HTC Vive Focus: dopo Oculus Go arriva un nuovo visore stand alone

HTC ha presentato il suo nuovo visore VR basato su piattaforma hardware mobile, un dispositivo dedicato però ai mercati asiatici.

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Durante la Oculus Connect 2017 uno degli annunci più importanti è stato sicuramente Oculus Go, il visore virtuale stand alone della compagnia di Mark Zuckerberg. Si tratta di un dispositivo VR indirizzato a un pubblico di massa, proposto a 199$ ma anche molto limitato. Il problema più grande di questo visore è la sua piattaforma hardware. Da un lato questa gli permette di non dover dipendere dal PC e di poter essere utilizzato senza fastidiosi cavi, dall'altro però l'utilizzo di un SoC Snapdragon 821 non consente l'accesso ai software utilizzati da Oculus Rift o dal concorrente HTC Vive, che possono contare sul potente hardware a disposizione dei PC moderni. Proprio HTC ha presentato oggi un nuovo visore senza fili, il Vive Focus, e la storia si ripete. La piattaforma hardware è più evoluta, ma rimangono i limiti che impongono l'utilizzo dei soli applicativi mobile.

Pensato per la Cina e l'Asia

La nuova generazioni dei visori Rift e Vive ancora latita, non si hanno per ora notizie certe sul loro arrivo e su quali saranno le loro caratteristiche. Oculus e HTC però non hanno perso tempo, puntando diretti su un settore di mercato diverso da quello dei due visori principali dello scorso anno. Dietro al claim del "senza fili" e dei visori stand alone però si nascondono dispositivi ben diversi, molto più limitati, non tanto a livello di qualità visiva quanto a livello software. Di fatto, entrambi potranno accedere solo a contenuti simili a quelli oggi presenti su Gear VR di Samsung, o sulla piattaforma Daydream di Google. Il motivo è che il distacco dal PC è avvenuto grazie all'inserimento all'interno degli headset di processori di classe mobile, Snapdragon 821 nel caso di Oculus Go e Snapdragon 835 nel caso di HTC Vive Focus. Questo pone seri limiti al loro utilizzo negli applicativi professionali, oggi in grande spolvero in ambito VR, ma anche nel gaming, visto che i titoli disponibili sono sempre legati al mondo mobile.
Ad ogni modo, il nuovo visore di HTC per ora rimane piuttosto misterioso. Indirizzato al mercato cinese, le sue specifiche tecniche non sono ancora note per intero. Si parla di schermi "ad alta risoluzione" AMOLED, capacità di tracciare i controller nello spazio senza l'utilizzo di sensori esterni (come per i dispositivi per la Mixed Reality di Microsoft) ma niente di più. A livello software inoltre è presente un limite non di poco conto, ovvero l'utilizzo di una piattaforma proprietaria per la distribuzione dei contenuti. Niente Daydream VR di Google quindi, e nemmeno la compatibilità con le app per Gear VR (del resto quest'ultimo utilizza tecnologie proprietarie di Oculus), ma un market alternativo che sarà lanciato solo in Cina, chiamato Vive Wave. Il vice presidente di HTC Vive Raymond Pao afferma che per effettuare il porting di un'app da Daydream VR o Gear VR basta meno di una settimana, mentre i titoli sviluppati con l'engine Unity possono essere pubblicati su Vive Wave con un semplice click del mouse.

Non si tratta di un visore per il gaming o per un utilizzo professionale quindi, ma di un prodotto indirizzato a un pubblico più mainstream e all'educazione, grazie alla possibilità di creare esperienze di visione collettive. Più visori possono essere infatti collegati insieme, anche ad un HTC Vive, per condividere così un determinato contenuto, pensiamo ad esempio all'applicazione di una tecnologia simile in una classe, dove l'insegnate, magari dotato di un più eclettico HTC Vive, può condividere con gli studenti ciò che sta osservando all'interno del suo headset. Probabilmente è questa la parte più interessante del nuovo visore di HTC, che rimane comunque un buon esperimento, seppur limitato a livello software.