iTunes: addio all'app che ha cambiato la musica, e anche Apple

Il celebre programma di ascolto e acquisto di musica della Apple sta per finire il suo lungo e travagliato percorso.

iTunes: addio all'app che ha cambiato la musica, e anche Apple
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L'epoca di iTunes è ufficialmente finita. Con una scelta che era nell'aria da tempo Apple ha deciso di porre fine all'egemonia incontrastata del suo programma più famoso e discusso, colosso che nel tempo era diventato cuore pulsante di tutta la user experience della mela. Legato a doppio filo alla nascita e allo sviluppo del periodo d'oro dell'azienda americana, iTunes si prepara a passare per sempre il testimone, dividendosi in tre e perdendo tutto ciò che fino ad ora lo aveva reso celebre.
Le tre nuove anime Music, Podcast e TV hanno già iniziato a materializzarsi sui dispositivi mobili e presto, con l'arrivo della nuova versione di MacOS, arriveranno anche su tutti i computer Apple, chiudendo definitivamente l'infinita epopea di un'applicazione che, nel bene e nel male, sarà difficile dimenticare.

In principio c'era l'idea

Era il 1999 e Napster, appena creato, iniziava a dominare in lungo e in largo nella rete, fornendo per la prima volta un servizio di file sharing tutto dedicato al mondo musicale. Si dava la possibilità agli utenti di scaricare e condividere un'infinità di file musicali, canzoni e album interi degli artisti più disparati, tutti disponibili nel proprio computer in digitale, liberamente accessibili e senza bisogno di un supporto fisico per essere ascoltati. Nelle sue palesi violazioni del diritto d'autore il servizio era stato chiuso già nel 2001, ma aveva aperto una breccia nel cuore degli appassionati, un pertugio in cui Apple si sarebbe infilata solo un anno dopo.
L'idea di Sean Parker era geniale e apriva definitivamente ad un nuovo modo di fruire la musica, bastava solo renderlo legale e dare possibilità ad artisti e case discografiche di guadagnarci. Steve Jobs lo aveva capito, e in una delle sue memorabili presentazioni, lanciò la sua idea legale di fruizione musicale, iTunes. L'idea di base era già di per se geniale: un catalogo sconfinato, facilmente accessibile, a prezzi ridotti e tutto con l'ampio benestare di artisti e addetti ai lavori.

Un tuttofare

Era il periodo di massimo sviluppo degli iPod, della musica che diventava sempre più digitale, sempre più racchiusa a grandi quantità in dispositivi. La formula di iTunes veniva incontro a questi cambiamenti, con brani generalmente disponibili a 99 centesimi: si partì con un catalogo di circa 200 mila canzoni, un numero già di per se enorme ma che impallidisce rispetto ai 40 milioni di brani oggi presenti nello store, praticamente tutto lo scibile musicale del nostro tempo, cui vanno aggiunti oltre 100 mila contenuti video tra film e serie tv.

Con il tempo il programma divenne un insostituibile compagno di tutti gli utenti Apple, tramite le sue opzioni si poteva acquistare, scaricare, ascoltare e organizzare i propri brani, sincronizzare i propri dispositivi, guardare serie e film, ascoltare podcast, leggere e-book, gestire tutti i propri prodotti. Un colosso di proporzioni bibliche, l'app definitiva del mondo Apple, quella che tutti conoscono, anche quelli che di iPhone o Mac non hanno mai sentito parlare.

Musica per tutti

L'evoluzione di iTunes è stata veloce e costante, in un tentativo di renderla sempre più importante e al passo coi tempi. Presente inizialmente solo come player musicale nei Mac, è stato implementato con lo store nel 2003, diventando in poco tempo il negozio musicale più diffuso al mondo. Già performante e apprezzato come player, con possibilità di playlist e organizzazione di brani, ebbe una forte impennata di consensi grazie alla possibilità di poter acquistare musica direttamente all'interno del programma e con una semplicità disarmante. I guadagni si fecero sempre più alti e la diffusione di iPod fece il resto. iTunes era sulla bocca di tutti e lo divenne ancora di più quando Apple, per la prima volta nella sua storia, decise di aprirsi al mondo, capendo che la sua strategia musicale non poteva limitarsi ai suoi soli clienti.

