Folle di Scienza: siamo stati al ritrovo dei divulgatori scientifici

Abbiamo partecipato all'incontro annuale dei divulgatori scientifici italiani, ecco il racconto della nostra esperienza.

Folle di Scienza: siamo stati al ritrovo dei divulgatori scientifici
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Questo sarà un articolo molto diverso dal solito, che ha lo scopo di raccontarvi un'esperienza che abbiamo vissuto nelle scorse settimane come redazione di Everyeye Scienza: abbiamo partecipato al ritrovo annuale dei divulgatori scientifici. Vorremmo raccontarvi cosa è, perché eravamo presenti e quali sono state le attività che abbiamo svolto assieme a tanti altri divulgatori italiani; sperando che questo sia non solo di vostro interesse, ma che possa in qualche modo trasmettervi la nostra stessa passione per la scienza e la divulgazione.

Prima un piccolo passo indietro: chi o che cosa è la redazione di Everyeye Scienza? Nasciamo ufficialmente circa due anni fa con uno scopo particolare: portare sulla "cattiva strada" tutte le persone che si avvicinano alla scienza tramite videogiochi, film e serie tv. Certamente è un obiettivo ambizioso, ma è anche il percorso che abbiamo fatto noi per primi e in cui crediamo fortemente.
Così, abbiamo iniziato a scrivere di fisica, di medicina, di chimica, delle scoperte più emozionanti in tutte le branche scientifiche, del metodo scientifico. Nel tempo si sono aggiunti nuovi redattori, nuove competenze e nuovi stili, ed Everyeye Scienza non è che la sintesi di tutte queste voci diverse.

Ma ora bando alle ciance e iniziamo il nostro resoconto sull'evento Folle di Scienza.

Folle di Scienza

Folle di Scienza è un incontro annuale dove si discute di comunicazione della scienza ed è organizzato dai Frame divagazioni scientifiche. I Frame sono un gruppo di comunicatori della scienza (ma molto più di questo) di cui fanno parte Alberto Agliotti, Emiliano Audisio, Francesca Calvo, Enrica Favaro, Vincenzo Guarnieri, Beatrice Mautino. Tutti nomi importantissimi nel panorama della divulgazione italiana (a vario titolo).

E così per tre giorni (quest'anno dal 2 al 4 Luglio) ci siamo ritrovati a Strambino, una ridente cittadina in provincia di Torino. Dato che la mattina del 2 avremmo iniziato di buonora con il programma (di cui vi parleremo), eravamo sul posto già il giorno prima, dove abbiamo subito fatto la conoscenza con altri divulgatori presenti in hotel (tra cui il caro Giacomo, di Entropy for Life).

Il programma

Eravamo organizzati in modo che la mattina fosse dedicata a delle piccole conferenze frontali, su vari temi, mentre il pomeriggio ci separavamo in piccoli gruppi per dei BarCamp (BarCamp? Cosa sono, si mangiano?) su vari argomenti proposti da altri divulgatori. Alla fine della giornata, infine, si faceva un riepilogo di ciò che era emerso durante i BarCamp, con l'aiuto dell'incredibile abilità di Jacopo Sacquegno, di cui potete osservare i bellissimi lavori di visual thinking in seguito.

Il 2 mattina abbiamo discusso delle conseguenze della pandemia (dal punto di vista personale e professionale), in seguito ci sono stati due interventi vagamente esistenzialisti. Ci siamo cioè interrogati sulla figura del divulgatore scientifico: chi siamo, cosa vogliamo? I due panel sono stati tenuti da Vera Gheno (famosa sociolinguistica e saggista) e da Nico Pitrelli (responsabile dell'Unità relazioni con i media e comunicazione della Sissa di Trieste). Con piccole variazioni su tema, si è poi esibito il (bravissimo) comico Francesco Giorda (Sul canale Instagram dei Frame trovate alcune sue performance eccezionali: Stand Up for Science).

Cosa ne è venuto fuori? Che non sappiamo bene chi siamo e non sappiamo bene cosa vogliamo. Nonostante queste consapevolezze vorrei anche dire (nota personale) che ho respirato una bellissima aria di comunità. Eravamo tanti, diversi, ma molto uniti in quella che è poi una missione comune: portare la scienza nella vita di tutti, indipendentemente da formazione scolastica e dai percorsi di vita intrapresi; essere cioè interpreti di argomenti a volte molto complessi, semplificarli e di fatto tradurli, in modo che siano alla portata di tutti.

Il pomeriggio del 2 Luglio ci siamo divisi in gruppi. Personalmente ho partecipato ad un gruppo di discussione sulla tematica dell'identità del divulgatore, su cui avevo molte perplessità che si trascinavano dalle discussioni mattutine, ed in seguito ad un gruppo tenuto dal caro Willy, di Zoosparkle, sui "divulger" e in generale sui pro e contro dell'appartenere ad un gruppo specifico e noto di divulgatori (nel caso specifico, i divulgatori social).

La sera del 2 Luglio ci siamo invece recati alla bocciofila per... beh per giocare a bocce. Divulgatori vs vecchietti del paese di Strambino, incredibile ma vero. Vorremmo potervi raccontare che è stata una sfida avvincente e senza esclusione di colpi, combattuta fino all'ultimo. La verità è che siamo stati brutalmente dominati e umiliati. La partita a cui ho partecipato io (eravamo divisi in molte squadre) è tristemente finita 13 a 0.

