IO: cos'è e cosa fa la nuova app della pubblica amministrazione

A sorpresa il Governo ha lanciato IO, un'app open source che promette di cambiare per sempre il rapporto tra cittadini e amministrazioni.

IO: cos'è e cosa fa la nuova app della pubblica amministrazione
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Si è finalmente alzato il sipario su IO, l'app della pubblica amministrazione che permetterà di digitalizzare molti dei servizi che utilizziamo tutti i giorni. Tramite smartphone si potrà sostituire lo sportello o la presenza fisica con pochi click, avendo un contatto diretto con le varie amministrazioni pubbliche e dando il via a quella rivoluzione digitale che da tempo veniva richiesta nel rapporto tra cittadini e istituzioni.
Disponibile sugli store di Google e Apple da pochi giorni, è per ora piuttosto limitata nelle funzioni e ancora in piena fase di test, ma potrebbe davvero rappresentare un grande cambiamento per il futuro dei cittadini e delle amministrazioni pubbliche.

La genesi

Il progetto è in piedi già da qualche anno e si prefigurava, almeno inizialmente, come una grande piattaforma pubblica in cui il cittadino poteva avere a portata di click tutti i servizi pubblici che più lo interessavano: una piattaforma in cui poter contattare ed essere contattato dalle amministrazioni pubbliche, un luogo in cui eseguire azioni che altrimenti avrebbero richiesto la presenza fisica allo sportello. Negli anni il tutto si è evoluto e nella primavera scorsa era stata lanciata la prima fase di test del servizio, l'app IO, disponibile in versione closed-beta solo in alcune zone e per pochi utenti selezionati e creata dal Team per la Trasformazione Digitale.
Finite le fasi di test a "numero chiuso" si è deciso di lanciarla per tutti gli utenti. Dallo scorso 20 aprile, infatti, IO è disponibile per tutti su Apple Store e Google Play Store. Si tratta di una sua versione beta, ancora soggetta a bug e con funzioni piuttosto limitate, dove però gli utenti potranno segnalare problemi e malfunzionamenti. Un nuovo capitolo nel rapporto cittadino-amministrazione pubblica è davvero iniziato?

Lo sportello a portata di smartphone

Le potenzialità di IO sono ampie e senza dubbio interessanti, sotto molti punti di vista. Basta entrare nel portale di presentazione del servizio per scoprirne le opzioni principali. Tramite l'app gli utenti potranno ricevere messaggi e comunicazioni da tutti gli enti pubblici, pagare servizi e tributi di qualsiasi genere grazie alla sinergia con pagoPA, il sistema di pagamento digitale della pubblica amministrazione, iscrivere i propri figli a scuola, nonché rimanere aggiornati sulle varie scadenze e i termini di pagamento. Negli obiettivi finali degli sviluppatori e del Governo su IO dovrebbe essere presente qualsiasi servizio utile al cittadino, sia a livello locale che nazionale.

Pagare una multa, il bollo auto, un F24 o qualsiasi contributo, prenotare un appuntamento a uno sportello, ricevere i risultati di un esame clinico, pagare un bollettino tramite la scansione di un semplice codice QR e chi più ne ha più ne metta. IO sarà infatti sincronizzato con i sistemi di pagamento presenti nel proprio telefono e permetterà di effettuare tutto direttamente al suo interno, senza troppi fronzoli e con la massima sicurezza possibile.

Mezzo servizio

IO ha un sistema di messaggistica interno, in modo da essere tempestivamente aggiornati su qualsiasi scadenza, cambiamento o novità. In un periodo come quello che stiamo vivendo immaginate, ad esempio, una notifica di avviso per l'arrivo di una nuova autocertificazione o i nuovi orari di apertura di un ufficio del quale non eravamo informati.
L'obiettivo è quello di rendere IO un portale al 100% completo che in futuro permetterà di ricevere direttamente sul proprio smartphone certificati, notifiche e atti e avere una copia digitale di qualsiasi documento personale. Nella versione beta ad oggi disponibile le funzioni sono piuttosto limitate ma i cittadini hanno la possibilità di segnalare non solo bug e malfunzionamenti ma anche di partecipare ad un forum pubblico in cui suggerire future migliorie e implementazioni. Il progetto, almeno in prospettiva, promette grandi cose e sembra importante ma per ora, purtroppo, va a scontrarsi con limiti di non poco conto.

