I pirati sono da sempre considerati emblema di libertà e di una vita all'insegna dell'avventura. Dobbiamo però rivedere ciò che sappiamo sul loro conto.
I pirati hanno da sempre suscitato un forte senso di libertà e trasgressione. Liberi di viaggiare per i sette mari a bordo delle loro navi, non avevano alcun vincolo se non quello nei confronti dei propri compagni di ventura, assoggettati solamente all'imprescindibile volere dei venti e delle onde. La pirateria è sempre stata presente da quando, per la prima volta, l'uomo ebbe l'ardire di avventurarsi per mare. Già nel mondo classico essa era attiva nel Mediterraneo, tanto che l'antica Grecia dovette costruire basi navali per proteggere le sue navi dai pirati. Qualche secolo più tardi, in età Romana, come ci raccontano Svetonio e Plutarco, lo stesso Giulio Cesare fu fatto prigioniero da una flotta di pirati mentre navigava intorno all'isola di Rodi. Il generale romano, durante la prigionia, chiacchierava e decantava poesie ai suoi carcerieri e, addirittura, li convinse a chiedere un riscatto più alto per la sua liberazione asserendo di valore molto di più di quanto essi avevano richiesto per la sua liberazione. Per i pirati che hanno catturato Giulio Cesare non c'è stato un lieto fine (non che fosse molto comune tra i pirati): una volta libero, il generale catturò i suoi vecchi carcerieri e li fece crocifiggere.
Corsari e Pirati
Il momento di massimo splendore per la pirateria fu il XVII secolo. Le scorrerie dei bucanieri non avvenivano più soltanto nel Mediterraneo bensì si estesero nel Mare dei Caraibi e nel Mare delle Antille laddove si concentravano le più fiorenti attività commerciali. Talvolta si tende ad usare la parola Corsaro come sinonimo di Pirata ma non è proprio così. Un corsaro agiva da pirata ma aveva un'autorizzazione scritta (Lettera di Corsa) da parte di uno Stato che gli permetteva legalmente di attaccare i mercantili delle nazioni avversarie, mentre i pirati erano liberi e non agivano per conto di nessuno se non di sé stessi. Un corsaro, quindi, era un pirata autorizzato e legittimato nelle sue aggressioni, si può dire quasi che fosse uno strumento di guerra usato per danneggiare il commercio delle altre nazioni.
Ovviamente anche il corsaro traeva beneficio da questo accordo: il bottino delle navi saccheggiate apparteneva a lui, un facile modo per arricchirsi. Tuttavia, corsaro o pirata, coloro che venivano catturati facevano una ben misera fine, solitamente impiccati fino a sopraggiunta morte. Fu solo nel 1713 con il Trattato di Ultretch e, successivamente, con la Dichiarazione di Parigi del 1856 che le varie nazioni europee si impegnarono a non emettere più Lettere di Corsa, facendo così tramontare definitivamente l'epopea dei Corsari. L' America, tuttavia, non aderì alla dichiarazione di Parigi tanto che ancora oggi, secondo la sua Costituzione, il Congresso ha potere di emettere Lettere di Corsa.
La vita di un Pirata
La vita a bordo di una nave non era semplice. Le imbarcazioni dell'epoca erano strette, anguste, sovraffollate e cibo e acqua si deterioravano facilmente. Casi di dissenteria e di scorbuto erano cosa comune e la morte per malattia non era affatto rara, quando non si moriva affondati da una tempesta o durante gli abbordaggi. La vita su una nave militare era anche peggio perché, se in una nave pirata la disciplina era più lassa e vi erano meno regole, un marinaio della Marina doveva sottostare anche a regole ferree ed il rischio di essere puniti per le trasgressioni, anche quelle più insignificanti, era molto alto. Non stupisce che le navi pirata offrissero una miglior prospettiva di vita.
