Il vero problema di Huawei non è Google, è ARM: come produrre le CPU Kirin?

Il ban imposto da Donald Trump sta mettendo in difficoltà Huawei su diversi fronti, ma il più caldo è quello che riguarda ARM.

Il vero problema di Huawei non è Google, è ARM: come produrre le CPU Kirin?
Articolo a cura di

Il ban imposto da Donald Trump a Huawei sta sancendo i suoi effetti giorno dopo giorno. All'inizio hanno aderito le aziende americane, costrette ad accettare l'ordine del presidente Trump, ma pian piano le sue conseguenze si stanno propagando a macchia d'olio. L'uso del termine "obbedire" non è casuale, perchè è evidente che Google e tutti gli altri colossi dell'ICT non sono contenti di questa scelta, che va a minare la basi del libero mercato tanto care al paese a stelle e strisce, con effetti a catena ancora non del tutto chiari ma certamente dannosi per gli affari.
Abbiamo chiarito il motivo del ban in un precedente articolo, oggi però vogliamo parlare di ARM, azienda inglese nota agli appassionati ma non al grande pubblico, che ha un ruolo fondamentale nella produzione dei processori mobile. A quanto pare anche questa ha aderito al ban imposto da Trump e, per quanto la perdita di Google sarebbe un problema per Huawei, quella di ARM sarebbe un vero e proprio cataclisma, con ripercussioni importanti per il futuro.

Possibile andare avanti senza ARM?

Per capire l'importanza di ARM basta dare uno sguardo ai principali processori utilizzati oggi in ambito mobile. Da un lato c'è la famiglia Snapdragon di Qualcomm, dall'altro ci sono i Kirin di Huawei, senza dimenticare i Mediatek, utilizzati per lo più su prodotti a basso costo dai produttori cinesi. Ognuno di essi si basa su architetture differenti, ma tutti e tre hanno una cosa in comune: utilizzano i processori Cortex di ARM. Quando si parla di CPU "Dual Core", "Quad Core" o "Octa Core" il riferimento è proprio al numero di unità Cortex installate all'interno di un microprocessore.
Huawei si è resa indipendente da Qualcomm e dalle aziende americane con la linea di CPU Kirin, cresciuta molto nel corso del tempo sia nelle prestazioni che nell'efficienza, tanto che proprio il Kirin 980 è stato il primo processore a 7 nm ad essere presentato, anticipando anche Apple con il suo A12 Bionic.

Ebbene, se ARM tagliasse i rapporti con Huawei, come sembra farà, allora la casa cinese non potrebbe più produrre la sua linea di processori, non potrebbe acquistare da Qualcomm e non potrebbe nemmeno fare affidamento su Mediatek, visto che anche questa utilizza Core ARM. In parole povere, sarebbe un vero e proprio disastro. Il Play Store si può sostituire, stessa cosa vale per Android, ma senza una piattaforma hardware la produzione di smartphone sarebbe davvero a rischio.

Huawei è stata previdente in tutto, la lungimiranza dell'azienda cinese è sotto gli occhi di tutti. Le voci di qualche mese fa sull'esistenza di un sistema operativo proprietario in sviluppo si sono rivelate fondate, senza contare che la casa cinese potrebbe comunque fare affidamento alla versione senza Play Store e app Google di Android, ma come fare con i Core ARM? Nel breve periodo non ci sono problemi, Huawei ha fatto scorte di componenti da utilizzare in caso di necessità, almeno secondo quanto affermato da Bloomberg. Non si conosce con certezza quanti mesi senza ulteriori approvvigionamenti possa fare, alcuni dicono tre altri anche molti di più. Ma se si dovesse andare per le lunghe, ipotesi che quasi nessuno nel mondo tech si augura, allora la produzione di processori, e quindi di smartphone, sarebbe in serio pericolo.

Ci sono soluzioni? Di certo la più semplice è il ritiro del ban da parte del governo americano, che metterebbe fine alla vicenda. Huawei potrebbe anche portare ARM nei tribunali del Regno Unito ed Europei (Brexit permettendo), ma anche questa è soltanto un'ipotesi dalla difficile interpretazione. La cosa certa è che, prima di Google, Huawei deve risolvere il problema con ARM, altrimenti il rischio di un blocco nella produzione diventerebbe molto serio.

Bisogna poi considerare il contraccolpo sul lungo periodo. Anche nel momento in cui la crisi dovesse risolversi, Huawei avrebbe tutto l'interesse nello sviluppare delle alternative ai Core Cortex, di certo non gli mancano le capacità e le risorse economiche per farlo, gli serve solo del tempo. Mettere alle strette il colosso cinese costerà caro sia ad Huawei che alle aziende occidentali, che d'ora in avanti difficilmente saranno viste come partner commerciali affidabili, con ricadute evidenti sull'economia globale.