato l'obiettivo di verificare se ci siano stati o meno". È pur vero che dal suo atteggiamento la risposta sembra essere scherzosa, ma in Russia e nei paesi limitrofi la teoria complottista è ancora decisamente diffusa (e a dirla tutta, anche nella stessa America).
Non è da escludere che forse la Russia teme di essere nuovamente oscurata e lasciata in secondo piano, proprio come accadde durante il periodo delle missioni Apollo della NASA: non tutti sanno che nello stesso periodo, la Russia stava conducendo il proprio programma lunare, chiamato "Programma Luna".
Il "Programma Luna" partì nel 1959, dunque anche con 3 anni di anticipo rispetto al programma Apollo (1961), e l'impiego di sonde controllate a distanza per la raccolta di dati e campioni di roccia lunare fecero del programma spaziale Russo il precursore dell'esplorazione spaziale come è classicamente intesa. I russi riuscirono a portare sulla Terra 0,326 Kg di roccia lunare raccolti tramite sonde automatiche ed in tre diverse missioni, ma alla fine gli americani riuscirono a "chiudere la partita" con un bottino di 380kg di campioni lunari riportati a Terra, e per giunta selezionati direttamente dagli astronauti. Il resto, è storia, compresa la bandiera americana piantata sulla superficie.
"Abbiamo più di un problema"
L'uomo sta attraversando un particolare periodo storico. Da un lato, alle sue spalle trova un passato in cui la corsa alla Luna ha avuto un ruolo fondamentale nell'accrescere il suo bagaglio culturale, anche indirettamente, attraverso avanzamenti tecnologici e scientifici che hanno permesso, alle fine, di raggiungere l'obbiettivo. Dall'altro, nel futuro, l'uomo vedrà molti cambiamenti e potrà viaggiare con più semplicità verso la Luna, anche per fini turistici, ma questo è un altro discorso che merita un approfondimento a parte.
Questo scenario è però spesso percepito come qualcosa di molto lontano, un futuro che si manifesterà talmente più avanti nel tempo da non essere motivo di interesse per chiunque stia vivendo questi tempi.
Sicuramente in parte è vero e la NASA potrebbe aver contribuito ad alimentare questo scetticismo, ma tutto ciò non deve confondere la capacità di osservare i fatti per quelli che sono, ovvero che l'intera industria aerospaziale sta focalizzando tutte le sue risorse finanziarie e umane verso il prossimo capitolo della storia umana.
Per rispondere alla domanda che fa da titolo a questo articolo: è necessario ritornare sulla Luna? Vista l'attuale situazione e le prospettive future, la risposta è un secco "Si, e sarà necessario per favorire la ricerca spaziale ed il progresso scientifico e umano". Questa organizzazione così dettagliata, questa visione futurista che per molto tempo ha trovato consenso esclusivamente come opera di finzione nella letteratura fantascientifica attraverso l'immaginazione di autori come Clarke ed Asimov, non va assolutamente presa sottogamba: evidenzia come in tutti questi anni la NASA abbia sempre incluso prepotentemente il satellite naturale nei suoi progetti. E che, probabilmente, il prossimo "grande balzo per l'umanità" partirà proprio da lì.
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