Gli hacker più famosi della storia e le loro imprese incredibili

Ecco gli hacker più famosi della storia, personaggi o collettivi divenuti celebri per aver violato ciò che era considerato "inviolabile".

Gli hacker più famosi della storia e le loro imprese incredibili
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Il termine hacker è ormai entrato nel linguaggio comune dell'era della digitalizzazione: persone spesso in grado di fare cose assolutamente fuori dal comune con un PC e non solo, come far crollare le azioni di un'azienda o accedere a informazioni riservate o addirittura secretate.
Esiste, tuttavia, una distinzione tra hacker etici o hacker criminali e sono considerati hacker etici coloro che operano secondo un rigido protocollo "morale" promuovendo una serie di valori condivisi e condivisibili, tra cui la libertà d'informazione e la decentralizzazione del potere.

Sostanzialmente, questi specialisti agiscono penetrando nelle reti come di fatto farebbero dei malintenzionati, ma chiaramente per scopi diversi. Ciononostante dipende molto spesso dalla propria visione della vita e dalla propria morale capire se effettivamente un hacker agisca in modo positivo o negativo.
Quello che faremo oggi, al di fuori di ogni opinione, è parlare degli esperti informatici più noti per aver effettuato delle massicce (e molto spesso illegali) operazioni contro enti pubblici e privati.

Kevin Mitnick

Per qualcuno potrebbe non dire nulla il suo nome, ma Kevin Mitnick è in effetti il criminale informatico più ricercato nella storia degli Stati Uniti.
Andiamo direttamente al sodo della faccenda: Mitnick, prima di essere arrestato nel 1995, aveva frodato diverse aziende tra cui Nokia, Motorola Corporation e Sun Microsystem danneggiandole economicamente fino a circa 300 milioni di dollari.
Curiosamente, nel 1997 il motore di ricerca Yahoo fu hackerato al fine di richiedere il rilascio di Mitnick: qualora non fosse stato liberato entro Natale, tutti gli utenti che avrebbero utilizzato il motore di ricerca avrebbero contratto un potentissimo virus informatico.

Yahoo successivamente dirà che si trattava di una bufala e che ai suoi utenti non sarebbe successo nulla.
A ogni modo, Mitnick venne catturato e condannato a cinque anni di prigione, compresi otto mesi di isolamento. Alla fine, nel 2001 verrà "informaticamente riabilitato" dalla FCC, che gli concederà la licenza di radioamatore e in effetti abbandonerà i suoi traffici illeciti per aprire una società di sicurezza informatica chiamata Mitnick Security Consulting LCC.

Jonathan James

La carriera di James, conosciuto anche come c0mrade, nell'hacking iniziò quando aveva appena quindici anni.
Nato nell'83, nel 1999 Jonathan riuscì a introdursi in alcune reti private, nei siti di BellSouth e di una scuola di Miami. La vicenda catturò in fretta l'attenzione delle autorità, che però non agirono finché James non pensò di irrompere nella rete di un'agenzia del Dipartimento della Difesa per rubare degli account da computer militari ufficiali, intercettando anche gran parte dei messaggi del personale. In realtà, però, l'obiettivo non erano gli account o i messaggi.

Si scoprirà, infatti, che James era riuscito a reperire il codice sorgente di un software della Stazione Spaziale Internazionale, che controllava alcuni degli elementi più importanti per il suo mantenimento, tra cui la regolazione della temperatura e dell'umidità all'interno dello spazio abitativo. Tutto questo - ricordiamo - a meno di 20 anni di età.
James venne arrestato a 16 anni, quando era ancora minorenne, e accordandosi con il procuratore per una pena ridotta si dichiarò colpevole.

Per questo motivo trascorse gli anni fino alla maggiore età in libertà vigilata, a patto di non utilizzare un PC per nessun motivo e scrivendo anche delle lettere di scuse sia alla NASA che al Dipartimento della Difesa. Secondo molti agenti, in realtà, se solo James fosse stato maggiorenne avrebbe ricevuto una condanna di oltre dieci anni, ma così non fu.

L'epilogo della storia di Jonathan è molto triste: infatti, dopo diversi e massicci attacchi hacker a catene di negozi per rubare i dati sensibili delle carte di credito dei clienti, un misterioso gruppo di informatici criminali annunciò di collaborare con un certo J.J., quindi le autorità andarono immediatamente nel suo appartamento e in quello dei suoi cari per trovare le prove del suo coinvolgimento, che non vennero trovate.
Nonostante non vi fossero prove, la pressione degli agenti e della gogna mediatica portarono il ragazzo a togliersi la vita sparandosi alla testa nella sua doccia e lasciando un messaggio dove spiegava di non avere nulla a che fare con quegli hacker, ma allo stesso tempo di non avere fiducia nel sistema giudiziario. Come racconterà in seguito il padre, James aveva sofferto di depressione.

Albert González

Un altro giovane prodigio della informatica è Albert González, il quale verrà arrestato a soli 22 anni perché tra il 2005 e il 2007 rubò le informazioni di oltre 170 milioni di bancomat per rivenderle.
Nel 2008 Gonzalez venne arrestato in un lussuoso hotel di Miami, dove i poliziotti durante il raid sequestrarono oltre 1 milione e 600 mila dollari in contanti, tutti i suoi computer e una pistola non registrata.
L'accusa per l'arresto - tra le tante - era di hacking delle reti aziendali di un ristorante islandese di cui clonò circa 5 mila carte di credito, ricevendo una condanna di 20anni. Per attenuare la pena, González decise di collaborare con le forze dell'ordine per rintracciare i collaboratori dell'organizzazione da lui stesso capeggiata, la Shadowcrew.

Di conseguenza, verrà arrestato Stephen Watt, accusato di aver fornito gli strumenti per il furto di dati e identità, il quale riceverà 2 anni di carcere e 3 di libertà vigilata.
Questo arresto contribuirà a far luce anche sul triste epilogo della storia di Jonathan James, poiché fu proprio questa banda a sferrare gli attacchi di cui era accusato e lo stesso González fece il nome di JJ: si scoprirà, in seguito, che era solo un'abbreviazione di JimJones, uno dei nickname di Watt.
Con l'aiuto di González vennero anche arrestati Damon Patrick Toey, che si dichiarò volontariamente colpevole per attenuare la pena ricevendo 5 anni di carcere, e Christopher Scott, anche lui dichiaratosi colpevole e condannato a 7 anni. A oggi, Albert sconta ancora la sua pena che dovrebbe concludersi nel 2025.

Anonymous

Al contrario degli hacker di cui abbiamo già parlato, nessuno sa chi si nasconda dietro la maschera di Anonymous.
La storia di questa organizzazione parte dai forum, in cui i membri si riuniscono in forma per l'appunto anonima, tra cui 4chan.
Quello che sappiamo è che il gruppo nel corso degli anni ha preso di mira diverse associazioni e politici generalmente ritenuti pericolosi, come Scientology, divenendo particolarmente noti nell'ambiente per il clamore dei loro attacchi di tipo DDoS.

Nel corso degli anni le offensive sono state molteplici e tra le più recenti ricordiamo anche gli innumerevoli attacchi firmati Anonymous contro la Russia.
In realtà la polizia è riuscita a rintracciare alcuni membri dell'organizzazione arrestandoli, ma non esistendo alcuna gerarchia all'interno del gruppo è e sarà sempre impossibile fermarli.


Images Credits:
Kevin Mitnick - Auth. Eneas De Troya - Wikimedia Commons
Jonathan James - Auth. Naranj8 - Wikimedia Commons