Formula E: viaggio alla scoperta del futuro delle corse

La gara di Roma ci ha fatto conoscere il mondiale di Formula E, per molti la competizione automobilistica che dominerà il futuro delle quattro ruote.

Formula E: viaggio alla scoperta del futuro delle corse
INFORMAZIONI SCHEDA
Articolo a cura di

Il Gran Premio di Roma ha ufficialmente acceso anche in Italia i riflettori sullo sport automobilistico del momento, la Formula E. Questa nuova disciplina, green e velocissima, sta ampliando vorticosamente il suo seguito e il suo successo, aumentando il suo appeal, il suo grado di competitività e il suo sviluppo tecnico per quelle che hanno già tutta l'aria di essere le corse del prossimo futuro. La tappa romana del mondiale ha suscitato un certo interesse da parte degli appassionati italiani, affacciatisi per la prima volta a uno sport che va avanti ormai da quattro stagioni. Un esperimento che verrà quasi certamente ripetuto il prossimo anno, segno dell'ascesa sempre più marcata di questa strana sfida a quattro ruote.

La tappa romana

Approdata per la prima volta a Roma, nel circuito cittadino dell'EUR, la Formula E ha raccolto un entusiasmo mai visto, nonostante gli iniziali dubbi della vigilia. 30 mila persone sulle tribune ad acclamare vetture e piloti, biglietti e prevendite terminati a tempo di record e un evento che ha saputo catalizzare l'attenzione di tutti: merito di un'organizzazione di stampo internazionale, capace di costruire uno spettacolo per nulla fine a se stesso, correlato da una serie di eventi e iniziative che lo hanno reso molto più che una semplice sfida tra auto elettriche. Lo spettacolo è stato molto forte anche fuori dalla pista, con feste e iniziative organizzate per tutto il weekend: sfilate di auto elettriche di nuova generazione, simulatori di guida virtuali, master, lezioni, corsi di yoga, feste, party esclusivi e chi più ne ha più ne metta.
Un evento di caratura internazionale come non se ne vedevano da tempo nella Capitale: l'indotto economico certificato è di circa 60 milioni di euro in tre anni, con un boom anche per ristoranti, bar e alberghi. Il tutto correlato da una buona risposta anche del pubblico nazionale; l'evento italiano ha permesso a Mediaset di superare il milione di spettatori durante la gara, per 9,1 punti share che, per intenderci, hanno superato quelli del GP della Cina di Formula 1 trasmesso in differita - ma in prima TV in chiaro - su TV8.

Il campionato ecologico

La Formula E ha iniziato a svilupparsi ufficialmente nel 2011, con la prima gara che si è svolta nel 2014 a Pechino. Si tratta dell'unico campionato al mondo con monoposto interamente elettriche. L'obiettivo dichiarato è quello di dare un forte impulso allo sviluppo del mercato delle auto elettriche, favorendo, tramite l'appeal che da sempre aleggia intorno alle corse automobilistiche, uno sviluppo tecnologico più veloce e costante che si rifletta anche sul mercato. I grandi costruttori saranno spinti a provare e ricercare soluzioni tecniche sempre più avanzate che, nell'idea degli organizzatori, daranno anche una grande accelerata allo sviluppo dell'elettrico su larga scala. Quello che pare il mercato automobilistico del futuro, sta trovando un terreno più che accogliente in un campionato ancora agli inizi ma che ha velleità di diventare il più importante e seguito al mondo, l'unico a restare quando la ventata green metterà definitivamente al bando gli inquinanti motori alimentati con i metodi tradizionali.
L'idea ecologista alla base della competizione è il vero motivo di vanto della Formula E. Tutte le gare cercano di essere a impatto ecologico zero, i combustibili sono al 100% rinnovabili, mentre gli pneumatici possono essere riciclati dopo l'utilizzo. Intorno all'area dei circuiti non sono disponibili parcheggi per incentivare il pubblico a utilizzare i mezzi pubblici e a inquinare il meno possibile.

