Just Eat e gli altri: viaggio nel mondo del cibo a domicilio

Just Eat, Foodora e Deliveroo sono i tre protagonisti assoluti di un mondo in continua espansione, quello delle consegne di cibo a domicilio.

Just Eat e gli altri: viaggio nel mondo del cibo a domicilio
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L'Italia, patria della grande cucina e del buon cibo, ha da poco aperto le porte al fenomeno del cibo a domicilio. Non sono passati tanti anni da quando erano solo le pizzerie le uniche realtà ad offrire un servizio adeguato e rapido di consegne a casa. Tutto avveniva per via telefonica e quasi solo nelle grandi città. L'arrivo di Just Eat ha in qualche modo cambiato le carte in tavola, aprendo all'utilizzo di computer e smartphone per velocizzare le ordinazioni: l'offerta si è ampliata esponenzialmente, sia per numero di locali che per tipologie di cibo. Oggi il fenomeno del food delivery genera un valore economico di oltre 70 miliardi di dollari con un 26% di persone al mondo che ordina cibo a domicilio almeno una volta al giorno. Da qui la crescita esponenziale di alcuni servizi, presenti ormai in pianta stabile anche in Italia.

Just Eat, il leader

Attivo in Italia dal 2011 è il leader incontrastato del settore, presente in oltre 13 paesi. La sua presenza, seppur più efficace nelle grandi città, è ormai capillare in tutto il territorio, con oltre 400 comuni coperti e una sede fisica a Milano con oltre 70 dipendenti. Il suo ruolo è quello di intermediario puro tra ristoratore e consumatore. Attraverso il sito o l'app è possibile accedere alla lista dei locali che fanno consegne nella propria zona e ordinare il proprio piatto direttamente dal menù. Saranno poi i ristoratori con il loro servizio ad occuparsi della consegna. La ricetta del successo di Just Eat è tanto semplice quanto efficace: il servizio gestisce e distribuisce gli ordini, ponendosi come una finestra per i locali convenzionati, invogliati a loro volta ad aggregarsi al sistema per la sua convenienza e l'impatto minimo rispetto alle abitudini della propria attività. I locali presenti sul portale sono quelli che hanno già attivo un proprio sistema di consegne e che, al minimo costo, ottengono un canale veloce e privilegiato di consegne potenzialmente capace di ampliare il bacino di pubblico e di scaricare i titolari dall'onere di rispondere al telefono o di gestire un proprio portale online. Il servizio è ormai maturo e ben avviato, forte di una posizione ormai dominante, semplice e veloce da usare, con un'ampia scelta di locali e prezzi minimi di consegna. Tra le attività presenti, a dominare sono quelle pensate già in partenza per l'asporto: pizzerie, kebab, cibo cinese, sushi, fast food.

Foodora, consegne garantite

Da poco arrivato in Italia, questo servizio sta provando a imporre il suo modello di business a piccoli passi. Lanciato in Germania nel 2014 è oggi presente in 50 città e 10 paesi. In Italia, dopo un primo periodo di prova a Milano e Torino, si è da poco espanso anche a Roma e Firenze, per una strategia che conta di abbracciare altre città in tempi molto brevi. Le differenze con Just Eat sono evidenti per due fattori principali: il portale vuole qualificarsi come specializzato in consegne di cibo di qualità, allontanandosi dal livello medio tipico del cibo da asporto; inoltre l'azienda si occupa direttamente anche della consegna, grazie a fattorini che si muovono su tutto il territorio di competenza per evadere gli ordini che ricevono sui loro dispositivi. Foodora si pone come snodo gestionale su più livelli, occupandosi di fare da tramite tra utente e ristoratore nelle due fasi principali del processo di delivery, quella di scelta e quella di consegna. Questo, potenzialmente, aumenta il target di riferimento anche verso i locali che non dispongono di un servizio a domicilio e, conseguentemente, alza leggermente il costo di consegna. La presenza di cibo e ristoranti di qualità potrebbe catalizzare l'attenzione di un nuovo tipo d'utenza, ma la poca diffusione del servizio lo pone in una condizione di netta inferiorità rispetto a competitor ben più agguerriti e diffusi.

Deliveroo, marketing e controllo

Fondato nel 2013 a Londra, questo servizio è arrivato in Italia solo a inizio 2016. Le sue strategie lo pongono in diretta concorrenza con Foodora, ma la sua pressante e efficace strategia di marketing lo hanno sin da subito reso ben più conosciuto rispetto al rivale. Anche questo servizio si occupa di gestire le consegne per gli utenti e di recapitargliele grazie ad una rete di riders perfettamente riconoscibili e abili a muoversi in città con i loro contenitori e le loro biciclette. I tempi di consegna sono stimati sui 32 minuti e anche qui l'offerta di cibo è su un livello di qualità medio-alto.

Come per gli altri anche qui il cliente ordina tramite l'app, vetrina dei locali disponibili nella propria zona. I corrieri connessi alla piattaforma in quel momento possono accettare l'ordine, mentre gli utenti possono monitorare la loro posizione e lo stato dell'ordine in tempo reale grazie al GPS. La geolocalizzazione è il punto forte di Deliveroo che, grazie ai dati raccolti, riesce a fornire tempi di consegna sempre precisi e strade sempre più veloci per i suoi fattorini. Il servizio si eleva rispetto agli altri perché capace di offrire un controllo totale del proprio ordine all'utente, mantenendo con lui un filo di costante interconnessione. Purtroppo l'offerta italiana è ancora piuttosto limitata, e anche nelle città in cui il servizio è presente sono ancora numerose le zone totalmente scoperte.

Le nuove realtà

Il mercato, ancora piuttosto giovane, è in continua espansione. Nuovi attori provano ad affacciarsi con costanza nel settore: alcuni non ce la fanno, altri vengono inglobati da realtà più grandi. FoodRacers è uno degli esempi nostrani di maggior peso, apprezzato dai clienti per la sua buona selezione di ristoranti. Nato a Treviso, il servizio è presente in buona parte del nord-est e prova a comportarsi come i rivali con una buona rete di fattorini che si occupano dell'ordine nella sua totalità. Con un sovrapprezzo è possibile ordinare anche a distanze maggiori dalla propria abitazione. Il servizio è giovane e non a livello dei ben più forti rivali internazionali, ma la più profonda conoscenza del territorio potrebbe metterlo in vantaggio nello stringere accordi vantaggiosi con titolari e ristoratori. Glovo, presente in Italia da poco più di un anno, rappresenta invece un ben più ampio e variegato sistema di consegne. Oltre alla gestione degli ordini dei ristoranti partner si occupa di recapitare agli utenti anche altri tipi di prodotti (vestiti, elettronica, medicinali) o cibi provenienti da locali non convenzionati. Il servizio si pone più come un corriere a tutto tondo, capace di essere ben presente nel settore del food delivery ma di ritagliarsi uno spazio importante anche con altre realtà commerciali. Da sottolineare, infine, l'esperienza ancora in rodaggio di Amazon Fresh Food, programma avanzato del servizio Prime che permette di ordinare del cibo fresco che arriverà a casa entro due ore. Qui non si parla di locali o ristoranti ma di una sorta di mercato online di generi alimentari con oltre 20.000 prodotti a lunga conservazione e oltre 30 tipologie di frutta e verdura fresche. Presente solo a Milano, è attivo tutti i giorni dalle 8 alle 24, disponibile con l'abbonamento Prime e con la possibilità, a costo maggiorato, di ricevere il proprio cibo in soli 60 minuti.