Galaxy Note 7: dalla crisi la spinta per la rinascita del brand Note

Il destino della gamma Note è ancora incerto, nel frattempo Samsung si prepara ad affrontare una crisi che potrebbe essere più lunga di quanto si pensi.

Galaxy Note 7: dalla crisi la spinta per la rinascita del brand Note
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Il caso Note 7 è diventato oramai di dominio pubblico. Dalle testate giornalistiche e dai siti di settore, la débâcle di Samsung ha raggiunto anche la stampa tradizionale, che ha messo in primo piano la vicenda. Già da questo aspetto si può capire l'impatto della crisi sull'immagine della corporation coreana, uscita malconcia da quanto avvenuto. Il doppio richiamo, unito ai tentennamenti dell'azienda nel ritiro definitivo del Note 7 dal mercato, hanno lasciato il segno, come anche il sospetto di uno sviluppo troppo affrettato del terminale. Ora però è venuto il momento di ripartire e di riparare ai danni, per un processo che durerà mesi. Molte cose cambieranno per Samsung nel prossimo periodo, e proprio per questo il 2017 potrebbe essere l'anno perfetto per tornare con coraggio sul mercato con un device dotato di pennino.

Crisi finita? Non proprio

La gestione delle crisi aziendali passa per diverse fasi, da quelle che precedono eventuali eventi catastrofici, utili per preparare il management a reagire prontamente, a quelle successive, quando ormai tutto è già avvenuto. In merito al caso specifico, bisogna considerare che siamo solo all'inizio: Note 7 perseguiterà Samsung ancora per molto tempo. Nei prossimi mesi saranno diffusi i dati sulle inchieste delle autorità governative, inizieranno processi e class action, per uno strascico che durerà molto più di quanto si possa immaginare. Samsung dovrà essere brava a gestire tutto nel migliore dei modi a livello comunicativo, sia nei confronti del pubblico che della stampa. Dongjin Koh, presidente di Samsung Mobile, avrà il compito di traghettare l'azienda verso il nuovo corso, sempre che non sia previsto un riassetto all'interno del management dell'azienda coreana, anche se per ora è troppo presto per lasciarsi andare a speculazioni su questo aspetto. La decisione di riportare il dispositivo sul mercato dopo il primo richiamo potrebbe però pesare in questo senso. Samsung infatti non è ancora certa del motivo del malfunzionamento, nemmeno ora che il Note 7 è andato fuori produzione. Su quali basi allora è stato deciso di dare agli utenti unità considerate sicure, quando in realtà non lo erano? Gli errori commessi durante la gestione della crisi sono diversi e, sotto questo punto di vista, Samsung ha poche scusanti.
Oltre ai problemi interni, non va dimenticato che il blocco delle vendite del Note 7 rappresenta una vera e propria manna dal cielo per i concorrenti, Apple in testa. Se le vendite iniziali di iPhone 7 e iPhone 7 Plus sembrano migliori del previsto in questa prima fase, allora quanto accaduto non potrà che portare nuovi utenti alla casa della mela, che con iPhone 7 Plus ha a listino un buon sostituto del Note, appena uscito e pronto per il periodo più importante dell'anno per le vendite, quello natalizio. Poco importa se iPhone 7 non è dotato di pennino, perché nella fascia alta il phablet di Apple sembra il perfetto sostituto per coloro che sono rimasti scottati, ed è proprio il caso di dirlo, dalla fine prematura di Note 7. Anche in casa Android lo spazio lasciato libero da Samsung porterà benefici ad aziende come Huawei, in procinto di lanciare il Mate 9, e come Google, con il suo Pixel XL.

La crisi come spinta al cambiamento

"La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorgono l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie."

Il pensiero di Albert Einstein riesce bene a descrivere il modo in cui Samsung dovrà uscire da questa disfatta. Il colosso coreano parte già da un'ottima base, vista la sua reputazione agli occhi del pubblico nella fase pre-crisi, ma per superare davvero il momento di difficoltà serviranno molto più che delle semplici scuse. Ora in Corea dovranno pensare a una strategia che permetta di ritornare in pista nel migliore dei modi, strategia che non potrà che passare per dei cambiamenti interni, sia nell'organico che nelle procedure di sviluppo dei prodotti. Quello che è successo con il Note 7 non dovrà più accadere, pena una punizione molto più dura di quella appena subita, già molto pesante in termini economici e di brand reputation. In tutto questo si innesta anche il futuro della linea Note, molto importante per il brand coreano e molto apprezzata da critica e pubblico. Il nome Note è stato per lungo tempo sinonimo di un phablet votato alla produttività ma in grado di gestire alla perfezione anche i momenti di svago, grazie al suo ampio display. Il pennino di cui è dotato inoltre è ancora oggi un accessorio unico nel mondo degli smartphone, copiato da molti ma mai eguagliato da nessuno in termini di precisione e modalità di utilizzo. Insomma, perdere il know how generato da anni di sviluppo della linea Note sarebbe un grande danno per Samsung, ma anche per gli utenti, che perdono così una delle migliori alternative di fascia alta nel mercato Android.

A questo punto, le strade possibili sono diverse, ma possiamo riassumerle in tre filoni: il primo vede Samsung puntare ancora sul brand Note, il secondo invece passa per l'abbandono dello storico nome, in favore di una nuova famiglia di prodotti, il terzo prevede invece l'accorpamento delle caratteristiche tipiche della famiglia Note a un marchio già noto. Nei primi due casi, gli investimenti necessari per il rilancio sarebbero ingenti. Per puntare ancora sul brand Note Samsung dovrebbe organizzare una massiccia campagna di comunicazione, che permetta di riabilitarne il nome agli occhi del pubblico. Creare una nuova famiglia di prodotti avrebbe un costo forse ancora più elevato, e ci vorrebbero anni per tornare ai livelli di riconoscibilità visti con il marchio Note. Accorpare invece le peculiarità della gamma Note a una linea già esistente potrebbe essere invece un modo per abbattere i costi. Immaginando un ipotetico Galaxy S8 Note però il rischio è quello di ridurre il volume complessivo di vendite, visto che in questo caso la concorrenza delle varianti senza pennino potrebbe essere letale.

Samsung Galaxy Note 7 Ripartire dopo una crisi di questo tipo è processo complesso e semplificarlo significherebbe sottovalutare il problema. Samsung ha dalla sua una reputazione e una forza economica che le consente di guardare con ottimismo al futuro, ma l’impatto del fallimento del Note 7 è già evidente. Dopo il secondo richiamo, il titolo Samsung è arrivato a perdere fino a 10 punti percentuali in borsa, bruciando così 23 miliardi di dollari di capitalizzazione, con l’annuncio del taglio di un terzo delle stime dei profitti trimestrali. Le ripercussioni economiche non si fermeranno certo a questo trimestre e andranno ad impattare anche su quelli futuri, con l’incognita class action sempre in agguato. Se a questo aggiungiamo il momento non proprio positivo per l’economia coreana, che ha rivisto in ribasso le stime sul PIL, allora il quadro non può che essere negativo. Anche per questo, è difficile prevedere ora cosa farà Samsung in merito al futuro della linea Note. Le strade percorribili sono diverse ma nessuna di queste è indolore. La cosa certa è che in un modo o nell’altro vedremo altri device Samsung col pennino in futuro, e che la linea Note avrà ancora molto da dire, comunque essa si chiamerà.