A parità di pericolo, un pirata non doveva sottostare alle regole della Marina. Per questa ragione le navi pirata erano piene di volontari e disertori, non solo di feccia e delinquenti come siamo abituati a credere, desiderosi di uno stile di vita più soddisfacente e sicuramente attratti dalla prospettiva di maggiori ricchezze, anche perché le condizioni di vita sulle navi "legali" erano tristemente disumane.
Tuttavia se si veniva catturati e dichiarati colpevoli di pirateria la pena prevista era la più alta: la morte per impiccagione. E' interessante come i pirati fossero all'avanguardia dal punto di vista della libertà sessuale e dei diritti umani. Nelle navi pirati ci si poteva sposare tra individui dello stesso sesso, un'unione civile ante litteram che consentiva, alla morte di uno dei due coniugi, il passaggio dei beni come eredità. Era inoltre accettata la bisessualità e le donne entravano a far parte delle ciurme senza essere discriminate per il loro sesso.
La X indica dove scavare
È nell'immaginario comune che i pirati seppellissero i loro tesori. Film, libri, videogiochi sono pieni di mappe del tesoro con una grossa X ad indicare il luogo in cui scavare. Nulla di più falso. I pirati, infatti, non nascondevano i loro tesori sottoterra, piuttosto preferivano spendere i loro introiti in alcol e sesso. Non c'era alcun vantaggio a nascondere il frutto del loro lavoro e delle loro razzie con il rischio di dimenticarne il luogo di sepoltura. Vi è da aggiungere che i pirati depredavano per lo più navi mercantili, non certo cariche di oro e gioielli quanto di merci da scambiare e vendere. I pirati, quindi, raccoglievano pellicce, legname, alcol, sete e stoffe che poi spartivano e rivendevano. Non avrebbe avuto senso, infatti, seppellire sotto terra un carico di pelli o legname, lasciando che si deteriorasse sotto gli effetti atmosferici e delle infiltrazioni d'acqua.
Usi e costumi dei Pirati
Se ci chiedessero di descrivere un pirata tutti noi sicuramente inizieremmo a figurarcelo con una benda sull'occhio, grossi orecchini d'oro, una bottiglia di Grog tra le mani e tante armi. Forse non sappiamo, però, che ognuno di quegli accessori ha un significato ed un uso ben precisi. Gli orecchini, per esempio, non erano un semplice ornamento: essi erano solitamente in oro e servivano al pirata in caso di morte. A nessuno piaceva l'idea di essere gettati in mare, in balia delle fauci dei pesci, al momento della morte. Siccome morire non era una possibilità remota, il pirata incideva sull'orecchino il luogo dove voleva essere seppellito.
L'orecchino veniva così fuso e venduto ed il ricavato usato per assicurare al suo proprietario una degna sepoltura. L'ornamento aveva anche un secondo scopo, quello cioè di proteggere l'udito del bucaniere. Le navi pirata avevano decine di cannoni che sparavano all'unisono durante i combattimenti, con una cadenza di fuoco che poteva anche essere di una palla sparata al minuto. I pirati avevano bisogno di qualcosa per tapparsi le orecchie ed evitare, così, di diventare sordi.
Sugli orecchini veniva quindi attaccata della cera che, al momento del combattimento, veniva infilata nell'orecchio come tappo. Anche le bende sugli occhi avevano un loro significato. Certo, spesso durante i combattimenti si poteva perdere un occhio, per un taglio di spada o una scheggia di legno, ma il più delle volte i pirati usavano le bende quando dovevano salire e scendere sottocoperta frequentemente. Quando, infatti, si passa da un ambiente aperto ad uno chiuso, l'occhio deve abituarsi al cambiamento di luminosità.
