Tutte le ultime novità su Google Fuchsia, il successore di Android

Google sta puntando molto su Fuchsia, il sistema operativo che dovrebbe sostituire tra pochi anni sia Android che Chrome OS.

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Il 2019 segna il decimo anniversario di Android e sembra essere giunto il momento di rivoluzionare anche il comparto software degli smartphone. È in fase di sviluppo una nuova UI per i dispositivi pieghevoli, ma potrebbe presto esserci anche una gradita sorpresa: Google Fuchsia. Per chi non lo sapesse, quest'ultimo è un sistema operativo real-time open source che ha visto il lancio della sua prima versione preliminare nell'agosto del 2016.
L'obiettivo di Fuchsia è chiaro: sostituire Android con un OS unico in grado di funzionare al meglio sia su dispositivi mobili che computer. La società californiana non ha mai smesso di sviluppare questo software e recentemente sono arrivate delle interessanti notizie: il supporto al processore Kirin 970 di Huawei e il rilascio di una build funzionante su Google Pixel 3 XL. Insomma, siamo ancora lontani da un lancio globale, ma l'arrivo del nuovo sistema operativo continua ad avvicinarsi e sono stati fatti passi da gigante.

L'interfaccia grafica

Oltre che su Pixel 3 XL (versione realizzata da uno sviluppatore indie), Google Fuchsia è attualmente testabile anche su Pixelbook e tramite browser seguendo questo link. Si tratta di una demo non aggiornata risalente a metà 2018, ma permette comunque di farsi una prima idea su quali sono le intenzioni della società californiana. La schermata che accoglie l'utente mostra solamente l'ora, uno sfondo e un pulsante "+" posizionato in basso a destra.
Cliccando su quest'ultimo si hanno tre possibilità: "WiFi", "Login" e "Guest". Questi sono i profili utente che Google ha impostato per la versione preliminare. In realtà l'unico che funziona è l'ultimo, che mostra le informazioni di stato in posizione centrale e una grande barra di ricerca per l'assistente vocale Assistant accompagnata dalla tendina delle notifiche che fuoriescono dalla parte inferiore dello schermo.
Con uno swipe dal basso verso l'alto è possibile aprire la tendina e leggere le notifiche, mentre uno swipe in direzione contraria la riporta in basso e mostra solamente delle anteprime. Questo può sembrare alquanto banale, in realtà ci fa capire la reale volontà di Google di puntare sui comandi vocali e su qualcosa di minimalista, che non distragga troppo l'utente. Inoltre, se notate, si cerca sempre di rimanere nella parte bassa del display, cosa che può aiutare molto nell'utilizzo con una mano e che condivide la visione di Samsung OneUI.

Attenzione però: a dicembre 2018 Google ha deciso di abbandonare completamente l'interfaccia grafica Armadillo, ovvero quella che potete vedere in tutti i test. Le build che abbiamo in mano sono quindi tutte oramai obsolete, anche se il codice alla base rimane il medesimo. Tuttavia, stando alle indiscrezioni provenienti da diverse fonti internazionali, la società californiana starebbe già testando ben tre nuove interfacce grafiche, pensate per le diverse piattaforme. Stiamo parlando di Dugonglass, Dragonglass e Flamingo, che hanno fatto una breve comparsata all'interno del codice di sviluppo.

Google Fuchsia "ingloberà" Android?

Stando a quanto riportato da diverse fonti internazionali, Google Fuchsia dovrebbe sostituire Android nel 2023. Questo, però, non significa che spariranno le applicazioni che siamo abituati a utilizzare. Come fatto notare anche da 9to5Google, il sistema operativo è stato creato da zero basandosi su un nuovo kernel proprietario Zircon (che non ha bisogno di Java) e dovrebbe sfruttare una versione universale di AndroidRuntime, che consente di essere eseguita su ogni piattaforma, mobile o desktop che sia. Tuttavia, i classici file .apk dovrebbero essere sostituiti con dei .far (Fuchsia Package) che saranno appunto eseguibili ovunque.
Insomma, un ecosistema comune che potrebbe portare delle grandi novità per gli utenti. Come accennato in precedenza, non mancheranno di certo anche delle interfacce diverse che si adattano alla piattaforma utilizzata, in modo da far sentire l'utente a casa. D'altronde, abbiamo già visto con Android degli smartphone in grado di sfruttare una modalità desktop e una delle maggiori novità della prossima major release del robottino verde sembra essere proprio quella.

Non è da sottovalutare il fatto che Google disponga di una consistente base d'utenza e che potrebbe effettuare il passaggio da Android a Fuchsia attraverso qualche semplice procedura software, magari mantenendo compatibili le "vecchie" applicazioni. Insomma, appare chiaro come la società californiana abbia il pieno controllo della situazione e il nuovo sistema operativo sembra voler puntare a sostituire sia il robottino verde che Chrome OS, superando i limiti imposti da entrambi.
Allo stato attuale, l'OS è al centro di test interni su Honor Play e a quanto pare addirittura su Lenovo Smart Clock, giusto per farvi capire la portata dell'ecosistema. Nel caso aveste ancora dubbi sulla volontà di Google, Nick Kralevich, precedentemente Head of Platform Security di Android, è ufficialmente passato al progetto Fuchsia nel febbraio del 2018 e nelle ultime ore la società californiana è riuscita a "strappare" ad Apple il veterano Bill Stevenson, precedentemente Product Release Engineer di OS X. Insomma, tutto sembra coincidere e non vediamo l'ora di raccontarvi la storia del successore di Android.