Speciale Intel CORE m

Intel lancia la nuova architettura Broadwell: inizia l'era dei PC ultrasottili?

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L’IFA di Berlino non è solo smartphone e tablet, ma è un palcoscenico adatto a presentare tecnologie di vario tipo. Ecco perché Intel ha scelto questa manifestazione per mostrare al pubblico la nuova famiglia di processori CORE m, basati su architettura Broadwell Y. In totale sono stati tre i modelli messi in mostra durante la presentazione, tutti dedicati ai dispositivi mobili, come Ultrabook e tablet. Nello specifico, questi processori sono studiati per garantire le massime prestazioni su dispositivi ultrasottili. Ovviamente, la nuova architettura è stata realizzata per coprire diversi campi di utilizzo, dai data center ai comuni PC desktop, anche se soluzioni di questo tipo non sono ancora state svelate fino a questo momento. La roadmap della casa californiana parla comunque della metà del 2015 per quanto riguarda i prodotti desktop, per cui bisognerà attendere. Broadwell porta in dote un miglioramento del processo produttivo, che passa dai 22 nm di Haswell ai 14 nm dell’ultima variante, un salto davvero ragguardevole, che porterà con se dimensioni ridotte dei chip, ma anche un minor impatto su consumi e temperature. Per comprendere l’attuale livello tecnologico raggiunto, basta pensare che nel 2006 le prime CPU Core 2 Duo erano prodotte a 65 nm, un bel passo avanti rispetto al passato.

Broadwell Y

I tre modelli mostrati nel corso della manifestazione andranno ad equipaggiare dispositivi ultra portatili ma soprattutto sottili. La prima grande novità è rappresentata dalla dissipazione termica: i nuovi processori sono infatti in grado di funzionare senza alcuna ventola in modalità fanless, in chassis dalle dimensioni contenute, spessi tra i 7 e i 10 mm. Questo consentirà ai produttori di spingere l’acceleratore su design prima impossibili, realizzando così Ultrabook e tablet molto sottili. La superficie occupata dalla CPU è decisamente inferiore rispetto al passato: se i processori Haswell Y misurano 40 mm in altezza, 24 in larghezza e 1.5 mm di spessore, con Broadwell Y siamo arrivati a 30 mm in altezza, 16.5 in larghezza per uno spessore di 1.04 mm. Come anticipato, a beneficiare del rinnovato processo produttivo sono anche i consumi, che passano dagli 11.5W di Haswell Y ai 4.5W di Broadwell Y. Le tre varianti proposte da Intel sono equipaggiate con due core Broadwell dotati di tecnologia Hyper-Threading, che gli consente di processare quattro thread alla volta, aiutati da 4 MB di cache L3 condivisa.

Passando alle frequenze operative, il modello 5Y70 è quello più spinto. La frequenza di funzionamento base del chip è di 1.10 Ghz, mantenuta bassa per ridurre il più possibile l’impatto energetico. È la tecnologia Intel Turbo Boost Tecnology a gestire il tutto, portando all’occorrenza il SoC a 2.6 Ghz. Questa CPU è l’unica delle tre a supportare la tecnologia Intel vPro, che protegge i dispositivi che ne sono dotati dalle minacce esterne, come rootkit e malware invasivi.
Le altre varianti offrono performance leggermente inferiori, anche se consentono maggiore versatilità in termini di consumi. Questo perché osservando le caratteristiche dei modelli 5Y10a e 5Y10 si rimane stupiti nel notare che le specifiche sono esattamente le stesse. Stesso clock di base a 800 Mhz e stesso valore con la tecnologia Turbo Boost attiva, 2.00 Ghz. L’unica differenza sta nel fatto che il modello 5Y10a può essere configurato per funzionare con soli 3.5W, un valore davvero notevole.

Performance

Intel ha affermato che l’aumento prestazionale sarà nell’ordine del 50% per quanto riguarda le capacità della CPU e del 40 % per la GPU. Parlando della GPU, quella presente nei tre modelli è la medesima, una Intel HD 5300, che occupa la gran parte della superficie del die. Questo lascia anche intendere l’attenzione rivolta da Intel verso il comparto grafico integrato, composto da 20 execution unit, che possono essere configurate a seconda delle esigenze: basta infatti disabilitare alcune di queste unità per ottenere consumi e temperature migliori, in modo da sfruttare i CORE m su prodottii estremamente sottili.
Parlando di performance, i valori venuti fuori dai primi benchmark sono molto positivi. Confrontando il TDP dichiarato di 4.5W per le CPU Broadwell con quello delle CPU installate sui prodotti Surface Pro 3, pari a 15W per le varianti con i7, i dati fanno ancora più scalpore.
Il nuovo Intel 5Y70 fornisce prestazioni superiori a quelle del relativamente nuovo prodotto Microsoft, che corre ora il rischio di subire un precoce invecchiamento. Osservando i bench mostrati fino a questo momento online, si scopre che le performance superano di gran lunga quelle offerte dal chip Tegra K1, sia per quanto riguarda la parte relativa alla CPU che per quella della GPU, punto di forza fino a questo momento della soluzione NVIDIA. Superato anche l’Intel i5-4570T, un prodotto con un TDP di 35W, quasi otto volte superiore. Se i dati dovessero confermarsi, Broadwell potrebbe diventare la miglior soluzione sul mercato in termini di rapporto performance/watt. Se già con la versione mobile il passo avanti è notevole, non resta altro che attendere le prime varianti desktop, che potranno trarre ancora più giovamento dalla nuova architettura e dal processo produttivo a 14 nm.

Intel Core M I consumi delle nuove CPU Intel hanno destato scalpore, soprattutto se raffrontati con le performance offerte, che si preannunciano ottime. A questo punto, è possibile realizzare dei veri tablet-PC ultrasottili con prestazioni sufficienti alla gran parte dell'utenza. L’azienda americana sembra aver lavorato davvero bene; con l’arrivo dei primi dispositivi sul mercato si potrà scoprire il vero valore di questo SoC, ma se le premesse sono queste, allora la prossima generazione di CPU Intel potrebbe rivelarsi una bella sorpresa, capace di dare una forte spinte evolutiva all'intero settore.