Le cinque volte che la vita sul nostro pianeta è stata portata al limite

Cinque grandi estinzioni di massa hanno cercato di distruggere la vita sulla Terra. Alla fine però è sempre riuscita a sopravvivere.

Le cinque volte che la vita sul nostro pianeta è stata portata al limite
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La nostra Terra, in confronto alla stragrande maggioranza dei pianeti dell'Universo conosciuti, è un posto molto tranquillo (e sopratutto abitabile). Fortunatamente per noi, questa tranquillità generale ha permesso la creazione di tutto ciò che ci circonda, ma non è sempre stato così. Il nostro pianeta ha infatti superato degli eventi, conosciuti come grandi estinzioni di massa, che hanno portato allo stremo la sopravvivenza della vita.
Nonostante sia - letteralmente - il luogo migliore per vivere, la Terra, così come tutto nel cosmo, è schiava del caso e delle situazioni, che aumentano proporzionalmente sempre di più durante lo scorrere del tempo. Durante il corso delle ere ci sono stati fenomeni devastanti, che hanno distrutto tutto quello presente sul nostro mondo, ma che hanno creato sempre qualcosa di nuovo.

Questa è la regola base dell'Universo. Basti pensare che furono le esplosioni delle stelle primordiali (e quindi la loro morte) a riversare il "carburante" per la creazione di nuovi corpi celesti nell'Universo... così via fino ad oggi. Ecco quindi, le cinque volte (sono molte di più in realtà, ma oggi analizzeremo gli eventi maggiori) in cui la sopravvivenza della Terra è stata portata al limite.

Ordoviciano-Siluriano, la prima grande estinzione di massa (circa 450 milioni di anni fa)

La prima grande estinzione di massa risale a circa 450 milioni di anni fa, quando la Terra era ancora abitata per la maggior parte da animali invertebrati, come trilobiti, brachiopodi, cefalopodi, crinoidi, graptoliti, coralli, molluschi e i primi animali marini. In questo periodo, in pochi milioni di anni, il livello del mare si abbassò drasticamente e causò l'estinzione di molte specie. Il motivo? Intense glaciazioni di alcune calotte.

Un'altra (delle tantissime) ipotesi, molto più difficile da dimostrare, è quella secondo cui un lampo gamma (Gamma-Ray Bursts) causato da una supernova potrebbe aver contribuito all'estinzione di gran parte della vita.
Sicuramente una teoria difficile da dimostrare, ma ugualmente affascinante. Quella dell'Ordoviciano-Siluriano è la seconda peggiore estinzione di massa conosciuta dalla scienza, questo evento annientò circa l'85% di tutte le specie sul nostro bel pianeta.

Devoniano superiore, la sfortuna non viene mai da sola (circa 375 milioni di anni fa)

Intorno a 375 milioni di anni fa si verificarono non una, ma ben due estinzioni. La prima, quella che viene considerata come "una delle cinque" viene chiamata evento Kellwasser, mentre la seconda, che ebbe un impatto minore rispetto alla prima, è nota come Evento Hangenberg. Negli anni, ci sono state tantissime ipotesi riguardo questi eventi catastrofici, come cambiamenti nella circolazione oceanica o del livello marino, l'impatto di un meteorite e un intenso vulcanismo. L'apocalisse non si verificò istantaneamente, ma continuo per diverse migliaia di anni. In totale, l'avvenimento eliminò circa il 75% di tutte le specie sulla Terra in un periodo di circa 20 milioni di anni.

Permiano-Triassico, l'estinzione di massa più catastrofica di sempre (circa 250 milioni di anni fa)

Quella del Permiano-Triassico è l'estinzione di massa più catastrofica di tutti i tempi. Anche in questo caso il motivo è ancora oggetto di discussione da parte degli scienziati. Potrebbero essersi verificati più eventi, addirittura tre. Il primo picco di estinzione fu probabilmente causato da un cambiamento ambientale graduale, mentre quelli successivi furono probabilmente dovuti ad un evento catastrofico: collisioni con oggetti astronomici, un aumento dell'attività vulcanica o l'improvviso rilascio di idrati di metano dal fondo marino.

