Ecco le invenzioni che hanno cambiato il mondo per sempre

La specie umana è stata influenzata dalla scoperta di particolari invenzioni che hanno cambiato per sempre il futuro, in meglio... forse!

Ecco le invenzioni che hanno cambiato il mondo per sempre
Articolo a cura di

La specie umana, in particolare l'Homo Sapiens, è comparsa sulla Terra circa 200.000 anni fa (almeno secondo le fonti archeologiche in nostro possesso). Da allora abbiamo fatto innumerevoli progressi, sia culturali che tecnologici, culminando nella società odierna. Ad aiutare questa evoluzione sono state delle scoperte che, direttamente e indirettamente, hanno cambiato letteralmente il mondo. Dalla plastica agli antibiotici, scopriamo insieme quali sono.

L'invenzione della ruota

La ruota si distingue come un'originale meraviglia dell'ingegneria e una delle invenzioni più famose. Questa tecnologia basilare non solo rese più facile viaggiare, ma è stata anche la base per un numero enorme di altre tecnologie innovative (dalla meccanica all'idraulica). Tuttavia, la ruota in realtà non è così vecchia.
La più antica ruota conosciuta proviene dalla Mesopotamia, intorno al 3500 avanti Cristo. In quel periodo, gli esseri umani stavano già fondendo leghe metalliche, costruendo canali e barche a vela e persino progettando strumenti musicali complessi come le arpe. In effetti, l'invenzione principale non era la ruota stessa, ma la combinazione di una ruota e un asse fisso, che consente - a sua volta - di collegare la ruota a una piattaforma stabile.

Il motore a vapore

Si pensa che un amministratore minerario spagnolo di nome Jerónimo de Ayanz sia stata la prima persona a sviluppare un motore a vapore. Ayanz brevettò un dispositivo che utilizzava la potenza del vapore per spingere l'acqua dalle miniere. Tuttavia, fu ufficialmente l'inglese Thomas Savery, un ingegnere e inventore, ad aver sviluppato il primo motore a vapore nel 1698.
Il suo dispositivo venne utilizzato - così come quello di Jerónimo - per l'aspirazione dell'acqua dal fondo delle miniere. Nello sviluppo del suo motore, Savery utilizzò i principi stabiliti da Denis Papin, fisico britannico di origine francese inventore della pentola a pressione. Nel 1711, un altro inglese, Thomas Newcomen, sviluppò un miglioramento del motore e nel 1781 James Watt, un costruttore di strumenti scozzese impiegato dall'Università di Glasgow, aggiunse un condensatore separato al motore di Newcomen, che consentì di mantenere il cilindro del vapore a un temperatura costante.
In seguito sviluppò un doppio motore a vapore rotante che, entro il 1800, avrebbe alimentato treni, mulini, fabbriche e numerose altri dispositivi.

L'invenzione della lampadina

Le luci elettriche furono sperimentate all'inizio del XIX secolo da Humphry Davy, che inventò una batteria. Quando collegò i fili tra la sua batteria e un pezzo di carbonio, quest'ultimo iniziò a brillare, producendo luce; stiamo parlando della lampada ad arco elettrico. Nel corso dei sette decenni successivi, anche altri inventori crearono "lampadine", ma queste non erano in grado di essere applicate a livello commerciale.

Nel 1850 un fisico inglese di nome Joseph Wilson Swan creò una "lampadina" racchiudendo filamenti di carta carbonizzata in un bulbo di vetro sotto vuoto. C'era un problema: la sua lampadina aveva una vita troppo breve per l'uso commerciale. Fortunatamente, nel 1870, divennero disponibili pompe per il vuoto migliori e Swan fu in grado di sviluppare una lampadina di maggiore durata. Thomas A. Edison (inventore di tantissime invenzioni) migliorò il design di Swan utilizzando filamenti di metallo e nel 1878 e nel 1879 depositò brevetti per luci elettriche utilizzando materiali diversi per il filamento.
Alla fine scoprì che un filamento di bambù carbonizzato poteva durare più di 1200 ore. Questa scoperta rese realizzabili le lampadine prodotte commercialmente. Così nel 1880 la società di Edison, la Edison Electric Light Company, iniziò a commercializzare il suo nuovo prodotto.