Nascosto dalla benda, già al buio, veniva quindi scoperto in modo che fosse più facile, per il pirata, muoversi nell'oscurità senza dover aspettare che entrambi gli occhi si adattassero. Per quanto riguarda il Grog, furono i marinai inglesi ad inventarlo semplicemente mischiando acqua e rum cosicché l'acqua evitasse di diventare viscida e carica di batteri. I pirati lo perfezionarono aggiungendovi succo di limone e zucchero: questa nuova miscela aiutava i marinai a combattere lo scorbuto.
Il Jolly Roger
La bandiera pirata per eccellenza è nera con un teschio e due ossa che si incrociano sullo sfondo, tuttavia non era l'unica. Esistevano infinite varianti del Jolly Roger come, per esempio, la bandiera del famoso pirata Barbanera che rappresentava lo scheletro di un demone intento a brindare con un calice infuocato mentre infilzava un cuore rosso gocciolante sangue. Altre varianti del Jolly Roger sono rappresentate da un uomo in piedi su due teschi o ancora da uno scheletro intero o da un teschio e una clessidra. La bandiera nera aveva un significato particolare, ovvero invitava le navi ad arrendersi senza combattere ed, in cambio, i vinti avrebbero avuta salva la vita.
Se la nave rifiutava la resa, la bandiera nera veniva ammainata e al suo posto veniva issata la bandiera rossa che stava a significare che, una volta ingaggiata la nave avversaria, l'equipaggio in fuga non avrebbe ricevuto alcuna pietà. Il nome Jolly Roger, in particolare, deriva dal francese Jolie Rouge, inglesizzato poi in Jolly Roger, e stava proprio ad indicare le famigerate bandiere rosse sinonimo di morte certa.
La vita dei pirati non smette di emanare il suo fascino anche oggi nonostante l'epoca d'oro della pirateria sia finita ormai da un pezzo. Molti di loro sono rimasti nella storia, nel bene o nel male, hanno combattuto, ucciso, amato, sono diventati ricchi o sono morti brutalmente. Molti sono divenuti leggenda e di queste leggende parleremo approfonditamente in un altro speciale quindi... continuate a seguirci.
La vita dei pirati tra leggende e verità
I pirati sono da sempre considerati emblema di libertà e di una vita all'insegna dell'avventura. Dobbiamo però rivedere ciò che sappiamo sul loro conto.
I pirati hanno da sempre suscitato un forte senso di libertà e trasgressione. Liberi di viaggiare per i sette mari a bordo delle loro navi, non avevano alcun vincolo se non quello nei confronti dei propri compagni di ventura, assoggettati solamente all'imprescindibile volere dei venti e delle onde. La pirateria è sempre stata presente da quando, per la prima volta, l'uomo ebbe l'ardire di avventurarsi per mare.
Già nel mondo classico essa era attiva nel Mediterraneo, tanto che l'antica Grecia dovette costruire basi navali per proteggere le sue navi dai pirati. Qualche secolo più tardi, in età Romana, come ci raccontano Svetonio e Plutarco, lo stesso Giulio Cesare fu fatto prigioniero da una flotta di pirati mentre navigava intorno all'isola di Rodi.
Il generale romano, durante la prigionia, chiacchierava e decantava poesie ai suoi carcerieri e, addirittura, li convinse a chiedere un riscatto più alto per la sua liberazione asserendo di valore molto di più di quanto essi avevano richiesto per la sua liberazione. Per i pirati che hanno catturato Giulio Cesare non c'è stato un lieto fine (non che fosse molto comune tra i pirati): una volta libero, il generale catturò i suoi vecchi carcerieri e li fece crocifiggere.
Corsari e Pirati
Il momento di massimo splendore per la pirateria fu il XVII secolo. Le scorrerie dei bucanieri non avvenivano più soltanto nel Mediterraneo bensì si estesero nel Mare dei Caraibi e nel Mare delle Antille laddove si concentravano le più fiorenti attività commerciali. Talvolta si tende ad usare la parola Corsaro come sinonimo di Pirata ma non è proprio così.
