Facebook Protect: cos'è la nuova sicurezza targata Zuckerberg?

Il programma di protezione degli account a rischio di Facebook arriva finalmente anche in Italia. Scopriamo di cosa si tratta.

Facebook Protect: cos'è la nuova sicurezza targata Zuckerberg?
Articolo a cura di

Arriva anche in Italia Facebook Protect. Nato nel 2018, il programma offre protezione a tutti quegli account importanti e ad alto rischio, soggetti ad attacchi hacker, furti di informazioni e password o problemi di sicurezza. Si tratta principalmente di account di personalità politiche o di persone con un gran seguito, che possono suscitare l'interesse di malintenzionati. Compito di Facebook è proteggere questi account da interventi indesiderati e tutelarli al massimo delle sue possibilità. Un compito nobile, che sta ricevendo ultimamente parecchia visibilità e che si va a inserire nella costante quanto inesorabile riscrittura dell'immagine di un social e di un azienda che per lungo tempo sono stati dipinti diversamente. Scopriamo di cosa si tratta.

Facebook Protect

Giornalisti, attivisti per i diritti umani, politici, funzionari governativi: sono queste le categorie a cui si rivolge principalmente Facebook Protect. Persone intorno alle quali gravitano e si sviluppano vere e proprie comunità critiche per il dibattito pubblico. Si tratta di personaggi coinvolti nelle attività di responsabilizzazione dei governi, che difendono o gestiscono organizzazioni attente ai diritti umani. Ruoli che portano queste figure a essere spesso prese di mira da malintenzionati o veri e propri hacker.

Per proteggere gli account di queste persone è stato lanciato il programma Protect, nato nel 2018 e arrivato a totale compimento nel 2020 durante le elezioni presidenziali statunitensi. L'anno quasi concluso ha portato alla diffusione del programma in tutto il mondo e al suo arrivo negli ultimi giorni anche in Italia. Per ora Protect ha raggiunto 1,5 milioni di account con la promessa di evolversi sempre di più e di trovare una ben più capillare e ampia diffusione.

Protezione e tutela

Facebook Protect si fonda su due assunti fondamentali: il primo garantisce una protezione a monte per il furto di account, sfruttando appieno la mai troppo utilizzata autenticazione a due fattori di Facebook per account ad alto rischio; il secondo tutela l'account da intromissioni esterne e attacchi, fornendo protezione e strumenti di monitoraggio avanzati per verificare la presenza e i movimenti di eventuali malintenzionati. Una doppia tutela che avverrà in modo quasi automatico, ma sempre previa adesione da parte dell'utente.

Sarà infatti Facebook a selezionare gli account più sensibili, inviando loro una notifica che li obbligherà a iscriversi al programma e li guiderà passo passo nelle pratiche da adottare per rendere Protect pienamente operativo. I vertici sembrano consapevoli del fatto che saranno numerosi gli account o i profili che decideranno di non aderire, in primo luogo quelli che non frequentano in modo assiduo e costante la piattaforma. L'obiettivo è, però, quello di spingere quanti più account possibili ad aderirvi, sottolineando l'importanza della famigerata autenticazione a due fattori.

Una "nuova" autenticazione

L'autenticazione a due fattori sembra essere un aspetto su cui Facebook sta puntando molto. Diverrà non solo il paradigma principale della protezione degli account a rischio ma anche un'opzione caldamente consigliata a tutti gli utenti. Zuckerberg e soci ritengono questo metodo di accesso il più sicuro possibile per proteggere qualsiasi tipo di account. Un'opzione che non ha mai del tutto preso piede nel mondo della rete e che invece, secondo l'azienda, sarebbe auspicabile se venisse adottata dal maggior numero di persone possibile, che siano o meno a rischio di intromissioni nel loro account.

Per accedere a Facebook con questo nuovo tipo di login sarà necessario non solo inserire la password, ma anche un codice che Facebook invierà a un dispositivo secondario e che dimostrerà che quella persona sta veramente cercando di accedere al suo profilo in quel particolare momento. Un sistema all'apparenza inattaccabile, difficile da scardinare. Il codice, infatti, viene inviato via sms o su un'app secondaria, per fare in modo che il titolare dell'account sia effettivamente colui che sta tentando l'accesso, per evitare furti e login indesiderati.

Una svolta necessaria

Questo nuovo tipo di accesso diverrà obbligatorio per tutti gli iscritti a Protect ma sarà caldamente consigliato a tutti coloro i quali hanno un profilo sulla piattaforma. Per ora, il 90% si è già iscritto al programma senza attendere e saranno 50 i Paesi interessati dal nuovo programma entro la fine dell'anno, per un'espansione che si farà ancora più capillare nel 2022. Prosegue così l'attenzione quasi maniacale di Facebook sulle questione di sicurezza, in una sorta di percorso di redenzione e di fondamentale ristrutturazione dell'immagine.

Tra polemiche sulla sicurezza, sulle violazioni e sul mancato rispetto della privacy, nonché sulla presunta influenza su elezioni e processi democratici, è chiaro che l'azienda abbia tutta l'intenzione di ripulire la sua immagine e i suoi prodotti, rendendoli luoghi sicuri e liberi da ogni ingerenza. Una missione forse impossibile ma necessaria, in un social su cui sono presenti le vite di molte persone e che, in mano a malintenzionati, può davvero diventare dannoso e pericoloso, influenzando la vita sociale degli utenti e l'assetto politico di intere nazioni.

Obiettivo irraggiungibile?

L'obiettivo è mettere al sicuro Facebook da tutto questo, evitare che gruppi più o meno organizzati riescano a prendere il controllo della piattaforma e influenzarne gli utenti. Il miglior punto di partenza è, quindi, tutelare gli account più influenti sul nascere, renderli inattaccabili e dare in mano ai profili tutti gli strumenti per tutelarsi e capire in tempo quando si è sotto attacco o sotto il controllo di agenti esterni. Sappiamo che ancora molto deve essere fatto in questo senso ma non possiamo non apprezzare la perseveranza di Facebook nel cercare risposte concrete a questi problemi. Si tratta di decisioni o provvedimenti che, forse, potevano essere messi in atto molto prima e che avrebbero probabilmente salvato l'azienda dai numerosi problemi avuti negli anni.

A lungo non ci siamo resi conto del potere che abbiamo dato a queste piattaforme, di quanto della nostra vita vi abbiamo riversato sopra e dell'influenza che hanno avuto sul nostro mondo e su quello delle persone che ci circondano. Mai come adesso, occorre prestare attenzione a questi mondi paralleli fatti di foto, video e interi pezzi di vita, soprattutto ora che stiamo cercando di capire cosa è il metaverso e come accettarlo, ultima frontiera del mondo tecnologico in cui anche la neonata Meta si è lanciata a capofitto.

L'autenticazione a due fattori e Facebook Protect sono tutele necessarie e lo sarebbero state già molti anni fa, ma non si può fare altro che accogliere con entusiasmo il fatto che siano finalmente realtà consolidate nel sistema. Allo stesso modo, è auspicabile che si prosegua su questa strada e che si faccia tutto il necessario per rendere queste piattaforma finalmente sicure e non delle bombe di dati ad orologeria pronte a esplodere sotto i colpi dell'ennesimo scandalo.