Nell'ottobre del 2003 il programma iniziò ad essere prodotto e supportato anche su ambiente Windows, una scelta a suo modo geniale, capace di aprire al mondo le porte della rivoluzione. Tutti, anche chi non aveva un Mac, iniziarono a usare lo Store o ad avere un iPod: in poco tempo iTunes divenne il secondo player musicale più utilizzato nei pc Microsoft, dietro al già preinstallato Media Player e ancora oggi continua ad essere una delle app musicali più scaricate in ambiente Windows.

Innovazioni fatali

Il lancio di iPhone segnò un nuovo step nello sviluppo di iTunes, che divenne il vero centro di controllo del nuovo prodotto Apple: nelle prime versioni di iOS era necessario avere iTunes per poter configurare per la prima volta il proprio melafonino e per aggiornarlo. La diffusione sempre più marcata degli smartphone ampliò a dismisura le possibilità del programma, che divenne molto più che un semplice applicativo dedicato alla musica. Dei suoi infiniti utilizzi abbiamo già detto, ma è innegabile che la sempre maggiore diffusione di iPhone e degli smartphone in generale decretò l'inizio della fine per iTunes.
Nonostante questo a Cupertino proseguirono nello sviluppo dell'app, implementandola con sempre più numerose funzioni dedicate al mondo dell'intrattenimento, di un design sempre più ricco e di opzioni interessanti come il tanto discusso iTunes Match, organizzatore e sincronizzatore di playlist tra dispositivi.
Con il tempo le abitudini del pubblico sono cambiate e iTunes è diventato troppo grande per gestire il sempre più enorme macrocosmo di iPhone. Il programma è diventato sempre più lento e fin troppo ricco di sfacettature, lento nel sincronizzare e aggiornare, difficile da usare per poter gestire tutto.

Troppo di tutto

L'idea di far gestire tutto quanto ad una sola grande app è diventata con il tempo sempre più obsoleta. L'esplosione dello streaming a tutti i livelli è stata la mannaia che ha reso iTunes sempre meno al passo coi tempi: a cosa serve la presenza di una sola grande e lenta app per tutto, quando altre app più piccole danno al pubblico ciò che cerca nello specifico?
L'idea di iTunes è stata così declinata in tanti altri piccoli servizi, dando il via libera definitivo al mondo dello streaming. L'idea di base di queste nuove piattaforme è esattamente la stessa che ebbe a suo tempo Steve Jobs, seppur declinata in modo diverso: offrire un catalogo sconfinato di prodotti con una facilità di accesso impressionante e un prezzo contenuto.

A tutto questo si è poi aggiunto un altro cambiamento radicale nelle abitudini di ascolto musicale: l'acquisto delle singole canzoni o degli album è stato via via soppiantato da servizi gratuiti o con abbonamento mensile in cui è possibile ascoltare tutto con il semplice uso di una connessione, senza dover per forza scaricare o comprare ogni singolo brano. Spotify non è altro che un iTunes al passo coi tempi, che è riuscito a venire incontro alle nuove abitudini del pubblico.

Addio per sempre

Neanche il tempo di diventare maggiorenne e iTunes, con l'arrivo del nuovo macOS 10.15 Catalina, sparirà completamente dai computer più aggiornati. Musica, già da tempo presente su iPhone, nonché le nuove arrivate Podcast e TV, quest'ultima già presente negli ultimi aggiornamenti di iOS, svolgeranno le funzioni principali di intrattenimento. Per la sincronizzazione e gestione dei dispositivi mobili tutto sarà invece delegato al Finder. Gli ultimi vagiti di iTunes rimarranno - forse - su ambiente Windows, dove il programma sarà necessario per far funzionare gli altri dispositivi della mela, e su tutti i Mac obsoleti che non saranno toccati dagli ultimi aggiornamenti.
Per tutti gli altri finirà pian piano nel dimenticatoio, come uno degli ultimi ricordi dell'epoca d'oro in cui Apple ha capito come rinnovarsi e cambiare per sempre non solo il mondo della musica ma tutto quello delle hi-tech, dando forma ai suoi sogni e a quelli di milioni di persone. Se oggi la musica e disponibile per tutti, se lo streaming la fa da padrone e se l'intrattenimento è al centro della nostra esperienza lo dobbiamo a questa mitica app che ormai ha fatto il suo corso ma che lascerà un eredità dall'eco quasi infinito, anche quando quasi tutti l'avranno dimenticata.