Il futuro dell'arte: scopriamo i musei dedicati agli NFT

Con l'esplosione della moda per gli NFT, sono nati anche i primi musei interamente dedicati ai token non-fungibili. Scopriamo i primi.

Il futuro dell'arte: scopriamo i musei dedicati agli NFT
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Il boom del fenomeno degli NFT ha radici piuttosto recenti, tanto che, se alcuni hanno definito il 2021 come "l'anno in cui le criptovalute sono diventate mainstream", lo stesso probabilmente può dirsi anche per i token non fungibili. Anche per questo motivo, è giunto il momento di scoprire lo spazio che gli NFT si sono ritagliati nel mondo dell'arte, chiarendo sin da subito che si tratta solo della punta dell'iceberg di un fenomeno estremamente ampio e che, nel tempo, ha abbracciato le categorie più disparate, dalla ristorazione al gaming.

NFT artistici e collezioni di Token

Fin dagli albori, il mondo degli NFT è stato intimamente legato all'arte: il fatto che i token siano, almeno per una gran parte, delle immagini, dei modelli 3D, dei video e degli audio, li ha resi perfetti per replicare in digitale quadri, sculture, brani musicali, arte performativa e video.

Molti appassionati si sono reinventati come collezionisti di opere digitali sotto forma di NFT, mentre altri, specie tra chi ha già esperienza nel mondo delle criptovalute, ha iniziato a considerare i token non-fungibili come vere e proprie forme di investimento, orientandosi però verso le grandi collezioni di NFT come Bored Ape Yacht Club.
In generale, nel mondo degli NFT vi è una distinzione tra i collezionabili e gli artistici. I primi sono spesso realizzati in serie da decine, centinaia o migliaia di elementi, proprio come le "scimmie" di BAYC o i più recenti PhantaBear, che hanno superato i primi in popolarità nel mese di gennaio. Gli NFT artistici, invece, sono molto più simili alle opere d'arte in termini concettuali e di realizzazione e solitamente sono limitati a poche copie. È questo, per esempio, il caso di opere come gli NFT del cantante italiano Mahmood, basati sul suo ultimo album "Ghettolimpo" e pubblicate in edizione limitata (immagine in basso).

Un altro esempio calzante sono lavori come l'opera d'arte digitale NFT di Bombay Sapphire, un pezzo unico realizzato insieme agli utenti del celebre brand.Sono relativamente poche, invece, le collezioni artistiche a tiratura elevata. Tra queste, la serie The Merge da 267mila NFT, pubblicata a dicembre da un artista anonimo che ha raccolto 91,8 milioni di Dollari dalle vendite delle sue opere d'arte. D'altro canto, per molti autori il mondo degli NFT sembra essere uno sbocco particolarmente appetibile per sbarcare il lunario. Oltre alle possibilità di guadagno, comunque, un'altra interessante prospettiva per gli artisti è quella di esporre le proprie opere in un museo di NFT e i primi hanno aperto battenti proprio nell'ultimo anno in diverse parti del mondo.

Il primo museo di NFT al mondo

Quello che può fregiarsi del titolo di Primo museo di NFT al mondo si trova a Seattle e porta il nome di Seattle NFT Museum, o SNFT: il museo è stato fondato e viene gestito da due collezionisti d'arte, Jennifer Wong e Peter Hamilton, ed è considerato una delle aperture museali più interessanti del 2022 in America. Il museo, delle dimensioni di circa 280 metri quadri, è stato aperto il 14 gennaio scorso e contiene tre esposizioni diverse di NFT realizzati da artisti internazionali e locali. Al momento, comunque, l'offerta del museo è limitata a poche opere, poiché il SNFT conta circa 30 token in esposizione, benché i fondatori dell'istituzione privata puntino ad ampliare la collezione permanente e ad ospitare delle collezioni temporanee.

Il museo comprende 30 schermi diversi, utilizzati ciascuno come "quadro" per un NFT. Niente tele e niente riproduzioni su carta, dunque. Wong e Hamilton hanno spiegato che "non c'è motivo di usare l'analogico per un'opera d'arte pensata in digitale". Entrando nel museo, perciò, non aspettatevi un'esperienza convenzionale: al contrario, se volete avere un'idea di quello che potete aspettarvi nel primo museo per gli NFT al mondo, potete pensare a una collezione di arte contemporanea e performativa portata all'estremo.

A ogni modo, il SNFT proporrà anche percorsi educativi sulla tecnologia dietro agli NFT, alla blockchain e agli Smart Contract, mentre tra le sue opere troviamo sia illustrazioni e dipinti digitali in 2D che modelli in 3D, oltre a esempi di Pixel Art e fotografie di vari artisti, come Blake Kathryn, Robbie Trevino - che tra le altre cose è anche un Character Designer presso LucasArts - e il fotografo Charles Peterson, le cui foto hanno segnato e documentato la nascita del movimento grunge di Seattle, e in particolare del gruppo dei Nirvana.