Un corsaro agiva da pirata ma aveva un'autorizzazione scritta (Lettera di Corsa) da parte di uno Stato che gli permetteva legalmente di attaccare i mercantili delle nazioni avversarie, mentre i pirati erano liberi e non agivano per conto di nessuno se non di sé stessi. Un corsaro, quindi, era un pirata autorizzato e legittimato nelle sue aggressioni, si può dire quasi che fosse uno strumento di guerra usato per danneggiare il commercio delle altre nazioni.
Ovviamente anche il corsaro traeva beneficio da questo accordo: il bottino delle navi saccheggiate apparteneva a lui, un facile modo per arricchirsi. Tuttavia, corsaro o pirata, coloro che venivano catturati facevano una ben misera fine, solitamente impiccati fino a sopraggiunta morte.
Fu solo nel 1713 con il Trattato di Ultretch e, successivamente, con la Dichiarazione di Parigi del 1856 che le varie nazioni europee si impegnarono a non emettere più Lettere di Corsa, facendo così tramontare definitivamente l'epopea dei Corsari. L' America, tuttavia, non aderì alla dichiarazione di Parigi tanto che ancora oggi, secondo la sua Costituzione, il Congresso ha potere di emettere Lettere di Corsa.
La vita di un Pirata
La vita a bordo di una nave non era semplice. Le imbarcazioni dell'epoca erano strette, anguste, sovraffollate e cibo e acqua si deterioravano facilmente. Casi di dissenteria e di scorbuto erano cosa comune e la morte per malattia non era affatto rara, quando non si moriva affondati da una tempesta o durante gli abbordaggi. La vita su una nave militare era anche peggio perché, se in una nave pirata la disciplina era più lassa e vi erano meno regole, un marinaio della Marina doveva sottostare anche a regole ferree ed il rischio di essere puniti per le trasgressioni, anche quelle più insignificanti, era molto alto. Non stupisce che le navi pirata offrissero una miglior prospettiva di vita.
A parità di pericolo, un pirata non doveva sottostare alle regole della Marina. Per questa ragione le navi pirata erano piene di volontari e disertori, non solo di feccia e delinquenti come siamo abituati a credere, desiderosi di uno stile di vita più soddisfacente e sicuramente attratti dalla prospettiva di maggiori ricchezze, anche perché le condizioni di vita sulle navi "legali" erano tristemente disumane.
Tuttavia se si veniva catturati e dichiarati colpevoli di pirateria la pena prevista era la più alta: la morte per impiccagione. E' interessante come i pirati fossero all'avanguardia dal punto di vista della libertà sessuale e dei diritti umani. Nelle navi pirati ci si poteva sposare tra individui dello stesso sesso, un'unione civile ante litteram che consentiva, alla morte di uno dei due coniugi, il passaggio dei beni come eredità. Era inoltre accettata la bisessualità e le donne entravano a far parte delle ciurme senza essere discriminate per il loro sesso.
La X indica dove scavare
È nell'immaginario comune che i pirati seppellissero i loro tesori. Film, libri, videogiochi sono pieni di mappe del tesoro con una grossa X ad indicare il luogo in cui scavare. Nulla di più falso. I pirati, infatti, non nascondevano i loro tesori sottoterra, piuttosto preferivano spendere i loro introiti in alcol e sesso. Non c'era alcun vantaggio a nascondere il frutto del loro lavoro e delle loro razzie con il rischio di dimenticarne il luogo di sepoltura.
Vi è da aggiungere che i pirati depredavano per lo più navi mercantili, non certo cariche di oro e gioielli quanto di merci da scambiare e vendere. I pirati, quindi, raccoglievano pellicce, legname, alcol, sete e stoffe che poi spartivano e rivendevano. Non avrebbe avuto senso, infatti, seppellire sotto terra un carico di pelli o legname, lasciando che si deteriorasse sotto gli effetti atmosferici e delle infiltrazioni d'acqua.
