L'esopianeta più vicino alla terra potrebbe essere abitabile

Il pianeta Proxima b potrebbe avere un'atmosfera e dell'acqua liquida, nonostante il clima terribile dettato dalla sua stella.

L'esopianeta più vicino alla terra potrebbe essere abitabile
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Grazie all'European Southern Observatory, meglio nota come ESO, conosciamo l'esistenza e le caratteristiche di un pianeta piuttosto particolare: Proxima b. Questo esopianeta (pianeta al di fuori del sistema solare) è noto dal 2016 e fino ad oggi ci sono stati diversi studi che hanno indagato sulla possibilità che sia abitabile, ovvero che possa contenere acqua liquida sulla sua superficie ed abbia un'atmosfera.
Fino ad ora i risultati degli astronomi non sono stati molto positivi: il pianeta Proxima b sarebbe troppo esposto alle eruzioni della stella Proxima Centauri, che gli impedirebbero di mantenere un'atmosfera e acqua allo stato liquido. Tuttavia, il nuovo studio della NASA ha nuovamente acceso le speranze degli astronomi e degli appassionati di spazio, indicando che il pianeta potrebbe avere ancora abbastanza acqua per sostenere la vita.

Dove si trova Proxima b

Proxima Centauri è una nana rossa, una stella avente una massa 10 volte più bassa di quella del Sole, visibile nella costellazione del Centauro con un telescopio. Le nane rosse sono le stelle più comuni nella Via Lattea, mentre il Sole è un tipico esempio di nana gialla. La distanza di Proxima Centauri dal nostro pianeta è di poco più di 4 anni luce ed altro non è che la stella più vicina che conosciamo.
Proxima b è un pianeta avente una massa 1,3 volte quella terrestre, orbitante ad una distanza di 0,05 AU dalla sua stella Proxima Centauri, dove 1 AU è all'incirca la distanza tra il Sole e la terra. Tale vicinanza implica un periodo orbitale di soli 11,2 giorni terrestri, che altro non che è il lasso di tempo che impiega il pianeta per compiere un giro attorno alla stella. Infatti, l'accelerazione del pianeta è maggiore proprio per via di questa vicinanza, che si traduce in una maggiore intensità della forza gravitazionale che lo attira verso la stella.

Lo studio che riaccende le speranze

Nel recente studio "Habitable Climate Scenarios for Proxima Centauri b with a Dynamic Ocean", lo scienziato Anthony D. Del Genio del Goddard Institute for Space Studies, insieme ad altri colleghi, ha analizzato l'abitabilità di Proxima b. Infatti, il pianeta è da tempo al centro di un lungo dibattito sulla sostenibilità o meno della vita al suo interno.
La vicinanza di Proxima b alla sua stella non aiuta la possibilità che il pianeta presenti acqua liquida, nonostante si trovi nella zona considerata abitabile. A causa delle eruzioni solari, l'atmosfera dovrebbe essere stata completamente persa insieme all'acqua liquida che teoricamente potrebbe formarsi. Inoltre, le radiazioni come i raggi-X e i raggi ultravioletti, nonché il vento stellare, non farebbero altro che peggiorare la situazione.

Gli scienziati sanno che senza atmosfera ed acqua liquida non è possibile che un pianeta ospiti la vita come la conosciamo, ma attualmente non sappiamo se questi elementi siano effettivamente presenti sul pianeta, perché non possiamo osservarli con la tecnologia attuale. Oltretutto negli ultimi anni sono state osservate delle eruzioni solari così intense provenienti da Proxima Centauri che sembra improbabile pensare che un pianeta nelle sue vicinanze possa ancora avere un'atmosfera, casomai ne avesse mai avuta una fin dal principio.

Il nuovo studio ha ipotizzato possibili scenari dove Proxima b è riuscito a mantenere il suo status di pianeta abitabile nonostante le condizione avverse. Il pianeta potrebbe essersi formato ad una distanza maggiore da quella che conosciamo oggi, senza essere esposto alle condizioni avverse che abbiamo descritto. Oppure la quantità di acqua nelle fasi iniziali della sua vita potrebbe essere stata 10 volte maggiore rispetto a quella della terra, quindi potrebbe essere ancora presente un oceano liquido, nonostante la maggior parte di questo sia evaporato nel tempo per il calore. Esiste inoltre la possibilità che Proxima b avesse uno spesso strato di idrogeno, portato poi via dalle condizioni impervie, lasciando al di sotto un'atmosfera simile al nostro pianeta.

La ricerca è supportata da una serie di simulazioni effettuate tramite computer che riescono a ricostruire la storia del pianeta partendo da determinate condizioni iniziali. Sono state testate condizioni come l'atmosfera terrestre e di Marte, variandone lo spessore e le caratteristiche degli oceani al di sotto di essa, considerando anche diversi parametri orbitali come la rotazione del pianeta. La chiave della nuova ricerca è però l'idea di un oceano dinamico: fino ad ora le ricerche hanno sempre ipotizzato un oceano statico, mentre Del Genio ed il suo gruppo hanno incluso le correnti oceaniche nelle loro simulazioni. Grazie ad esse, sembrerebbe che il pianeta abbia molte più possibilità di presentare dell'acqua liquida rispetto a quanto si sia pensato fino ad oggi. Anche nel caso Centauri b fosse costretto a guardare la sua stella con la stessa faccia (come la luna con la terra) esiste la possibilità che lo scambio di calore tra il lato riscaldato e quello buio garantisca il mantenimento di acqua liquida.
Qualora il sale nell'acqua sia presente con alta concentrazione, Proxima b potrebbe addirittura essere completamente coperto d'acqua. Chiaramente nell'ipotesi che un'atmosfera sia mai esistita sul pianeta, altrimenti le pessime condizioni climatiche dettate dalla stella non lascerebbero alcun dubbio sullo stato certamente spoglio di Proxima b.

Questo esopianeta, purtroppo, non è rilevabile tramite il transito, metodo che identifica un pianeta qualora passasse tra noi e la stella che lo ospita. Poiché questo non ha un'orbita che passa davanti a Proxima Centauri rispetto al nostro pianeta, non possiamo sapere nulla sull'atmosfera dello stesso. Bisognerà aspettare l'arrivo dei telescopi di prossima generazione come il James Webb Space Telescope, l'Extremely Large Telescope (ELT), il Wide-Field Infrared Survey Telescope (WFIRST) o ancora il Giant Magellan Telescope (GMT) per avere maggiori informazioni su questo esopianeta.