iPhone 7 e USB Type-C per l’audio: siamo vicini!

E’ da un po’ che si parla della rimozione del jack da 3,5 mm sul nuovo iPhone, ma adesso pare che le indiscrezioni siano state confermate.

iPhone 7 e USB Type-C per l’audio: siamo vicini!
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Per mesi sono circolate voci riguardo alla presunta rimozione del jack da 3,5 millimetri negli iPhone di prossima generazione. Tale connettività sembra oramai obsoleta, visto che ci accompagna oramai da più di vent'anni. Al suo posto dovremmo trovare, piano piano su tutti i dispositivi, una porta USB 3.1 Type-C che - almeno nel caso di smartphone e tablet - sarebbe sfruttata chiaramente anche per la ricarica. In questa maniera i produttori andrebbero a risparmiare spazio sulla scocca, assottigliando ancora di più i propri prodotti. Questo però non è il solo beneficio di questo importante cambiamento, ma la Type-C dovrebbe anche migliorare la qualità audio in sé, rendendo poi il suono più digitale che mai. Esso potrà così essere equalizzato a monte, oppure gli si potranno applicare effetti mai sperimentati prima.

Cirrus Logic dispensa conferme

Le indiscrezioni in merito al nuovo iPhone pare siano stato confermate da Cirrus Logic, azienda che dovrebbe fornire il codec necessario alla riproduzione dell'audio attraverso USB. La società ha svelato da poco il suo MFi Headset Development Kit, una nuova board che è stata "progettata per aiutare i nostri partner OEM a sviluppare velocemente i nuovi headset basati su connettore Lightning". La società afferma che il kit consente una semplice e agevole traslazione dalla connessione analogica a quella digitale, con il suono che ne gioverà in qualità grazie ad un DAC integrato. Il kit per sviluppatori contiene una board per debugging, una MCU e strumenti per la misurazione delle performance dell'audio. Cirrus Logic ha poi affermato che "il design può essere adattato al form factor di qualsiasi headset, incluse le cuffie in-ear e over-the-ear".

Un passaggio non proprio indolore

Nonostante i benefici siano tanti e il cambiamento appaia oramai inevitabile, non tutti i produttori hanno accettato la variazione di buon grado, per diversi motivi. Il primo, che è anche il più scontato, ha a che fare con la compatibilità con tutte le cuffie e i device con interfaccia jack da 3,5 mm immessi sul mercato sino ad ora, che ovviamente andrebbe persa. Questo forzerebbe gli utenti a rivolgersi ad un settore relativamente nuovo, ed eventualmente a pagare qualcosa in più per il fattore novità. L'ambito headset si spezzerebbe così fra quelli compatibili Android e quelli iOS, impedendo ai consumatori di utilizzare le stesse cuffie per entrambi i sistemi operativi.

Altro neo da considerare e che senza dubbio è importante ha a che fare con l'impossibilità di poter caricare il dispositivo e contemporaneamente ascoltare musica, in quanto la porta USB sarebbe occupata. Incontro alla risoluzione di quest'ultima problematica potrebbero venire gli headset con connessione Bluetooth, che però non tutti gli utenti apprezzano. Questi costringono a tenere il Bluetooth dello smartphone acceso, consumando batteria extra, senza contare che le cuffie hanno bisogno di essere ricaricate. Eliminare quindi il jack audio dagli iPhone permetterebbe ad Apple di rendere i propri smartphone più sottili e meno ingombranti, ma i compromessi da effettuare attualmente sono diversi.

Apple La domanda che ci viene spontanea è: il mercato è abbastanza maturo per affrontare questo cambiamento? La risposta è probabilmente no: scommettiamo che molti utenti sono ancora legati al classico jack da 3,5 millimetri e sarà difficile far consolidare questo cambiamento, soprattutto per chi ha speso cifre elevate per il proprio set di cuffie. Nonostante questo, Apple è una delle pochissime società ad avere il potere di dettare standard nel campo, per cui all’atto pratico i clienti potrebbero piano piano adattarsi e, a partire proprio dal nuovo iPhone, far sì che l’USB Type-C per l’audio si diffonda sempre più. La sensazione comunque è che l’aggiornamento si farà, e a quel punto non resterà che osservare le reazioni del mercato.