Usi e costumi dei Pirati
Se ci chiedessero di descrivere un pirata tutti noi sicuramente inizieremmo a figurarcelo con una benda sull'occhio, grossi orecchini d'oro, una bottiglia di Grog tra le mani e tante armi. Forse non sappiamo, però, che ognuno di quegli accessori ha un significato ed un uso ben precisi. Gli orecchini, per esempio, non erano un semplice ornamento: essi erano solitamente in oro e servivano al pirata in caso di morte. A nessuno piaceva l'idea di essere gettati in mare, in balia delle fauci dei pesci, al momento della morte. Siccome morire non era una possibilità remota, il pirata incideva sull'orecchino il luogo dove voleva essere seppellito.
L'orecchino veniva così fuso e venduto ed il ricavato usato per assicurare al suo proprietario una degna sepoltura. L'ornamento aveva anche un secondo scopo, quello cioè di proteggere l'udito del bucaniere. Le navi pirata avevano decine di cannoni che sparavano all'unisono durante i combattimenti, con una cadenza di fuoco che poteva anche essere di una palla sparata al minuto. I pirati avevano bisogno di qualcosa per tapparsi le orecchie ed evitare, così, di diventare sordi.
Sugli orecchini veniva quindi attaccata della cera che, al momento del combattimento, veniva infilata nell'orecchio come tappo. Anche le bende sugli occhi avevano un loro significato. Certo, spesso durante i combattimenti si poteva perdere un occhio, per un taglio di spada o una scheggia di legno, ma il più delle volte i pirati usavano le bende quando dovevano salire e scendere sottocoperta frequentemente. Quando, infatti, si passa da un ambiente aperto ad uno chiuso, l'occhio deve abituarsi al cambiamento di luminosità.
Nascosto dalla benda, già al buio, veniva quindi scoperto in modo che fosse più facile, per il pirata, muoversi nell'oscurità senza dover aspettare che entrambi gli occhi si adattassero. Per quanto riguarda il Grog, furono i marinai inglesi ad inventarlo semplicemente mischiando acqua e rum cosicché l'acqua evitasse di diventare viscida e carica di batteri. I pirati lo perfezionarono aggiungendovi succo di limone e zucchero: questa nuova miscela aiutava i marinai a combattere lo scorbuto.
Il Jolly Roger
La bandiera pirata per eccellenza è nera con un teschio e due ossa che si incrociano sullo sfondo, tuttavia non era l'unica. Esistevano infinite varianti del Jolly Roger come, per esempio, la bandiera del famoso pirata Barbanera che rappresentava lo scheletro di un demone intento a brindare con un calice infuocato mentre infilzava un cuore rosso gocciolante sangue.
Altre varianti del Jolly Roger sono rappresentate da un uomo in piedi su due teschi o ancora da uno scheletro intero o da un teschio e una clessidra. La bandiera nera aveva un significato particolare, ovvero invitava le navi ad arrendersi senza combattere ed, in cambio, i vinti avrebbero avuta salva la vita.
Se la nave rifiutava la resa, la bandiera nera veniva ammainata e al suo posto veniva issata la bandiera rossa che stava a significare che, una volta ingaggiata la nave avversaria, l'equipaggio in fuga non avrebbe ricevuto alcuna pietà. Il nome Jolly Roger, in particolare, deriva dal francese Jolie Rouge, inglesizzato poi in Jolly Roger, e stava proprio ad indicare le famigerate bandiere rosse sinonimo di morte certa.
La vita dei pirati non smette di emanare il suo fascino anche oggi nonostante l'epoca d'oro della pirateria sia finita ormai da un pezzo. Molti di loro sono rimasti nella storia, nel bene o nel male, hanno combattuto, ucciso, amato, sono diventati ricchi o sono morti brutalmente. Molti sono divenuti leggenda e di queste leggende parleremo approfonditamente in un altro speciale quindi... continuate a seguirci.
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