Le fotocamere di Huawei P60 Pro alla prova: un tripudio di tecnologie

Huawei P60 Pro offre un comparto fotografico ricco di funzioni ma semplice da usare e di alta qualità, con tante tecnologie interessanti.

Le fotocamere di Huawei P60 Pro alla prova: un tripudio di tecnologie
Articolo a cura di

Huawei ci ha abituati a importanti innovazioni in campo fotografico negli ultimi anni. Dall'introduzione della night mode alle fotocamere periscopiche, solo per citarne alcune, per diverso tempo la gamma P e quella Mate hanno alzato l'asticella della qualità fotografica a cadenza periodica.
Ora innovare è diventato più difficile, anche i concorrenti nel corso del tempo si sono evoluti, ecco perché il nuovo P60 Pro non cerca tanto di rivoluzionare il settore, compito pressoché impossibile, ma intende invece diventare un punto di riferimento per le attuali tecnologie fotografiche su smartphone, integrandole tutte al suo interno con in più una chicca, il diaframma variabile, che lo rende unico nel suo genere. Lo abbiamo provato per diverse settimane e siamo rimasti molto soddisfatti dalla resa delle fotocamere del P60 Pro.

Versatilità al comando

Il pregio più grande del comparto fotografico del P60 Pro è la sua versatilità. Come un coltellino svizzero, il top di gamma di Huawei ha una funzione per tutto, sia a livello software che hardware, a partire dal suo sensore principale da 48 Megapixel con OIS e apertura variabile tra f/1.4 a f/4.0: ricordiamo che la variazione nell'apertura del diaframma avviene a livello hardware non software, è visibile fisicamente osservando il sensore principale.

Apertura f/4.0

Apertura f/1.4

L'apertura variabile viene utilizzata per modificare l'intensità dello sfocato quando si scatta una foto, dando la possibilità di immortalare immagini particolari e personalizzate, per di più con una precisione superiore rispetto agli algoritmi software che eseguono questa operazione. Si tratta ovviamente di una modalità manuale, va scelta l'apertura per arrivare all'effetto selezionato, ma va detto che non è necessario intervenire in questo modo per fare delle ottime foto con il P60 Pro, sia di notte che di giorno. In presenza di luce le immagini scattate sono dettagliate, con una messa a fuoco rapida e con dei colori ben bilanciati.

Non siamo di fronte a un telefono che fa della fedeltà di scatto un dogma imprescindibile, gli algoritmi pensati da Huawei tendono a enfatizzare leggermente il contrasto e i colori, ma in modo razionale e senza esagerare.

Di notte Huawei rimane un punto di riferimento, con scatti che riescono a raccogliere molta luce e dettagli. Rispetto al passato però il P60 Pro, almeno con la fotocamera principale, riesce bene a non spingere troppo sulla luminosità, un vantaggio importante per la fedeltà d'immagine.

Un esempio concreto è quello del cielo notturno: con i precedenti modelli capitava spesso di fare uno scatto in piena notte, ritrovandosi poi con un cielo decisamente luminoso e poco realistico. Non è però questo il caso del P60 Pro, che riesce bene con la fotocamera principale a ricreare il cielo notturno mantenendo però elevata la luminosità del soggetto che si sta scattando, come nella foto qui sotto.

Il secondo sensore montato è un Ultra Wide da 13 Megapixel f/2.2, e rappresenta il meno riuscito di tutto il pacchetto fotografico. Per un top di gamma che punta molto sulla fotografia si poteva fare di più, non che scatti male, semplicemente non raggiunge il livello degli altri sensori e ha una resa meno efficace rispetto ad altri prodotti della concorrenza, soprattutto la sera.

L'ultimo sensore presente, da 48 Megapixel f/2.1 con ottica a periscopio e OIS, dall'apertura più ampia che abbiamo visto su uno smartphone, si è dimostrato molto versatile, sia nello zoom che nei ritratti. Grazie all'ingrandimento da 3.5x proprio i ritratti sono uno dei punti forti del P60 Pro, come si può osservare in questa immagine, realizzata durante l'evento di presentazione del telefono.

Dettagli, bilanciamento, luminosità, velocità nella messa a fuoco, non manca davvero nulla a questo tele quando utilizzato in modalità 3.5x. Huawei permette poi di spingerlo ancora più in là con lo zoom, utilizzabile fino al 10x per mantenere una buona qualità.

Fotocamera Ultra Wide

Fotocamera Principale

Zoom 3.5x

Zoom 10x

A nostro avviso si può fare ancora di più con l'hardware a disposizione in modalità 10x, migliorando gli algoritmi che gestiscono questa tipologia di scatto, visto che le immagini ottenute soffrono di un leggero effetto acquarello, che tuttavia non rovina la resa generale. Altro dettaglio da sistemare è la luminosità nelle foto notturne con questo sensore: se il principale riesce a rendere il cielo realistico, la stessa cosa non riesce a fare il tele, che aggiunge troppa luce.

Come si può vedere il sensore tele riesce a catturare tanti dettagli in modalità 3.5x, ma la resa del cielo notturno perde di realismo, al contrario del sensore principale che riproduce bene questo elemento.

Interessante è poi la possibilità di realizzare delle macro di qualità superiore alla media, come si può vedere all'immagine qui sopra, che immortala i solchi di un vinile. Efficace, ma senza spiccare, è anche il sensore posteriore da 13 Megapixel con apertura f/2.4, che si fa quello che deve senza però stupire.

In definitiva Huawei P60 Pro ha mantenuto le aspettative, portando in dote un comparto fotografico da top di gamma in cui spiccano la fotocamera principale e il tele, soprattutto se utilizzato in modalità 3.5x, che riescono a gestire bene praticamente tutte le situazioni che si incontrano nella quotidianità. Huawei si conferma quindi ai massimi livelli per quanto riguarda la fotografia su smartphone, e con qualche aggiustamento, vedi la grandangolare e la gestione della luce di notte con il tele, si candida decisamente al podio di categoria.