La capitale dell'arte digitale

Se il Seattle NFT Museum è la prima collezione al mondo interamente dedicata agli NFT, la capitale dell'arte digitale sembra essere Berlino. Nella capitale tedesca, le esperienze di arte contemporanea e il digitale si sono uniti in ben due esposizioni diverse e fanno uso di svariate tecnologie, di cui gli NFT sono una parte consistente, combinata con la Realtà Virtuale e l'Intelligenza Artificiale. Le due collezioni berlinesi di cui parliamo sono il museo GO! Game Over di Berlino, interamente dedicato all'arte digitale e a quella urbana e l'esibizione Machine Allucinations Nature Dreams dell'artista turco Refik Anadol, rimasta in mostra presso la König Galerie fino al 17 dicembre 2021.

GO! GAME OVER, BERLINO

KÖNIG GALERIE, BERLINO

Partendo dalla prima collezione, il Game Over si vanta di essere il primo museo di arte urbana in NFT, ma, in realtà, ha una storia più lunga come museo tradizionale di street art e di arte contemporanea. Solo recentemente il GO! si è reinventato nel digitale grazie alla collaborazione di 60 artisti a una serie di installazioni di vario genere, molte delle quali possono essere apprezzate appieno solo in AR. Il museo promette ai visitatori di far prendere vita alle opere di street art sui muri di quella che un tempo era una sala scommesse delle dimensioni di circa 185 metri quadri, ma anche di ospitare artisti sempre nuovi e di dare il via a una piattaforma per i loro drop di NFT, in modo che i frequentatori del museo possano supportarli comprando la loro arte digitale.

L'esibizione di Refik Anadol, invece, era una mostra temporanea della König Galerie, un più ampio museo di arte contemporanea, e purtroppo si è conclusa a fine 2021. L'idea dell'esibizione era quella una serie di opere d'arte digitali in continuo cambiamento, basate sui dati in tempo reale del clima berlinese e sui suoni captati, sempre in real-time, da alcuni microfoni sparsi per la città. In occasione della collezione, Anadol ha anche creato un NFT chiamato "Winds of Berlin", un'opera d'arte generata randomicamente e offerta come pezzo unico all'asta. L'artista, comunque, è estremamente noto nel mondo dell'arte contemporanea e la sua prima collezione di NFT risale a settembre 2021, un paio di mesi prima dell'inaugurazione dell'installazione della König Galerie.

E se tutta questa arte contemporanea ci ha stancato...

Certo, gli NFT vengono ormai spesso utilizzati per l'arte contemporanea e performativa, ma cosa succede se trasformiamo un'opera d'arte tradizionale in un token non fungibile?

A questa domanda ha cercato di rispondere il più grande museo al mondo per numero di opere d'arte, ovvero l'Ermitage di San Pietroburgo. Il Direttore della sezione dedicata all'arte contemporanea del museo, Dmitry Ozerkov, ha spiegato che tutti i musei avranno una copia digitale nel Metaverso, prima o poi: per questo, l'Ermitage stesso ha attivato un piano di "metaversizzazione" della sua enorme collezione di opere d'arte, che lo porterà a possedere una replica perfetta delle sue sale nel Metaverso, mentre i quadri esposti saranno degli NFT.
Il progetto, poeticamente chiamato Celestial Hermitage, sarà un vero e proprio gemello digitale della mostra visitabile a San Pietroburgo, stando a quanto affermato recentemente dallo stesso Ozerkov. A rendere necessaria questa mossa, probabilmente, sono le enormi dimensioni della collezione dell'Ermitage, che conta più di tre milioni di opere d'arte. La scelta di transitare, almeno parzialmente, nel Metaverso potrebbe avere due interessanti ripercussioni per le esibizioni del museo: anzitutto, l'Ermitage potrebbe esporre digitalmente molte più opere di quelle che trovano spazio nelle sue sale, magari riportando in luce qualche capolavoro dimenticato o dando il giusto risalto anche alle sue opere minori; in secondo luogo, il museo nel Metaverso potrebbe ospitare più arte contemporanea, dal momento che lo spazio per queste opere a San Pietroburgo è relativamente limitato.

L'Ermitage ha già lanciato una "beta" della sua replica nel Metaverso, che è stata visitabile fino al 10 dicembre scorso. In questo lasso di tempo, gli utenti potevano girare per le sale del museo in digitale, ammirare gli NFT delle sue opere e interagire con essi, scoprendo dettagli e descrizioni che normalmente sarebbero disponibili solo con le guide e le audioguide dell'Ermitage, che per alcuni potrebbero essere poco interessanti o antiquate. Inoltre, la collezione di San Pietroburgo ha lanciato la sua prima collezione di NFT nel mese di settembre, vendendo delle riproduzioni dei suoi quadri più famosi per un totale di 450.000 Dollari.