Ascesa costante

La Formula E è stata inizialmente accolta con una certa freddezza dal pubblico. Le monoposto utilizzate hanno in qualche modo destabilizzato gli appassionati, abituati a veder sfrecciare in pista bolidi potentissimi e rumorosi come quelli della Formula 1. Con il passare del tempo, lo sviluppo del campionato e la sua crescita le cose sono andate migliorando e i fan sono cresciuti. L'organizzazione, guidata dall'imprenditore spagnolo Alejandro Agag, ha saputo costruire sempre più interesse intorno a ogni evento della Formula E. Merito delle location scelte, sempre circuiti cittadini, e di un interesse per l'elettrico che è andato a crescere con il tempo. Oggi, superata la metà della quarta stagione, la competizione si prepara a un nuovo salto di qualità: per il prossimo anno sono già pronte le vetture di seconda generazione, esteticamente molto meno somiglianti alle monoposto di Formula 1, con ruote coperte e una serie di migliorie tecniche di non poco conto.
Per la prima volta i piloti non dovranno fermarsi ai box a cambiare vettura a metà gara: merito delle nuove batterie capaci di non scaricarsi per tutta la durata della competizione. Dopo le prime stagioni con un unico costruttore e anni con pochi marchi, per la prima volta nuovi leader del mercato si affacceranno alla competizione. Alle già più che presenti Audi e Jaguar si affiancheranno Nissan e BMW, che spianeranno la strada al già più che certo arrivo dal 2019 di Mercedes e Porsche. Per ora i costruttori hanno libertà di manovra solo su motore e componenti limitati, con il telaio, le batterie e la vettura stessa standard e uguali per tutti i team.

Le regole del gioco

A livello di regolamento la E è molto vicina alla sua sorella maggiore, la Formula 1. In palio sin dall'inizio e per ogni stagione ci sono i titoli piloti e costruttori, ottenuti con la somma dei punti di ogni prova. Il sistema di punteggio è lo stesso della F1, ma con la possibilità di assegnare 3 punti extra a chi ottiene la pole position e un punto aggiuntivo ai piloti nei primi dieci che realizzano il giro più veloce. Il pit stop obbligatorio per cambiare monoposto sarà debellato il prossimo anno, mentre il cambio gomme non è mai consentito, se non per foratura o danneggiamento.
Il "weekend" di gara si svolge tutto nell'arco di una sola giornata, per impattare il meno possibile sul traffico delle città nelle quali si corre. Al mattino vi sono due sessioni di prove libere, seguite dalle qualifiche all'ora di pranzo e dalla gara, quasi sempre intorno alle 16. In qualifica i piloti vengono divisi in gruppi da cinque, con sei minuti a disposizione per segnare un tempo. I cinque migliori andranno a giocarsi la superpole, un giro secco per decidere le prime cinque posizioni in griglia.

Team e piloti

La stagione tutt'ora in corso vede 10 team nello schieramento, ognuno con due piloti. La Renault, coinvolta sin dall'inizio, ha prodotto il primo modello unico utilizzato da tutti durante la prima stagione. L'arrivo di nuovi costruttori già dal secondo anno ha fatto crescere interesse e sviluppo tecnico. Grandi marchi come Jaguar, Citroen e Audi stanno investendo molto sul futuro della competizione, con il costruttore tedesco in prima linea grazie alla nascita del suo team ufficiale. La crescita di interesse delle grandi case ha portato molti piloti di un certo peso a scendere in campo.
Nello schieramento di partenza figurano già alcuni nomi piuttosto conosciuti agli appassionati di quattro ruote: Nelson Piquet JR, Lucas Di Grassi, Sebastien Buemi, Jean Enric Vergne, Nick Heidfield, Kamui Kobayashi e il nostro Luca Filippi. Piloti di caratura internazionale, più esperti e più giovani, spinti da motivazioni diverse. Troviamo ex partecipanti al mondiale di F1 in cerca di riscatto e di nuove possibilità per un rilancio o una degna conclusione di carriera o giovani rampanti pronti a misurarsi con una competizione tosta in attesa del grande salto in F1: partecipare alla Formula E permette infatti di ottenere i punti necessari per avere la superlicenza che permette di ottenere il lasciapassare verso il circus delle quattro ruote.