La mattina successiva (3 Luglio) è stata dedicata all'approfondimento di strategie imprenditoriali per fare divulgazione scientifica in modo economicamente sostenibile. Perché bella la divulgazione eh, ma poi si deve anche mangiare!

In particolare ne abbiamo parlato con Lara Della Gaspera, responsabile delle relazioni con i creators per Italia e Spagna per conto di Patreon. Successivamente, assieme a Raffaella Rossi, abbiamo parlato di Agenzia Quorum e Youtrend, due realtà parallele che sono diventate un punto di riferimento nella gestione dei dati statistici e che durante la pandemia hanno seguito con molto impegno l'andamento della situazione Covid.

Dopo una breve pausa caffè, abbiamo discusso con Igor Pagani, responsabile editoriale Saggistica per Mondadori. Sono venute fuori considerazioni interessanti sull'editoria scientifica in Italia, drammatiche se vogliamo (abbiamo fatto un bagno di realtà). I divulgatori scientifici in Italia non esistono o quasi, dal punto di vista editoriale. Chi riesce a farsi strada sono i divulgatori che già hanno una fanbase importante (generalmente sui social) e i professori universitari affermati (di questo ne parleremo anche dopo). All'estero la situazione è ben diversa, si conosce e riconosce il valore di un buon divulgatore e nel mercato c'è molto spazio anche per queste figure. Paradossalmente in Italia si traducono e vendono spesso libri di famosi divulgatori internazionali, quando non sappiamo poi valorizzare i nostri.

Mi piacerebbe quindi consigliarvi due libri appena pubblicati di due bravissimi divulgatori: "Piccoli Geni: Alla scoperta dei microrganismi" del ricercatore Stefano Bertacchi e "La malattia da 10 centesimi. Storia della polio e di come ha cambiato la nostra società" di Agnese Collino, divulgatrice e supervisore scientifico per la Fondazione Veronesi.

Il pomeriggio del 3 Luglio ci siamo nuovamente separati in gruppi; personalmente ho affrontato il tema del marketing nella divulgazione, con lo scopo di saper vendere sempre meglio quello che è il nostro prodotto (la scienza), ed in seguito un barcamp moderato da Dario Bressanini, sui guadagni giusti ed ingiusti che si trovano quando si ha a che fare con il mondo della divulgazione.
Ci siamo chiesti: quanto valiamo? Quanto è giusto farci pagare? Dipendentemente dal tipo di lavoro, da chi siamo e dalla nostra preparazione, dal seguito che abbiamo e molte altre variabili.

La sera del 3 è ufficialmente iniziata Strambinaria, un evento di divulgazione aperto a tutti. In particolare si è esibito Simone Iovenitti (di PhysicalPub) che, assieme alla Folle orchestra, ci ha regalato uno spettacolo dal titolo "La musica delle stelle". Nel frattempo ci aveva raggiunti Barbascura e abbiamo passato il resto della serata/nottata in un piccolo pub di Strambino, dove abbiamo continuato a parlare tutti assieme informalmente di scienza e divulgazione.

La mattina del 4 Luglio ci siamo come prima cosa confrontati con Massimo Bernardini, giornalista della RAI e presentatore di TV Talk, sulla figura del divulgatore in TV. Ne è nato un bellissimo dibattito dove abbiamo nuovamente ragionato sul fatto che in Italia si da poca importanza ai divulgatori. Durante la pandemia, ad esempio, si sono riempiti i salotti televisivi di virologi e medici di ogni tipo. Un virologo (senza fare alcun nome, neanche sottinteso), anche il più bravo virologo del mondo, può non essere un buon comunicatore della scienza, un buon divulgatore.

Questi sono due mestieri molto diversi, ed è bene distinguerli (anche se in alcune occasioni possono benissimo incontrarsi ovviamente). Cosa accade se non si sanno distinguere? Esattamente ciò che è successo in Italia: discussioni pubbliche su questioni scientifiche delicate, panico, disinformazione. E purtroppo queste scelte hanno conseguenze tangibili sulle scelte che le persone prendono riguardanti la loro salute, ad esempio il vaccinarsi o meno.

Successivamente abbiamo ascoltato l'intervento di Vincenzo Crupi, professore di filosofia dell'Università di Torino, che ci ha riassunto tutto quello che sarebbe venuto fuori dal suo punto di vista in quei tre giorni di discussioni con lo scopo di fare sintesi. Tra le altre cose, ho ironicamente appreso che noi fisici siamo troppo quadrati e pensiamo che esista un solo e corretto metodo scientifico, il nostro. Spesso è vero, che lo pensiamo!

Piccole valutazioni finali

Come redazione di Everyeye Scienza siamo una realtà nuova, giovane e appassionata. Un'esperienza di questo tipo è certamente un arricchimento vitale, che ci darà la spinta per fare sempre di più e sempre meglio. Ci portiamo a casa moltissime idee, spunti, persone meravigliose con la nostra stessa passione (anche se non abbiamo potuto citare tutti, ci saranno certamente altre occasioni). Se siete arrivati a leggere fino a qua, grazie, per noi è stato importante esserci. Se avete domande di qualsiasi tipo o curiosità varie, vi risponderemo più che volentieri nei commenti.