I transistor

Una cosa così piccola, ma così importante per l'era di oggi. Il transistor è un componente essenziale in quasi tutti i dispositivi elettronici odierni. Nel 1926 Julius Lilienfeld brevettò un transistor ad effetto di campo, descrivendone la costruzione e il funzionamento, con diverse caratteristiche simili a quelli moderni.

Furono tuttavia John Bardeen, Walter Brattain e William Shockley (qui sopra in foto) nel 1947 a sviluppare il primo pratico dispositivo a transistor presso i Bell Laboratories. La loro invenzione valse al trio il Premio Nobel per la fisica nel 1956. Da allora questi minuscoli pezzi d'elettronica sono diventati fondamentali per innumerevoli dispositivi elettronici: tra cui televisori, cellulari e computer.

Gli antibiotici

Gli antibiotici hanno salvato milioni di vite uccidendo e inibendo la crescita di batteri nocivi. Louis Pasteur e Robert Koch descrissero per la prima volta l'uso di antibiotici nel 1877. Nel 1928, Alexander Fleming identificò la penicillina dalla muffa. Nel corso del XX secolo, gli antibiotici si sono diffusi rapidamente, combattendo quasi ogni forma nota di infezione e proteggendo la salute delle persone (ancora oggi si studia la muffa da cui deriva la scoperta). Tutti conosciamo Fleming, ma possiamo anche affermare che il potere antibiotico della muffa venne scoperto per la prima volta da un italiano, Vincenzo Tiberio.
Nel 1892 Tiberio osservò che l'acqua del suo pozzo fosse - a volte - potabile. In seguito ai lavori di pulizia del pozzo, infatti, con la rimozione delle muffe ampiamente distribuite sulle pareti, l'acqua diventava non potabile. Dopodiché, al riformarsi delle muffe, l'acqua tornava ad essere bevibile. A Tiberio venne così un'intuizione. Nel 1895 il medico pubblicò le sue ricerche, concludendo che le muffe in questione avevano un'azione preventiva e terapeutica.
Tiberio pubblicò il suo lavoro nel gennaio del 1895, sulla rivista "Annali d'Igiene sperimentale". In quei tempi, però, l'Italia non godeva di particolare rilevanza nel mondo scientifico e la rivista sulla quale Tiberio pubblicò il suo articolo non aveva il giusto seguito.

Due anni dopo l'attribuzione del Premio Nobel per la medicina ad Alexander Fleming (per la scoperta della penicillina), fu il tenente colonnello Giuseppe Pezzi a trovare il lavoro di Tiberio. Egli si occupò di diffondere la notizia in un articolo intitolato "Un italiano precursore degli studi sulla penicillina".

Qualcosa che non esistente in natura: la plastica

Il primo polimero sintetico fu inventato nel 1869 da John Wesley Hyatt, che fu ispirato dalla richiesta di una ditta di New York, in cerca di un materiale da utilizzare al posto dell'avorio. Trattando la cellulosa, derivata dalla fibra di cotone, con la canfora, Hyatt scoprì una plastica che poteva essere lavorata in una varietà di forme e realizzata per imitare sostanze naturali: la celluloide. Questa scoperta fu rivoluzionaria. Per la prima volta la produzione umana non venne vincolata dai limiti della natura. La creazione di nuovi materiali ha anche aiutato a liberare le persone dai vincoli sociali ed economici imposti dalla scarsità di risorse naturali.
La celluloide economica rendeva la ricchezza materiale più diffusa e ottenibile. E la rivoluzione della plastica era solo all'inizio.

Nel 1907 Leo Baekeland inventò la bachelite, la prima plastica completamente sintetica, non conteneva quindi molecole trovate in natura. La bachelite non era solo un buon isolante; era anche durevole, resistente al calore e, a differenza della celluloide, ideale per la produzione meccanica di massa.
Commercializzata come "il materiale dai mille usi", la bachelite pu essere modellata in qualsiasi cosa, fornendo infinite possibilità. Una scoperta rivoluzionaria per la produzione di massa, e tante altre mille applicazioni, ma tanto nefasta per il pianeta.