Limiti di gioventù

Uno stato non proprio avvezzo al digitale come il nostro può permettersi un'app che accentri al suo interno, in maniera virtuale, servizi per i quali quasi tutti devono recarsi ad uno sportello o visitare uno specifico sito? Si, ma a patto di avere pazienza per abituare cittadini e amministrazioni a utilizzarla. Dal punto di vista dell'utente per accedere a IO sarà obbligatorio possedere delle credenziali SPID o una carta d'identità elettronica abbinata al suo Pin, due requisiti non troppo diffusi nel nostro Paese. Lo SPID, seppur presente dal 2016, non ha mai avuto troppa presa tra i cittadini, spaventati dal lungo processo di richiesta e da un'utilità pratica non proprio ai massimi livelli: la speranza è che l'app ne incentivi la diffusione o ne semplifichi l'adozione, visto che per ora rappresenta la sola possibilità disponibile per utilizzare IO.
Dal punto di vista delle amministrazioni, invece, bisognerà fare in modo che enti statali e locali aderiscano al progetto. Se a livello statale sarà relativamente più semplice farlo, potrebbe non esserlo nelle realtà locali, da sempre molto più restie a digitalizzare i propri servizi. E sappiamo bene quanto questi ultimi siano i servizi più importanti per la vita di un cittadino.

Cosa offre IO

Tutto questo si riflette in un'app che, ad oggi, offre davvero pochissimi servizi ai propri utenti. Laura Castelli, viceministro dell'Economia, ha ammesso sul proprio profilo Facebook tutti questi limiti: "C'è ancora tanto lavoro da fare per riordinare i mille canali che si sono creati in questi anni, ma siamo convinti di potercela fare". Ed effettivamente il panorama che si trova davanti un utente è piuttosto desolante: a livello locale i servizi disponibili sono pochissimi, in alcune zone praticamente assenti, mentre su scala nazionale solo l'ACI offre un utilissimo portale per pagare il bollo o informarsi sui certificati di proprietà dei propri veicoli. Molto dipende dalla propria zona di residenza.

Comuni come Milano o Torino hanno aderito alla sperimentazione e offrono alcune opzioni ai propri utenti, Palermo offre avvisi sulla scadenza di multe o dei propri pass ZTL, Trento ha da poco aderito per permettere ai cittadini di effettuare pagamenti e gestire servizi scolastici. Un panorama piuttosto frammentato, che riflette la scarsa digitalizzazione dei servizi nel nostro Paese.

Un percorso in divenire

La road map di sviluppo di IO è quindi ancora piuttosto lunga e i passi da fare per implementare quante più opzioni possibili sono ancora tanti. La piattaforma, in ogni caso, sembra buona e sembra avere in sé tutte le potenzialità per poter dare un input positivo a tutto ciò che le graviterà attorno.
Il progetto è insomma più che valido e, con le giuste implementazioni potrebbe diventare il portale perfetto per la digitalizzazione tanto attesa della pubblica amministrazione. Il Governo ha infatti scelto una piattaforma open source, con il codice sorgente disponibile per tutti, con sviluppo aperto e continuo e possibilità di contribuire ai miglioramenti. A livello tecnologico verranno aggiunti gli accessi con carta d'identità elettronica anche su iOS e ampliati i metodi di pagamento, oggi limitati solo alla propria carta di credito.
Tutte implementazioni che arriveranno presto, nella speranza che sempre più amministrazioni decidano di aderire all'iniziativa. Ancora non è chiaro quando si uscirà dalla fase beta, ma è probabile che bisognerà aspettare ancora un paio d'anni per avere tra le mani un servizio completo in ogni sua opzione.

Verso il futuro

La cosa buona, in ogni caso, è che finalmente, dopo anni di incertezze e progetti solo abbozzati, abbiamo finalmente tra le mani una piattaforma tangibile, che sembra funzionare piuttosto bene e rappresentare, per la prima volta, il punto d'accesso perfetto per unire in rete cittadini e pubbliche amministrazioni sotto un'unica ala protettrice. Come già sottolineato il lavoro da fare è ancora piuttosto lungo, soprattutto nell'incentivare tutte le amministrazioni a partecipare. Il buon esempio dovrà essere dato anche a livello statale con IO che dovrà rappresentare il canale privilegiato di comunicazione e offerta di servizi. Occorrerà, naturalmente, incentivarne l'utilizzo, magari rendendo più rapidi e semplici gli accessi e pubblicizzando l'app molto più di quanto si sia fatto finora.
Certo, parliamo sempre di un progetto ancora in fase embrionale, in piena sperimentazione e con ancora tante cose da migliorare, ma già permettere al maggior numero di cittadini di accedervi e utilizzarlo sarebbe un incentivo di non poco conto per spingere al suo interno quante più realtà pubbliche possibili. Come sempre occorrerà avere pazienza, con la speranza di avere finalmente tra le mani lo strumento giusto per migliorare finalmente il difficile rapporto che da sempre intratteniamo con la cosa pubblica. Sarà davvero la volta buona?