Il Gran Finale di Cassini: la sonda si prepara all'ultimo tuffo verso Saturno

La sonda Cassini sta compiendo le sue ultime orbite attorno al pianeta degli anelli ed è pronta ad effettuare l'ultimo tuffo nella sua atmosfera.

Il Gran Finale di Cassini: la sonda si prepara all'ultimo tuffo verso Saturno
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Per la sonda Cassini non c'è bisogno di particolari introduzioni: è la prima ad essere entrata nell'orbita di Saturno e ad aver compiuto più di 200 orbite attorno ad esso, con 20 anni di operatività totali dall'attivazione. Il 15 ottobre 1997 è partita per il suo viaggio verso il pianeta degli anelli e solo dopo 7 anni, il 30 giugno 2004, è giunta a destinazione per cominciare a raccogliere dati. Il 14 gennaio 2015 la sonda Huygens si è distaccata da Cassini per atterrare su Titano, il satellite più grande di Saturno. Siamo arrivati a settembre 2017, Cassini sta per terminare il suo carburante e la NASA ha deciso di farla schiantare sull'atmosfera del gigante gassoso, con un duplice obiettivo: evitare che possa inquinare satelliti come Titano ed Encelado e sfruttarla per raccogliere dati in prossimità dell'atmosfera di Saturno. Difficile rimanere indifferenti all'evento del 15 settembre che segnerà la fine della comunicazione con la sonda che ci ha regalato delle immagini impensabili, di una bellezza ipnotica e maestosa, a tratti inquietanti nelle loro tonalità grigie così fredde.


Dopo tutti questi anni, Cassini è giunta alla sua fine.

La sonda non sarebbe dovuta durare 20 anni: oltre ai 7 anni di viaggio la missione si sarebbe dovuta interrompere dopo soli 4 anni, per un totale di 13 anni. Invece la NASA ha deciso di prolungare la durata della raccolta dati per ben 2 volte, visto che 13 anni corrispondono a meno della metà di un anno su Saturno, che impiega 29 anni terrestri a compiere un giro intero attorno al Sole. Così siamo arrivati ai fatidici 20 anni con Cassini che sta per esaurire la sua energia e che potrebbe orbitare spenta indisturbata.

La NASA però ha pensato al rischio di contaminazione da parte dell'apparecchiatura, portatrice di germi, verso satelliti che potenzialmente contengono tutti gli ingredienti per lo sviluppo della vita, ovvero Titano ed Encelado. Così si è deciso di disintegrare Cassini sull'atmosfera di Saturno, come una meteora che si vaporizza nell'atmosfera terrestre, sfruttando però il momento di massima vicinanza tra la strumentazione elettronica e il pianeta per raccogliere dati preziosi per l'avanzamento degli studi scientifici. Ammettiamo di essere un po' emozionati e malinconici nel sapere che la missione nata dalla collaborazione di NASA, ESA e l'Agenzia Spaziale Italiana ASI volge al suo termine nelle manovre conclusive di Cassini.


Tutti gli strumenti sono pronti, ma cosa stiamo cercando?

L'agenda di Cassini è fitta da qui fino alla sua distruzione: 8 dei suoi 12 strumenti entreranno in presa dati, ovvero saranno completamente attivati per captare tutto quel che succede nell'atmosfera di Saturno. La composizione chimica del sesto pianeta del sistema solare è di vitale importanza se si vuole capire il perché della sua formazione. D'altronde è questo quello che stiamo cercando, risposte a domande semplici: come si sono formati i pianeti? Come si è formata la stella che noi chiamiamo sole e soprattutto, come è nata la nostra galassia e tutto l'universo? L'universo si espanderà per sempre o tornerà ad implodere su sé stesso come ipotizzato dalla teoria del loop quantistico? Queste digressioni ci distolgono dallo studio di Saturno e Cassini, ma è sempre bene ricordare che il cercare risposte deriva da una curiosità primitiva che ci caratterizza come esseri umani (o da volontà di potenza? Questo sta a voi deciderlo).


The Grand Finale: l'ultima missione di Cassini

Il 26 Aprile Cassini ha iniziato il 'Grand Finale' che segnerà i capitoli conclusivi di una storia durata 20 anni, tra scoperte incredibili ed immagini mozzafiato. Le ultime 22 orbite nel gap di 22.000 chilometri tra il pianeta e i suoi anelli ci hanno fornito prospettive davvero uniche, come quelle degli scatti che abbiamo scelto per questo articolo, dal polo nord agli anelli e alcuni satelli. Pioneer 11, Voyager 1 e Voyager 2 non si sono mai avvicinati tanto al pianeta degli anelli. Negli istanti finali gli scienziati hanno pensato bene di sfruttare l'attrazione di Titano quanto possibile per alzare l'altitudine della sonda al di sopra delle nuvole di Saturno di circa 2.400 chilometri: a volte ha toccato l'atmosfera di Saturno, mentre altre ha costeggiato i suoi anelli più interni. Le ultime 5 orbite che Cassini sta affrontando in questi istanti lo hanno portato a trovarsi esattamente nell'atmosfera superiore del corpo celeste. Dopodiché ci sarà il tuffo finale. Ed ora, un video epico: vi sfidiamo a non commuovervi alla fine del filmato.

Chiaramente nella discesa finale nessun membro della NASA si aspetta che tutto vada secondo i piani: l'atmosfera di Saturno potrebbe nascondere molte sorprese e l'unico obiettivo per ora è far sì che l'antenna di Cassini sia sempre puntata verso il nostro pianeta per inviare dati fino all'ultimo istante del suo viaggio. A cosa serviranno questi report della sonda? Si potrà tracciare una mappa dettagliata dei campi gravitazionale e magnetico per capire come è distribuito il pianeta internamente. Forse potremo capire quanto gas è possibile trovare prima di giungere ad un eventuale nucleo solido. La composizione delle particelle più interne potrebbe risolvere questi misteri che stuzzicano le menti della comunità scientifica. Ci si aspetta anche di capire la massa totale degli anelli composti da polvere interstellare e particelle di ghiaccio per stimarne l'età e la longevità. Ma queste sono solo alcune delle aspettative del mondo scientifico, potrebbero anche essere rivelati fatti del tutto inaspettati su Saturno e sui suoi anelli. Continueremo a parlarvi del pianeta degli anelli, delle scoperte di Cassini in questi 13 anni di orbite e del suo ultimo tuffo. Restate sintonizzati su everyey, seguite la pagina dello spazio e preparatevi al Gran Finale del 15 settembre!