Quali limiti?

Il mondiale è ancora giovane e ben poco conosciuto ma la differenza per gli appassionati di corse rispetto alla ben più storica e "roboante" F1 è palese. Anni di sviluppo per la regina dei motori hanno reso le vetture del circus dei bolidi perfetti, velocissimi e rumorosi, tecnicamente all'avanguardia e da sempre bibbia imprescindibile per gli appassionati. Le vetture di Formula E, seppur esteticamente simili, sono ancora agli inizi della loro crescita tecnica. I motori sono silenziosi, per una sensazione straniante che non piace ai puristi, e anche le monoposto sono molto "più lente" rispetto alle loro controparti a benzina. L'effetto di grande velocità è quasi assente nei rettilinei e anche al massimo della loro potenza le vetture, soprattutto dal vivo, sembrano andare piuttosto lentamente. Nelle curve e nei tornanti stretti, studiati proprio per valorizzare le auto elettriche, le sensazioni di velocità sono molto più marcate e i duelli molto accesi.
A valorizzare il tutto sono scelte ben precise dell'organizzazione, con musiche sparate al massimo che coprono il silenzio dei motori durante la gara e riprese televisive sapientemente orchestrate per dare una sensazione di velocità che è ben diversa da quella offerta dalla Formula 1. A oggi è il pacchetto generale e il modo in cui questo è costruito a sembrare più forte rispetto alla competizione in se, che è ancora a un livello inferiore rispetto a quello delle principali competizioni motoristiche su scala mondiale. Si tratta dello scotto da pagare per un mondiale ancora giovane e con ampi margini di crescita, considerando soprattutto le previsioni di un mercato automobilistico che in futuro punterà tutto - o quasi - sull'elettrico.

F1 VS FE

Il confronto tra le due competizioni è di per se automatico, per numerose analogie e per un'organizzazione che è andata spesso a cercare il paragone diretto con la classe regina. "Credo che la Formula E diventerà davvero grande - ha detto Agag in un'intervista - In 20, 30 o 40 anni, saremo l'unica categoria del motorsport. Potrebbero essercene altre, ma saremo probabilmente quella principale perché il mondo sarà elettrico". Dichiarazioni che hanno scatenato la risposta del patron della Formula 1, Chase Carey: "La Formula E non è neppure un nostro competitor visto che non possiamo parlare di un vero e proprio evento sportivo, è più un party su strada. Le persone che hanno assistito agli E-Prix mi hanno detto che hanno mangiato bene e hanno ascoltato della buona musica, ma difficilmente sono stati attratti dalla corsa. Certo, il fatto che la Formula E rispetti l'ambiente è un bene per tutti ma le corse sono noiose e le vetture poco veloci. Il top è, e resterà, la Formula Uno". Punti di vista divergenti per due patron che fanno gli interessi del loro giocattolo e che per forza di cose devono tutelare e gonfiare.
La Formula 1 rimane certamente la regina dei motorsport e il suo trono non sarà messo in pericolo ancora per tanto tempo. Vero che il futuro delle auto potrebbe decretare il destino delle competizioni sportive, ma è anche palese quanto la F1, nel corso degli anni, abbia saputo resistere e adattarsi al meglio a tutti i grandi cambiamenti del settore. Vedremo cosa succederà quando l'elettrico sarà entrato in pianta stabile nel nostro mondo e se il vantaggio che la Formula E si sta costruendo in questi anni sarà utile per decretare il suo trionfo assoluto. Oggi i vertici devono fare in modo di far crescere la competizione nel modo più naturale possibile, evitando la sindrome da imitazione della F1 e mettendo da parte scontri che non servono a niente, se non a danneggiare uno sport che ha grandi potenzialità per il futuro.