A contribuire in modo decisivo all'evento potrebbe essere stato il trappo siberiano, una grande provincia ignea. Questa regione potrebbe aver espulso oltre 2.000.000 chilometri quadrati di lava in superficie, che rilasciò conseguentemente almeno 14.5 trilioni di tonnellate di carbonio (inoltre, queste eruzioni avvennero vicino alle stratificazioni di carbone, che provocarono anche il rilascio di grandi quantità di anidride carbonica e di metano). Tuttavia, questa potrebbe non essere stata l'unica causa, ma una delle tante che si verificarono durante quel periodo.

Gli effetti furono comunque devastanti e il mondo vide la scomparsa dell 96% di tutte le specie marine e di circa tre su quattro specie terrestri (compresi gli insetti). Anche la Terra ne uscì con una grave ferita, le foreste del mondo furono spazzate via e non tornarono in funzione fino a circa 10 milioni di anni dopo, gli ecosistemi marini impiegarono da quattro a otto milioni di anni per riprendersi ed il recupero completo della vita marina impiegò circa 100 milioni di anni.

Triassico-Giurassico, colpo di grazia (circa 200 milioni di anni fa)

La vita stava iniziando a riprendersi e a dimenticare il terribile evento del Permiano-Triassico. Una vegetazione lussureggiante copriva la nuda terra e nel mondo stavano iniziando a svilupparsi un gruppo di rettili chiamati arcosauri: i precursori di uccelli, coccodrilli, pterosauri e alcuni tipi di dinosauri. Ma questa tranquillità generale non durò molto e circa 200 milioni di anni fa si verificò un'altra estinzione che portò alla perdita dell'80% di tutte le specie terrestri e marine.

Le cause sono da ricercarsi in alcune variazioni climatiche che aumentarono la temperatura ben di 5° C e nella diminuzione di ossigeno nei mari, dovuta forse alla liberazione di metano dal fondo degli oceani. Secondo una diffusa ipotesi, il riscaldamento potrebbe essere stato causato dalla provincia magmatica dell'Atlantico centrale, una delle più grandi province ignee della Pangea (il supercontinente che si ritiene includesse tutte le terre emerse della Terra), che rilasciò enormi quantità di C02 nell'atmosfera.
L'evento durò relativamente poco, e nei successivi 150.000 anni il riscaldamento globale aumento l'erosione delle rocce sulla superficie terrestre di almeno il 400%. Ciò causò reazioni chimiche che consumarono il biossido di carbonio in eccesso, ponendo fine al riscaldamento globale.

Cretaceo-Paleocene. Addio dinosauri (circa 65 milioni di anni fa)

Il più famoso evento di estinzione di massa per distacco: quello che causò la scomparsa dei dinosauri. Contrariamente a quelle precedenti, la causa sembra essere conosciuta: l'impatto di un gigantesco asteroide. Lo scontrò generò il gigantesco cratere di Chicxulub, sepolto sotto la penisola dello Yucatán. Il diametro del meteorite, secondo una stima, era di 12 km. L'impatto, approssimativamente, scatenò una potenza di 190.000 gigatoni (190.000 miliardi di tonnellate di TNT). In confronto, l'ordigno esplosivo più potente detonato nella storia, la Bomba Zar, aveva una potenza esplosiva tra i 50 e i 57 megatoni (pari ad un ventesimo di gigatone).

Recentemente, degli scienziati hanno ricostruito nel dettaglio gli effetti istantanei dell'impatto sul nostro bel pianeta. Subito dopo lo scontro con la superficie, l'asteroide scatenò un gigantesco tsunami alto centinaia di metri. I detriti causati dell'impatto eruttarono in tutte le direzioni e, in un solo giorno, si depositarono circa 130 metri di materiale.

I ricercatori stimano che l'impatto dell'asteroide abbia rilasciato una potenza pari a 10 miliardi di bombe atomiche, incendiando migliaia di chilometri di foreste e generando uno tsunami gigantesco. Inoltre, l'impatto liberò circa 325 miliardi di tonnellate di zolfo nell'atmosfera. La fitta nebbia sulfurea oscurò la luce del Sole per decenni, facendo calare le temperature della Terra drasticamente. Infine, questo evento distrusse circa il 75% di tutte le specie viventi, compresi i dinosauri.

Le estinzioni sono finite? Assolutamente no. Attualmente siamo all'interno dell'Antropocene. Il termine descrive l'epoca geologica in cui l'essere umano è protagonista dei massicci cambiamenti principali della Terra: dalle modifiche territoriali e strutturali a quelle climatiche. Un'era in cui l'essere umano è la causa principale dell'estinzione di massa di molte creature.